“Il rifiuto alla mia legittima richiesta di accesso agli atti relativi al procedimento di rilascio dell’AIA e alla complessa partita della cessione degli impianti ex Ilva non è soltanto un atto di opacità istituzionale, ma un gesto grave e strumentale, finalizzato a mantenere un controllo politico assoluto sulla vicenda. Il Governo Meloni, e in particolare il Ministro Urso, stanno trasformando un tema delicatissimo – che riguarda salute pubblica, ambiente, lavoro e futuro industriale del Paese – in uno strumento di gestione elettorale e di ricatto.”
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico, Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio, a seguito del diniego ministeriale all’accesso agli atti richiesto dallo stesso parlamentare.
“Non è tollerabile che un Governo si comporti come se le procedure amministrative e ambientali in corso fossero un affare privato. L’accesso agli atti è un diritto previsto dalla legge, ancor più se richiesto da un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni ispettive e di controllo. Il diniego non è solo un segno di debolezza, ma la prova evidente che hanno qualcosa da nascondere.”
“Il Ministro Urso – prosegue Pagano – sta gestendo la crisi dell’ex Ilva come fosse un terreno di caccia elettorale. Procedimenti fondamentali per la tutela dell’ambiente, come l’AIA, o per il rilancio industriale, come la cessione degli impianti, vengono portati avanti in modo fumoso, senza trasparenza né coinvolgimento del territorio. E chi prova a chiedere conto, come ho fatto io, viene trattato come un intralcio. Questo è inaccettabile.”
“Se, come dice Urso, si tratta di procedimenti di natura squisitamente tecnica, allora aspettare il vincitore del ballottaggio non aggiunge, né toglie nulla agli esiti dell’AIA e della cessione. Ecco perché il silenzio del Ministro è in realtà un ricatto bello e buono, la solita trappola tesa ai tarantini: “se non votate per il nostro candidato, il banco salterà”, con tutte le conseguenze disastrose che ne deriverebbero in termini sociali e ambientali."
"L'evento odierno non premia soltanto una realtà consolidata ma una una intuizione straordinaria che si è rivelata coraggiosa e profondamente lungimirante e che ha saputo trasformare la tutela della natura in una opportunità concreta per il territorio". E’ quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani intervenendo all'evento svoltosi oggi ad Alberese (in provincia di Grosseto) per celebrare il 50esimo anniversario del Parco della Maremma.
"All’epoca non fu infatti una decisione facile: c’era diffidenza, paura di perdere spazi e libertà. Oggi, a distanza di 50 anni, possiamo dire che quella intuizione è risultata vincente: ha portato lavoro, cultura, turismo sostenibile e, soprattutto, una nuova consapevolezza ambientale. Non solo ha protetto paesaggi unici, ma ha anche migliorato la qualità della vita nella nostra città e nella nostra regione", ha concluso Marco Simiani.
“Nel Pacchetto di primavera del Semestre europeo, la Commissione europea evidenzia come l’Italia sia, tra gli Stati membri dell’Ue, quello più esposto ai rischi climatici. L’agricoltura è il settore che paga maggiormente lo scotto dell’evoluzione climatica, in un susseguirsi di eventi estremi, dalle inondazioni alle siccità, dalle grandinate alle ondate di calore, che ogni anno, con maggiore frequenza, mettono in ginocchio i produttori: soltanto nel 2024, le perdite hanno raggiunto i 9 miliardi di euro, secondo un’analisi di Coldiretti. Al fattore climatico, si aggiungono ulteriori vulnerabilità, rappresentate dalla bassa redditività, dal mancato ricambio generazionale e dalla concorrenza sleale. Nella Giornata Mondiale dell’Ambiente, è essenziale ricordare il ruolo fondamentale che agricoltori rivestono nell’evoluzione verso modelli di economia circolare e la necessità di sostenere la transizione ecologica con nuovi strumenti e adeguate risorse.” Così Antonella Forattini, capogruppo Pd nella Commissione Agricoltura della Camera.
“La disabilità non ha bisogno di compassione, pietismo o paternalismo. Ha bisogno di diritti. Di risorse. Di leggi giuste che non lascino nessuno indietro. Il cuore di questa proposta è semplice e radicale: non si tratta di adattare le persone all’ambiente, ma di progettare ambienti, servizi, strumenti e regole che siano per tutte e tutti, fin dall’origine. Questo è l’universal design. E questa è l’unica vera strada per rendere piena la cittadinanza delle persone con disabilità. Ringrazio il Forum Nazionale per la Disabilità, Diversità è Fragilità, in particolare la presidente Elisa Bortolazzi, per aver elaborato insieme questa proposta”. Così Marco Furfaro, deputato dem e responsabile welfare del Partito Democratico, presenta la proposta di legge del Pd, di cui è primo firmatario, dal nome ‘Universal Design’ per rendere l’Italia più accessibile a tutte e tutti. Presenti all’iniziativa anche i deputati Pd Gianni Cuperlo e Gian Antonio Girelli e la capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga.
“Il governo Meloni, nel frattempo – conlude Furfaro - taglia. Ha ridotto i fondi per la disabilità di centinaia e centinaia di milioni di euro, ha svuotato le risorse per la vita indipendente e tagliato 30 milioni al fondo ‘Dopo di noi’. Oggi, in Italia, solo una persona su quattro con disabilità grave ha un progetto di vita attivo. E investiamo meno della metà della media europea in politiche per la disabilità. Eppure, questa proposta di legge non è un atto d’accusa, ma un atto di fiducia. Un appello al Parlamento e al governo: per questo la mettiamo a disposizione di tutte le forze politiche. Approviamola insieme. Noi siamo pronti. Perché una società inclusiva non si costruisce con gli annunci, ma con i fatti”.
“La legge di delegazione europea è un provvedimento molto complesso che riguarda parecchi temi dalla giustizia all’ambiente, al lavoro e i diritti sociali alla salute, alla tutela del consumatore, al mercato interno e alla finanza.
Durante l’esame del provvedimento in sede referente nella 14ª commissione sono stati bocciati tutti gli emendamenti del partito democratico, che avevano come unico intento quello di migliorare un provvedimento che dovrebbe appartenere a tutti e non solo alla maggioranza o al governo.
È stato bocciato un emendamento PD che chiedeva l’inserimento di una direttiva contro le cosiddette querele temerarie; sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti volti ad assicurare il corretto recepimento della direttiva sul miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali. Sorte analoga hanno trovato altri nostri emendamenti in favore delle PMI. Tutte tematiche estremamente importanti. Il Ministro Foti ha detto in Aula che sarà pronto a ridiscutere di tutti gli emendamenti bocciati in occasione della legge europea del 2025. Ma perché aspettare? Perché non danno un segnale di apertura accettando anche solo un emendamento del Pd ora? Ci auguriamo che, a differenza del suo governo, il ministro Foti mantenga almeno la parola data alle opposizioni e aspettiamo che avvenga subito il miracolo”. Lo ha detto intervenendo in aula Patrizia Prestipino, deputata Pd componente della commissione politiche UE di Montecitorio.
“La sicurezza in questo decreto viene vista attraverso il vostro storytelling come un elemento di paura, come elemento di grave emergenza nazionale, dove ogni volta lo scontro è fra cittadini ed istituzioni.
E invece il significato della parola sicurezza lo dà proprio la costituzione della Repubblica che nell’articolo due riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali.
La sicurezza è parte di noi e della nostra quotidianità. E non è solo aumentare i presidi delle forze dell’ordine che ringrazio per il loro lavoro e impegno quotidiano, ma anche un’azione di proposta, attraverso la costruzione di infrastrutture sociali, di scuole aperte tutto il giorno, di dare una risposta diversa alle difficoltà sociali, con strumenti culturali, che creano una comunità consapevole e non una comunità divisa, non azioni repressive verso i cittadini. Ecco noi dobbiamo modificare questo storytelling, dobbiamo riuscire ad essere diversi e lo stiamo dimostrando, di essere diversi da voi”. Lo ha detto in Aula Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, dichiarando il parere fermamente contrario del Pd al dl sicurezza.
“Lo scaricabarile di oggi del viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, che sul taglio delle risorse per la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade dà la colpa alle province che non sanno spendere, è grave e falso. I dati non dicono questo, perché si tratta di risorse che sono programmate e rendicontate su più anni. Alcune di esse sono addirittura opere complesse che non possono concludersi ed essere rendicontate in un anno. Rixi trovi scuse migliori per giustificare l’ingiustificabile e, cioè il taglio da parte del governo di 1,7 miliardi di euro fondamentali per le nostre infrastrutture viarie”. Ma soprattutto non dice niente di certo su come intende rimediare a questo taglio pesantissimo che rischia di compromettere la sicurezza dei cittadini e mettere in difficoltà imprese e amministrazioni locali. Salvini smetta di seguire l’ossessione del Ponte sullo stretto e dia subito le risposte che i territori si aspettano”. Così i componenti del Partito Democratico della commissione Ambiente della Camera, Marco Simiani (capogruppo), Augusto Curti, Eleonora Evi, Sara Ferrari commentano la risposta del sottosegretario Rixi all’interrogazione presentata dalla capogruppo Braga e da tutti i deputati Pd, discussa oggi nel corso del question time in commissione.
“Ridurre le emissioni che derivano dal trasporto stradale individuando un destinatario privilegiato, quello delle auto aziendali, la cui flotta rappresenta ad oggi il 41% delle nuove immatricolazioni ed emette il 58% dei gas serra. È quanto emerge dalla proposta di legge del Pd, a prima firma Marco Simiani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente della Camera, che intervistato a margine della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge ha spiegato che non possiamo e non dobbiamo rimanere in mezzo al guado. Oggi abbiamo bisogno di una legge che possa incentivare l’uso dell’auto elettrica e riuscire ad abbattere le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Dobbiamo dare risposte anche al settore industriale. La nostra proposta di legge è in grado di dare risposte concrete, con un risparmio sia per i cittadini che per lo Stato. Oggi le risposte da parte del governo sono inadeguate. L’atteggiamento è quello di ignorare la transizione ecologica mentre invece dobbiamo assolutamente percorrerla. Al di là delle ricostruzioni più fantasiose di chi vorrebbe distruggere tutto - ha aggiunto Annalisa Corrado responsabile transizione ecologica del Pd - le industrie delle automobili hanno bisogno di uno scenario chiaro, di strumenti e di lavorare sulla domanda in modo che le persone possano avvicinarsi all’auto elettrica, anche con un mercato secondario. La nostra proposta di legge di oggi qui in Parlamento va in questa direzione, con un vantaggio sia per le casse dello Stato che per le industrie e le persone, hanno aggiunto i senatori del Pd Lorenzo Basso e Michele Fina che sono intervenuti in conferenza stampa”.
“Con il nuovo decreto infrastrutture siamo di fronte all’ennesima, inaccettabile dimenticanza del Governo Meloni nei confronti della Tirrenica. Una forma di amnesia amministrativa tanto selettiva quanto grave, che tradisce ancora una volta le attese di cittadini, enti locali e amministratori, da anni in attesa di risposte concrete su un'opera fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza della costa toscana e del centro Italia”. Così Marco Simiani, capogruppo PD in Commissione Ambiente della Camera, e Francesco Gazzetti, responsabile Infrastrutture del Partito Democratico della Toscana.
“È evidente – aggiungono – che per il Governo Meloni esistano priorità diverse: si trovano fondi per il Ponte sullo Stretto, ma non una parola né una risorsa per la Tirrenica. Un atteggiamento incomprensibile, che penalizza un intero territorio e compromette opportunità strategiche per mobilità, economia e sostenibilità”.
“Il Partito Democratico – concludono Simiani e Gazzetti – non resterà in silenzio: come gruppo parlamentare presenteremo fin da subito tutti gli atti parlamentari possibili e, all’esito delle audizioni, lavoreremo alla stesura di specifici emendamenti per chiedere che il governo finanzi immediatamente la Tirrenica. È tempo che l’esecutivo ritrovi la memoria e rispetti gli impegni assunti”.
Verrà presentata il giorno 27 maggio alle ore 12:00 presso la sala Berlinguer, Palazzo dei gruppi della Camera dei deputati la proposta di legge del Pd sulla fiscalità della auto aziendali.
Intererverranno:
- Annalisa Corrado responsabile nazionale transizione ecologica Pd
- Marco Simiani deputato Pd capogruppo commissione ambiente Camera
- Vinicio Peluffo deputato Pd capogruppo commissione attività produttive camera
- Lorenzo Basso senatore Pd vicepresidente commissione Ambiente Senato
- Michele Fina senatore Pd componente commissione ambiente Senato
Parteciperanno Associazioni e stakeholders del mondo produttivo e ambientale.
Per info e accrediti scrivere a pd.ufficiostampa@camera.it
"A che punto sono le procedure per la cessione dello stabilimento Magona di Piombino e perché il governo fino ad ora non si è interessato al futuro del sito industriale che rappresenta un’eccellenza nella filiera della produzione dell'acciaio": è quanto chiedono in una nota congiunta Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio; Emiliano Fossi segretario Dem della Toscana; Simone De Rosas segretario Pd Val di Cornia e il segretario PD Piombino Fabio Cento. Marco Simiani, è intervenuto oggi venerdì 23 maggio alla manifestazione dei lavoratori delle acciaierie di Piombino davanti alla Magona annunciando una interrogazione parlamentare sulla vertenza.
"Da tempo oltre 500 lavoratori della Magona stanno vivendo una situazione difficile, che si aggiunge alla storica vertenza di Piombino che riguarda lo stabilimento ex Lucchini. E' necessario che il governo si occupi seriamente di questa vicenda garantendo la continuità dei livelli occupazionali che può e deve essere ottenuta inserendo lo stabilimento nella filiera produttiva del nuovo polo siderurgico di Piombino che si sta immaginando con l’investimento ucraino di Metinvest per la produzione di piani. Anche su questo, chiediamo al governo di fare presto e di mettere i soldi necessari alla costruzione della nuova banchina necessaria allo sviluppo della nuova acciaieria elettrica, la più moderna d’Europa".
“Le norme antimafia sono materia seria, complessa e delicata. Meritano rigore, trasparenza e rispetto — non bracci di ferro né scorciatoie legislative. Le difenderemo con determinazione nel corso dell’esame parlamentare, perché non si possono trattare come un fastidio da aggirare. Dalla Lega, invece, arrivano solo nervosismo e una preoccupante sgrammaticatura istituzionale. Le poltrone e il potere sembrano dare alla testa a Salvini, che si comporta come se fosse al di sopra di ogni critica, di ogni richiamo, di ogni equilibrio. Ma in democrazia non esiste qualcuno “al di sopra”: esistono regole, controlli, bilanciamenti tra poteri, che sono il fondamento della nostra Repubblica.
Ma come dice il vecchio adagio: più ti monti la testa, più ti fai male quando cadi” così Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione ambiente della camera dove sarà discusso nei prossimi giorni il decreto infrastrutture commenta le dichiarazioni della Lega.
Ecoreati principale fonte arricchimento mafie
“La legalità è il cuore sano di qualsiasi democrazia, lo abbiamo detto quando nell’attentato mafioso di Capaci persero la vita Giovanni Falcone, Francesco Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e oggi lo ribadiamo fermamente quando parliamo delle ecomafie.
Oggi, l’impegno alla legalità deve essere rivolto verso i crescenti fenomeni di criminalità ambientale che vedono un ruolo sempre più attivo delle mafie che, senza scrupoli, sacrificano il benessere della collettività sfruttando in maniera sistematica e selvaggia i beni comuni. Gli ecoreati sono diventati una delle principali fonti di arricchimento delle organizzazioni criminali in tutto il mondo. Basti pensare all’inquinamento dei territori, al traffico e allo smaltimento illecito di rifiuti, all’abusivismo edilizio, all’agromafie, al caporalato. Le conseguenze socio-ambientali di tali crimini sul piano transnazionale non fanno altro che aggravare i conflitti già scatenati dai cambiamenti climatici in corso”.
Così il capogruppo Pd in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli Ecoreati e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“A partire dalla legge del 2015 che ha introdotto nel codice penale i delitti contro l’ambiente - aggiunge il deputato dem - sono stati accertati dalle forze dell’ordine quasi 7mila reati che hanno portato alla denuncia di 12mila persone e a quasi 2mila sequestri per oltre 1 miliardo di euro. Pertanto, l’istituzione della Giornata della Legalità rappresenta un’occasione per rinnovare l’impegno volto alla promozione della cultura della legalità e della giustizia. Parafrasando Giovanni Falcone: gli uomini passano, le idee restano e, aggiungerei: così come la mafia muta la sua essenza e la sua forma anche l’impegno alla legalità deve trasformarsi e avanzare verso nuove frontiere. L’ecomafia - conclude - è oramai una realtà innegabile”.
“Vogliamo esprimere la nostra gratitudine più profonda al Presidente Mattarella, che nella Giornata mondiale della biodiversità, che si celebra oggi, ha espresso concetti importantissimi e perfettamente calati nel nostro tempo, a partire dal richiamo all’urgenza di ripensare il rapporto tra uomo e natura”.
Lo affermano in una nota congiunta le deputate dem Patrizia Prestipino, Garante degli animali di Roma Capitale ed Eleonora Evi, componente della commissione Ambiente della Camera.
“Grazie Presidente per aver voluto ricordare in maniera tanto autorevole l’importanza delle sfide a cui siamo chiamati, a partire dal ripensamento dei modelli di crescita, insieme agli errori gravissimi fin qui commessi e che, come da lei così puntualmente ricordato, hanno compromesso l’ambiente e messo a rischio la sopravvivenza di tante specie animali”, aggiungono le deputate.
“Un richiamo e una lungimiranza a cui ha dimostrato di essere sordo questo Governo, che da ultimo con il disegno di legge Lollobrigida sulla liberalizzazione della caccia dimostra ancora un volta di andare nella direzione opposta”.
“Aprire alla caccia nelle aree demaniali, comprese le spiagge e anche dopo il tramonto, ridurre le aree protette, sanzionare il dissenso – tra le altre cose – sono scelte che possono non solo causare danni irrecuperabili all’ambiente e agli animali, ma anche mettere in pericolo l’incolumità delle persone”.
“Per questo il nostro auspicio è che le parole pronunciate oggi da Mattarella rappresentino un monito e insieme un faro per tutti noi, a partire dal Governo”, concludono Prestipino ed Evi.
“In un momento in cui tornano ad affacciarsi proposte di modifica alla legge 157/1992, ribadiamo con forza la necessità di tutelare e rafforzare un quadro normativo che ha garantito equilibrio tra la conservazione della biodiversità, la protezione della fauna selvatica e una regolamentazione responsabile dell’attività venatoria. La legge 157, "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", rappresenta una conquista fondamentale della legislazione ambientale italiana. Frutto di un lungo confronto tra associazioni ambientaliste, venatorie, agricole, scientifiche e forze politiche, ha saputo costruire un modello che tutela la fauna selvatica, riconosciuta come patrimonio indisponibile dello Stato, e al tempo stesso regolamenta in modo rigoroso la caccia. Dopo oltre trent’anni, i risultati sono evidenti: ha contribuito alla protezione di numerose specie, introducendo divieti di uccellagione e di cattura indiscriminata, nonché al prelievo di uova e nidi e di caccia nei valichi montani; ha previsto specifiche tutele per specie vulnerabili come il lupo, l’orso, la lontra, i rapaci e numerosi uccelli protetti;
ha imposto alle Regioni la redazione di piani faunistico-venatori e di piani di gestione della caccia, sulla base di criteri scientifici e territoriali, grazie anche al supporto di Ispra;
ha favorito l’integrazione delle aree protette con una visione ecosistemica e lungimirante; ha introdotto norme per il contenimento della fauna in caso di danni o pericoli, bilanciando esigenze ambientali, agricole e di sicurezza. In questo contesto, la proposta avanzata dalla destra di stravolgere l’impianto della legge 157 si configura come un grave passo indietro, che porterebbe a una pericolosa deregolamentazione della caccia, ad un indebolimento degli strumenti di tutela e alla normalizzazione di attività di bracconaggio.
Il Partito Democratico si oppone con fermezza a qualsiasi tentativo di destrutturare questa norma e riafferma il proprio impegno per il rispetto dei principi costituzionali, il contrasto al bracconaggio e ai traffici illeciti di fauna e per una caccia sostenibile e rigorosamente regolamentata, che rispetti gli equilibri ecologici, tuteli la biodiversità e rafforzi la partecipazione delle Regioni e dei territori nella gestione della fauna. Difendere la legge 157 significa difendere un equilibrio costruito con responsabilità e visione, a protezione del nostro patrimonio naturale e della biodiversità, oggi più che mai minacciata. Per questo diciamo con chiarezza: la legge 157 non si tocca” Così i capigruppo Pd delle commissioni ambiente e agricoltura della Camera, Marco Simiani e Antonella Forattini.