Diritti

Il decreto Albania è una tragica farsa

15/05/2025

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DIRITTI UMANI CALPESTATI ED ENORME SPRECO DI SOLDI PUBBLICI

 

 

Il cosiddetto decreto Albania, varato dal governo Meloni e approvato in prima lettura dalla Camera, è un provvedimento che di fatto trasforma i centri realizzati in Albania in Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr).

Il Partito democratico ha votato contro questo decreto-legge, ritenendolo una gigantesca toppa, addirittura peggiore del buco, che il governo e la premier Meloni hanno messo per coprire il fallimento del protocollo Albania.

Infatti, nonostante la presidente Giorgia Meloni si affanni a dire il contrario, i centri in Albania sono un fallimento totale.

Il governo aveva inizialmente previsto che questi centri dovessero servire per la procedura accelerata di frontiera e aveva annunciato che nel primo anno sarebbero stati portati in Albania 36.000 migranti.

Ce ne sono stati 157.

Per realizzare questi inutili centri è stato speso oltre un miliardo di euro di soldi pubblici, e non è difficile prevedere che i costi siano destinati a crescere. La destra aveva giustificato la costruzione di questi centri in Albania richiamando l’effetto deterrente.

I dati del Ministero dell’Interno sull’aggiornamento degli sbarchi in Italia dicono che rispetto allo scorso anno sono aumentati. Quindi non c’è stato nessun effetto deterrente, come del resto era facile prevedere con un minimo di buon senso.

Del resto, se l’effetto deterrenza non ha funzionato quando quei centri erano destinati a coloro che venivano intercettati in alto mare e poi smistati, tra quelli che venivano dai Paesi cosiddetti sicuri e gli altri, figurarsi quanto può funzionare dopo le modifiche di questo decreto-legge, con il quale verrà portato in Albania non chi tenta di arrivare in Italia ma chi in Italia c’è già.

A certificare il fallimento di questa operazione di pura propaganda politica, arriva il decreto stesso che, come detto, modifica radicalmente la finalità dei centri, trasformandoli in Cpr per trasferirci, secondo modalità e criteri a dir poco opachi, persone che sono già presenti nel nostro Paese, che sono già all’interno dei Cpr italiani.

Quindi, in Albania arriveranno non più i migranti prelevati in acque internazionali da navi militari italiane e selezionati in base alla provenienza da Paesi sicuri, al fatto di essere uomini, maggiorenni e non vulnerabili, per essere poi destinatari delle procedure accelerate di frontiera, bensì andranno i migranti trasferiti dai Cpr in Italia.

L’intera operazione Albania non ha alcun senso, alcuna utilità, è molto costosa per gli italiani e viene realizzata sulla pelle di persone fragili.

Era difficile fare peggio.

 

 

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