• 03/08/2020

“Il Museo del fascismo Roma già ce l’ha. Ce n'è una sezione intera in Via Tasso, dove gli antifascisti anche arrestati dai fascisti venivano torturati dalle SS, ce n’è una sezione a Lungotevere Arnaldo da Brescia dove fu rapito per poi ammazzarlo, il deputato socialista Giacomo Matteotti e dove sorge un cippo da omaggiare sempre, c’è n’è un pezzo al Ghetto ebraico, dove le SS di Kappler arrestarono e fecero deportare oltre 1000 ebrei, anche sulla base del loro precedente isolamento e della loro registrazione in una lista molto precisa, compilata dopo le leggi razziali fasciste del 1938, utilizzata poi dai nazisti, esattamente come di quel museo diffuso fanno parte anche le Fosse Ardeatine per la quale strage, anche con l'aiuto del regime fascista e su indicazione del questore Caruso, furono scelte le persone da uccidere per rappresaglia tra i detenuti di Regina Coeli.

Ce ne abbiamo moltissimi di luoghi che raccontano la storia colpevole del fascismo a Roma e in Italia, compreso quel balcone di Palazzo Venezia dal quale il 10 giugno del 1940 il dittatore Mussolini dichiarò l’entrata in quella spaventosa guerra dell’Italia. Ce ne sono infiniti di luoghi in Italia dove raccontare la violenza e la connivenza fascista con le tragedie di quel ventennio. Vorrei prima vedere che nessun Partito italiano si rifiuti di festeggiare il 25 Aprile per capire se la storia sia stata finalmente accettata da tutti. Roma attende ancora da anni un museo della Shoah che racconti tutto ciò che portò alla razzia degli ebrei del Ghetto il 16 ottobre del 1943. Sarebbe un tassello fondamentale della coscienza comune di questa città e di questo Paese. E penso che questa sia una priorità”.

Lo scrive su Facebook Emanuele Fiano, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.