"La fondazione Gimbe dimostra cosa potrebbe accadere al nostro sistema sanitario se dovesse passare il ddl Calderoli sulla autonomia differenziata. Una situazione drammatica, nella quale i cittadini meridionali vedrebbero il proprio diritto all'accesso alle prestazioni sanitarie subordinato alla sostenibilità finanziaria e al territorio nel quale si ha la fortuna o sfortuna di vivere. Non è questo quello che prevede la nostra Costituzione. Per questo ancora una volta ribadiamo la nostra più assoluta contrarietà a questo disegno di legge e chiediamo che la destra ci ripensi, evitando di avventurarsi in un sentiero che non farà altro che aumentare divari e disuguaglianze. Il diritto alla salute e all’istruzione sono due frontiere invalicabili che noi difenderemo sempre e che garantiscono l’unità e la coesione del nostro paese". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“Le rilevazioni operate da Gimbe mettono nero su bianco il divario esistente tra Nord e Sud del Paese in termini di assistenza sanitaria e i rischi derivanti dall'Autonomia differenziata. Sulle cure essenziali alla persona, che sono un diritto inviolabile garantito dalla Costituzione, il Mezzogiorno e i suoi cittadini pagano da anni un prezzo altissimo. Una diseguaglianza strutturale che la proposta di Autonomia differenziata del Governo non fa altro che legittimare, ed anzi acuire con conseguenze devastanti per la tenuta sociale della nostra democrazia. Questo è semplicemente inaccettabile, per cui continueremo ad opporci con forza ad un progetto divisivo che fa male al Sud e di conseguenza a tutta l’Italia”.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
Il cosiddetto decreto Sud contiene disposizioni estremamente problematiche in relazione al riparto di competenze ed equilibrio istituzionale con le autonomie locali. Per questo, come gruppo PD, abbiamo chiesto che la Commissione bicamerale per le questioni regionali effettui un supplemento di approfondimento con apposite audizioni, per analizzare le evidenti criticità. In particolare, sono problematiche le previsioni sulle risorse FSC, che sembrano ledere il principio di leale collaborazione, in materia di autonomia nella programmazione regionale. Ed appare in contrasto con il dettato dell’articolo 117, terzo comma, che annovera tra le materie oggetto di legislazione concorrente il “governo del territorio”, la disposizione che attribuisce alla “Struttura di missione” per le Zes funzioni di amministrazione procedente ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica, vanificando l’intera pianificazione regionale.
Così i componenti del Pd in Commissione bicamerale per le questioni regionali.
"L'audizione del professor Cassese rispetto al lavoro del Clep certifica ciò che il PD ha denunciato da tempo, e cioè la volontà del Governo di definire i LEP solo ed esclusivamente per le funzioni oggetto di trasferimento. Per cui non ci saranno livelli garantiti delle prestazioni per ciascuna materia o diritto. Il re è ormai nudo e la maggioranza non ha più nebbie dietro le quali nascondersi. Di fronte al rischio, denunciato anche oggi dalla Conferenza Episcopale, di allargare la forbice delle diseguaglianze, rinnoviamo l'invito alla maggioranza e ai presunti patrioti, di fermarsi, perchè qui ne va dell'unità sostanziale del Paese e della sua coesione sociale. Su questo il Pd sarà intransigente". Lo scrive in una nota il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
Vincere le elezioni non significa essere proprietari dello Stato. L'aggressione a Christian Greco è una vergogna che colpisce l'autonomia della cultura e la libertà di pensiero. Non si arrabbino se poi vengono paragonati alle pagine peggiori della nostra storia.
Così il deputato del Pd Nicola Zingaretti.
Come Gruppo Pd abbiamo chiesto al presidente della Commissione Parlamentare per le Questioni Regionali Francesco Silvestro di convocare con urgenza una nuova seduta della Commissione. L’avanzato stato dell’esame al Senato del disegno di legge sull’Autonomia differenziata e il ritardo con cui è stata costituita la Commissione stessa, richiedono un avvio imminente dei lavori, considerando le rilevanti implicazioni politiche e istituzionali della riforma. Per questo motivo sollecitiamo il Presidente a intraprendere ogni iniziativa utile per predisporre subito anche un ciclo di audizioni, con particolare priorità per l’audizione del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Calderoli e del Presidente del Comitato per la definizione dei livelli essenziali di prestazione Sabino Cassese. Non consentiremo ulteriori fughe in avanti sull'Autonomia differenziata senza che sia assicurato il pieno ed effettivo preliminare coinvolgimento della Commissione.
Così in una nota i componenti del PD in commissione.
“A quasi un anno dal suo insediamento possiamo dire che quello della Meloni è stato un Governo fallimentare da tutti i punti di vista. Un disastro per il Paese. La destra ha agito sempre in via emergenziale, seguendo l’onda dei principali fatti di cronaca. Nessun problema è stato affrontato in senso strutturale. Penso al taglio delle accise sulla benzina, così come a misure in grado di sostenere il potere di acquisto delle famiglie e combattere l’inflazione. Per non parlare de fallimento totale nella gestione del Pnrr, fermo al palo con l’aggravante di aver fatto perdere agli italiani ben 16 miliardi di investimenti. Sul tema immigrazione poi stiamo assistendo all’incapacità organizzativa e al fallimento clamoroso della becera propaganda fatta dalla destra negli anni passati. I sindaci peraltro sono stati lasciati soli; l’accoglienza diffusa è stata smantellata per creare dei maxi centri in cui il rispetto dei diritti umani è a rischio. Infine, l’Autonomia differenziata targata Calderoli che aumenta le distanze e le diseguaglianze tra il Nord e il Sud del Paese. Come Partito democratico denunciamo l’inefficienza e l’inadeguatezza del Governo, ma allo stesso tempo stiamo lavorando per costruire proposte serie e concrete in grado di dare risposte alle difficoltà delle nostre famiglie e mettere in campo un’alternativa credibile che possa essere maggioranza tra i cittadini”.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee alla Camera, in un’intervista a tag24.it.
"Provare a nascondersi dietro tecnicismi parlamentari per cercare di eludere problemi esclusivamente politici è francamente inaccettabile. L'inammissibilità dell'emendamento PD a prima firma Giorgis sui Lep al ddl Calderoli, certifica la precisa volontà politica di spaccare il nostro paese a metà, in quanto i Lep non saranno garantiti a tutti i cittadini ma saranno subordinati solo ai trasferimenti. Noi chiediamo che possa essere riammesso e che si possa avere un confronto di merito su questo tema che è uno dei punti cruciali che riguardano il disegno di riforma". Così il responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
"Il rendiconto e l'assestamento di bilancio oggi in discussione ci dimostrano la differenza tra la spinta alla crescita dei governi post pandemia e l'immobilismo di questo governo. Dopo aver criticato per anni l’austerità, questa maggioranza si vuole accreditare agli occhi dei possibili nuovi alleati in Europa e quindi gioca a tirare i cordoni della borsa, lasciandola aperta solo per garantirsi il consenso di una parte di Paese a cui dovete dare tutto quello che avete promesso." Lo ha detto in Aula Claudio Mancini deputato del Partito Democratico intervenendo in discussione generale sul rendiconto e l'assestamento di bilancio.
"Tagliate servizi, investimenti, lasciate gli enti locali in balia di loro stessi, azzoppate il PNRR e le sue riforme e poi però fate condoni, spaccate l’Italia con l’autonomia e tagliate le tasse alle partite IVA che guadagnano tra i 65 mila e i 90 mila euro. Tutto questo mentre il Paese affoga tra innalzamenti del costo della benzina, inflazione, voucher, precariato e togliete pure le misure per il sostegno al reddito”, ha aggiunto Mancini.
“Le stime della crescita pubblicate dalla Commissione europea in questi giorni sono il frutto delle decisioni di austerità e di calcolo elettorale prese dal governo Meloni", ha concluso il dem.
“Mentre la destra accentra e cambia per decreto la governance delle Zes istituendo nel Sud Italia una unica Zona Economica Speciale la cui efficacia è ancora tutta da verificare, ci sono territori in tutta Italia che aspettano da mesi l'istituzione delle Zone logistica semplificate, già individuate dalle singole Regioni, ma colpevolmente ancora non ratificate dal governo: stiamo parlando della Toscana, della Lombardia, del Lazio, della Liguria, del Friuli e dell’Emilia Romagna. Si tratta di aree vaste però private di strumenti normativi e fiscali che garantirebbero il rilancio sociale, occupazionale ed economico di zone oggi in crisi”. Così Marco Simiani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, sul provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri.
“Quello che colpisce di più di questa maggioranza non è soltanto l’incapacità e la confusione, già manifestata dai ritardi del Pnrr, dall’inflazione che sale, dal caro carburante, dall’immigrazione incontrollata, ma l’arroganza con cui governa: dichiara di volere l’autonomia ma poi accentra la governance, chiede tempo per attuare le riforme ma poi smantella quelle appena varate, è incapace di rispettare gli impegni comunitari ma accusa il Commissario Gentiloni. Sui ritardi delle Zls non ancora istituite nel centro e nel nord Italia abbiamo da tempo presentato numerosi atti parlamentari ancora senza risposta”, conclude Marco Simiani.
“In un momento in cui il governo dimostra di avere le idee molto confuse sul futuro dei porti, con Tajani che parla di privatizzazione, Musumeci che auspica l’autonomia differenziata e il governo che frena le fughe in avanti dei sui ministri senza riuscire a centrare nessun obiettivo, la risoluzione dei Porti che come Gruppo PD alla Camera abbiamo presentato fa ordine e affronta i diversi aspetti necessari per la realizzazione di un sistema portuale pubblico, aperto, competitivo e regolato, mettendo al centro, a differenza della risoluzione di Fratelli d’Italia, la tutela del lavoro portuale e della sicurezza dei lavoratori. Una misura che riteniamo fondamentale visti i numerosi incidenti sul lavoro che anche in area portuale si continuano a registrare, l‘ultimo pochi giorni fa a Genova. Serve formazione del personale e rinnovo dei protocolli di sicurezza anche alla luce dei tanti cantieri interferenti, e sblocco del fondo sul pensionamento”, dichiara alla Festa dell’Unità a Ravenna Valentina Ghio, vicecapogruppo PD alla Camera e componente della Commissione trasporti. Presenti anche i deputati dem Paola De Micheli, Ouidad Bakkali, e Davide Gariglio e tutti i rappresentanti del mondo associativo e sindacale di settore.
“È importante - prosegue Ghio - affrontare questo percorso ora perché - nonostante i porti italiani con gli oltre 200 miliardi di euro di import-export rappresentino il 25 per cento del valore del trasporto marittimo mondiale - la pandemia e la guerra in Ucraina hanno avviato un diverso approccio all'economia globale. La tendenza alla regionalizzazione di diversi processi e la sfida dei nuovi corridoi europei richiedono riflessioni nuove e un approccio attualizzato, non possiamo farci trovare impreparati. Serve dare al Sistema portuale l’adeguata solidità alle necessità di investimenti infrastrutturali sostenibili, di digitalizzazione e innovazione tecnologica, di risoluzione delle criticità della governance in una direzione di maggiore efficienza e semplificazione amministrativa. Con questa risoluzione il messaggio che vogliamo dare come Pd è che il percorso normativo sulla portualità portato avanti dalla legge 84 del 94 e poi nel 2016, ha bisogno di essere attualizzato e semplificato, ma senza stravolgimenti, anche dal punto di vista della governance. I punti fermi riguardano il mantenimento del ruolo pubblico dei soggetti gestori, ma ribadendo la necessità di una definizione compiuta di una politica portuale nazionale nel Paese, per evitare frammentazioni o nuovi processi di precarizzazione del lavoro. Nella Risoluzione proponiamo semplificazioni nel processo di regolazione e controllo che devono essere svolti da un ente prevalente di riferimento, attraverso una ricomposizione in capo al MIT di tante funzioni oggi spezzettate fra varie autorità e la tutela del lavoro e degli equilibri occupazionali nei porti, con l'adozione compiuta della legge sulla regolamentazione dell'autoproduzione dei servizi. Lo sblocco a tutti i livelli delle Zone Logistiche semplificate, la cui mancata partenza sta precludendo sviluppo e lavoro in tanti territori. Quello di oggi è stato un confronto aperto e costruttivo, recepiremo molti dei contributi portati dai qualificati interlocutori sindacali e associativi presenti e li porteremo nella discussione sulla risoluzione prevista dalla settimana prossima in Commissione Trasporti alla Camera".
Sul tema della portualità, manca nel governo una visione univoca. Venga discussa la risoluzione presentata dal Pd per una portualità pubblica che sia assist strategico dell’economia italiana.
“La proposta di privatizzazione dei porti che il ministro Tajani ha ribadito nella sua intervista a La Stampa, oltre a essere inadeguata rispetto alle esigenze del settore è anche superficiale. Il vicepremier e ministro degli Esteri accosta i porti turistici ai porti commerciali, senza considerare che si tratta di realtà molto differenti, solo per fare un esempio. E' una proposta che evidenzia la grande confusione e diversità di vedute che regna nel governo. Perché se da una parte Tajani parla di un Autority Spa e di un ingresso forte dei privati - parrebbe anche nelle decisioni strategiche sulla portualità - dall’altra Salvini smentisce Tajani dichiarando che la privatizzazione dei porti non e nell’agenda di governo e Rixi continua a parlare di una riforma dei porti che dia maggiore rilievo all’autorità pubblica nazionale, prendendo ad esempio il modello spagnolo. Infine abbiamo il ministro Musumeci che con il suo Piano del mare spinge sull’autonomia differenziata anche per i porti. Un miscuglio di visioni opposte e diverse che dimostrano la grande confusione che regna sotto il cielo del governo anche su questa materia”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicecapogruppo Pd alla Camera.
“Rafforzare il sistema della portualità - conclude Ghio - si può e si deve, ma lo si deve fare sostenendo il ruolo delle Authority per un sistema pubblico, aperto, competitivo e regolato, assist strategico per l’economia Italiana, che metta al centro i lavoratori, proprio come chiesto dalla risoluzione presentata dal Partito Democratico in commissione Trasporti e Lavoro e che chiediamo venga discussa al più presto, per arrivare a una soluzione discussa e condivisa in Parlamento, che faccia bene a tutto il sistema e non sia solo a vantaggio di pochi”.
Tweet di Nicola Zingaretti, deputato Pd
Sull'autonomia dal Governo Meloni un altro pasticcio.
La stessa commissione nominata dal Ministro Calderoli lo conferma: la legge aumenta le disuguaglianze e mette a rischio i servizi alle persone.
Di fatto mette in discussione l’Unità d’Italia. Si fermino.
Dichiarazione di Marco Sarracino , deputato Pd e responsabile Sud e Coesione del Partito Democratico
"La documentazione fornita e firmata dal sottogruppo del Clep chiamato ad occuparsi del coordinamento della finanza pubblica, rappresenta l'ennesima prova che il progetto di autonomia differenziata voluto dalla destra è totalmente sbagliato, antistorico, iniquo e mette a rischio la tenuta dei conti pubblici. Siamo dinanzi ad un documento tecnico, elaborato da una commissione voluta dallo stesso Ministro Calderoli, che dovrebbe indurre il Governo a fermarsi e riflettere. Si fa ormai fatica a tenere conto dei giudizi e dei pareri negativi emersi in questi mesi rispetto a questo disegno di legge, da importanti organismi terzi dello Stato, senza contare quelli espressi dai sindacati, fino alla conferenza episcopale. Purtroppo però ci troviamo dinanzi ad un Governo che conferma con le sue scelte politiche di essere contro il Mezzogiorno, specie se pensiamo a quanto si sta verificando con il Pnrr o alla sua contrarietà a misure importanti come quella del salario minimo, il tutto nel conformismo delle classi dirigenti della destra meridionale. Per questo tra le battaglie prioritarie ed identitarie del Pd, c'è proprio quella a difesa della coesione e dell'unità nazionale". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Dichiarazione di Piero De Luca, segretario di presidenza gruppo Pd Camera
“Spiace constatare l’incapacità del Governo che anziché affrontare i problemi degli italiani si dimostra in grado solo di attaccare e penalizzare ogni giorno il Mezzogiorno. Le scelte politiche fatte ad oggi si ripercuotono soprattutto contro il Sud. Pensiamo alla decisione disastrosa di eliminare il Rdc, al taglio di 16 miliardi di interventi del Pnrr, che colpisce in particolare i territori meridionali. E ancora, alla scellerata rimodulazione di oltre 2 miliardi di fondi per le infrastrutture voluta da Salvini, che toglie sempre al Mezzogiorno per dare al Nord. Come se non bastasse, in queste ore i saggi del Comitato Clep, nominati dallo stesso Calderoli, confermano il grave allarme che come Partito Democratico stiamo lanciando da mesi sull'autonomia differenziata spacca Italia. Il progetto di riforma leghista infatti, non solo metterebbe a rischio i conti pubblici, ma provocherebbe anche evidenti riduzioni di risorse e servizi ai danni delle Regioni meridionali, aumentando i divari esistenti. La destra si ostina a parlare di Nazione ma è la vera nemica dell'unità nazionale”.