• 25/05/2018

“Almeno a giudicare dai suoi primi passi, la principale preoccupazione del premier incaricato Giuseppe Conte  è la continuazione della propaganda più becera di Di Maio e Salvini”. Lo scrive su Facebook Alessia Morani, deputata del Partito democratico, per commentare i primi passi del premier incaricato Giuseppe Conte.

“Non si spiegherebbero altrimenti – spiega - alcuni atti che hanno caratterizzato questi suoi primi giorni a Palazzo Chigi. Da quando Mattarella lo ha incaricato, Conte non perde occasione per farsi fotografare mentre scende da un taxi. In taxi è salito al Quirinale, in taxi si è spostato dal Colle a Montecitorio, in taxi ha continuato a girare nei giorni successivi. Eppure, è noto a molti che fino alla chiamata di Mattarella lo stesso Conte era solito girare per Roma al volante di una Jaguar o una Maserati su cui non ho davvero niente da obbiettare, ci tengo a precisarlo. La sua è, insomma, una sceneggiata a favore dei fotografi per ostentare, in linea con i dettami propagandistici grillini, un’austerità da cui è stato fino a ieri lontanissimo. Il tutto aggravato dal fatto che il risparmio ottenuto con l’uso del taxi viene comunque più che compensato dalle tre macchine di scorta che lo devono seguire per dei – giusti – motivi di sicurezza. Comunque la peggiore è la seconda sceneggiata. Quella sulle banche. Nel suo primo discorso pubblico in veste di presidente del Consiglio, #Conte ha annunciato che avrebbe incontrato le persone che "hanno sofferto per il default di alcune banche”. Il giorno dopo ha per questo ricevuto una delegazione dei truffati delle banche. Si è, però, dimenticato di ricordare un aspetto non secondario della questione: le risorse e i meccanismi per risarcire quelle persone ci sono già. Li hanno messi in campo i governi Renzi e Gentiloni, che hanno anche provveduto a liquidare 14mila istanze sulle 16mila arrivate per un valore di 167 milioni di euro. Possibile che Conte non ne sapesse nulla?”.

“Molti pensano che all’interno del governo giallo-verde a #Conte non spetti che il ruolo di esecutore di piani decisi da Di Maio e Salvini. Questa idea è forse vera ma non del tutto: al premier incaricato evidentemente, è stato affidato il compito di occuparsi del ministero della propaganda”, conclude.

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