• 11/04/2024

Perché non ha ancora deferito Ungheria alla Corte europea dei diritti per l’uomo?”

“Chiediamo al governo quali iniziative abbia messo in atto per ottenere l'esecuzione in Italia delle misure cautelari nei confronti di Ilaria Salis e per quali motivi non si sia ancora attivato nelle sedi competenti per deferire l’Ungheria alla Corte europea dei diritti per l’uomo per le gravi e continue violazioni ai danni della nostra connazionale”. Così i deputati del Pd Piero De Luca, primo firmatario, Laura Boldrini, Debora Serracchiani e Paolo Ciani che hanno presentato un’interrogazione ai ministri degli Esteri e della Giustizia.

“Il 28 marzo il tribunale di Budapest ha respinto nuovamente la richiesta della difesa di passare agli arresti domiciliari, da applicarsi questa volta in Ungheria; la prossima udienza si terrà il 24 maggio. L'articolo 3 della Convenzione per i diritti dell’uomo, sottoscritta anche dall'Ungheria, prevede il divieto di tortura, pene o trattamenti inumani e degradanti. Tale norma è l'unica della Convenzione che non trova eccezioni o deroghe, neppure in circostanze gravi quali la lotta al terrorismo o alla criminalità organizzata e rappresenta, come ribadito dalla Corte EDU, ‘un principio fondamentale delle società democratiche’. Le condizioni detentive della Salis e l'uso, non necessario e sproporzionato all'esigenze di sicurezza, delle manette e catene durante il procedimento penale contrastano con la costante giurisprudenza della Corte EDU. La decisione quadro del Consiglio di Giustizia e affari interni (GAI) sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare prevede la possibilità di applicare in uno Stato membro le misure alternative alla detenzione cautelare in attesa di processo in un altro Stato membro, in questo caso l'Ungheria. Ciò per garantire, in uno spazio comune europeo di giustizia basato sulla fiducia reciproca, il diritto per le persone sottoposte a procedimento penale e non residenti nello Stato del processo di non ricevere un trattamento diverso dai residenti”.