Giustizia

Codice antimafia

09/10/2015

APPROVATO ALLA CAMERA IL NUOVO CODICE ANTIMAFIA

La riforma del Codice Antimafia nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2013 da 120mila cittadini e promossa da diverse associazioni con l'obiettivo di dare maggiore efficacia alle norme sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Dopo discussioni, confronti e audizioni e dopo che il testo originario è stato arricchito dai contributi nelle commissioni Antimafia e Giustizia, la nuova legge rende finalmente organica la normativa antimafia relativa ai beni confiscati e sequestrati. La frammentarietà delle norme e le criticità emerse nel corso degli anni, infatti, portava più del 90% delle imprese sottratte alla criminalità organizzata a fallire dopo la confisca o il sequestro.

La nuova legge si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure di contrasto sistematico alle organizzazioni criminali per colpirle dritte al cuore, cioè nelle imprese illecite; dall’altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro. Solo così possiamo tutelare tutte le persone oneste che vi lavorano e smentire l’odiosa convinzione che “la mafia dà lavoro, lo Stato no” .  

 

Tra le misure contenute:

  • le modifiche al ruolo e alle funzioni dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati;
  • l’istituzione di un nuovo Fondo per il credito delle aziende sequestrate;
  • l’ampliamento dei soggetti attivi e passivi;
  • la tutela dei terzi creditori;
  • la trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari;
  • la delega al Governo per individuare specifici incentivi e ammortizzatori sociali per il lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate;
  • le misure contro il caporalato.

 

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