• 21/09/2022

“Il futuro della montagna italiana sta dentro l’applicazione allargata e efficiente del Pnrr, che ha tantissime misure che interessano i territori montani e le aree rurali e interne del Paese, a cui deve accompagnarsi l’intelaiatura della rete dei servizi e delle istituzioni rappresentata da una moderna Legge per la Montagna e della riforma degli Enti Locali, la cosiddetta Carta delle Autonomie”.

Lo dichiarano i deputati Enrico Borghi, candidato al Senato per il Pd nella circoscrizione Piemonte 02, e Federico Fornaro, candidato alla Camera per il Pd nella circoscrizione Alto Piemonte, che questa mattina sono intervenuti al webinar sul futuro delle aree montane organizzato dall’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani).

“Oggi l’Italia dispone del più importante piano di investimenti mai avuto: 209 miliardi di fondi europei, che vanno spesi presto e bene - proseguono Borghi e Fornaro - e che possono intervenire sui temi più importanti per le aree montane: divario digitale, riorganizzazione dei servizi sanitari di prossimità, mobilità, riassetto territoriale ed idrogeologico, energie rinnovabili, inclusione sociale. Il tema è assicurare che vi sia adeguatezza per quel che riguarda la capacità di realizzare questi investimenti, in una logica di programmazione e non lasciando tutto alla occasionalità dei bandi, e poi che via sia il sostegno alla spesa corrente che viene generata dagli investimenti. Facciamo l’esempio della sanità: nella legge sulla montagna che avevamo scritto, e che si è bloccata per l’inopinata chiusura della legislatura, vi erano meccanismi premiali per i medici che scelgono di venire nelle zone più spopolate e impervie, così come gli insegnanti. Se realizziamo investimenti e non ci poniamo il tema di come sostenerli dal punto di vista operativo, rischiamo di gettare i soldi e non fare cose utili. Per questo il secondo tema, quello della Carta delle Autonomie, è decisivo: i piccoli Comuni montani non possono essere lasciati soli dentro questo percorso, e hanno bisogno di una intelaiatura istituzionale che li renda più forti e più efficienti. Su questo - concludono - va registrata una difficoltà da parte delle Regioni a dare omogeneità sul territorio nazionale alla politica della montagna, e qualche riflessione in futuro andrà fatta per sostenere questo processo. In ogni caso, oggi le risorse ci sono, ma va ricostruita tutta la fase di implementazione, che per noi deve essere rispettosa delle autonomie locali e della sussidiarietà sancita dalla Costituzione, rendendo protagoniste le comunità delle aree montane del proprio destino”.

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