• 08/03/2019

Anche sul codice rosso il governo dimostra ancora una volta che è più interessato alla propaganda che alla qualità delle leggi. Dopo settimane di lavoro in commissione sulle diverse proposte presentate dalle forze politiche, speravamo di giungere a una legge condivisa. Invece proprio ieri l’esecutivo ha deciso di adottare come testo base quello governativo, che presenta molte criticità. Evidenziate da tutti: associazioni, magistrati, professori. Un testo che per noi ha pesanti limiti perché il contrasto alla violenza sulle donne ha bisogno di risorse, mentre il provvedimento è ad invarianza finanziaria. E perché la violenza maschile sulle donne non si affronta solo e soltanto con la repressione. Tuttavia, il Partito democratico darà il suo contributo come ha sempre fatto.

Al di là dell'importanza delle leggi, il problema culturale è, e resta, la vera grande sfida che dobbiamo vincere. La violenza sulle donne affonda le sue radici in una profonda e persistente disparità di potere tra uomini e donne e in un'organizzazione patriarcale della società che ancora oggi permea la vita di milioni di donne in Italia. E duole constare come i diritti delle donne e la parità di genere siano scomparsi ormai completamente dall'agenda politica di questo governo: occupazione femminile; conciliazione; parità salariale, tutti temi di cui non ci si occupa più. Le uniche proposte messe in campo sino ad ora hanno il sapore del ritorno ad un passato che speravamo di esserci lasciate alle spalle: penso alla proposta di legge Pillon sull'affido condiviso, a quella per un ritorno alle case chiuse, agli attacchi alla 194. Un disegno abbastanza chiaro, per chi lo vuol vedere, volto a limitare la libertà delle donne.

Lo afferma Lucia Annibali, deputata del Pd in commissione Giustizia della Camera.

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