• 08/01/2022

“Il 2022 è un anno cruciale per la buona riuscita e l’efficace esecuzione del Pnrr. Quest’anno sarà dunque fondamentale non solo per provare a sconfiggere definitivamente la pandemia ma anche per tenere sui binari giusti il convoglio di investimenti e riforme del nostro Recovery Plan, che deve portarci a costruire nei prossimi anni un Paese diverso, più moderno, più equo e coeso, finalmente competitivo”. Lo scrive Piero De Luca, Vicecapogruppo del Pd alla Camera in un articolo pubblicato dall’Huffinghtonpost”.
“Bisogna però essere - continua il deputato dem - chiari e franchi. Nel 2022 non possiamo fare passi falsi. La richiesta e l’erogazione delle risorse è condizionata al raggiungimento di numerosi e stringenti obiettivi intermedi e finali. Questi milestone e target impongono di procedere a ritmi serrati sia con le riforme che con l’attuazione degli investimenti previsti, per ottenere i fondi su base semestrale, ma anche per continuare a garantire al percorso di rilancio quella credibilità che tutti i partners europei ci chiedono. C’è bisogno allora dell’impegno di tutti, per centrare un obiettivo storico per il Paese. È fondamentale dunque eleggere nelle prossime settimane un Presidente della Repubblica di alta caratura istituzionale, di unità e coesione, di garanzia costituzionale, con un profilo chiaramente europeista, ed è altresì necessario continuare a fornire stabilità al Paese, dando piena continuità al lavoro messo in campo dell'attuale Governo e assicurando il prosieguo della legislatura fino alla sua scadenza naturale. L'Italia non può permettersi, in questa fase storica, instabilità o salti nel buio, perché si rischia di compromettere in modo irreparabile le opportunità derivanti dalle risorse del Next Generation EU destinate al nostro Paese. Nel 2022, l’Italia dovrà raggiungere ben 102 obiettivi sui 520 totali, indispensabili per chiedere ed ottenere la somma di 40 miliardi prevista, con esborsi pari a 19 e 21 miliardi, quali seconda e terza rata dell’importo totale. Un insuccesso del Recovery Plan sarebbe un fallimento dell’Italia e porterebbe nubi scure sul nostro futuro. Ma produrrebbe - conclude - anche un colpo decisivo alla costruzione dell’Europa del futuro, l’Europa della solidarietà e della coesione”.