Cara Giorgia Meloni, mi sfugge il motivo per cui hai scelto di dire cose non vere su di me accompagnando questa falsità con un giudizio sdegnato. Dunque, ricapitoliamo. Hai detto che io, e Simona Malpezzi al Senato, siamo state imposte ai vertici dei gruppi dal segretario e che tu – figuriamoci – una cosa del genere non l’avresti accettata. Io sono stata votata dai miei colleghi deputati in competizione con un’altra candidata, in un confronto acceso e vero, come è proprio di una comunità democratica, diventando capogruppo di un gruppo di cui sono stata e sono particolarmente orgogliosa per l’impegno profuso in questi anni difficili: altro che imposizione. Sono stata la prima donna presidente del Friuli Venezia Giulia eletta direttamente dai cittadini. Per me parla la mia storia come per te la tua. E a proposito di imposizione, devo pensare che oggi non accetteresti, come invece hai fatto nel 2006, l’imposizione alla carica di vicepresidente della Camera del segretario del tuo partito di allora, Gianfranco Fini. Oggi.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera