• 29/12/2020

“A seguito della recente comunicazione della Commissione Europea, con la quale si contesta la compatibilità comunitaria della normativa italiana in materia di demanio marittimo, è necessario avviare un confronto definitivo e risolutivo con la stessa Commissione che consenta anzitutto di determinare le modalità attraverso le quali allineare il nostro ordinamento alla disciplina dell'Unione, dando certezza ad un comparto decisivo per l'economia e l'occupazione nel nostro Paese. Ma questa interlocuzione dev'essere anche l'occasione per chiarire definitivamente il contesto e la peculiarità delle nostre concessioni demaniali marittime, le quali si articolano in una serie molto diversa di tipologie, che a nostro avviso esulerebbero in principio dall'ambito di applicazione della Direttiva servizi, c.d. Bolkestein”. Lo dichiarano un una nota i deputati del Partito Democratico, Umberto Buratti e Piero De Luca

“In tale contesto - aggiungono - riteniamo ad ogni modo indispensabile porre grande attenzione, nell'ambito di una ormai necessaria e non più rinviabile riforma organica della materia, a meccanismi di tutela del principio del legittimo affidamento degli attuali titolari delle concessioni".

“La materia - evidenziano i deputati dem - non riguarda solo gli 8 mila stabilimenti balneari esistenti. Infatti sulle nostre coste si trovano cantieri, negozi, cinema, ristoranti, distributori di benzina, circoli sportivi, strade, piazze, oltre alle concessioni per l’occupazione di specchi acquei, per complessive 29 mila concessioni. Sono decine di migliaia di famiglie, lavoratori e imprese del nostro Paese che aspettano da anni una strategia di intervento chiara e decisa”. 

“È urgente - sottolineano - far uscire da una condizione di oggettiva incertezza le imprese ed i comuni che devono esercitare la loro funzione amministrativa. Oggi, soprattutto in ragione della crisi che stiamo affrontando, bisogna lavorare alla definizione di un quadro giuridico idoneo, equilibrato e flessibile che tuteli e rafforzi il nostro sistema balneare in tutte le sue articolazioni”. 

“Un sistema - concludono - che è qualificato a livello mondiale e rappresenta un asset importante della nostra economia. Non è un caso che, nell'estate post lockdown, è stata proprio l'economia legata al mare a dare una spinta significativa e sorprendente alla crescita del PIL. Sarebbe molto grave se non riuscissimo a tutelare e promuovere un settore così importante per l’economia del Paese”.

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