• 25/11/2021

Post su Fb di Barbara Pollastrini , deputata Pd

25 novembre 2021. O mi viene da gridare o sento il bisogno di un silenzio a modo suo solenne. Immagino due schiere, una coi volti angosciati eppure orgogliosi e belli di donne e bambine, l’altra la vedo come un esercito irriconoscibile nei volti, ma con scarponi pronti a colpire.

Per ogni ragazza c’è un uomo, o spesso di più se parliamo di branchi, stupri etnici e punizioni. La violenza sulle donne è la guerra globale più diffusa perché vuole vincere nel potere sul corpo, sui sentimenti e sulla libertà di oltre metà del genere umano.

Si sono consumate le parole per dirlo. Piazze per chiedere giustizia e scuotere coscienze intorbidite. Si sono costruite leggi. Si è fatta solidarietà con i Centri anti violenza e le Case delle donne. Ma è ancora una sconfitta. Perché resiste un vuoto incolmato. Quell’esercito è maschile e troppi uomini non sanno interrogarsi su questa “guerra delle guerre”. Servirebbe una diserzione di massa dai ranghi dell'impossibilità che le cose possano cambiare. E invece molta è la rimozione che resiste e spesso scivola nel peggiore negazionismo di una tragedia che investe tutti. I diritti umani delle donne sono la precondizione di una umanità che aspiri alla dignità e alla pace.

Avrei voluto in questi giorni partecipare agli incontri di tante amiche, compagne, sorelle nella mia città, Milano, e oggi essere nell’Aula della Camera ma da lunedì sono malata di Covid. E mi chiedo quanto peggio starei se non mi fossi vaccinata nei tempi previsti e se scienza e medicina non avanzassero.