“Commissione femminicidio PD: Ottima la notizia dell’approvazione unanime in commissione giustizia al Senato delle modifiche al testo di legge del Governo che introduce il reato di femminicidio, grazie anche alla collaborazione proficua tra la segretaria del PD Schlein e la Presidente del Consiglio Meloni. Fa piacere che quanto la Ministra Roccella aveva respinto due anni fa rispetto alla formazione obbligatoria sulla violenza per la magistratura, oggi finalmente diventi legge. Questa prevenzione secondaria, capace di riconoscere la violenza, per adottare le misure cautelari più adeguate ad impedire il femminicidio, (braccialetto elettronico, divieto di avvicinamento, arresti domiciliari, etc.) deve però essere accompagnata da formazione primaria, quell’educazione scolastica permanente alla parità e all’affettività che contrasta lo sviluppo stesso della violenza nei rapporti interpersonali. Con lo stesso approccio collaborativo, attendiamo che la maggioranza metta in calendario quanto prima la discussione parlamentare delle proposte di educazione scolastica, per la prevenzione primaria”. Lo dichiarano le deputate del PD in commissione femminicidio Sara Ferrari, Antonella Forattini, Valentina Ghio.
“Oggi in commissione istruzione e cultura della Camera dei Deputati, nel corso delle audizioni sul disegno di legge con cui il Ministro Valditara prevede il “consenso informato” dei genitori per i progetti di educazione alla sessualità nelle scuole, l’Associazione nazionale presidi ha sottolineato come sia impossibile chiedere il “consenso informato preventivo” se il progetto è inserito strutturalmente all’interno del progetto triennale dell’offerta formativa della scuola che è la carta d’identità di ogni singolo istituto, elaborata con tutta la comunità educante, anche con le famiglie. Dunque il consenso informato - su cui esprimiamo in ogni caso la nostra forte perplessità- potrebbe valere soltanto ed esclusivamente per i progetti extracurriculari, che la scuola può mettere in campo. Chiediamo al ministro, alla luce di questa e di molte altre considerazioni emerse nel corso delle audizioni odierne, di cogliere quest’occasione per rendere finalmente strutturale e certa l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole italiane, così come fanno altri 20 Paesi europei e di non escludere la scuola primaria. Non possiamo rinunciare all’importantissima prevenzione primaria della violenza. Il numero di donne uccise all’anno e l’incidenza della violenza di richiede misure urgenti definitive e non episodiche e su base volontaria”
Così in una nota la Sara Ferrari e Irene Manzi rispettivamente capogruppo nella commissione bicamerale sulla violenza e il femminicidio e nella commissione cultura della Camera.
“Per contrastare la violenza sulle donne serve educazione, non ideologia. Da due anni a questa parte tutti i soggetti pubblici e privati, collettivi e singoli riferiscono negli incontri con la commissione parlamentare di indagine sulla violenza e il femminicidio che è necessario e urgente intervenire sulla prevenzione della violenza attraverso una nuova cultura, una sicura e strutturata formazione scolastica all’affettività e alla parità. È infatti dagli stereotipi e dalle discriminazioni di genere, dai ruoli e dal potere economico e sociale diverso tra uomini e donne, che discende la violenza, la sua accettazione, il suo mancato riconoscimento, la degenerazione nel femminicidio. Opporsi, come ha fatto la maggioranza di centrodestra oggi in commissione cultura all’abbinamento delle proposte di legge sull’educazione all’affettività e alla parità presentate da PD e M5S al disegno di legge Valditara sul consenso preventivo dei genitori rileva la miopia e l’ottusità ideologica che condiziona le forze politiche di maggioranza, alla prova dei fatti si sottraggono sempre ad un confronto effettivo e di merito sul tema importante dell’educazione alla affettività. Anche oggi si è persa una opportunità per avviare insieme un percorso condiviso su temi importanti a danno di un’autentica azione di prevenzione della violenza sulle donne” così la democratica Sara Ferrari, capogruppo in commissione bicamerale sulla violenza e il femminicidio, commenta il voto contrario della maggioranza all’abbinamento in commissione Cultura alla Camera della legge sulla parità di genere al disegno di legge Valditara.
“Salvini non ha alcuna idea concreta su come garantire la gestione pubblica dell’Autostrada A22 nel caso in cui la Commissione Europea dovesse bocciare la clausola di prelazione prevista per il proponente del project financing”. Lo dichiara la deputata democratica Sara Ferrari, componente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera. “Oggi abbiamo discusso un’interrogazione urgente, sottoscritta anche dai deputati democratici Simiani, Vaccari, Malavasi, Forattini e Rossi, per chiedere al ministro Salvini “quali intenzioni abbia il governo rispetto alla procedura di assegnazione della concessione autostradale A22, qualora la Commissione europea esprimesse parere negativo sul diritto di prelazione da parte del proponente del progetto di partenariato pubblico privato da 9,2 mld posto a base di gara”. Nel corso dei lavori parlamentari il sottosegretario ha risposto che il Ministero “si riserva di valutare le più opportune iniziative per il corretto affidamento della concessione a seguito del confronto con la Commissione europea. Ho chiesto di valutare con oculatezza quale strada intraprendere, al fine di garantire gestione pubblica di una arteria che collega l’Italia all’Europa, fondamentale per il valore del traffico merci e di persone, per l’impatto anche ambientale sui territori che attraversa e il significato di via commerciale. Va assolutamente evitato il rischio che una gara ordinaria possa affidare la concessione – oggi controllata per l’84% da enti pubblici territoriali – a un gestore non pubblico e non locale, esercitando eventualmente la possibilità prevista dal bando stesso dell’annullamento della gara.
“Dai manganelli di Piantedosi contro gli studenti a questo decreto, il governo trasforma il nostro Paese in una democratura. Con il reato di blocco stradale non violento si nega il diritto costituzionale dei cittadini e delle cittadine ad esprimere un libero dissenso. Alle giovani generazioni Meloni impone ordine e disciplina violando libertà fondamentali di cittadinanza. Dietro alla forma di un provvedimento che avete chiamato furbescamente ‘decreto Sicurezza’ si nasconde la sostanza di un ‘decreto Repressione’. Ma sappiate che i cittadini e le cittadine non credono più alla favoletta che li state proteggendo, assicurando loro sicurezza mentre li private dei diritti fondamentali come quello a manifestare. Il re è nudo e i primi ad accorgersene sono stati proprio i più giovani. Avete iniziato questa legislatura con la penalizzazione dei rave party, avete proseguito con provvedimenti liberticidi come Cutro, Caivano e i decreti immigrazione. Da quando governate avete aggiunto 48 nuovi reati al codice penale e non vi è alcuna prova che questo abbia aumentato il livello di sicurezza personale dei cittadini. Anzi, i dati del ministero dell’Interno confermano il contrario. State per approvare una legge ignobile, che mistifica la realtà sulla sicurezza e dimostra quanto siate vigliacchi nel lanciare il sasso e nascondere la mano con una norma indegna per la nostra storia democratica”.
Così Sara Ferrari, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula sul dl Sicurezza.
“Sono sconcertanti e inaccettabili le parole di Vittorio Feltri ospite della trasmissione di Rai Tre “donne sull’orlo di una crisi di nervi”.
Ricordiamo che il giornalista Feltri è già stato radiato dall’albo per le sue dichiarazioni spesso inappropriate e inqualificabili ma questa volta riteniamo che abbia superato ogni limite. Parole gravi, passate per battuta, che evocano la cultura dello stupro, il sessismo, la violenza maschile come normalità, stereotipi che andrebbero combattuti, senza se e senza ma, considerando che ogni giorno molteplici donne sono vittime di violenza e i femminicidi sono una piaga sociale che non si arresta. Il Partito Democratico, che presenterà un’interrogazione parlamentare attraverso i colleghi della commissione di vigilanza RAI, plaude all’iniziativa dell’associazione Differenza Donna che ha presentato formale diffida al Cda Rai e segnalato l’accaduto all’Agcom”. Lo dichiara Sara Ferrari, deputata e capogruppo Pd nella commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
Sara Ferrari, deputata del Partito Democratico eletta in Trentino-Alto Adige, storica esperta della regione e già consigliera regionale per 15 anni al fianco di colleghi di lingua tedesca interviene sul caso della neo sindaca di Merano e il tricolore.
“Chi conosce l’Alto Adige – dichiara Ferrari – sa quanto siano delicati gli equilibri che, dal dopoguerra, tengono insieme pacificamente abitanti di lingua italiana e tedesca, dopo la stagione della snazionalizzazione fascista. In questo contesto, il gesto dell’ex sindaco sconfitto, di imporre fisicamente la fascia tricolore alla nuova prima cittadina, è stato chiaramente una forzatura. Un comportamento provocatorio che non avrebbe mai avuto nei confronti di un uomo eletto della SVP. La reazione della sindaca Katrin Zeller è stata sbagliata, e se ne è gia’ scusata. Sono sicura che, in una terra in cui valori e simboli etnici e identitari – e i loro significati – sono frutto di vicende storiche terribili e disumane, e rendono il senso e i ricordi delle sofferenze patite, Zeller saprà scegliere con convinzione di esibirli sempre tutti, rendendo loro onore. Leggere in questo episodio un voluto vilipendio alla nostra bandiera, senza sapere che i sindaci SVP, in genere, usano come simbolo della loro carica il medaglione con lo stemma del Comune, come previsto dalla normativa sugli enti locali, significa assecondare una strumentalizzazione nazionalista di cui la destra altoatesina è da sempre maestra. Personalmente, mi aspetto che d’ora in poi si discuta delle cose che la prima cittadina di Merano riuscirà a fare nel suo incarico piuttosto che dello scivolone in cui è incappata nel giorno della sua investitura”.
La presidente del gruppo PD in Commissione Femminicidio e violenza, Sara Ferrari, invita il ministro Nordio a tornare a incontrare la commissione di indagine per capire meglio quali sono i problemi del malfunzionamento del braccialetto elettronico in Italia. “Chiediamo al ministro Nordio di soprassedere da dichiarazioni strampalate e irresponsabili con le quali invita le donne a rifugiarsi in chiesa o in farmacia se non funziona il braccialetto e a venire invece in Commissione Femminicidio, dove abbiamo fatto un approfondimento serio e compreso che non solo lo strumento non è sempre quello adeguato a tutte le situazioni di rischio, in particolare, se vittima e potenziale aggressore risiedono in territori circoscritti, ma anche che serve un sistema di monitoraggio nazionale capillare e ben distribuito che in altri paesi è garantito e consente la reale tutela delle donne, mentre in Italia invece non c’è, ma è svolto insieme a tutti gli altri compiti dalle forze dell’ordine che questo governo tra l’altro ha caricato di ulteriori compiti per nuovi reati senza un euro per aumentarne l’organico. Torni in commissione il ministro Nordio, magari con la ministra Roccella, ma questa volta ci risparmi il monologo e ci ascolti, perché gli racconteremo volentieri quello che abbiamo imparato e che lui con il suo governo può mettere in pratica”.
“Ancora due giovani uccise. Di fronte alla mattanza delle donne, anche delle più giovani, urge uno scatto di risposta da parte del Paese nell’azione di prevenzione, di cui deve farsi carico il governo per primo, ma sul piano dell’educazione ai rapporti alla relazione di genere più che sul piano penale, che non ha una funzione di deterrenza. Cosa aspetta la maggioranza di centro destra del Parlamento che ha bloccato nelle commissioni cultura sia della Camera che del Senato le proposte di legge sull’educazione all’affettività e alla parità nelle scuole italiane? Ci sono proposte quasi solo dell’opposizione, sia alla camera che al Senato che sono tenute ferme, proprio perché manca l’iniziativa del governo e il suo via libera. Dove sono i ministri alle pari opportunità Roccella e quello all’istruzione Valditara di fronte all’evidenza così urgente di azione educativa e formativa per imparare una relazione di genere tra maschi e femmine, rispettosa delle differenze e capace di superare il problema del possesso, l’incapacità di gestire la fine di un rapporto e garantire la libertà delle donne?
Chiediamo con forza alla maggioranza parlamentare che si condivida trasversalmente di portare avanti la norma sull’educazione scolastica all’affettività e all’affettività che è la prima forma vera di prevenzione” lo dicono le Deputate dem della Commissione Femminicidio Sara Ferrari, Antonella Forattini e Valentina Ghio.
“La decisione della maggioranza di bocciare gli emendamenti che escludevano i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni è incomprensibile e dannosa.
Riteniamo ipocrita il tentativo di ripulirsi la coscienza con la probabile approvazione di un ordine del giorno che rimanda a future iniziative legislative per estendere questo limite. Se davvero si voleva garantire strumenti adeguati contro la violenza di genere, bisognava intervenire subito, senza rinvii. La maggioranza si assuma la responsabilità politica di una scelta illogica che colpisce le vittime e ostacola la ricerca della verità e della giustizia”. Così la capogruppo democratica nella commissione bicamerale
contro i femminicidi, Sara Ferrari.
“Il ministro Salvini dovrebbe fornirci chiarezza e rassicurazione circa l’autenticità del suo impegno per la nuova assegnazione della gestione dell'autostrada A22, Modena-Brennero, un collegamento fondamentale per il trasporto di persone e merci tra il nostro Paese e il centro Europa. Ma con la risposta affidata oggi in Aula al sottosegretario agli Esteri Silli, scarica pilatescamente responsabilità alla società 'Autostrada del Brennero' per i ritardi con cui ha fornito la documentazione di concessione e omette di dire che è necessario attendere la sentenza della Corte di giustizia europea prima avere il parere dei servizi”. Così la deputata trentina Sara Ferrari, Segretaria del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula in un'interpellanza urgente, firmata anche dai colleghi Forattini, Vaccari, Malavasi, Rossi, Casu.
“L'86% della proprietà dell'autostrada- continua la parlamentare dem - è stata finora sempre in mano agli enti pubblici del territorio, per gestire un’arteria che ha impatti importanti, ambientali ma anche finanziari e progettare investimenti fondamentali in nuove infrastrutture e ammodernamento tecnologico, attesi da tempo. Il bando di nuova concessione è partito solo il 3 gennaio 2025 e, prima ancora della scadenza, posticipata alla fine del mese di marzo, della presentazione delle domande di partecipazione, è già gravato da due ricorsi che mettono a rischio il progetto di partenariato pubblico-privato che il Ministro ha sempre detto di sostenere nelle sue manifestazioni pubbliche, in occasione delle varie campagne elettorali. Nei fatti invece, sembra “lasciare per strada“ i suoi stessi governatori del Veneto, della Lombardia, della Provincia di Trento e l’alleato dell’Alto Adige. Ci auguriamo, per la salvaguardia dell’interesse dei quasi 3 milioni e mezzo di cittadini dei territori interessati e delle rispettive casse pubbliche, che il ministro adempia invece con serietà anche nell’interlocuzione europea, agli impegni che ha assunto", conclude la deputata Ferrari.
Dichiarazione on Sara Ferrari, deputata pd
“L'aggressione brutale subita da una poliziotta trans a Trento rappresenta un episodio di violenza che non possiamo derubricare come un caso isolato. Non si tratta di una semplice manifestazione di tifo violento, ma di un atto esplicitamente transfobico, che evidenzia come il clima di odio e discriminazione stia crescendo in maniera preoccupante. Esprimo la piena solidarietà alla vittima e condanno con fermezza questo attacco, che mina la libertà e la sicurezza di chiunque non si conformi a rigidi schemi di genere.
Negli ultimi mesi, il Trentino ha visto una preoccupante escalation di episodi omotransfobici. Questa situazione è inaccettabile e richiede un intervento immediato da parte delle istituzioni provinciali e nazionali. Non bastano più dichiarazioni di condanna generiche: servono misure concrete per prevenire e contrastare questa violenza discriminatoria.
La responsabilità di questo clima d’odio non può essere ignorata. Politiche reazionarie, discorsi d’odio e il disimpegno delle istituzioni alimentano una cultura che legittima la discriminazione. Dalla destra estrema in Europa e negli Stati Uniti alle scelte del governo italiano, si stanno smantellando diritti e percorsi di inclusione, rendendo più difficile la vita delle persone LGBTQIA+. L'Italia, ad oggi, non dispone di una legge efficace contro l'omotransfobia. Il rigetto di proposte legislative in materia dimostra quanto sia ancora lunga la strada per garantire reale uguaglianza e sicurezza. Se gli aggressori della poliziotta trans venissero identificati e processati, non esisterebbe alcuna aggravante specifica per il movente transfobico dell’attacco. Questo vuoto normativo è inaccettabile e va colmato immediatamente. La Giunta Fugatti ha già respinto iniziative di legge provinciali del Partito Democratico, mirate a prevenire i crimini d’odio e a monitorare il fenomeno. Ora si rivelano sempre più necessarie. Chi ha responsabilità di governo non può sottrarsi da questo dovere” così la deputata democratica Sara Ferrari.
l governo ha accolto un ordine del giorno al decreto Milleproroghe, a firma delle deputate del Partito Democratico Antonella Forattini e Sara Ferrari, relativo all’uso dei veicoli aziendali come benefit per i lavoratori dipendenti. Un passo importante, ma che deve essere seguito da un intervento concreto per colmare il vuoto normativo creatosi con la modifica del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) approvata in legge di bilancio.
“La modifica introdotta dalla maggioranza - dichiarano Forattini e Ferrari - ha generato un pericoloso squilibrio che, senza una soluzione tempestiva, penalizzerà migliaia di lavoratori dipendenti. Già al Senato il nostro collega Daniele Manca aveva tentato di risolvere la questione, ma il suo emendamento non è stato approvato. Ora, con l’approvazione del nostro ordine del giorno, il governo si impegna finalmente a introdurre una clausola di salvaguardia per tutelare i contratti stipulati prima del 1° gennaio 2025, in modo da evitare disparità di trattamento ingiustificate.”
“Un mancato intervento - evidenziano le esponenti dem - porterebbe infatti a situazioni paradossali: un lavoratore che ricevesse un’auto aziendale elettrica a febbraio 2025 pagherebbe circa 800 euro di imponibile IRPEF annuo, mentre un suo collega, con lo stesso veicolo assegnato a novembre 2024, dovrebbe versare ben 11.000 euro. Una disparità ingiustificabile che colpirebbe proprio le aziende più virtuose, quelle che hanno scelto di investire nella transizione ecologica fornendo veicoli elettrici ai propri dipendenti”.
“La salvaguardia dei contratti precedenti al 1° gennaio 2025 - concludono Forattini e Ferrari - è una necessità per evitare di gravare ulteriormente sui lavoratori, sulle imprese e su un settore già in difficoltà come quello dell’automotive, come evidenziato anche dall’associazione ANIASA. Ci auguriamo che il governo intervenga al più presto con il primo provvedimento utile. Continueremo a seguire la questione fino a quando non sarà trovata una soluzione adeguata.”
“Questo libro offre preziose piste di lavoro che ci impegnano ancora di più sul contrasto a tutte le disuguaglianze, causa ed effetto dell’impoverimento alimentare, che va affrontato con soluzioni di sistema e non con interventi tampone. Serve una responsabilità condivisa tra decisori politici, istituzioni locali e nazionali, realtà associazionistiche e volontariato, produttori e reti di distribuzione piccoli e grandi, per risposte efficaci e di lungo respiro”.
Così la deputata Pd della commissione Ambiente, Sara Ferrari, intervenendo alla presentazione del libro “La spesa nel carrello degli altri. L’Italia e l’impoverimento alimentare” di Andrea Segre’, fondatore della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare - Campagna Spreco Zero, e Ilaria Pertot, docente Centro Agricoltura, Alimenti, Ambiente dell’Università di Trento. All’evento nella Sala Berlinguer del Palazzo dei Gruppi parlamentari partecipano oltre gli autori: Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera; il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari; don Andres Bergamini, parroco della Beata Vergine Immacolata di Bologna; Mauro Lusetti, presidente Conad.
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