21/10/2025
Maria Cecilia Guerra
UBALDO PAGANO, LAI, MANCINI, ROGGIANI, CASU, FORNARO, GHIO e FERRARI
3-02259

Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dalla bozza del disegno di legge di bilancio emerge un quadro fortemente preoccupante in materia previdenziale;

   in contrasto con quanto più volte annunciato sin da gennaio 2025 circa una possibile sterilizzazione dell'adeguamento dei requisiti per l'accesso alla pensione alla speranza di vita, dal 2027 è previsto un aumento generalizzato di tali requisiti: un mese in più nel 2027 e ulteriori due nel 2028;

   l'impatto reale sarà però più grave, perché non sono previste proroghe di «quota 103», né il rinnovo di «opzione donna». Il Governo prosegue, cioè, ad avviso degli interroganti nell'inaridimento successivo di tutte le forme che, anche a costo di un ricalcolo contributivo penalizzante, potevano permettere un'uscita flessibile dal lavoro, attenuando gli effetti di rigidità introdotti con la «legge Fornero», che pure si diceva e si dice di volere superare. Si colpiscono, in particolare, ancora una volta in modo diretto le lavoratrici, già penalizzate da carriere più discontinue e carichi familiari sproporzionati;

   ne consegue che la platea di lavoratori esclusa dall'aumento dell'età pensionabile, per quanto riguarda le pensioni anticipate, è estremamente ristretta: meno di 10.000 persone, tra lavoratori gravosi e usuranti, precoci o beneficiari dell'«ape sociale»; irrisoria rispetto a quella di oltre 500.000 persone che accedono annualmente al pensionamento anticipato;

   sarebbe previsto un inasprimento dei requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione anticipata per gli invalidi civili al 74 per cento, i caregiver familiari e i disoccupati e di quelli contributivi per i precoci con 41 anni di contributi;

   tutto questo comporta il rischio concreto e gravissimo di generare nuove situazioni di esodati: persone che hanno già lasciato il lavoro confidando in misure di accompagnamento alla pensione (isopensione, contratti di espansione, fondi di solidarietà bilaterali), che ora vengono modificate o cancellate, lasciandoli senza reddito e senza tutele;

   allo stesso tempo, sul fronte dei benefici economici, le pensioni minime vengono adeguate solo all'inflazione più un 1,3 per cento aggiuntivo, pari a poco più di 4 euro al mese, lasciando sempre più in difficoltà, rispetto a promesse non mantenute, persone che vivono con assegni molto ridotti –:

   quali misure intenda adottare per evitare quanto meno che l'aumento dei requisiti previdenziali crei disagi insostenibili per le categorie più fragili, tra cui caregiver, invalidi, disoccupati e donne con problematiche familiari e determini nuove categorie di esodati, come coloro che, essendo in «ape sociale», rischiano con l'aumento del requisito di età della pensione di vecchiaia dal 2027 di avere mesi senza alcuna copertura economica.

Seduta del 22 ottobre 2025

Illustrazione di Valentina Ghio, risposta del Ministro dell'Economia e delle finanze, replica di Maria Cecilia Guerra

VALENTINA GHIO, Grazie, Presidente. Signor Ministro, il quadro che emerge dalla bozza di bilancio sulle pensioni è allarmante. Dopo mesi che fate promesse di sterilizzare l'adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita, ci ritroviamo invece con l'aumento dei requisiti: un mese in più nel 2027 e 2 mesi nel 2028. Ma non è solo questo. Vengono anche cancellate le uniche misure che garantivano flessibilità in uscita: Quota 103 e Opzione donna, già pesantemente colpita. E mentre restringente drasticamente la platea dei beneficiari dell'Ape sociale, rischiate di lasciare senza reddito chi ha già avviato dei percorsi in uscita creando, di fatto, dei nuovi esodati.

E allora, Ministro, la domanda è semplice: visto che non siete riusciti a mantenere le promesse di mandare prima in pensione le persone, siete almeno in grado di tutelare i più fragili ed impedire che si formi un nuovo blocco di esodati?

GIANCARLO GIORGETTIMinistro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, il bilancio di previsione dello Stato - quello definitivo, non le bozze che sono circolate in questi giorni, su cui ho visto una montagna di commenti anche a sproposito non nella materia, però devo dirlo - prevede, appunto, interventi in materia previdenziale. Vorrei precisare, però, alcune cose. Relativamente alle pensioni minime, l'intervento interessa i pensionati in condizioni di disagio effettivo e non riguarda soltanto i pensionati con più di 70 anni. Infatti, come noto, l'accesso allo schema delle maggiorazioni sociali, su cui si innestano da anni tali incrementi, prevede una riduzione dell'età di accesso a tali benefici di un anno di età per ogni 5 anni di contributi. I soggetti che accedono all'assegno sociale, qualora in possesso di un'anzianità contributiva di 5, 10, 15 anni, si vedono abbassare corrispondentemente l'età di accesso al beneficio rispetto ai 70. Per gli invalidi civili totali in possesso dei prescritti requisiti reddituali l'accesso è per età superiore ai 18 anni. Il beneficio spetta comunque a condizione che siano rispettati i requisiti reddituali previsti, e l'intervento riguarda circa 1.100.000 pensionati.

L'importo dell'incremento rispetto alla normativa vigente è pari a 20 euro mensili, e ricordo, a tale proposito, che rispetto all'anno 2025, escludendo l'adeguamento all'inflazione e l'incremento pari a 12 euro mensili, è prevista una spesa di 295 milioni di euro per il 2026 a questo proposito.

Passando ai soggetti esclusi dall'adeguamento dei requisiti di accesso alla variazione della speranza di vita, la disposizione contenuta nel disegno di legge di bilancio 2026 amplia le categorie indicate dalla legge n. 205 del 2017 includendo, per completezza di impianto sistemico, anche i cosiddetti lavoratori precoci addetti ad attività gravose e usuranti, che erano stati escluse dall'intervento del 2017.

Per quanto concerne i beneficiari della prestazione cosiddetta Ape sociale, coerentemente a sistema e a quanto già previsto dalla legge n. 205 del 2017, la disposizione precisa che chi è beneficiario di Ape sociale continua a esserlo e viene accompagnato alla pensione da tale istituto e non si verifica nessun esodato da Ape sociale.

Al riguardo, evidenzio che la prestazione APE sociale non è una prestazione prevista strutturalmente a legislazione vigente, mentre la norma inserita nel disegno di legge di bilancio 2026 tutela strutturalmente i soggetti indicati, escludendoli dall'incremento di tre mesi. La platea dei soggetti interessati è pertanto superiore a quella indicata dall'interrogante che sembrerebbe fare riferimento solo alla tipologia di lavori usuranti e ai precoci gravosi, mentre la portata della disposizione è più ampia, riguardando per gli addetti ai lavori usuranti e per i lavoratori addetti alle attività cosiddette gravose, sia il pensionamento con età di vecchiaia, sia il pensionamento anticipato indipendente dall'età anagrafica. A tal proposito, si evidenzia che, nel disegno di legge di bilancio 2026, è prevista la diluizione in due anni del complessivo incremento di tre mesi dei requisiti, prevedendo l'incremento appunto di un mese nel 2027, di ulteriori due mesi del 2028.

MARIA CECILIA GUERRA, Grazie, Presidente. Grazie al Ministro per alcune risposte che sono sicuramente utili. Resta il punto di fondo e cioè l'aumento dell'età pensionabile è sicuramente il modo più facile per ottenere la sostenibilità del sistema pensionistico. Funziona in questo modo: ogni volta che aumenta la speranza di vita, aumenta l'età di lavoro, fermi gli anni in cui invece puoi stare in pensione. È ovvio che un sistema così è sostenibile: è stato pensato da Maroni prima e da Berlusconi poi. Va modificato.

È da gennaio che chiediamo una riflessione profonda su come affrontare questo tema in modo strutturale. Ci siamo trovati con un mare di promesse in tutta l'estate, anche dalla sua parte politica, Ministro, e poi con un'improvvisazione dell'ultimo momento. Questa è una cosa che non si può guardare, perché stiamo giocando con la vita delle persone. Noi siamo il Paese in cui l'età pensionabile è più alta in tutta Europa, quindi questa riflessione è assolutamente necessaria.

Siamo anche un Paese in cui la maggioranza è andata al Governo con anni di battaglia, dicendo: avremmo superato, supereremo la legge Fornero. Questo non è successo. L'esito, dopo quattro anni, se consideriamo anche questa nuova legge di bilancio, è la chiusura sistematica, l'inaridimento di tutti i canali di uscita anticipata della pensione e, in particolare, come lei ci conferma, anche in questo caso, i colpiti saranno le categorie più fragili: i caregiver, gli invalidi, i disoccupati e le donne.

Opzione donna, come diceva oggi il suo collega Durigon, l'avete dovuta cancellare per il banale motivo che era stata talmente massacrata che non veniva utilizzata più da nessuno.

Quello che allora posso dire a conclusione di questo intervento, Ministro, è che l'unica cosa che è andata davvero, che è andata davvero in pensione anticipata sono le vostre promesse.