La Meloni oggi parla della vicenda Almasri a un evento con imprenditori. Torna ad attaccare la magistratura e a fare la vittima. Insomma dopo i social, ora la platea amica, parla dappertutto tranne che in Parlamento. A Meloni fa fatica soprattutto la democrazia.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"L'interesse dello Stato è che la legge sia applicata con imparzialità, sempre. Il vicepresidente del Consiglio dovrebbe essere il primo a pretenderlo e invece traccia solchi che allontanano il potere legislativo da quello esecutivo: questo è il vero passo azzardato che sta compiendo il Governo. La richiesta di Tajani è talmente abnorme da essere in se stessa un problema che va oltre il quotidiano attacco alla magistratura". Lo afferma la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, in merito alle parole del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il quale a proposito del procuratore Lo Voi ha detto che dovrebbe "pensare se fa l'interesse dell'Italia".
“Non si liberano assassini, stupratori, torturatori. Non si violano obblighi internazionali. Non si libera una persona nei confronti della quale la corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto, ma la si consegna alla corte. Questo doveva essere fatto. E invece assistiamo ad attacchi vergognosi e inaccettabili della destra italiana contro la magistratura, che è autonoma e indipendente. Così come è vergognoso che a distanza di due settimane da fatti così gravi, il governo non sia venuto in parlamento e continui a scappare. Le teorie del complotto e il vittimismo sono solo l’estremo tentativo di auto-difesa da parte di un governo che scappa dinanzi alle proprie responsabilità”. Lo dichiara Federico Gianassi capogruppo PD in commissione giustizia di Montecitorio.
“O ci troviamo di fronte al ministro più sciatto che la storia della Repubblica abbia mai conosciuto, un ministro che non risponde al telefono e non risponde alle richieste che la Corte d’Appello fa, con la giustificazione che essendo un week-end non poteva rispondere, oppure c’è qualcosa di più serio, di più opaco, che però il governo ha il dovere di chiarire in parlamento. Se l’avesse fatto subito, probabilmente non sarebbe successo il can-can che poi si è verificato”. Così il deputato dem Marco Lacarra, componente della commissione Giustizia, intervistato sui canali social dei deputati Pd, in merito alla vicenda Almasri.
“Al netto della discussione giuridica sulla iscrizione al registro degli indagati con il rinvio al Tribunale dei ministri, che è atto molto diverso comunque dall’avviso di garanzia, noi condanniamo la vicenda della scarcerazione del torturatore libico da un punto vista politico. Qui si tratta di un mandato d'arresto emesso dalla Corte penale Internazionale nei confronti di un criminale, un torturatore, un assassino, un trafficante di uomini. Almasri dopo essere stato arrestato dalla polizia, è stato scarcerato per l'inerzia del ministro della Giustizia che ha violato lo Statuto della Corte Penale Internazionale, facendo decorrere i termini per la conferma dell'arresto. Ma come se non bastasse il governo oltre a liberare questo criminale, addirittura lo messo su un volo di Stato pagato dai contribuenti. E lo ha fatto tornare nell'unico posto, la Libia, dove godrà ovviamente dell'impunità per i crimini commessi. Andava inviato all'Aja e non in Libia. Dal nostro punto di vista non c'è nessuna ragione di Stato, nessuna questione di interesse pubblico o di sicurezza nazionale che giustifichi questo atteggiamento. Il governo e la presidente del Consiglio Meloni hanno il dovere di intervenire in Parlamento e di chiarire le ragioni di questa vicenda grave e inquietante. Noi crediamo sia stata gravemente minata la credibilità internazionale del nostro Paese. Meloni doveva cercare i trafficanti lungo il globo terraqueo e invece li rimanda a casa con i voli di stato a proseguire il loro lavoro”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee, a Restart su Rai3.
"Il caso Almasri assume ogni ora che passa contorni sempre più inquietanti. Dopo avere liberato un feroce criminale, contravvenendo ad un mandato di arresto della Corte penale internazionale, e averlo accompagnato con un aereo di Stato in Libia, esattamente dove ha commesso e continuerà a commettere i gravissimi reati di cui è accusato, il governo Meloni si rifiuta di fornire alle Camere le spiegazioni che è tenuto a dare.
E ora il parlamento è bloccato perché i ministri Piantedosi e Nordio hanno annullato le informative previste per oggi pomeriggio. Cosa che dovrebbe fare prima di tutti Giorgia Meloni, ma preferisce fare i video sui social, senza contraddittorio per di più diffondendo notizie imprecise.
I ministri si sottraggono al Parlamento trincerandosi dietro un presunto segreto istruttorio scaturito dalla denuncia sporta contro Meloni, Piatendosi, Nordio e Mantovano. Falso: è già successo decine di volte che ministri indagati riferissero in aula.
Per l'ennesima volta, Meloni e i suoi scappano e non rendono conto delle loro responsabilità politiche nell'unica sede in cui devono farlo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Non c'è nessuna ragione di Stato e di opportunità politica che consenta la liberazione di un assassino, di un criminale, di un torturatore, di uno stupratore, di uno che organizza il traffico di esseri umani come Almasri. A noi la presidente del Consiglio ha sempre detto di volerli contrastare, aveva l'occasione di processarne uno e di capire come funziona tutto e l'ha rimesso in libertà. Giorgia Meloni deve venire in Parlamento e spiegarci perché ha deciso di liberare una persona così pericolosa per il Paese e per tutta Europa.
Così il deputato del Pd Matteo Orfini.
“Le reazioni scomposte sul caso Almasri hanno evidenziato ancora una volta come questa destra, invece di governare, sia sempre alla ricerca di un nemico da abbattere. Il governo ha preferito infatti ancora una volta trasformare una gravissima vicenda penale di rilevanza internazionale in una ridicola contrapposizione fra poteri dello Stato. Tra le voci che si sono levate subito a difendere Giorgia Meloni va sottolineata quella della Ministra Roccella che ha sottolineato come l’avviso di garanzia non fosse necessario. Basterebbe conoscere i rudimenti di Diritto Penale per sapere che di fronte all’ipotesi di reato, che coinvolge peraltro un individuo accusato di crimini efferati anche verso i bambini, il Magistrato deve intervenire. Consiglio alla titolare del dicastero della Famiglia, membro di un esecutivo pavido che non ha avuto il coraggio di consegnare Osama Almasri alla Corte dell’Aia ma ha preferito liberarlo con un volo di Stato, almeno un po' di sobrietà”. Lo dichiara la deputata del Pd Maria Stefania Marino.
“Meloni ha mentito al Paese. Non è vero che lei, Piantedosi, Nordio e Mantovano abbiano ricevuto un avviso di garanzia ma una semplice comunicazione come prevede la legge per informare che è stato presentato un esposto. Non c’è nessun complotto di una presunta Magistratura politicizzata, come la Premier vuole far credere: è solo un atto dovuto che la destra cavalca politicamente” lo dichiara sui social là vicepresidente nazionale del PD Chiara Gribaudo.
Si chiede poi la parlamentare dem: “La Premier ha mentito perché non sa rispondere a due domande ben precise: perché hanno liberato il torturatore libico Almasri? Perché un trafficante di essere umani, accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini gravissimi, è stato rimpatriato con un volo di Stato?”
“Il giochino è chiaro, siamo di fronte a un’arma di distrazione di massa. Infatti hanno preso la palla al balzo per evitare di affrontare l’Aula di Montecitorio, dopo la pessima figura di Piantedosi la settimana scorsa al Senato. Bugie e vittimismo sono la cifra stilistica di questa pessima destra. Possono provare a mentire sui social ma ora la Premier deve venire in Parlamento a riferire e, per cortesia, a dire la verità” conclude Gribaudo.
"È gravissimo che due ministri della Repubblica abbiano deciso di disertare le Aule parlamentari sottraendosi a chiarire i fatti legati alla vicenda della scarcerazione e del rimpatrio del criminale Almasri. Ed è altrettanto stupefacente che la presidente Meloni, raccontando grossolane bugie, abbia utilizzato un atto dovuto, qual è una comunicazione di iscrizione a fronte di una denuncia in forza dell'art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89, e non un avviso di garanzia, come erroneamente detto, per fare bieca propaganda contro la magistratura.
Non si confondano i piani: quello giudiziario farà il suo corso, ove mai sia avviato, ma per quello politico ed istituzionale esigiamo che venga affrontato ora, senza attendere nessun ritardo e nessuna fuga da parte degli esponenti della destra. Ricordiamo alla premier Meloni che la denuncia per favoreggiamento e peculato è stata presentata da un avvocato che è stato un vecchio esponente del Movimento Sociale e di Alleanza nazionale, gli stessi partiti che la Presidente del Consiglio dovrebbe conoscere bene. In realtà alla Meloni e al governo, latitanza e bagarre servono per accelerare i tempi per far passare una riforma, quella sulla Giustizia, iniqua, inutile e pericolosa per il Paese". Lo dichiara il deputato dem, Stefano Vaccari segretario di presidenza della Camera
E’ un’offesa al Parlamento e alle istituzioni. La cancellazione dell’informativa dei ministri Piantedosi e Nordio sulla vicenda Almasri è una vera e propria diserzione che offende la democrazia. Tanto più se appresa dagli organi di stampa, come accaduto in queste ore.
Da giorni le opposizioni chiedono alla Premier Meloni di riferire in Aula ma lei si nega, poi concede la presenza dei suoi ministri e alla fine nega anche quella.
A noi non interessa lo sviluppo giudiziario della scarcerazione del torturatore libico, ma il governo deve rispondere dell’accaduto. È una questione di sicurezza, come ha detto la premier, ma è anche una questione di dignità e di rispetto della dialettica democratica. Nessun ministro in situazioni analoghe si è mai sottratto al confronto parlamentare.
Lo ha detto intervenendo in Aula Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“La presidente del Consiglio racconta un sacco di bugie: sventola un foglio che chiama avviso di garanzia ma l'atto giudiziario che ha tra le mani è semplicemente dovuto a seguito della denuncia presentata dall'avv. Li Gotti.
Non capisco di cosa si preoccupi visto che considera sè e il suo governo al di sopra della legge.
L'unico ricatto di cui si dovrebbe parlare è quello della Libia che, mentre Almasri era sotto arresto, ha rimesso i migranti sui barconi per attraversare il mediterraneo.
Ragionare, pensare, criticare, scegliere.
Non facciamoci abbindolare”. Lo scrive sui social il deputato del Pd e capogruppo in commissione Finanze di Montecitorio, Virginio Merola.
Poiché in Senato il ministro Piantedosi non ha risposto sul caso Almasri, limitandosi a dire che si trattava solo di un cittadino straniero pericoloso e per questo andava rispedito a casa, diventa ora inevitabile che la premier Meloni venga in Parlamento. È infatti necessario che sia lei a chiarire le irritualità di tutte le procedure, il mancato intervento del ministro della giustizia e soprattutto se dietro il mancato rispetto di una sentenza della Corte internazionale, si nascondano verità imbarazzanti per il governo. Se insomma la guerra dichiarata agli immigrati non si faccia anche garantendo agibilità e movimento a personaggi che come il libico Almasri si sono macchiati di condanne per crimini contro l’umanità.
Così in una nota i capigruppo del Pd alla Camera dei Deputati e al Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia.
“La liberazione, da parte del governo italiano, del generale libico Almasri, accusato di gravissimi crimini contro l’umanità dalla Cirte Penale Internazionale, a nostro avviso è un fatto gravissimo. Il Partito Democratico chiede perché, dopo il suo arresto, è stato prima rilasciato e poi accompagnato il Libia. Su questa vicenda dobbiamo fare luce”. Così il deputato democratico Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa, intervistato per i social dei deputati dem.
“E’ inimmaginabile – ha concluso Graziano – che non ci sia stata una complicità da parte del governo Meloni, altrimenti sarebbe stato impossibile liberarlo e poi rimpatriarlo”.
La Presidente Meloni deve venire in Aula a spiegare al paese perché Almasri, capo della polizia giudiziaria libica e del centro detenzione di Mitiga, accusato di crimini contro l’umanità, perseguito dalla Corte penale internazionale, sia stato liberato dopo l’arresto in Italia e riportato in Libia con un aereo di Stato. Meloni deve assumersi la responsabilità perché è stata una decisione politica, deve spiegare perchè non c’è stata alcuna interlocuzione con il Tribunale dell’Aja e non si è rispettato un accordo internazionale".
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla camera dei Deputati, intervenendo oggi a Rainews 24.
“Meloni deve anche chiedere a Daniela Santanchè di dimettersi: accuse rivolte alla ministra del Turismo e il rinvio a giudizio la mettono nelle condizioni di dover lasciare il governo il prima possibile. Meloni deve pretendere le dimissioni anche per averle chieste in situazioni analoghe. Spero non si arrivi alla mozione di sfiducia perché il governo venga sollevato prima da una presenza inadeguata” ha aggiunto Braga.