15/03/2023 - 19:54

Tweet di Silvio Lai, deputato Pd

Giuri d’onore #Camera riconosce piena legittimità visita fatta in carcere per valutare le condizioni di salute del detenuto #Cospito. #Donzelli ha dovuto modificare posizione e ritrattare quanto detto in Aula per evitare di venir accusato di aver offeso l'onorabilita' dei deputati Pd

16/02/2023 - 10:50

“Quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis; quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa”.

Queste le richieste contenute nella seguente interpellanza rivolta dal Gruppo Pd della Camera al ministro Nordio in merito agli ascolti delle conversazioni fra Cospito e altri detenuti al 41 bis nel carcere di Sassari e alle scelte rispetto all’assegnazione del gruppo di socialità del detenuto Cospito. L’atto parlamentare è firmato dalla capogruppo Debora Serracchiani, dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal vice segretario e vicecapogruppo alla Camera Peppe Provenzano, dal del deputato Silvio Lai e dal capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi. Analoga interrogazione la presentiamo al Senato, a firma della capogruppo Simona Malpezzi, dei membri della commissione Giustizia Walter Verini, Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli e dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando.

 

INTERPELLANZA

I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della Giustizia; per sapere; premesso che:

i cosiddetti circuiti  penitenziari  dovrebbero avere  la finalità  di preservare l’ordine e il funzionamento degli istituti penitenziari, e sono prevalentemente regolati in via amministrativa da una serie di circolari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che disciplinano l’esercizio del potere discrezionale inerente alla gestione dei detenuti e degli internati, secondo i criteri individuati dagli artt. 13 e 14 della legge n. 345 del 1975 che, nel tendere all’individualizzazione del trattamento, prevedono che la popolazione carceraria sia raggruppata per categorie omogenee, ciò sia perché le possibilità di successo di un programma risocializzante sono collegate all’omogeneità e all’affinità del gruppo di trattamento, sia perché, sempre nella medesima prospettiva, occorre evitare “influenze nocive reciproche”;

la circolare del DAP n. 3359/5808 del 21 aprile 1993 originariamente  ne prevedeva tre,  alta sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, ma la circolare del DAP n. 3619/6069 del 21 aprile 2009 ha ulteriormente suddiviso la cosiddetta “alta sicurezza”  in tre circuiti: Alta Sicurezza 1 (A.S. 1) in cui sono collocati i “detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso”, Alta Sicurezza 2 (A.S. 2) , per “soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza”, e Alta Sicurezza 3 (A.S.3), in cui si trovano i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali;

la creazione di appositi circuiti penitenziari è prevista anche dall’art. 32 d.P.R. n. 230 del 20009, e nasce, soprattutto, in seguito ai gravissimi delitti compiuti dalla criminalità organizzata nei primi anni novanta, anche in risposta alle osservazioni critiche che avevano riguardato il regime di detenzione indifferenziata, nonché dall’esigenza di evitare le influenze negative tra i detenuti, per prevenire il pericolo che gli appartenenti al crimine organizzato potessero svolgere attività di proselitismo nei confronti dei delinquenti comuni, oppure si potessero avvalere dello stato di soggezione di questi ultimi nei loro confronti,  e per evitare, dunque, la commistione tra soggetti appartenenti a diverse consorterie organizzate di tipo mafioso o terroristico;

il detenuto Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di massima sicurezza “Giovanni Bacchiddu” di Sassari, a Bancali, il 4 maggio 2022 è stato trasferito in regime di cui all’art. 41- bis, prima di allora era detenuto in regime di alta sicurezza A.S. 2;

dalle risposte di diniego alle istanze di accesso agli atti inoltrate alla Sua amministrazione dai deputati Lai, Bonelli e Grimaldi, si apprende che il detenuto Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, il giorno 24 dicembre 2022, in costanza di applicazione del regime di 41 – bis, viene inserito in “un nuovo gruppo di socialità e passeggi composto da: Rampulla Pietro, Di Maio Francesco, Cammarata Pietro”, pericolosi boss della mafia, ‘ndrangheta e camorra;

emerge, sempre dalle citate risposte del Suo ministero, che non risultano attività di ascolto di interlocuzioni, definite come frutto di “mera attività di vigilanza amministrativa”, tra Cospito altri detenuti fino al 23 dicembre 2022, data a cui risale la trascrizione del primo colloquio, poi ripetutasi il’11 gennaio 2023;

nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Camera il 10 febbraio, l’ex senatore Luigi Manconi, dichiarava che “fino al 23 dicembre 2022 il gruppo di socialità di Cospito al 41-bis era composto da detenuti ritenuti inoffensivi. Con il gennaio del 2023 il gruppo di socialità cambia e in luogo di quei detenuti arrivano tre boss di mafia, camorra e 'ndrangheta. Sono quelli di cui vengono registrate le conversazioni con Alfredo Cospito" "Su quei brandelli di conversazione nasce e cresce la narrazione sul rapporto di Cospito e degli anarchici con la criminalità organizzata. Improvvisamente si registrano le conversazioni”.

Se non ritenga urgente adottare misure che rientrino nelle sue proprie prerogative al fine di fare luce sulle suddette dichiarazioni; quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis di cui in premessa, nonché quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa.

SERRACCHIANI, ORLANDO, LAI, PROVENZANO, GIANASSI

15/02/2023 - 18:39

Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd

Ormai è chiaro, la destra ha sacrificato il ministro Nordio sull'altare della propaganda più becera. È chiaro l'impaccio con il quale riferisce in Parlamento sul caso Donzelli parlando di Cospito nel mentre la giustizia ordinaria sceglie altre strade confermando la cautela e l’equilibrio che il caso avrebbe richiesto. Fratelli d'Italia, di contro, con il consenso della presidente Meloni, ha ritenuto di sacrificare il ministro costringendolo a incredibili arzigogoli. A loro non serve un ministro garantista per il Paese ma un ministro assecondante alla stregua dell'atteggiamento tenuto dal sottosegretario Delmastro per salvare se stesso e il collega di partito Donzelli.

15/02/2023 - 17:28

“Il ministro Nordio per compiacere la premier Meloni si assume la responsabilità politica del pericoloso, gravissimo comportamento di Delmastro e Donzelli. Smentisce il suo Ministero, la ratio stessa del 41bis, persino sé stesso. Un fine giurista non fa così: così fanno i Tartufi”.

Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente del Gruppo dem alla Camera, Peppe Provenzano, su Twitter.

04/02/2023 - 16:41

Dichiarazione di Mauro Laus, capogruppo Pd in Commissione Lavoro della Camera

Durante la discussione alla Camera per istituire la commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, a spezzare il clima di totale unanimità e collaborazione, ci pensa  il deputato Donzelli che irrompe con parole violente e fuori luogo contro il PD, dando vita ad una bagarre dentro e fuori l'aula. Nei giorni seguenti, anziché placare gli animi e chiedere scusa,  esponenti di punta di Fratelli d'italia continuano ad alzare i toni alimentando lo scontro e la polemica.
Oggi l'appello della presidente Meloni che, come catapultata da Marte, da un lato chiede di ridimensionare i toni e dall'altro rincara le accuse.
Uno scenario surreale e paradossale da teatro dell'assurdo,  nel quale tutto si fa e si dice tranne che parlare di salari, scuola, inflazione. Probabilmente non è tutto frutto dell'animositá che muove alcuni colleghi di maggioranza nei loro interventi in aula, ma di una strategia ragionata e pensata a tavolino per distogliere l'attenzione dai nodi veri che affliggono quotidianamente i cittadini.

Uno spettacolo che inevitabilmente  lascia senza parole, allibiti. Ecco, è così che mi sento.

04/02/2023 - 10:55

Dichiarazione on. Piero De Luca, vicepresidente gruppo Pd

Ormai quella di Foti per il Pd è diventata un’ossessione. Non riesce a pensare e a parlare di altro. Stia tranquilla la destra. Le condizioni dell’unità nella lotta a mafia e terrorismo sono per noi assolutamente indispensabili. E non accettiamo lezioni al riguardo. L'unico modo per ricreare senza ombre queste condizioni nel Paese passa, però, per le dimissioni di chi le ha calpestate: Delmastro e Donzelli.

04/02/2023 - 10:52

Tweet di Silvio Lai, deputato Pd

#Donzelli_Delmastro manganello in mano nello stile dei gerarchi continuano a raccontare menzogne per meschini interessi politici. #Meloni deve intervenire. Non può rimanere in silenzio ed avallare l'irresponsabilità dei suoi sodali. Sicurezza e unità del Paese prima di tutto

03/02/2023 - 18:39

Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli, esponenti di punta di Fratelli d’Italia e meloniani doc, si devono dimettere dai loro incarichi di sottosegretario alla Giustizia e vice presidente del Copasir: non è tollerabile la totale assenza di senso delle istituzioni da parte di questa destra, che utilizza i propri incarichi non a tutela della democrazia, ma come una clava per cercare maldestramente di colpire gli avversari politici. L’effetto finale è paradossale: divulgazioni di informazioni riservate, accuse scomposte all’opposizione e inutile bagarre creata sull’istituzione della commissione antimafia. Cosa ne pensa la premier Giorgia Meloni? Colpa del PD? Siamo seri e Fratelli d’Italia riporti la dialettica politica a un confronto dignitoso, facendo dimettere chi non è all’altezza del ruolo.

Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.

03/02/2023 - 17:30

“Il silenzio della presidente del Consiglio Meloni sulla questione Donzelli e Delmastro è più eloquente di tante parole  e non lascia spazio a molte interpretazioni:  o ritiene che diffondere informazioni riservate e tacciare il principale partito di opposizione di avere rapporti con mafiosi e terroristi non siano fatti gravi e pericolosi per la sicurezza nazionale e per la democrazia stessa, oppure, anche se consapevole della gravità e della superficialità con cui alcuni ‘suoi’ uomini dello Stato assolvono al proprio ruolo,  ha deciso di dar loro copertura politica, condividendone intenzioni e parole”.

Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Mauro Laus.

03/02/2023 - 17:09

“Deputati di Fratelli d’Italia hanno divulgato informazioni riservate e violato ruoli istituzionali. Ma ancor peggio hanno offeso con la peggiore infamia un avversario politico. Ne risponderanno in tribunale, ma la Meloni deve prendere provvedimenti, non può tacere”.

Così Chiara Braga, deputata Pd e segretaria di Presidenza della Camera dei deputati, su Twitter.

03/02/2023 - 16:27

“Le gravissime offese di esponenti di Fratelli d’Italia non riusciranno a cancellare il grande scandalo Donzelli-Delmastro. Anche dal mal riuscito tentativo di Nordio di difendere Donzelli è stato confermato che Delmastro e Donzelli hanno avuto accesso e diffuso relazioni riservate del Dap. Addirittura scopriamo che la stessa relazione inviata dal Dap era accompagnata dall’avvertimento della riservatezza. Difendere Donzelli e scaricare il Dap da parte di Nordio non porterà a una fine diversa da quella già scritta per questa storia. La fine è ovvia a tutti: Donzelli e Delmastro hanno gravemente sbagliato e si devono dimettere, perché non possono restare un secondo di più in ruoli chiave e strategici per la sicurezza nazionale e per la lotta a mafia e terrorismo. Meloni non può più fare finta di niente. Gli interessi del Paese vengono prima di quelli di Fratelli d’Italia”.

Così il capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.

03/02/2023 - 16:09

“Che Delmastro e Donzelli, per quanto hanno combinato, siano inadeguati ad esercitare i loro delicati ruoli è ormai un fatto inequivocabile. Che il ministro Nordio non abbia ancora compreso di essere il guardasigilli e che non può limitarsi a fare il palo è altrettanto evidente. Ciò che è inspiegabile è l’atteggiamento della presidente Meloni. Silenzi e mezze frasi. Ma lei rappresenta il Paese anche nel contesto internazionale. Dovrebbe essere garante dell’unità nazionale su temi importanti come la sicurezza, la lotta alle mafie, i rapporti istituzionali. Parlamento e Tribunali si occuperanno del conflitto scatenato. Ci sono da fronteggiare violenze e intimidazioni. Insomma, presidente Meloni: intende fare il capo partito a difesa di due luogotenenti o il capo del governo a difesa della Nazione? Decida subito, lo richiedono la credibilità del Paese e la sicurezza degli Italiani”.

Così il deputato del Pd, Silvio Lai.

03/02/2023 - 15:39

    “Avendo reso noto documentazioni sensibili, il sottosegretario Delmastro e il vicepresidente Copasir Donzelli non possono stare più al loro posto. Meloni non continui a scappare, prenda posizione. Ogni tentativo di sviare inventando falsità sul Pd verrà rispedito al mittente”.

    Lo scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.

03/02/2023 - 15:39

“Meloni non può più tacere: suoi strettissimi collaboratori usano documenti riservati dello Stato per colpire gli avversari, rischiando anche di intralciare indagini antimafia. E' una vergogna, devono lasciare i loro incarichi. Gli uomini della Meloni continuano a diffamare il Pd. Lo fanno per nascondere le gravissime responsabilità di Delmastro e Donzelli che hanno divulgato informazioni sensibili e riservate. Lascino i propri incarichi perché hanno dimostrato di non esserne all’altezza”.

Così Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, al Tg3.

03/02/2023 - 14:56

Nordio non faccia Don Abbondio

Piena solidarietà e sostegno ai nostri colleghi deputati. Il partito della Meloni sta cercando di usare il manganello con attacchi pesanti, strumentali e infondati, per coprire l’operato illegale di Donzelli e Delmastro. Le notizie riservate non sono divulgabili e non possono essere usate per colpire gli avversari politici. Né tantomeno mandate in diretta in video, approfittando di un dibattito parlamentare. Fratelli d’Italia si vergogni: noi non ci inchiniamo ai mafiosi o ai terroristi. Procederemo con le denunce contro queste ingiurie e chiediamo ai presidenti di Camera e Senato di intervenire per invitare alle dimissioni Donzelli e Delmastro, e prima ancora alle loro scuse. Il partito di maggioranza relativa non può attaccare il principale partito di opposizione su fatti che riguardano l’onorabilità e il funzionamento democratico delle istituzioni. Meloni decida se è capo del suo partito o capo del governo, se è capace di distinguere. Il ministro Nordio faccia il ministro e non il Don Abbondio, siamo in una situazione di allarme democratico, abbia il coraggio di agire verso chi nel suo ministero diffonde notizie riservate e rompe il fronte unitario contro la mafia e il terrorismo, cercando di crimiminalizzare l’opposizione. Se si avalla la possibilità di divulgare informazioni riservate, si incrina il 41 bis e la sua efficacia contro la mafia e il terrorismo.

Così Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze della Camera.

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