• 09/09/2019

“Vedo segnali di grande attenzione verso temi che da tempo non erano nell’agenda. Uno di questi è il Mezzogiorno”. Lo dichiara Michele Bordo, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera, nel corso delle dichiarazioni in Aula sulla fiducia al governo.

“Sono fiducioso che il Sud del Paese – continua - possa tornare a essere una priorità. Sono fiducioso perché penso che stavolta il Governo, a differenza del passato, lavorerà per costruire una visione per il Sud. Che forse è mancata negli anni scorsi. Non più politiche diverse allora per le due aree del Paese – assistenza per il sud, sviluppo per il nord - ma scelte nazionali in grado di rilanciare innanzitutto le tante risorse presenti nel Meridione. Dobbiamo sbloccare gli investimenti infrastrutturali; utilizzare, spendere e gestire meglio le risorse europee e nazionali, intervenendo, se necessario, per colmare le inefficienze organizzative locali e per assicurare un migliore coordinamento strategico e di controllo a livello nazionale della spesa. Dobbiamo valorizzare la straordinaria bellezza e la forza culturale e paesaggistica dei nostri piccoli comuni e delle nostre aree interne. Dobbiamo destinare finanziamenti straordinari a favore della scuola per combattere le ampie sacche di abbandono scolastico e far crescere i livelli di competenza e di conoscenza degli studenti. Dobbiamo migliorare i servizi di cura e assistenza negli ospedali del sud per garantire lo stesso diritto alla salute in tutto il Paese. Dobbiamo creare le condizioni, per usare le parole del ministro Provenzano, perché i giovani abbiano l’opportunità di andare all’estero, ma anche e soprattutto la possibilità di tornare in Italia se lo vogliono. Dobbiamo inoltre intensificare la battaglia dello Stato contro la mafia e la criminalità organizzata che in molte parti del sud ancora soffocano lo sviluppo, la crescita e la libertà”.

“In questo quadro di politiche di rafforzamento della coesione nazionale è anche più semplice affrontare il tema dell’autonomia differenziata, che non deve più essere quindi lo strumento per dividere, ma per unire”, ha concluso.