• 06/10/2021

“Abbiamo presentato al ministro dell’Istruzione un’interrogazione per sapere quali iniziative urgenti intenda intraprendere per garantire la distribuzione territoriale dei libri di testo. Molti volumi, infatti, prenotati dalle famiglie, non sono stati consegnati ai canali distributivi. Si tratta di un ritardo grave, dovuto a ragioni organizzative, ben peggiore rispetto agli anni scorsi, che ha evidenziato tutte le criticità di sistema. Ancor più grave la situazione nella scuola primaria. In questo caso, nonostante si tratti di libri distribuiti gratuitamente agli alunni, con spesa a carico del comune, risulterebbero, invece, in larga parte disponibili a pagamento su Amazon. Le famiglie sono costrette a rinunciare a cedola e gratuità per acquistarli sulle grandi piattaforme alle quali gli editori hanno dato i libri”.

Così Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo dem in commissione Cultura, intervenendo in Aula alla Camera al question time con il ministro Patrizio Bianchi sulle iniziative per garantire l’urgente distribuzione dei libri di testo.

“Ringrazio il ministro - ha detto in replica Flavia Piccoli Nardelli, della Presidenza del Gruppo Pd - per l’attenzione dimostrata con l’istituzione di un tavolo con gli editori per vigilare sulla distribuzione. Nel 2019, secondo i dati pre-pandemia, circa quattro copie stampate su dieci sono libri per la scuola, spesso gli unici libri che entrano in molte case. Una quota di mercato che vale oltre un terzo dei tre miliardi del comparto editoriale complessivo e regolamentato sia con l’istituto dell’adozione, che il dispositivo dei tetti di spesa fissati dal ministero per favorire concorrenza e calmierare i prezzi. Nel caso della scuola primaria si tratta addirittura di un contributo pubblico a sostegno del diritto all’istruzione, di un patto tra lo Stato e il cittadino che rischia così di venire tradito. La legge del febbraio 2020 aveva consentito che rimanesse invariato lo sconto del 15% sui libri scolastici per non danneggiare le famiglie. Ma oggi il margine a favore delle librerie è al 16%, in alcuni casi al 13%, percentuale che continua a ridursi, tanto che molti librai hanno abbandonato la scolastica. Il mercato non regge più, il sistema non funziona - ha concluso la deputata dem - occorre ripensarlo”.