“Sullo stato di attuazione della misura a sostegno degli asili nido prevista dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza continuano a mancare informazioni esaustive sullo stato di attuazione degli interventi e sulla loro localizzazione. Sono dati fondamentali visto che il superamento delle disparità territoriali tra Nord e Sud era uno degli obiettivi fondamentali da realizzare. Ciò che sappiamo è che - con la rinegoziazione del Piano - l'obiettivo di avere 264 mila posti di asilo nido ora è stato ridotto a 150 mila. I cittadini meritano risposte concrete”. Così la deputata dem Irene Manzi, responsabile Scuola Pd, intervenendo nella replica del question time al ministro Valditara sullo stato di avanzamento dei singoli progetti finanziati dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
“Risposte – ha continuato Manzi - che siano in linea con l'appello che poche settimane fa Alleanza per l'infanzia ha rivolto a tutte le forze politiche in merito al riconoscimento dell'investimento dei servizi per la prima infanzia come servizio essenziale per i bambini e le bambine. Questo significa assicurare una copertura del servizio in linea con l’obiettivo del 45% e garantire quei diritti essenziali che passano anche dalle risorse per sostenere i costi di gestione che i Comuni devono coprire, pena l’impossibilità di prestare i servizi o di garantire una progressiva gratuità degli stessi. Come Pd continueremo a chiedere e a sollecitare il governo per avere risposte chiare su un diritto essenziale da cui non si può prescindere”.
Nel presentare l’interrogazione, la deputata dem Sara Ferrari ha chiesto a Valditara "quale fosse lo stato di avanzamento dei singoli progetti finanziati dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza, anche al fine di perseguire l'obiettivo di coprire i divari tra Nord e Sud rispetto alla copertura del servizio. Il governo ha assicurato che nessun intervento sarà definanziato ma oggi mancano le informazioni sulle risorse assegnate, sulla spesa sostenuta e sulla localizzazione effettiva degli interventi ”.
“L’uso dei social istituzionali del governo per finalità politiche è intollerabile. Peraltro è fuori dalla legge. Grave che Sangiuliano mascheri la sua presenza sui social per fare spot politici a fianco della presidente del Consiglio Meloni” così la capogruppo del Pd nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, che sottolinea come “il profilo instagram del ministero della cultura sia da tempo pieno di commenti di utenti che prendono le distanze dall’uso disinvolto del ministro Sangiuliano che, anche oggi, ha caricato un contenuto che lo vede ‘a braccetto’ della candidata alle europee, Giorgia Meloni”. Numerosi i commenti di protesta, eccone alcuni: “il Mic non dovrebbe fare campagna elettorale’; “dopo telemeloni abbiamo museomeloni, che spettacolo”; “va bene essere di parte ma questo è eccessivo, non vi seguo più non ne posso più di vedere queste passerelle pure quando si parla di cultura”; “l’istituto luce non avrebbe saputo fare meglio”.
“Governo faccia pace con se stesso. Mentre il sottosegretario Barachini rivendica la libertà di non invitare Saviano, il commissario Mazza cerca di mettere una pezza alla censura di una voce critica. In tutto questo, Sangiuliano - che ha portato Saviano in tribunale - resta in silenzio. Cosa pensa il ministro della cultura italiano di questa figuraccia madornale che sta indignando la stessa Buchmesse?” Così la Capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
Esclusione Saviano, conferma ‘caso Italia’ in Europa
“La decisione del commissario Mazza di assecondare il volere del ministro Sangiuliano di escludere Saviano dalla delegazione italiana alla Buchmesse è doppiamente imbarazzante: in primo luogo perché il commissario, nel rispetto della legge, dovrebbe operare nell’interesse del Paese e non di una parte politica; e poi, perché il ministro non dovrebbe entrare a gamba tesa stilando vere e proprie liste di autori non grati al governo”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, nel giorno in cui l’autore Sandro Veronesi ha dato forfait al governo dopo aver appreso dell’esclusione di Roberto Saviano dalla delegazione italiana alla Buchmesse. “La politica deve restare fuori dalla cultura – sottolinea Manzi - questa ingerenza continua è dannosa e non è un caso che le più importanti istituzioni culturali internazionali, a partire dalla Buchemsse, siano in grande imbarazzo e parlino di ‘caso Italia’ così come lo sono gli istituti italiani di cultura nel mondo che il governo vorrebbe trasformare in strumenti di propaganda politica”.
"Dopo Sangiuliano che ha definito Dante come padre del pensiero della destra, adesso Mollicone attribuisce alla destra la paternità della notte dei musei. Egocentrismo o deliri di onnipotenza?”, se lo chiede la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, commentando le dichiarazioni di Mollicone sulla notte dei musei andata in scena ieri sera in tutta Italia. “Il presidente della commissione Cultura della Camera - sottolinea Manzi - in una nota rilasciata alla stampa cerca di autoattribuirsi la paternità della notte dei musei. Peccato che, come viene specificato anche sul sito del ministero della cultura, ‘la Notte Europea dei Musei è un’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’UNESCO, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM, che si svolge in contemporanea in tutta Europa con l’obiettivo di incentivare e promuovere la conoscenza del patrimonio e dell’identità culturale nazionale ed europea’. Quella di ieri sera è stata la ventesima edizione a cui ha partecipato anche il ministero della cultura italiano. La cultura dovrebbe restare libera e plurale e i tentativi di Mollicone e Sangiuliano di riportare tutto alla politica etichettando manifestazioni culturali o interi settori ‘a destra’ o ‘a sinistra’ sono stucchevoli e fanno male al nostro sistema culturale. Apprezziamo il successo di iniziative a sostegno della cultura senza dare loro bandiere politiche che non hanno e non interessano ai cittadini”.
Sangiuliano politicizza modalità di finanziamento delle produzioni
“Il contenuto del decreto di riparto del fondo cinema e la tempistica di pubblicazione stanno avendo effetti devastanti sulla promozione del cinema italiano a Cannes. Il taglio di circa 130 milioni di euro al tax credit non sta passando inosservato agli operatori internazionali così come il raddoppio dei contributi selettivi che riportano il sistema di finanziamento della produzione audiovisiva indietro nel tempo con lungaggini, burocrazia e il rischio di politicizzazione delle scelte da parte di commissioni nominate dalla politica senza ancora nessuna indicazione sulle modalità di scelta dei commissari. A tal riguardo, l’occupazione degli istituti culturali che sta portando avanti il ministro Sangiuliano non fa bene sperare, il timore è che anche nel cinema vengano nominati gli amici degli amici e i compagni di partito”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi.
"Le indicazioni nazionali relative al primo e secondo ciclo di istruzione rappresentano un documento fondamentale per la scuola italiana, alla base di una proposta educativa all'avanguardia, che valorizza il ruolo della scuola come contesto di promozione ed esercizio di cittadinanza attiva. Per questo motivo abbiamo chiesto oggi in Commissione chiarimenti al ministro dell’istruzione in ordine alle notizie riportate dalla stampa nei giorni scorsi relative alla nomina di una commissione incaricata di riformare quel documento.
Avremmo voluto conoscerne le motivazioni, i compiti assegnati ad una commissione con una composizione parziale, le modalità di coinvolgimento dell’intero mondo della scuola". Questa è la sintesi dell'interrogazione presentata dal gruppo Pd alla Camera a prima firma Irene Manzi in Commissione Cultura al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara.
“Eppure di fronte alle nostre richieste il ministero ha fornito informazioni generiche e non esaustive, senza dare elementi in merito alle scelte compiute. Solo un generico rinvio al ripristino della centralità dei saperi e della loro forza educativa. Un po’ poco riteniamo per una scelta, presa senza una ponderata e articolata valutazione sul contenuto delle attuali Linee guida, che rischia di colpire al cuore il valore della scuola dell’autonomia”.
Manzi: Manca trasparenza, Ministero renda pubblici i dati
“Il ministro Valditara riferisca in parlamento sullo stato di attuazione degli investimenti Pnrr. Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare perché vi sia massima trasparenza e perché i dati relativi allo stato di avanzamento dei singoli progetti siano pubblicati e aggiornati in tempo reale sul sito istituzionale del ministero” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, che sottolinea “in merito all’attuazione del PNRR, i dati positivi lasciati dai precedenti Governi, risultano dilapidati a causa delle incertezze dell’esecutivo in carica e i vaghi annunci circa l’”impossibilità” di raggiungere gli obiettivi entro il 2026, “spostamenti” di opere sulle altre fonti di finanziamento e “smantellamenti”, cui non è seguito nessun atto concreto. Come attestato oggi dalla Fondazione Agnelli con Astrid le spese effettivamente sostenute con le risorse PNRR per tutte le misure relative all’istruzione è circa il 17% degli stanziamenti, un tasso di avanzamento inferiore all’insieme del PNRR. E’ un dato preoccupante unito anche alla scarsa ed insufficiente informazione e trasparenza dello stato di avanzamento dei progetti su cui chiediamo al ministero di fare chiarezza .”.
"Joyce Lussu Salvadori è stata una protagonista della storia del '900: partigiana antifascista, femminista, poetessa, scrittrice, ecologista, attivista a sostegno dei movimenti di liberazione in molte parti del mondo e medaglia d'argento al valor militare. Nonostante i vari tentativi della famiglia di trovare un interlocutore istituzionale che possa fare della casa dove Joyce visse un centro aperto e vivo che consenta di preservare e perpetuare la sua memoria e il suo operato, la dimora nel Comune di Fermo è in vendita. Quella casa è stata a lungo cenacolo culturale e politico, simbolo del grande impegno di Joyce Lussu e della capacità di aggregare persone ed idee, luogo di incontro e dibattito, e anche oggi, a distanza di 25 anni dalla sua scomparsa, ha un grande valore che andrebbe preservato attraverso un'azione pubblica. Per queste ragioni abbiamo chiesto al Ministro della Cultura, in azione congiunta con la Regione Marche e il Comune di Fermo, di acquistare Casa Lussu, preservandone la finalità pubblica, favorendo un'azione di valorizzazione e conservazione della memoria di Joyce Lussu". Questo è il testo del question time in Commissione Cultura presentato dal gruppo Pd della Camera a prima firma Irene Manzi, al sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi.
“La risposta interlocutoria del sottosegretario con cui 'il ministero si riserva di procedere a ulteriori accertamenti circa l'acquisto' della casa - ha aggiunto Manzi - apre uno spiraglio significativo che ci motiva a proseguire nell’impegno per il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali coinvolte. Creare una casa museo legata alla figura di Joyce Lussu Salvadori è doverosa per l'importanza del patrimonio culturale di Joyce per il nostro Paese. Nei mesi scorsi la petizione promossa dal centro studi Joyce Lussu per favorire la tutela di casa Lussu ha raccolto più di 20 mila firme e si lega all’approvazione da parte del Comune di Fermo della mozione che impegna l’amministrazione locale nella tutela di quella dimora. Si tratta di elementi importanti che il Ministero e la Regione Marche non possono ignorare”.
Raddoppiati i fondi per i progetti che il ministro può autorizzare direttamente
“Il decreto del riparto del fondo cinema firmato dal ministro Sangiuliano conferma tutte le nostre preoccupazioni. Il tax credit cinema viene tagliato di circa 130 milioni di euro, ridotti di 20 milioni di euro anche i contributi automatici e aumentati i contributi selettivi. Il combinato disposto dell’intervento del ministro Sangiuliano è quindi un taglio netto alla produzione cinematografica e audiovisiva e un aumento della politicizzazione delle scelte di finanziamento e non stupisce che il ministro abbia raddoppiato i fondi per i progetti speciali, quelli che può autorizzare direttamente dal suo ufficio. Il ministro ha adesso il dovere di spiegare pubblicamente, e nel dettaglio, le motivazioni di questo intervento che penalizza un settore industriale strategico per il nostro paese con importanti effetti moltiplicativi sull’economia e l’occupazione” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, commenta il decreto di riparto del fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo per l’anno 2024.
Governo punta a depotenziare e politicizzare misura fondamentale per industria cinematografica
“Ancora nulla di fatto su tax credit cinema e audiovisivo, l’inattività del ministro Sangiuliano è la causa della grave frenata dell’industria cinematografica”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, dopo che “per sopravvenuti impegni del governo” e’ stato annullato il question time previsto domani in Commissione Cultura dove doveva essere discussa un’interrogazione parlamentare del gruppo democratico sui gravi ritardi dei decreti sul tax credit cinema e audiovisivo. “Il settore cinematografico e audiovisivo - aggiunge Manzi - sta vivendo una brusca frenata per colpa dell’inattività del governo che, da un lato, taglia le risorse alla legge cinema e, dall’altro, anticipa nuove norme che depotenziano il tax credit, complicano e politicizzano le modalità di finanziamento delle produzioni. Quella di Sangiuliano è una grave responsabilità - sottolinea Manzi - perché l’incertezza sulle regole e sugli importi del tax credit sta penalizzando e rallentando molte produzioni nazionali e allontanando dal nostro paese importanti progetti internazionali con gravi effetti sull’economia e l’occupazione”.
Democratici chiedono pubblicazione dei dati sui visitatori e gli incassi
“I dati dei musei italiani non sono pubblici” è la denuncia della capogruppo democratica in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, nel giorno in cui il ministro Sangiuliano è intervenuto all’assemblea dei commercialisti per dire che “i musei devono diventare aziende”. “Il ministro Sangiuliano usa i musei per fare propaganda, oggi lancia la boutade dei musei aziende, e da due anni ha smesso di pubblicare sul sito istituzionale dati fondamentali per valutare lo stato di salute del nostro sistema museale. Abbiamo presentato qualche settimana fa un’interrogazione parlamentare a riguarda su cui chiediamo massima urgenza”.
“È più di un anno che l’industria cinematografica e audiovisiva sta chiedendo al governo chiarezza e certezza normativa ricevendo però solo rinvii, tagli alle risorse e annunci di nuove norme che complicano e politicizzano le modalità di finanziamento delle produzioni” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi che aggiunge: “il ministro Sangiuliano esca dal letargo e ascolti l’appello degli operatori che si è fatto ancora più forte ieri in occasione dei David. L’incertezza sulle regole e sugli importi del tax credit sta penalizzando e rallentando molte produzioni nazionali e allontanando dal nostro paese importanti progetti internazionali. Questo inattivismo del governo sta generando una brusca frenata del settore con effetti negativi per l’economia e l’occupazione. L’industria cinematografica è un’eccellenza italiana e non merita tutto questo”.
“Ha ragione il Presidente Mattarella, la storia del nostro Paese, la storia della Repubblica e delle conquiste di libertà e democrazia, è passata dal Grande schermo. Ed oggi è un giorno di festa” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, commenta il discorso del capo dello Stato in occasione dei premi David di Donatello. “L’industria cinematografica deve essere supportata con politiche pubbliche - ha aggiunto Manzi - che siano in grado di offrire le giuste tutele alle tante professioni che vi lavorano, risorse economiche adeguate, incentivi alla creatività, soprattutto per le nuove generazioni e un quadro legislativo certo che trasmetta fiducia agli operatori nazionali e internazionali. Perché l’audiovisivo è un’industria di grande importanza che ha un forte impatto economico e occupazionale e sul benessere e il livello culturale del Paese”.
Comizietto anti-cinema di Sangiuliano conferma che per maggioranza è settore ostile
“Comprendiamo l’imbarazzo della sottosegretaria Borgonzoni, che cerca in tutti i modi di nascondere la realtà, purtroppo però i fatti sono diversi: il tax credit cinema è bloccato e il settore è in frenata per colpa della scelta del governo di definanziare la legge cinema e modificare le modalità di finanziamento con regole poco chiare che eliminano gli automatismi e politicizzano le scelte”. Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, replica alla sottosegretaria Borgonzoni e aggiunge: “il comizietto di Sangiuliano contro il cinema di qualche settimana fa risuona ancora nelle orecchie degli operatori e conferma la volontà politica di colpire un settore considerato ‘ostile’ a questa maggioranza. Borgonzoni, invece di dare patenti di “interlocutore del settore”, spieghi come mai il governo ancora non ha approvato il decreto Tax credit e continui a convocare le associazioni di categoria in riunioni da cui non escono mai soluzioni concrete. La aspettiamo alla prova dei fatti, al momento constatiamo che le produzioni nazionali sono ferme e quelle internazionali stanno virando su altri paesi che garantiscono regole chiare. È una grande sconfitta per la nostra industria cinematografica che rappresenta un’eccellenza da valorizzare e supportare non certo da colpire politicamente”.