• 29/01/2021

E' intelaiatura giuridica per il Recovery.

    Dopo tre anni di stallo, finalmente si sblocca l'attuazione della legge 158/2017 sui piccoli Comuni. Nella giornata di giovedi 28 gennaio, infatti, la Conferenza Unificata ha approvato l'elenco dei Comuni con meno di 5.000 abitanti che potranno beneficiare sia dei finanziamenti previsti dalla legge (160 milioni di euro) sia delle misure normative previste dal testo.

    Saranno complessivamente 5.518 i Comuni italiani su cui verranno applicati i disposti della legge, varata nella scorsa legislatura dopo oltre 15 anni di tentativi andati a vuoto, selezionati sulla base dei criteri di cui all'articolo 1.
    Sulla base di quanto previsto, ora il Presidente del Consiglio dovrà adottare il Dpcm col quale si darà il via al "Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni" che assegnerà le risorse per lo sviluppo strutturale, economico e sociale di questi territori finanziando investimenti nel campo della tutela ambientale, dei beni culturali, della mitigazione del rischio idrogeologico, della salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici, della messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonchè alla promozione dello sviluppo economico e sociale  e all'insediamento delle nuove attività produttive.
    Il Piano dovrà definire le modalità per la presentazione dei progetti da parte delle amministrazioni comunali, e le modalità di selezione degli stessi.
    Soddisfazione in proposito viene espressa dall'onorevole Enrico Borghi (Pd), che nella scorsa legislatura era stato relatore alla Camera del provvedimento e in questi mesi -anche nella sua funzione di consigliere del governo per la montagna- ha operato per il conseguimento di questo risultato: "Finalmente -osserva Borghi- siamo riusciti a togliere dalle secche l'attuazione di questa legge, che con il governo gialloverde era stata messa nei cassetti per privilegiare il ritorno alle vecchie logiche dell'elemosina a pioggia. Questa legge è sistemica, e costituisce -al di là di una significativa opportunità finanziaria che viene messa a disposizione dei territori- una naturale intelaiatura giuridica per l'attuazione delle politiche del Recovery Plan, che necessitano inevitabilmente di reti istituzionali larghe ed efficienti. Il processo di riforma dl governo locale è indispensabile, e può nascere dalle politiche attive e concrete che la legge sui piccoli comuni innesca. Speriamo che la crisi di governo si chiuda in fretta, in modo da assicurare il completamento dell’impianto giuridico ed economico nel quale il tema della ricucitura dell'Italia è un perno essenziale, e per il quale questa legge è la naturale base giuridica  da utilizzare per l'attuazione sui territori il programma "Next Generation UE" evitando  sovrastrutture, burocrazie o rischi di esautoramento degli enti locali".