25/09/2018
Gennaro Migliore
Boschi, Enrico Borghi, Ceccanti, Fiano
1-00039

La Camera,

   premesso che:

    da notizie a mezzo stampa si è appreso che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Moavero Milanesi, negli scorsi mesi avrebbe chiesto all'ambasciatore italiano in Austria di informarsi sulle ultime intenzioni del Governo austriaco in merito alla cosiddetta questione della concessione del doppio passaporto ai cittadini altoatesini, inserita nel programma di Governo austriaco, definendo la questione come «curiosa» e lasciando intendere la contrarietà del Governo italiano all'apertura di questo tema;

    tale contrarietà è stata confermata dal successivo annullamento da parte del Ministro Moavero Milanesi di uno degli usuali incontri bilaterali che si sarebbe dovuto tenere a Vienna nel mese di settembre 2018, così confermando la linea italiana già affermata nel mese di marzo 2018 dall'allora Ministro Alfano che a sua volta aveva annullato un precedente incontro con la controparte austriaca, dando istruzioni all'ambasciatore italiano a Vienna di non prendere parte alla riunione sulla proposta della doppia cittadinanza per la popolazione di lingua tedesca e ladina dell'Alto Adige;

    sempre da notizie a mezzo stampa si è appreso che pochi giorni fa, durante il viaggio in Italia del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, a margine di un incontro con il Presidente del Consiglio Conte, quest'ultimo avrebbe sottolineato di aver avuto «l'occasione di rappresentare che l'Italia e il Governo hanno una posizione chiara sulla vicenda dei passaporti e della doppia cittadinanza», ossia una posizione di netta contrarietà, più volte manifestata da esponenti dell'Esecutivo e delle istituzioni italiane, mentre desta preoccupazione il fatto che su una questione così delicata per l'interesse nazionale dell'Italia fino ad oggi tali posizioni non siano state pubblicamente sostenute anche da quelle componenti del Governo che si ricollegano al Partito del vice-ministro del Consiglio Salvini;

    come è noto, per definire la questione della tutela della minoranza linguistica tedesca del Trentino-Alto Adige, il 5 settembre 1946 a Parigi, a margine dei lavori della Conferenza di pace successiva alla fine della seconda guerra mondiale, fu siglato il noto accordo De Gasperi-Gruber, che per più di settant'anni ha permesso il mantenimento di buone relazioni, in un quadro reciproco di sviluppo e prosperità di questi due Paesi, prevedendo tra l'altro la completa eguaglianza dei diritti degli «abitanti di lingua tedesca della provincia di Bolzano e di quelli dei vicini comuni bilingui della provincia di Trento rispetto agli abitanti di lingua italiana»;

    lo stesso cancelliere austriaco a settembre, in occasione dell'incontro con il Presidente del Consiglio Conte, avrebbe avuto occasione di dichiarare che l'Austria comunque agirà «in accordo con Roma»; del resto l'eventuale concessione unilaterale della doppia cittadinanza ai cittadini sudtirolesi costituirebbe, di fatto, una rimessa in discussione di quegli accordi di Parigi, tuttora in vigore, che hanno fortemente contribuito a mantenere buone relazioni di amicizia e prosperità tra l'Italia e l'Austria;

    ciò che desta preoccupazione maggiormente è la considerazione che un'eventuale concessione del doppio passaporto ai cittadini sudtirolesi, lungi dal tutelare realmente tali minoranze, rischierebbe di fatto di frammentare la popolazione Altoatesina, tra coloro che potrebbero ottenere la cittadinanza e coloro che invece non potrebbero ottenerla, apparentemente dimenticando la circostanza che i cittadini degli Stati dell'Unione europea sono già titolari, oltre che della cittadinanza nazionale, anche di quella europea, una cittadinanza che in quanto capace di integrare e allargare i diritti connessi alla cittadinanza nazionale, andrebbe senz'altro valorizzata, in particolare da un Paese, come l'Austria, che si trova proprio in questo momento a ricoprire il delicato ruolo della Presidenza di turno dell'Unione europea;

    va altresì rilevato che, poiché sino ad oggi l'Austria non dispone ancora di una legge nazionale atta a consentirle il riconoscimento della doppia cittadinanza, le dichiarazioni d'intenti austriache sembrano fin qui destinate più a sortire effetti sul piano mediatico in vista delle prossime ravvicinate scadenze elettorali, che non a determinare concreti mutamenti nell'immediato sul piano giuridico, non essendo neppure chiaro quali siano i requisiti esattamente previsti per ottenere l'eventuale concessione della doppia cittadinanza da parte dell'Austria;

    è sufficiente rileggere la storia europea dell'ultimo mezzo secolo per diffidare da qualunque azione politica o giuridica volta ad incentivare la nascita e il consolidamento dei particolarismi o dei nazionalismi, ossia di tutte quelle tendenze dei gruppi etnici, religiosi, o politici, a porsi come entità separate all'interno di uno Stato o di una comunità che, lungi dal fornire crescita e prosperità alle comunità cui appartenevano, hanno sempre finito per minare le stesse fondamenta di una pacifica convivenza civile;

    al contrario, la nascita stessa dell'Unione europea ha testimoniato quel coraggioso tentativo compiuto alla metà del secolo scorso dai padri fondatori, sulle macerie della seconda guerra mondiale, per superare, prima attraverso un'integrazione tutta economica, e successivamente attraverso una progressiva integrazione anche politica e dei diritti, i particolarismi e gli egoismi nazionali e assicurando così, anche attraverso il pieno riconoscimento delle minoranze linguistiche, quella pace e quella stabilità che ci hanno accompagnato per più di settant'anni,

impegna il Governo:

1) a proseguire e a consolidare la politica tradizionalmente seguita dall'Italia, nelle sue relazioni bilaterali e nell'ambito del processo di integrazione europeo, volta a rafforzare la stabilità delle relazioni internazionali, in un'ottica di pace e benessere per le rispettive popolazioni;

2) ad adottare ogni iniziativa utile sul piano politico e su quello diplomatico al fine di prevenire in ogni modo, e scongiurare, il rischio di iniziative unilaterali, potenzialmente capaci di rinfocolare nuovi nazionalismi o particolarismi, destinati a minare le fondamenta di una pacifica convivenza in Europa;

3) ferma restando la piena e necessaria tutela delle minoranze linguistiche, ad adottare ogni iniziativa utile, sul piano politico e su quello diplomatico, volta a sostenere con forza il modello di convivenza fin qui applicato in Alto Adige, anche alla luce degli ottimi risultati fino ad oggi conseguiti in termini di integrazione e pacifica convivenza anche tra realtà storiche, linguistiche e culturali differenti;

4) ad adottare ogni iniziativa utile, per quanto di competenza, volta a promuovere sul territorio del Sud-Tirolo campagne di informazione e sensibilizzazione sul valore aggiunto in termini economici e culturali costituito dalle regioni con presenza di multilinguismo, sulla ricchezza offerta dalle comunità multi-culturali, e sui diritti connessi alla cittadinanza europea, quale forma di cittadinanza integrativa e aggiuntiva rispetto a quella nazionale.

 

Seduta del 25 settembre 2018

Seduta del 27 settembre 2018