“Il Ministro Fitto ci dà la notizia che dal 30 giugno la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud non verrà rinnovata. Da un giorno all’altro, 500 mila imprese, 3 milioni di lavoratori pagheranno il prezzo della sua ignavia. Invece di impegnarsi a rinnovare la decontribuzione, scarica la responsabilità sull’Europa e sui governi precedenti. Fitto mente sapendo di mentire. Perché la scadenza del temporary framework era nota e lui aveva il dovere di portare avanti un negoziato con la Commissione. Non lo ha fatto, perché il Governo vuole far cassa sul Mezzogiorno e questa misura – che vale 4 miliardi e che lui stesso aveva definito decisiva – non gli piace e non gli interessa. Perché è automatica, ne beneficiano tutte le imprese, i lavoratori e i territori del Sud senza la sua intermediazione. A questo Governo interessano soltanto le risorse che può gestire direttamente o elargire secondo logiche politiche. Una visione proprietaria, che ieri è stata bocciata dal Consiglio di Stato. Un’idea feudale e arcaica del Mezzogiorno, colpito ancora una volta dalle scelte compiute o mancate di questo governo”.
Così il deputato dem Peppe Provenzano replicando al ministro Fitto sul question time sulle iniziative volte a garantire una misura di agevolazione contributiva a carattere generale in favore delle imprese e dei lavoratori del Mezzogiorno.
Nel presentare l’interrogazione, il deputato Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale, Sud e aree interne nella Segreteria nazionale Pd, ha evidenziato come "le misure di sostegno e di incentivo dell'occupazione nel Mezzogiorno hanno già subìto il drastico taglio di 3,5 miliardi del fondo perequativo infrastrutturale e dopo lo stop alla decontribuzione sono a rischio tre milioni di contratti. Con l'accentramento della Zes (credito d’imposta Zona Economica Speciale), la sottrazione delle risorse del Fsc e, infine, l'autonomia differenziata, le imprese e i lavoratori del Sud rischiano di trovarsi sull'orlo del baratro.