"La fondazione Gimbe dimostra cosa potrebbe accadere al nostro sistema sanitario se dovesse passare il ddl Calderoli sulla autonomia differenziata. Una situazione drammatica, nella quale i cittadini meridionali vedrebbero il proprio diritto all'accesso alle prestazioni sanitarie subordinato alla sostenibilità finanziaria e al territorio nel quale si ha la fortuna o sfortuna di vivere. Non è questo quello che prevede la nostra Costituzione. Per questo ancora una volta ribadiamo la nostra più assoluta contrarietà a questo disegno di legge e chiediamo che la destra ci ripensi, evitando di avventurarsi in un sentiero che non farà altro che aumentare divari e disuguaglianze. Il diritto alla salute e all’istruzione sono due frontiere invalicabili che noi difenderemo sempre e che garantiscono l’unità e la coesione del nostro paese". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Il copione è sempre lo stesso, il paese da una parte il governo dall’altra. Servirebbero investimenti e risorse e invece dal governo arrivano tagli e coperture irrisorie. Dopo le parole del ministro Schillaci ci saremmo aspettati un impegno concreto e invece arrivano briciole e l’ennesima menzogna. La spesa sanitaria in rapporto al Pil scende al 6,6% nel 2023 e continuerà a calare negli anni successivi, sino a raggiungere il 6,1% nel 2026, la media europea è ormai un miraggio e siamo scesi addirittura sotto al livello pre-pandemico che era del 6,4%. Un disastro. Secondo la fondazione Gimbe le stime Nadef 2023 spingono la sanità pubblica sull’orlo del baratro. Come partito democratico non solo siamo contrari a questa nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza ma siamo preoccupati per la pericolosità che rappresenta. L’importanza del SSN abbiamo avuto modo di vederla durante la pandemia e non permetteremo al governo Meloni di smantellarlo scaricando gli effetti sul personale sanitario, sui cittadini e sul diritto all'universalità dell'assistenza sanitaria.
Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari Sociali e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico
“Anche sulle delocalizzazioni il governo si è fermato agli annunci: nel decreto Asset c’era la possibilità di rendere maggiormente stringenti ed efficaci le attuali norme ma gli emendamenti che il Pd aveva presentato, prima alla Camera e poi al Senato, non sono mai stati presi in considerazione”. Lo dichiara il deputato dem e segretario regionale Toscana del Partito Democratico, Emiliano Fossi, in merito all’ennesimo decreto su cui il governo ha posto la fiducia.
“Quello che proponiamo da mesi - ha concluso Fossi - sono norme che disincentivano il trasferimento della produzione e promuovono realmente la reindustrializzazione dei siti in crisi: dalla non possibilità per le aziende che delocalizzano di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni, fino a che non hanno completamente restituito gli incentivi pubblici ricevuti, allo stanziamento di ulteriori risorse a favore delle imprese in forma di società cooperativa, costituite da lavoratori provenienti da aziende in liquidazione. Con questa destra l’iniziativa parlamentare è stata completamente azzerata, ma non ci arrendiamo. Ripresenteremo gli emendamenti in occasione della Legge di Bilancio sperando in un sussulto d’orgoglio dei colleghi della maggioranza”.
"L'analisi sulla Nadef della Fondazione Gimbe conferma le preoccupazioni già espresse in queste ore: alla sanità pubblica servono nuovi finanziamenti e invece il governo Meloni taglia la spesa pubblica per il servizio sanitario".
Così la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.
"Il definanziamento di 2 miliardi di euro - aggiunge - rischia di essere un colpo pesante per il sistema sanitario e per i servizi pubblici di medicina territoriale. Da mesi sentiamo discorsi sulla carenza dei medici e sulle liste di attesa, ma quando si tratta di investire le risorse il governo Meloni si tira indietro. Il diritto alla salute e l'accesso alle cure - conclude - sono sanciti dalla Costituzione, ma possono essere preservati solo con le risorse pubbliche".
La sanità pubblica gratuita e per tutti è un diritto sancito dalla Costituzione. È un bene prezioso per proteggere i più fragili e una società che invecchia in fretta. Colpirla pesantemente come certifica la fondazione GIMBE è un attacco al diritto alla salute dei cittadini.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Ringrazio le associazioni di donne che oggi, alla Camera, ci hanno rivolto un appello per chiedere che l'Italia recepisca le linee guida dell' OMS in materia di aborto libero e informato.
Per questo nascono la campagna #IVGsenzaMA e il manuale "La tua scelta zero ostacoli - guida pratica al tuo aborto libero e informato".
Le ringrazio per il necessario richiamo ad un tema essenziale per l'autodeterminazione delle donne che troppo spesso non è all'attenzione dell'agenda politica.
La destra oscurantista fa del corpo delle donne un campo di battaglia e ovunque governa si sta consumando un vero e proprio attacco alla libertà di scelta delle donne. Penso alla Polonia, ad esempio, dove le donne vengono lasciate morire perché, finché si sente il battito del feto, i medici non intervengono per salvare loro la vita quando questa è in pericolo.
Ma penso anche a molte regioni del nostro Paese: dove la destra è maggioranza, il tasso di accesso all'aborto è bassissimo quando non pressoché pari allo zero. Del resto, abbiamo una ministra alle Pari opportunità secondo cui "purtroppo l'aborto è un diritto" e una premier che ha dichiarato di voler difendere "il diritto a non abortire", come se qualcuno costringesse le donne a farlo.
Invece i dati dell'OMS parlano chiaro: dove l'aborto è legale e sicuro, non cresce il numero di interruzioni di gravidanza, mentre dove ci sono divieti e leggi restrittive cresce la mortalità delle donne.
Lavoreremo in Parlamento perché le raccomandazioni dell'OMS per l'aborto libero e sicuro vengano adottate dal nostro Paese, perché le regioni introducano le linee guida del ministero sull'accesso alla pillola abortiva, perché i dati sulla reale possibilità di accesso sull'IVG siano pubblici e accessibili, così come la mappatura delle strutture a cui le donne possono rivolgersi.
Dobbiamo fermare questa "deriva alla polacca": giù le mani dalla libera scelta delle donne". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata del PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“In questi giorni Giorgia Meloni e Matteo Salvini non sanno più cosa dire per coprire il fallimento del governo sull'immigrazione. Come nella famosa scena del film ‘The Blues Brothers’ dove John Belushi racconta alla fidanzata abbandonata sull'altare ogni scusa possibile: ‘non è stata colpa mia ma c’è stato un terremoto’, ‘una tremenda inondazione’, ‘le cavallette’ e via dicendo”.
Così il deputato Pd, Matteo Mauri, ex viceministro dell’Interno in un post su Facebook.
“Da una parte abbiamo Salvini - aggiunge Mauri - che di fronte ai record di sbarchi a Lampedusa parla di atto di guerra, di regia straniera, di mettere in campo la Marina. Idee folli, sparate quando non sai più cosa inventarti di fronte al fallimento. Dall’altra parte, abbiamo la premier che va da Orban a discutere di risposta collettiva dell'Ue: i due sovranisti nemici dell’Europa che ora chiedono l'unità granitica dell’Unione. La verità - conclude l’ex viceministro dell’Interno - è che Meloni e Salvini sono allo sbando e non sanno più cosa dire di fronte a un fallimento conclamato che inizia a creare malumori anche tra i loro elettori”.
“Sulla commercializzazione del grano duro è in atto una speculazione a livello internazionale con quotazioni al ribasso che rischiano di pregiudicare l'attività di produzione svolta dalle aziende agricole italiane. Il nostro Paese è il primo produttore di grano duro in Europa con circa 4 milioni di tonnellate all'anno che provengono da 200mila aziende agricole che investono su 1,2 milioni di ettari. Il prezzo del grano duro fino ha chiuso l'annata su un valore medio di 340 euro alla tonnellata, più basso di quasi il 40% rispetto ad un anno fa. Contemporaneamente, sono saliti i costi di carburanti e mezzi tecnici per gli agricoltori e c'è l'inattesa esportazione di grano dalla Turchia a prezzi ‘da saldo’, prezzi dietro cui si nasconderebbe un comportamento sleale teso a destabilizzare il mercato italiano, anche per ragioni legate al conflitto russo-ucraino e all'embargo. L'mport di grano duro dai mercati internazionali non può che mortificare la produzione nazionale che ha standard qualitativi certificati, di salubrità e tracciabilita, con costi di produzione molto più alti rispetto agli altri. Servono più attenzione e più trasparenza per i produttori ed i consumatori italiani, maggiori controlli sull'etichettatura per sostenere e promuovere la pasta prodotta con grano italiano”. Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.
“Per questo - conclude Vaccari - il Gruppo Pd ha presentato una interrogazione parlamentare ai ministri dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e dell'Economia e delle Finanze, a mia prima firma e sottoscritta dai deputati Pagano, Curti, Rossi, Marino, Forattini e Lacarra, per chiedere di avviare l'istituzione della Commissione Unica Nazionale del grano duro e il Registro Telematico dei Cereali; di istituire il registro telematico dei cereali; di potenziare i contratti di filiera tra agricoltori e industria e per promuovere la pasta con grano italiano e implementare un sistema di tracciabilità basato su tecnologie blockchain. Al contempo, per sostenere la necessità di richiedere urgentemente un'indagine anti dumping alla Commissione europea per verificare se i prezzi e i volumi di grano duro importati dalla Turchia siano in contrasto con le regole dell'unione doganale e se gli sbarchi di grano nel periodo luglio-agosto in Puglia siano stati assoggettati alle previste prescrizioni sui dazi”.
“Con troppa timidezza il Parlamento è intervenuto per tentare di ridurre le giocate e le sue conseguenze di carattere sanitario, sociale e criminale. Anzi con la delega fiscale la destra e il governo hanno fatto una scelta di segno diverso”.
Così Stefano Vaccari, deputato Pd e segretario di Presidenza della Camera, presiedendo oggi a Roma l'incontro per la presentazione del libro nero sulla crescita impetuosa del gioco d’azzardo in Italia, a cura della Federconsumatori e della Cgil, in collaborazione con la Fondazione Isscon, al quale hanno partecipato i deputati Grimaldi e Quartini.
“Lo Stato - ha aggiunto - attraverso il gioco d'azzardo fa cassa. Una contraddizione morale e civile che andrebbe di contro diminuita visto che parliamo di 136 miliardi di euro solo nel 2022, ovvero quattro manovre finanziarie se rapportate alla legge di bilancio del 2023. Per questo oggi che abbiamo accesso ai dati in virtù di un mio emendamento approvato nella delega fiscale è tempo di varare una legge organica di riordino del sistema dei giochi con misure più cogenti che intervengano sul riciclaggio dei capitali da parte delle organizzazioni criminali e mafiose, sul divieto assoluto di gioco per i minori, sulle patologie che colpiscono oramai milioni di cittadini. Per fare questo occorre chiedere che da subito venga prodotto dallo Stato un bilancio sociale del sistema dell’azzardo nel nostro Paese per misurare l’impatto sociale, sanitario, economico ben più grande delle entrate per l’erario. Attraverso la campagna ‘Mettiamoci in gioco’ - ha concluso - continueremo a sostenere le ragioni di una svolta su questo fronte”.
"Sarebbe da chiedersi se quell'Enrico Zanetti, che da consigliere economico di Giancarlo Giorgetti non perde occasione di demonizzare il Superbonus, sia lo stesso che ha elaborato il recente studio della Fondazione Commercialisti italiani dove viene certificato che il 110 per cento, generando un incremento di Pil superiore a 90 miliardo di euro a fronte di 60 miliardi di spesa pubblica, abbia avuto un impatto positivo sulle finanze dello Stato. Se abbiamo sbagliato chiediamo scusa, in ogni caso consigliamo al Ministro dell'Economia di cercarsi come collaboratore anche un buon farmacista per il suo mal di pancia": è quanto dichiarano Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Ambiente e Bilancio di Montecitorio.
“L’incontro di oggi ha un valore molto importante perché mira a far si che emerga una proposta di riforma unitaria della governance della Rai da parte di tutte le opposizioni che siedono insieme al tavolo, proposta che sia aperta successivamente alla discussione con la maggioranza.
Dopo circa 8 anni la legge sulla Rai si dimostra che nn funziona e va cambiata per garantire a tutti gli effetti il pluralismo dell’informazione . Ed è proprio dal concetto di pluralismo dell’informazione che dobbiamo ripartire. Per questo crediamo fermamente che la governance della Rai debba stare in capo al Parlamento e non Governo”. Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai, intervenendo alla tavola rotonda sulla Rai nel corso della festa dell’Unità a Ravenna.
“Bisogna lavorare sulla qualità dell’informazione - ha spiegato Graziano - motivo per il quale il Pd lavora ad una proposta di riforma che sia quella più vicina al modello inglese offrendo a tutti, unendo per prima l’opposizione con una proposta unitaria ma aperta alla maggioranza per discutere insieme una nuova legge”.
“Non a caso anche l’Europa sostiene che bisogna cambiare la legge e avere più equilibrio nell’informazione.
Una fondazione fatta di persone autorevoli nel campo dell’informazione che nomina un cda, un presidente e amministratore delegato che governano l’azienda sulla base del pluralismo e della qualità dell’informazione”, ha concluso il capogruppo dem.
"La nostra proposta di legge, redatta confrontandoci con le associazioni agricole ed ambientaliste, rappresenta una sintesi virtuosa capace per la prima volta di coniugare la salvaguardia del lupo e le aziende agricole colpite dagli attacchi dei predatori”. Lo dichiarano i due firmatari del provvedimento Marco Simiani e Stefano Vaccari, rispettivamente capigruppo Pd in Commissione Ambiente ed Agricoltura della Camera dei Deputati, presentato presso il Palazzo della Provincia di Grosseto.
“Il provvedimento si compone infatti di tre interventi distinti. Il primo prevede la predisposizione di un piano di cattura e gestione, finalizzato alla sterilizzazione degli ibridi lupo-cane e dei cani randagi per contrastare e prevenire con efficacia la proliferazione di canidi. La maggior parte degli attacchi è infatti causato da ibridi o cani selvatici: limitare quindi i processi di ibridazione non solo ridurrà i danni ma salvaguarda la purezza della specie del lupo. Il secondo intervento predispone la creazione di un fondo statale con risorse adeguate al fine di garantire risarcimenti equi ed immediati per i danni diretti e indiretti subiti dalle imprese. Il terzo intervento consente l’istituzione di un ulteriore fondo finalizzato alla prevenzione degli attacchi dei predatori; tra le misure previste rientrano anche le attività di monitoraggio, custodia, guardiania, recinzioni, assistenza tecnica, formazione e buona gestione dei greggi finalizzate ad evitare le predazioni nei territori dove sono particolarmente presenti i predatori”.
“Il nostro obiettivo è quello di chiedere alla maggioranza la calendarizzazione del provvedimento in Commissione a Montecitorio entro ottobre, provando al tempo stesso di conseguire una sua approvazione trasformandolo in appositi emendamenti alla Legge di Bilancio o ad altri disegni di legge compatibili per materia che verranno esaminati dalle commissioni agricoltura e ambiente. Ci auguriamo che governo e maggioranza condividano i contenuti di questo provvedimento e la sua approvazione”, concludono i dem.
"Definito il ddl per disciplinare la figura del manager in Health, safety e environment, denominato HSE. Ritengo sia una figura strategica a tutela dell'organizzazione aziendale e imprenditoriale, volta a gestire in via anticipata i rischi per i lavoratori a salvaguardia della salute e sicurezza sul lavoro e dell'ambiente. Si tratta di un ruolo già normato all'estero, al quale sono affidati ruoli e funzioni di rilevante importanza per la tutela della patrimonialità aziendale, dalla redazione e dall'aggiornamento della documentazione del d.lgs. 81/08, passando per la gestione dei sistemi di sicurezza e di tutela ambientale o di prevenzione 231/01, dall'interlocuzione con le autorità competenti e con gli enti certificatori allo studio e alla realizzazione degli adeguamenti conseguenti alla promulgazione di nuove leggi e norme, sino alla raccolta ed elaborazione dei dati relativi al monitoraggio ambientale (scarichi, rifiuti, emissioni, risorse energetiche, etc.). Il ddl è stato progettato con l'ausilio giudico del prof. Alessandro Parrotta e di quello tecnico-operativo dell'Ing. Rossella Parrotta, senior manager con esperienza nel settore in diverse multinazionali". Così Nicola Carè, deputato del Pd eletto all'estero.
"Nel decreto Omnibus sulle delocalizzazioni ci sono solo pannicelli caldi. Le norme riguardano infatti esclusivamente i trasferimenti nei Paesi extra Ue e le imprese di grandi dimensioni: si tratta di deterrenti che non possono garantire il recupero delle risorse statali in tempi certi. Non vi sono soprattutto provvedimenti per promuovere la reindustrializzazione dei siti produttivi dismessi e per riqualificare i lavoratori coinvolti": è quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd in Commissione Lavoro della Camera e primo firmatario di una proposta di legge contro le delocalizzazioni unilaterali delle aziende.
"Quello che proponiamo da mesi riguarda norme realmente disincentivanti, come la non possibilità per le aziende che delocalizzano di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni, fino a che non hanno completamente restituito gli incentivi pubblici ricevuti. Al tempo stesso proponiamo di aumentare gli attuali finanziamenti disponibili a favore delle imprese in forma di società cooperativa, costituite da lavoratori provenienti da aziende in liquidazione, specificando che tali risorse vadano anche ai progetti presentati da cooperative di dipendenti di società che delocalizzano. Così facendo si potrà facilitare, anche con il sostegno pubblico, la riconversione di stabilimenti produttivi altrimenti destinati alla chiusura. Ci auguriamo che la destra accolga gli emendamenti che proporremo in fase di conversione del decreto": conclude Emiliano Fossi.
“Lo scorrimento delle graduatorie è il metodo più veloce e più pratico per favorire il ricambio generazionale e agevolare le pubbliche amministrazioni ad ogni livello”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a proposito dell’accoglimento, come raccomandazione al governo, di un ordine del giorno di cui è firmatario - insieme con Andrea Casu - con cui si invita il governo a valutare l’opportunità di individuare opportune soluzioni, anche di carattere normativo, per consentire alle regioni (a Statuto ordinario e a Statuto Speciale) “di attingere, tramite scorrimento, alle graduatorie esistenti per categorie C e D, per il potenziamento degli uffici regionali e delle strutture periferiche, nonché ai comuni di stipulare accordi con le regioni per l'utilizzo delle medesime graduatorie per il potenziamento dei propri uffici”.