Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli, esponenti di punta di Fratelli d’Italia e meloniani doc, si devono dimettere dai loro incarichi di sottosegretario alla Giustizia e vice presidente del Copasir: non è tollerabile la totale assenza di senso delle istituzioni da parte di questa destra, che utilizza i propri incarichi non a tutela della democrazia, ma come una clava per cercare maldestramente di colpire gli avversari politici. L’effetto finale è paradossale: divulgazioni di informazioni riservate, accuse scomposte all’opposizione e inutile bagarre creata sull’istituzione della commissione antimafia. Cosa ne pensa la premier Giorgia Meloni? Colpa del PD? Siamo seri e Fratelli d’Italia riporti la dialettica politica a un confronto dignitoso, facendo dimettere chi non è all’altezza del ruolo.
Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.
“Il silenzio della presidente del Consiglio Meloni sulla questione Donzelli e Delmastro è più eloquente di tante parole e non lascia spazio a molte interpretazioni: o ritiene che diffondere informazioni riservate e tacciare il principale partito di opposizione di avere rapporti con mafiosi e terroristi non siano fatti gravi e pericolosi per la sicurezza nazionale e per la democrazia stessa, oppure, anche se consapevole della gravità e della superficialità con cui alcuni ‘suoi’ uomini dello Stato assolvono al proprio ruolo, ha deciso di dar loro copertura politica, condividendone intenzioni e parole”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Mauro Laus.
“Deputati di Fratelli d’Italia hanno divulgato informazioni riservate e violato ruoli istituzionali. Ma ancor peggio hanno offeso con la peggiore infamia un avversario politico. Ne risponderanno in tribunale, ma la Meloni deve prendere provvedimenti, non può tacere”.
Così Chiara Braga, deputata Pd e segretaria di Presidenza della Camera dei deputati, su Twitter.
“Le gravissime offese di esponenti di Fratelli d’Italia non riusciranno a cancellare il grande scandalo Donzelli-Delmastro. Anche dal mal riuscito tentativo di Nordio di difendere Donzelli è stato confermato che Delmastro e Donzelli hanno avuto accesso e diffuso relazioni riservate del Dap. Addirittura scopriamo che la stessa relazione inviata dal Dap era accompagnata dall’avvertimento della riservatezza. Difendere Donzelli e scaricare il Dap da parte di Nordio non porterà a una fine diversa da quella già scritta per questa storia. La fine è ovvia a tutti: Donzelli e Delmastro hanno gravemente sbagliato e si devono dimettere, perché non possono restare un secondo di più in ruoli chiave e strategici per la sicurezza nazionale e per la lotta a mafia e terrorismo. Meloni non può più fare finta di niente. Gli interessi del Paese vengono prima di quelli di Fratelli d’Italia”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Federico Gianassi.
“Che Delmastro e Donzelli, per quanto hanno combinato, siano inadeguati ad esercitare i loro delicati ruoli è ormai un fatto inequivocabile. Che il ministro Nordio non abbia ancora compreso di essere il guardasigilli e che non può limitarsi a fare il palo è altrettanto evidente. Ciò che è inspiegabile è l’atteggiamento della presidente Meloni. Silenzi e mezze frasi. Ma lei rappresenta il Paese anche nel contesto internazionale. Dovrebbe essere garante dell’unità nazionale su temi importanti come la sicurezza, la lotta alle mafie, i rapporti istituzionali. Parlamento e Tribunali si occuperanno del conflitto scatenato. Ci sono da fronteggiare violenze e intimidazioni. Insomma, presidente Meloni: intende fare il capo partito a difesa di due luogotenenti o il capo del governo a difesa della Nazione? Decida subito, lo richiedono la credibilità del Paese e la sicurezza degli Italiani”.
Così il deputato del Pd, Silvio Lai.
“Avendo reso noto documentazioni sensibili, il sottosegretario Delmastro e il vicepresidente Copasir Donzelli non possono stare più al loro posto. Meloni non continui a scappare, prenda posizione. Ogni tentativo di sviare inventando falsità sul Pd verrà rispedito al mittente”.
Lo scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
“Meloni non può più tacere: suoi strettissimi collaboratori usano documenti riservati dello Stato per colpire gli avversari, rischiando anche di intralciare indagini antimafia. E' una vergogna, devono lasciare i loro incarichi. Gli uomini della Meloni continuano a diffamare il Pd. Lo fanno per nascondere le gravissime responsabilità di Delmastro e Donzelli che hanno divulgato informazioni sensibili e riservate. Lascino i propri incarichi perché hanno dimostrato di non esserne all’altezza”.
Così Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, al Tg3.
Nordio non faccia Don Abbondio
Piena solidarietà e sostegno ai nostri colleghi deputati. Il partito della Meloni sta cercando di usare il manganello con attacchi pesanti, strumentali e infondati, per coprire l’operato illegale di Donzelli e Delmastro. Le notizie riservate non sono divulgabili e non possono essere usate per colpire gli avversari politici. Né tantomeno mandate in diretta in video, approfittando di un dibattito parlamentare. Fratelli d’Italia si vergogni: noi non ci inchiniamo ai mafiosi o ai terroristi. Procederemo con le denunce contro queste ingiurie e chiediamo ai presidenti di Camera e Senato di intervenire per invitare alle dimissioni Donzelli e Delmastro, e prima ancora alle loro scuse. Il partito di maggioranza relativa non può attaccare il principale partito di opposizione su fatti che riguardano l’onorabilità e il funzionamento democratico delle istituzioni. Meloni decida se è capo del suo partito o capo del governo, se è capace di distinguere. Il ministro Nordio faccia il ministro e non il Don Abbondio, siamo in una situazione di allarme democratico, abbia il coraggio di agire verso chi nel suo ministero diffonde notizie riservate e rompe il fronte unitario contro la mafia e il terrorismo, cercando di crimiminalizzare l’opposizione. Se si avalla la possibilità di divulgare informazioni riservate, si incrina il 41 bis e la sua efficacia contro la mafia e il terrorismo.
Così Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze della Camera.
Quello che è accaduto è di gravità inaudita. Il sottosegretario Delmastro ha diffuso informazioni che non erano divulgabili passandole ad un collega di partito, coordinatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir allo scopo di costruire una macchina del fango sul principale partito dell’opposizione: non è una supposizione, è un fatto dopo le dichiarazioni del Dap. Ci aspettiamo un sussulto dal ministro Nordio affinché non si presti ad offrire coperture a questi comportamenti inammissibili e pericolosi per la sicurezza nazionale e tuteli pienamente un organo tanto importante e prezioso qual è il Dap. A chi in queste ore sta continuando ad infangarci con gravi menzogne diciamo che noi non ci facciamo intimidire, che noi andremo fino in fondo a chiedere che Delmastro e Donzelli lascino i loro incarichi per il bene del Paese e della sua sicurezza e che non arretreremo nella tutela delle prerogative dei parlamentari che hanno il diritto ed il dovere di visitare le carceri. Il partito della presidente del Consiglio sta scrivendo davvero la pagina più nera di questa stagione politica. Giorgia Meloni non può fare due parti in commedia, da un lato la presidente del Consiglio che chiede unità dello Stato contro violenza e minacce e dall’altro il capopartito che, continuando a tacere, mostra di approvare e condividere questo attacco senza precedenti al principale partito di opposizione, fatto di cui si assumerà tutta la responsabilità politica.
Così in una nota Debora Serracchiani capogruppo Pd alla Camera, Simona Malpezzi capogruppo Pd al Senato e tutte le parlamentari e i parlamentari di Camera e Senato
“Basta giocare con la sicurezza nazionale. É evidente che rendere pubblico il contenuto di una relazione riservata del DAP su detenuti al 41 bis da parte del sottosegretario Del Mastro e dell’on. Del Mastro Delle Vedove è stato un atto grave e che in qualsiasi altro paese democratico avrebbero portato alle dimissioni seduta stante.
Il silenzio della Presidente Meloni è preoccupante proprio perché gli interessati sono da sempre tra le persone più vicine alla leader di Fratelli d’Italia.
Nella lotta alla mafia e al terrorismo l’unità delle forze politiche a fianco delle istituzioni è stata fondamentale: il silenzio della Meloni non aiuta e fa pensare che il principale partito della maggioranza abbia deliberatamente deciso di attaccare il principale partito dell’opposizione. Questo non solo è inaccettabile ma rappresenta una lesione grave proprio dello spirito unitario e democratico”.
Lo scrive Federico Fornaro dell’ufficio di presidenza del gruppo alla Camera del PD-Italia Democratica e Progressista.
"Ora scelgano. Se Giorgia Meloni vuole ristabilire una corretta dialettica democratica, non può lasciare Delmastro e Donzelli un minuto in più al loro posto. E Nordio smetta di avallare, per coprire i due, la diffusione di informazioni tra detenuti al 41bis: una gravità inaudita".
Lo scrive su Twitter Peppe Provenzano, vice segretario Pd e vice capogruppo alla Camera
“Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro della Difesa, Guido Crosetto. Le minacce e gli atti intimidatori rivolti a figure istituzionali della nostra Repubblica non devono intimorirci, ma vederci uniti e compatti nella risposta. La violenza e l’odio non prevarranno mai sulle ragioni della democrazia e della civile convivenza”.
Così in una nota il Gruppo del Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista della Camera.
È grave e non va sovvalutata la notizia della telefonata al Resto del Carlino, riferita ad un attentato di stampo anarchico a Bologna. L' eversione estremista, che sta moltiplicando attentati nel Paese legati al caso Cospito, è un pericolo per la democrazia. La violenza va isolata e contrastata con l'unità di tutte le forze politiche e delle istituzioni. Proprio per questo resta l'amarezza per le parole di Donzelli alla Camera, che hanno minato quella unità. A Bologna, una città che è sempre stata in prima fila nella difesa delle libertà democratiche, tutte le forze politiche e sociali si uniscano, per contrastare la violenza e l'eversione".
Così Andrea De Maria, deputato PD.
“La macchina del fango messa in moto da fratelli d’Italia si ritorce contro di loro.
È incredibile che Fratelli d’Italia, anziché chiedere scusa agli italiani perché due loro importanti dirigenti rivelano notizie sensibili e riservate con l’obiettivo di colpire gli avversari politici indebolendo così la lotta contro mafia e terrorismo, attacchi gli esponenti del partito democratico con insinuazioni vergognose. È a tutti chiaro il clamoroso imbarazzo che coinvolge fratelli d’Italia che sta mostrando al Paese quanto sono inadeguati ad assumere funzioni di governo. Ma delegittimare, manganellare, offendere la prima forza dell’opposizione è segno di barbarie che respingiamo e respingeremo con forza. Il fango che stanno provando a gettare contro i democratici si ritorce contro di loro e non salverà Donzelli e Delmastro che non hanno alternativa alle dimissioni”. Lo dichiara Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia di Montecitorio.
"Abbiamo avuto conferma da articoli di stampa di quanto abbiamo denunciato nelle scorse ore. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha candidamente confessato di aver fornito lui al suo collega, amico e coinquilino Donzelli, le informazioni sensibili, delicate e necessariamente 'confidenziali' riguardanti i colloqui avuti da Cospito in carcere in regime di 41bis. Lo stesso Delmastro ha poi contestualmente scaricato l'amico di partito Donzelli, dichiarando che ha sbagliato a divulgare le notizie ricevute. Siamo allibiti. I fatti sono gravissimi e i due deputati di Fratelli D'Italia dimostrano di essere totalmente inadeguati a ricoprire i ruoli che attualmente rivestono. Per questo chiediamo con forza che il sottosegretario Delmastro rimetta immediatamente le proprie deleghe e il deputato Donzelli si dimetta dal Copasir, di cui peraltro è anche vicepresidente. Riteniamo che i due deputati non siano adeguati a ricoprire ruoli così importanti, per ragioni di carattere istituzionale ma anche di tutela della sicurezza nazionale". Lo dichiara in una nota il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Piero De Luca, che aggiunge: "Tutto ciò non esime la presidente Meloni dal fare chiarezza in fretta sulla propria posizione rispetto all'accaduto. Si tratta di una vicenda grave e fortemente lesiva degli interessi nazionali”.