• 13/02/2020

"La fuga in avanti solitaria della Francia, che apre al 5G cinese e che fa il paio con l'analoga apertura inglese, è un errore che risponde a logiche tardo-ottocentesche che come europei non ci possiamo più permettere. Oggi più che mai su questo tema serve una risposta corale europea, non la rincorsa solitaria al di fuori di un quadro consolidato di alleanze internazionali". Lo ha dichiarato stamattina Enrico Borghi, della presidenza del gruppo Pd alla Camera e membro del COPASIR, intervenendo al convegno organizzato dall'Associazione Nazionale Giovani Innovatori alla Camera sul tema "Intelligenza artificiale e blockchain". 

"Il Copasir non ha assunto all'unanimità una serie di valutazioni sul 5G per un capriccio - ha proseguito il deputato dem - ma lo ha fatto su una base di elementi di fondo precisi, oltre che ovviamente riservati, raccolti dopo un anno di lavoro. Occorre avere la consapevolezza che il tema dell'intelligenza artificiale e delle sue implicazioni pone almeno tre elementi di fondo, in un quadro storico nel quale la tenuta dei dati e l'energia saranno il cuore del potere dei prossimi venti anni. Anzitutto vi è un problema di sovranità, visto che la tematica oggi va di moda: esso rimanda ad un modello preciso di sistema, nel quale noi vogliamo e dobbiamo coniugare i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e propri del nostro sistema di valori liberaldemocratico con l'impatto e le implicazioni della tecnologia che avanza, nella consapevolezza che oggi ci confrontiamo sul piano globale con modelli che sostengono invece l'archiviazione del nostro sistema e non ne fanno mistero."

"Il secondo aspetto - ha concluso Borghi - è connesso con la coniugazione sociale dell'impatto dell'innovazione: ciò che sta accadendo in Unicredit, dove i processi di innovazione lasciano sul campo migliaia di posti di lavoro e la desertificazione sui territori, non può essere il modello del futuro. E il terzo tema è l'impatto industriale dell'innovazione tecnologica: siamo la seconda manifattura d'Europa, e come Italia da un lato non possiamo sottrarci alla sfida dell'innovazione e dall'altro non possiamo non vincerla. Per questo il tema dell'innovazione è trasversale alle singole policy, e non deve stare in una nicchia per specialisti perché è una delle grandi questioni politiche della modernità".

 

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