“Che fine fa oggi un pannello fotovoltaico arrivato a fine vita? E, soprattutto, chi paga per la sua gestione?”
“Il Partito Democratico denuncia una situazione ormai insostenibile che riguarda la gestione dei pannelli fotovoltaici non incentivati, destinata a trasformarsi in una vera e propria bolla con conseguenze ambientali, economiche e sociali per il Paese.
Per i pannelli incentivati, la gestione è garantita dal GSE, che assicura trasparenza ed efficacia richiedendo ai produttori un contributo di 10 euro a modulo. Un sistema che funziona e che tutela collettività e ambiente.
Diversa e preoccupante, è invece la situazione dei pannelli non incentivati.
I produttori, spesso aziende straniere, versano ai consorzi contributi irrisori, anche solo 1 euro a pannello, una cifra totalmente insufficiente a coprire i costi reali della futura gestione (logistica, trattamento, riciclo).
Se queste aziende un domani spariranno dal mercato, la collettività si troverà a dover affrontare da sola i costi del loro smaltimento. Intanto, questi contributi finiscono in trust opachi e scarsamente regolamentati, che accumulano risorse senza reali garanzie sul loro impiego.
Chiedere al governo, come fatto oggi dalla maggioranza in Commissione Ambiente, di stabilire una cifra minima per il contributo non è una soluzione: nessuno può prevedere quale sarà il costo reale per gestire un pannello fotovoltaico tra 20 anni. Oggi la stima è intorno ai 7 euro, ma il valore potrebbe cambiare sensibilmente.
Esiste però un modello collaudato, efficace e sostenibile: il modello generazionale, già applicato con successo a tutti i RAEE.
Questo sistema prevede che i costi di gestione dei rifiuti generati in un determinato anno siano coperti dai produttori che, in quello stesso anno, immettono sul mercato nuovi prodotti della stessa tipologia.
Un meccanismo solido, prevedibile e trasparente, che mette al riparo da speculazioni e assicura la sostenibilità economica e ambientale del settore.
Per questo, oggi il Partito Democratico ha presentato un parere alternativo allo schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva RAEE, chiedendo al governo di introdurre il modello generazionale per i pannelli non incentivati.
Evitiamo che la mancanza di regole chiare produca nel tempo un danno economico, ambientale, sociale e reputazionale per l’Italia.
Serve un sistema giusto, moderno e trasparente: il modello generazionale è la strada per garantire responsabilità e sostenibilità nel fotovoltaico del futuro”. Lo dichiara la deputata del Pd, Eleonora Evi, componente della commissione Ambiente della Camera, prima firmataria di un parere alternativo a quello della maggioranza insieme ai componenti Pd della commissione Ambiente.