• 06/12/2017

“La proposta di legge sul pane mette l’accento sulla tipicità del pane italiano, che conta circa 200 specialità, di cui 95 già iscritte nell’elenco tenuto dal ministero delle Politiche Agricole; definisce il ‘pane fresco’ come il frutto di quell’insieme di competenze, pratiche e tradizioni che sono ‘patrimonio culturale nazionale’ da valorizzare per informare il consumatore e per tutelare produzioni artigianali. Inoltre, definisce ‘panificio’quell’impianto di produzione del pane che svolge l'intero ciclo di produzione e riserva la denominazione di ‘forno di qualità’  esclusivamente al panificio che produce e commercializza pane fresco”. Lo ha dichiarato in aula il deputato Pd Giuseppe Romanini, primo firmatario della pdl sulla produzione e vendita del pane, approvata oggi dall'Aula della Camera, con 331 voti a favore.

“Il provvedimento – ha spiegato Romanini -  è l’esito di un  approfondito confronto con le associazioni di categoria e dei consumatori, che si inserisce nel solco dell’impegno, di questi anni, di Parlamento e governo per la promozione delle produzioni tipiche dell’agroalimentare italiano, la cui promozione è stata il filo rosso di tutta la politica agricola ed agroalimentare della legislatura. La diffusione del sistema delle etichettature è parte integrante di questo impegno per offrire ai consumatori la possibilità di scegliere.  Il settore del pane vale diversi miliardi, con 140mila addetti in 25mila imprese, in gran parte di dimensioni familiari. Dalle liberalizzazioni del 2006, la produzione artigianale difetta di norme chiare e il provvedimento vuole ricomporre parte del quadro normativo. Inoltre, individua che cosa intendere con il termine ‘pane fresco’, distingue il prodotto finale sulla base del processo di lievitazione utilizzato e definisce che cosa si debba intendersi per lieviti, agenti lievitanti e pasta madre. Offre in sostanza un riconoscimento al ruolo che il pane e la panificazione hanno giocato e giocano nel quadro economico, occupazionale, culturale e storico italiano così come avvenuto per il vino. Qualità, competenza e trasparenza – ha concluso Romanini - sono i criteri che hanno ispirato questa iniziativa legislativa e il lavoro della commissione Agricoltura”.