Signor Presidente, colleghi, noi raccogliamo l'invito alla concretezza e alla pragmaticità, e seguiamo con grandissima attenzione lo sforzo di elaborazione che la maggioranza sta facendo per trovare strumenti più avanzati per far fronte al tema del pensionamento anticipato delle donne. Nel frattempo, però, chiediamo una cosa molto semplice: di scrivere la norma così com'era scritta nella legge di bilancio del 2022. Lo chiediamo perché il modo in cui l'avete scritta in questa legge di bilancio - vorrei ricordare che quella legge di bilancio è stata fatta dal Governo Draghi, non esattamente un esponente della spesa dissennata - è un modo per togliere “opzione donna” senza dirlo, sostanzialmente. Lo dice la stessa relazione di accompagnamento: lo scorso anno sono andate in pensione con “opzione donna” 24.000 persone; quest'anno maturerebbero i requisiti, secondo quella relazione, 3.000 persone. Ma, secondo le tendenze che l'INPS ha registrato nelle prime settimane, forse nel 2023 non si arriverà neanche a mille. Questi sono gli ordini di grandezza. Quando questo Governo si è insediato sul tavolo c'era un'ipotesi di superamento della legge Fornero.
C'era stato un confronto con i sindacati che prevedeva quattro punti, quattro titoli, quattro tavoli, con una strutturalità di Ape sociale e “opzione donna” da costruire, che recepiva l'allargamento dei criteri di gravosità che erano stati determinati nei mesi precedenti.
Erano poi previsti l'introduzione di pensioni di garanzia per far fronte al tema dei giovani che, a causa dei bassi salari, rischiano pensioni da fame, il rafforzamento del pilastro privato, la definizione della flessibilità in uscita nel rispetto dell'impianto contributivo. Era una discussione sicuramente perfettibile, sicuramente migliore della lotteria di “quota 100” che, come è stato ricordato, ha mandato in pensione il 70 per cento di uomini, quasi esclusivamente dipendenti delle grandi imprese e del settore pubblico.
Io credo che da una maggioranza di cui fa parte una forza politica che ha fatto almeno tre campagne elettorali promettendo a tutti di andare in pensione prima, ci si poteva aspettare o che quel lavoro fosse implementato o che fosse superato da una proposta migliore. Invece, voi avete semplicemente ribadito le proposte che erano contenute nella legge del 2022 e, poi, le avete modificate con una certa crudeltà e pervicacia, riducendo il fondo per i lavoratori precoci e modificando in questo modo “opzione donna”.
Ora, credo che questa discussione andrà ripresa anche alla luce di quello che è avvenuto dopo la pandemia, con l'impatto delle nuove tecnologie sul lavoro, perché credo che sia matura una discussione per capire come si rendono compatibili i tempi di vita e i tempi di lavoro e se il miglioramento delle tecnologie deve servire soltanto a migliorare le condizioni di alcuni, ad aumentare i profitti di pochi o a migliorare la vita di tutti.
Ma voi non avete fatto nessun tipo di discussione in questa direzione, vi siete limitati a ridurre la platea di coloro che potevano accedere a “opzione donna”. Questo è l'unico intervento strutturale che avete compiuto nella legge di bilancio e che si sta applicando. Lo avete fatto riducendo la platea, introducendo un criterio che, in barba a tutto quello che ho sentito prima, taglia fuori prevalentemente le dipendenti delle piccole imprese e le lavoratrici autonome, perché la premessa all'accesso a “opzione donna” diventa - c'è quasi da ridere - l'istituzione di un tavolo di crisi presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy. Non mi risulta che ci siano stati esercizi di quartiere che hanno visto un tavolo convocato per affrontare il tema della loro chiusura né, ahimè, professionisti che sono stati oggetto dell'attenzione del Ministero delle Imprese e del made in Italy o lavoratori autonomi di altra natura.
Ora, che questa cosa fosse già grave è abbastanza evidente, ma a questa gravità voi avete aggiunto una perla di carattere ideologico, perché di questo si tratta: avete discriminato tra le donne che hanno fatto un figlio e le donne che non hanno fatto un figlio. Ora, io vi chiedo di confrontarvi non con quelle donne, ma con le loro colleghe che andranno in pensione perché hanno un figlio, saranno le prime a dirvi che state facendo un'ingiustizia, perché quell'infermiera che ha lavorato nella stessa corsia dal primo giorno, quella commessa che ha lavorato nello stesso negozio dal primo giorno, quell'impiegata che ha lavorato nello stesso ufficio dal primo giorno sa perché la sua collega non ha potuto avere un figlio , c'è di mezzo la vita, c'è di mezzo il contesto territoriale, perché un conto è fare un figlio a Bolzano e un conto crescerselo a Reggio Calabria dove le strutture e i servizi sono radicalmente diversi. C'è di mezzo - questo è il punto fondamentale - il fatto che molte donne in questo Paese hanno lavorato in aziende dove maternità e licenziamento spesso facevano rima!
Per aiutare le donne a fare i figli non serve uno pseudo premio, perché credo che in questo modo lo abbiate concepito - mi auguro che non abbiate la spudoratezza di pensare che una donna può pensare di fare un figlio perché forse accederà, dopo trent'anni, a “opzione donna” un anno prima -, ecco, credo che non sia un incentivo, sarà un premio, forse, lo concepite così, ma non servono i premi, servono gli asili nido che dovete realizzare e che sono previsti nel PNRR, servono i servizi alle persone non autosufficienti, servono i congedi paritari che abbiamo introdotto noi , a proposito di quello che dovevate fare.
Ora, noi non avevamo capito che era solo l'anticipo di uno stile che avete reiterato in altri provvedimenti: avete inserito, sulla base della cristallizzazione di questa impostazione ideologica, una serie di presunzioni legali che non tengono conto semplicemente della vita della persone, per cui se hai un figlio di 17 anni non sei occupabile, se hai un figlio di 18 anni diventi immediatamente occupabile e non importa se vivi in Campania o in Lombardia, non importa se quella regione ha o meno approntati i servizi all'impiego. Questo è un tipo di intervento reiterato che voi state introducendo nell'ordinamento e che pretende di inquadrare la complessità della vita, della povertà e del lavoro attraverso dei parametri che sono costruiti soltanto con l'ideologia.
Ora, lo scopo è abbastanza evidente: dividere i lavoratori, dividere le lavoratrici, dividere i poveri, contrapporli gli uni agli altri. Noi siamo contro questa misura anche per questo, ma ci auguriamo che non sia reiterato l'argomento, che è stato utilizzato anche nella mozione, della sostenibilità finanziaria. Voi appena insediati avete fatto un maxi sconto ai player energetici abbassando la tassa sugli extraprofitti, è stata una delle prime scelte che avete compiuto, quando invece si doveva incominciare a guardare alla logistica, alla farmaceutica e al digitale, settori che, senza merito, parola che vi piace molto, hanno fatto profitti che non hanno precedenti nella storia. C'erano, lì, le risorse; ve lo ha detto, qualche giorno fa, l'amministratore delegato di un grande gruppo bancario italiano, in disaccordo, peraltro, con l'associazione che raggruppa le banche. Ha detto: guardate che sono aumentati i tassi d'interesse e siccome sono aumentati i tassi di interesse, sono aumentati anche i profitti delle banche, quindi - bontà sua - è anche ragionevole che ci sia un prelievo, purché sia destinato a finalità di carattere sociale. Non mancano le risorse, manca la volontà.
Voi non volete affrontare il tema delle donne e della flessibilità in uscita né in questo, né in un altro modo, perché volete legarlo alla condizione ideologica in cui concepite il ruolo della donna: la donna ha rilevanza, nel vostro disegno complessivo, soltanto se diventa madre e non vi interessano le ragioni per cui una donna può non avere avuto la fortuna o aver fatto la scelta di non diventare madre.
Ecco, noi vi chiediamo di cambiare questa misura, ma soprattutto vi chiediamo di ritirare quella mozione, perché la mozione che avete presentato fa scopa con tutte le dichiarazioni che gli esponenti della maggioranza hanno espresso nel corso di queste settimane; non sono una risposta, sono un balbettio e un balbettio non si può votare. Per questo noi voteremo contro la vostra mozione e a favore di tutte le mozioni che richiedono il ripristino di “opzione donna”.