• 14/05/2021

“In questa fase dobbiamo guardare con grande attenzione a quanto avviene nelle democrazie occidentali, poiché c'è il rischio che le democrature e i sistemi autoritari si propongano come modelli più efficienti per la guida delle società post pandemia. È un pericolo assolutamente da sventare e per riuscirci le democrazie si devono mettere al passo coi tempi. Diversamente il tema del populismo che serpeggia ancora in Europa rischia di attecchire. Ecco perché il Pd deve interpretare questa stagione senza abdicare ai compiti dell’ammodernamento e dell’efficienza delle istituzioni, perché sono direttamente connesse con la capacità della democrazia di saper affrontare le difficoltà della società contemporanea. Da questo punto di vista, l’agenda Draghi deve essere fatta propria e interpretata politicamente dal Pd. In particolare muovendosi su tre binari: il primo, già messo in campo in maniera positiva, è quello dei diritti, come ad esempio con la legge Zan o l’assegno unico previsto dalla legge Delrio; il secondo, quello della lotta alle diseguaglianze socio economiche che la pandemia ha accentuato, spostando sui cosiddetti big tech tutto il valore aggiunto e facendo diventare i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; terzo binario, come dicevo, quello dell’ammodernamento delle istituzioni. Questa sfida si vince dando forza all’agenda Draghi con la riforma della giustizia e della Pa, e con la ripartenza economica del Paese attraverso un modello più adeguato e più giusto. Il Pd incarna queste battaglie che sono in grado di riportarci in una condizione di partito a vocazione maggioritaria, che parla all’intera società e che si sforza di rappresentarne la complessità sulla base di principi e valori molto chiari”.

Così il deputato e componente della segreteria del Pd, Enrico Borghi, intervenendo in streaming all’incontro “L’agenda Draghi, Letta è una nuova stagione per l’Italia”, con la presidente della commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta, e il sociologo Massimiliano Panerari, moderato dal giornalista Ettore Maria Colombo.