• 28/11/2018

Leggerò il testo del decreto con attenzione non appena sarà disponibile, ma a giudicare dalle dichiarazioni dei ministri proponenti, si è preferita ancora una volta la propaganda alle soluzioni ragionate e concrete. È  antipatico dover ricordare che il cosiddetto bollino rosso è in realtà già previsto dal codice di procedura penale. La legge n.119/2013 c.d. sul femminicidio, all’articolo 132 bis delle disposizioni attuative del c.p.p., prevede infatti una corsia preferenziale di trattazione dei procedimenti per i reati di stalking, violenza sessuale, maltrattamenti. Questo significa che è già obbligo di legge garantire una trattazione prioritaria con la conseguenza che mettere nel cassetto una denuncia può portare a responsabilità disciplinari, civili, eventualmente penali di chi omette la trattazione di quel singolo caso.  Il problema sta nella organizzazione degli uffici giudiziari e nella adeguata formazione che è necessaria per non trascurare o sottovalutare questo tipo di reato e le conseguenti denunce e per dare piena applicazione all’articolo 132 bis. Questo ci dicono anche le recenti linee guida sul tema approvate dal Consiglio Superiore della Magistratura. Mi auguro che nel suo iter in Commissione la maggioranza e il Governo si rendano disponibili a una discussione approfondita e costruttiva e che vengano garantite le risorse necessarie affinché questo provvedimento non sia solo un “bel libro dei sogni”.  

Lo afferma Lucia Annibali, deputata del Pd in commissione Giustizia alla Camera.