• 05/11/2025

“L’ondata di licenziamenti che sta colpendo gli Stati Uniti, con oltre 128 mila posti di lavoro tagliati in un solo mese e riconducibili allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. L’IA non sostituisce più solo il lavoro manuale, ma quello intellettuale: programmatori, impiegati, contabili, giornalisti e professionisti di ogni settore. Secondo il Censis, in Italia sei milioni di persone rischiano di perdere il lavoro entro il 2035, mentre altre nove milioni vedranno cambiare radicalmente le proprie mansioni”. E’ quanto dichiara Emiliano Fossi deputato Pd e segretario Dem dalla Toscana.
“Senza azioni e indirizzi chiari significa accettare che l’intelligenza artificiale diventi una macchina di disuguaglianza sociale. Il Governo Meloni ha buttato come sempre la palla in tribuna facendo approvare una legge che accentra i poteri a Palazzo Chigi senza stanziare un euro. Non intervenire significa però lasciare che la tecnologia decida chi lavora e chi no. Servono investimenti pubblici nella formazione, nella ricerca e nelle politiche di protezione del lavoro, altrimenti milioni di famiglie pagheranno il prezzo di una transizione senza guida.”
“La politica deve tornare a governare il cambiamento. L’innovazione può essere una grande opportunità, ma solo se al centro restano le persone. Il futuro del lavoro non può essere lasciato agli algoritmi o ai mercati: serve un patto sociale e industriale che metta al primo posto la dignità del lavoro umano”,  conclude il parlamentare dem .