“Dalle manette ai guanti bianchi il passo è breve, ma solo se l’indagine della magistratura riguarda gli esponenti del movimento 5 stelle. Dal sacro blog arrivano le nuove regole per il candidato premier eletto dalla rete, che vedono ammettere alla candidatura anche chi è sottoposto a indagini o procedimenti penali, purché ne spieghi il motivo”.
- lo dichiara Silvia Fregolent, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico -
“Fa piacere che anche il movimento dei duri e puri prenda atto che siamo in uno stato di diritto. Spiace, invece, che questa consapevolezza arrivi solo dopo anni di fango gettato su tutti e – sottolinea la deputata Dem - dopo numerosi procedimenti avviati nei confronti degli esponenti pentastellati. Così, con le indagini per abuso d’ufficio, bancarotta, falso in bilancio, voto di scambio, rimborsopoli, firme false e gli arresti per rapina e sequestro di persona che li hanno riguardati, il m5s mette in cantina il giustizialismo cieco e sordo”.
“Ad essere maliziosi viene da chiedersi se, dopo la modifica del codice etico che sottolineava che l’avviso di garanzia non comportava automaticamente una valutazione di gravità, il passaggio sulle regole delle candidature a premier non sia cucito addosso proprio al vicepresidente della Camera, già indagato. Ma – conclude Fregolent - a pensar male si fa peccato”.