Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 25 Gennaio, 2016
Nome: 
Emiliano Minnucci

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Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, bene, benissimo: affrontiamo una discussione sentita, importante su un tema che – lo ricordava poc'anzi il collega Baldelli – è un tema che non solo sui social network – vorrei dirlo al collega –, ma più in generale c’è, è vivo nella società e nel dibattito pubblico. 
Io, però, nell'illustrare la nostra mozione, nell'interloquire con i colleghi su questa vicenda, su questa questione, partirei da alcuni dati oggettivi, da alcuni dati concreti, numerici, non confutabili, perché altrimenti il focus della discussione rischiamo di spostarlo solamente sulla parte sanzionatoria, sulle sanzioni, sull'utilizzo degli autovelox, e non ci concentriamo, a monte, su una vicenda che è centrale, ovvero quella dell'eccesso di velocità, che è la seconda causa per incidentalità e per mortalità dopo la distrazione nella guida degli autoveicoli, nella guida dei motocicli e quant'altro. Attenzione, perché il combinato disposto tra distrazione ed eccesso di velocità, solo nel 2014, ha prodotto oltre 3.300 morti in questo nostro Paese. Quindi, partiamo da un dato di fatto: dobbiamo contrastare questa deriva, dobbiamo far sì che ciò che è accaduto negli ultimi vent'anni, ovvero un calo costante, magari lento, ma costante, dell'incidentalità e dei morti, possa proseguire. 
Infatti, questo è il primo tema che chi fa il legislatore deve porsi: tutelare la salute, tutelare il fatto che il rispetto delle regole del Codice della strada possa produrre una riduzione costante e sempre più accelerata dei morti e degli incidenti sulla strada. Questo è il primo tema. E abbiamo sperimentato e toccato con mano che anche l'utilizzo di strumenti di dissuasione come le apparecchiature elettroniche che sanzionano il superamento dei limiti di velocità spesso è elemento irrinunciabile di deterrenza appunto nei confronti di chi è più portato a superate i limiti di velocità e, quindi, ad esporre se stesso e gli altri e in particolare i pedoni – vorrei sottolinearlo – ad un rischio di incidenti, anche mortali. 
E, allora, su questo dobbiamo fare un punto della situazione e dobbiamo fare una riflessione. Ha ragione il collega Baldelli, vi sono casi indubbiamente in cui si è andati oltre un principio di buon senso; vi sono casi in cui alcune, sottolineo alcune, amministrazioni comunali e alcune amministrazioni pubbliche hanno fatto dello strumento dei congegni elettronici per la misurazione automatica della velocità uno strumento per fare cassa. Intanto, però, sottolineerei questo dato: alcune amministrazioni. Generalizzare non è mai buona cosa; farlo in un'Aula parlamentare è altrettanto assai meno buona cosa. Capisco che si manda un messaggio più forte, ma si rischia di esporre alla berlina anche quei sindaci e anche quegli amministratori locali che, pur avendo la possibilità di fare cassa e di gonfiare le casse comunali, magari perché nel proprio territorio passano delle strade statali, non lo fanno perché hanno senso della misura e senso di responsabilità. E noi soprattutto a quelli che si comportano bene dobbiamo guardare con attenzione. Poi c’è l'abuso, ha ragione il collega Baldelli, c’è l'uso scorretto. Su questo il Codice della strada è molto chiaro. Ci sono due elementi irrinunciabili: non è possibile fare cassa con queste risorse e, in secondo luogo, quello che entra per i comuni va reinvestito in sicurezza stradale. Con noi del Partito Democratico veramente si sfonda una porta aperta perché siamo in prima linea in questa battaglia; siamo in prima linea, lo dimostriamo e l'abbiamo dimostrato insieme al Governo quotidianamente. Per noi è un tema, un orizzonte, una frontiera irrinunciabile. E, allora, bisogna applicare la norma. In questo io credo ci possa essere una convergenza larga qui dentro fra tutte le forze politiche. Applicare quello che dice il Codice della strada, fare in modo, cioè, che norme più prescrittive – questo sì – siano più vincolanti soprattutto per quei due aspetti essenziali che già la legge prevede: in primis, il fatto che entro il 31 maggio ciascun ente locale relazioni puntualmente su ciò che ha incassato attraverso questi strumenti e su come ha speso queste risorse e lo faccia attraverso una relazione, appunto puntuale, al MIT e una relazione puntuale al Ministero dell'interno; in secondo luogo, che chi si sottrae a questo obbligo, chi in qualche modo lo elude, sia chiamato a rispondere e sia effettivo il fatto che vengano comminate delle sanzioni a questi enti locali. Per noi è un tema centrale. 
Colleghi, non ci nascondiamo dietro un dito, molti di noi hanno fatto gli amministratori locali e sappiamo che le amministrazioni pubbliche nella grande parte dei casi con queste risorse non è che costruiscono castelli in aria; spesso si è chiamati anche ad affrontare tematiche essenziali. Penso ad un sistema di welfare locale costoso. A fronte di molti lustri di tagli alle amministrazioni pubbliche, spesso i comuni hanno dovuto fare di necessità virtù.
Però è vero quello che dicono molti colleghi, quello che dicono molte associazioni, quello che dicono molti cittadini. È vero, verissimo, che occorre riportare la manutenzione stradale e la sicurezza stradale al centro di un'attenzione che è venuta meno nel corso del tempo perché troppo spesso in larga parte del nostro Paese, in tante realtà del nostro Paese, le strade sembrano delle appendici di Beirut più che di realtà occidentali avanzate. Allora, dobbiamo essere conseguenti. Per questo io credo che le tematiche poste siano tematiche essenziali e per questo abbiamo invitato e invitiamo con la nostra mozione il Governo a fare in modo che quelle verifiche di cui parlavo poc'anzi vengano fatte, che si verifichi che lo strumento del controllo automatico di velocità serva nel corso degli anni a ridurre in quei punti il numero degli incidenti. Infatti, ciascuno di noi è testimone anche in modo tangibile del fatto che, ove ben segnalati, quegli strumenti consentono di ridurre gli incidenti e non soltanto di elevare un grande numero di contravvenzioni. E vi deve essere la possibilità di fare in modo che si crei anche un piano nazionale della sicurezza stradale. Per molti anni questa nostra Italia l'ha avuto e dobbiamo essere in grado secondo me di rimettere in rete tutti quanti, di non fare in modo che ci sia uno sfilacciamento su questo tema. E bisogna fare in modo, insieme all'utilizzo di strumenti elettronici, anche di far ritornare ad essere più presenti le pattuglie per strada e fare in modo che queste risorse possano andare seriamente al personale che va sulla strada. Un numero, un dato, cari colleghi, fa abbastanza impressione: siamo un quinto, un sesto, un settimo sotto rispetto ad altri Paesi europei in termini di quantità di controlli effettuati in strada. Questo dovrebbe darci un'indicazione chiara: mettere risorse sulla possibilità per le forze dell'ordine di effettuare controlli non è una spesa, ma è un investimento. È un investimento, signora Presidente, un investimento in sicurezza; è un investimento in miglioramento della qualità della vita; è un investimento anche nella possibilità per le pubbliche amministrazioni di avere più risorse da reinvestire nella possibilità di una mobilità più sostenibile e al tempo stesso più sicura per i cittadini.
Ebbene, io penso che anche attraverso queste mozioni che stiamo discutendo, che anche attraverso una convergenza larga di tante forze politiche, sarà possibile, insieme ad un Governo attento qual è questo che abbiamo oggi di fronte, mettere in campo una politica forte su questo terreno. I cittadini ce lo chiedono e il Parlamento deve dimostrarsi all'altezza dei propri compiti.