"Nella giornata di mercoledì abbiamo trasmesso al Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa una dettagliata relazione su quanto abbiamo testimoniato in più di 10 visite ispettive effettuate tra il 9 e il 27 aprile insieme a colleghe e colleghi delle opposizioni e con il supporto del Tavolo Asilo e Immigrazione". Così in una nota congiunta la deputata dem Rachele Scarpa e l'europarlamentare del Pd, Cecilia Strada.
"Abbiamo visto con i nostri occhi il centro - prosegue la nota - abbiamo parlato con quasi tutte le persone trattenute nelle prime due settimane e abbiamo consultato approfonditamente il registro eventi critici, facendo emergere un quadro molto serio. In due settimane si sono registrati 35 eventi critici, principalmente gravi atti di autolesionismo, fino al tentativo di suicidio. Su 41 persone trasferite, almeno 12 sono rientrate in Italia per inidoneità medica o mancate convalide del trattenimento. Come tutti i CPR italiani, quello di Gjader è un luogo patogeno; alcuni gravi problemi strutturali del CPR, come il posizionamento degli sprinkler antincendio, che sono stati utilizzati come gancio per gesti anticonservativi, e la posizione extraterritoriale che taglia fuori i trattenuti dal resto del mondo, aggravano ulteriormente, se possibile, la situazione di chi è trattenuto in Albania".
"Le testimonianze e le evidenze raccolte - concludono Scarpa e Strada - mostrano che la vita e l'incolumità di chi si trova trattenuto nel centro di Gjader sono in pericolo: per questo abbiamo ritenuto doveroso consegnare una dettagliata relazione al Comitato europeo per la prevenzione della tortura, chiedendo anche di valutare una visita urgente, alla luce delle gravi difformità tra le pratiche segnalate e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), con evidenti violazioni dei diritti fondamentali in essa garantiti".