Lunedì 15 dicembre nell’Aula dei Gruppi, Via di Campo Marzio n.78, alle ore 9,30 conferenza sulla Governance Spazio.
Lo spazio non è più soltanto un ambiente da esplorare, ma è diventato un dominio strategico, con implicazioni fondamentali per la difesa e la sicurezza. Le tensioni internazionali, così presenti sulla Terra, rischiano di trasferirsi nello Spazio.
L’intasamento delle orbite spaziali determinato dal crescente numero di satelliti, circa 11.000, e dalla quantità di detriti, circa 40.000 di dimensione superiore a 10 cm e milioni di dimensione inferiore, che viaggiano a velocità che possono toccare i 28.000 km/h con rischi rilevanti per i prossimi voli spaziali, richiede nuove regolazioni concordate a livello internazionale.
Entro il prossimo decennio si prevedono da 80 a 100 nuove missioni lunari, ma non abbiamo regole condivise sulla cooperazione o per lo meno sulla competizione non aggressiva per l’utilizzazione delle risorse spaziali.
I cambiamenti richiedono una nuova visione, nuove regolazioni e un approccio aggiornato ai temi che oggi definiscono il panorama geopolitico globale.
Se ne discuterà con alcuni dei maggiori esperti alla Camera lunedì 15 dicembre, dalle ore 9.30 alle ore 12.30, presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari.
“La maggioranza va in confusione in commissione Attività produttive alla Camera sugli emendamenti delle opposizioni sulla filiera moda che mirano a cancellare lo scudo penale introdotto in Senato al disegno di legge sulle PMI che ‘assolve’ i committenti da qualsiasi responsabilità rispetto a quello che accade nella filiera produttiva delle aziende della moda. La destra, dinnanzi alla nostra opposizione e alle nostre richieste di modifica del provvedimento, si è detta oggi disponibile ad approvare un ordine del giorno che favorisca future modifiche, ma non a modificare il testo per una questione di tempi ristretti. Prendiamo atto del mezzo dietro front della maggioranza, ma la destra ha perso credibilità per proporre all’ultimo minuto un odg, ribadiamo che se c’è la volontà, c’è tutto il tempo per modificare il Ddl alla Camera e di approvarlo poi definitivamente al Senato entro l’anno. La destra si faccia un esame di coscienza e depenni questo vero e proprio colpo di spugna, che ha l’unico effetto di penalizzare le imprese artigiane più serie della filiera e favorire chi sfrutta i lavoratori, compresi caporali e organizzazioni criminali. Lo sfruttamento non può e non deve essere legalizzato, a maggior ragione in un settore di alta qualità come la moda”.
Così i deputati democratici Christian Di Sanzo (componente della commissione Attività produttive) e Arturo Scotto (capogruppo dem in commissione Lavoro).
“Il governo continua a riempirsi la bocca di slogan sulla sicurezza, ma di interventi concreti non c’è traccia”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile nazionale Sicurezza del Partito Democratico il quale, intervistato sui social dei deputati dem, definisce le parole della presidente Meloni e del ministro dell’Interno Piantedosi come "propaganda, propaganda e ancora propaganda”.
Mauri sottolinea che l’esecutivo in questi anni “ha sostanzialmente solo aumentato reati e pene ma non ha varato provvedimenti strutturali utili per le forze dell’ordine. Anzi, per gli agenti che si caricano il peso di garantire la sicurezza di tutti in condizioni difficili sul territorio, hanno previsto addirittura un aumento dell'età pensionabile”. Nella legge di bilancio, insiste, “non c’è un euro per aumenti di stipendio, non c’è un piano di rafforzamento straordinario degli organici, non c’è nulla per la previdenza dedicata o per il contratto della dirigenza. Tutte cose promesse e richieste con forza dai sindacati”. L’esponente Pd ricorda l’incontro avvenuto qualche giorno fa al Viminale: “sono stati convocati i sindacati, che hanno dichiarato pubblicamente di essere usciti assolutamente insoddisfatti. Hanno ascoltato parole vuote, senza un solo impegno concreto sulla legge di bilancio. Tante dichiarazioni, ma quando bisogna intervenire davvero, il governo sparisce”.
Secondo Mauri, senza misure reali il comparto sicurezza “rischia di indebolirsi sempre di più”. Il problema degli organici è emblematico: “Non solo sono ampiamente sotto la soglia prevista, ma stanno addirittura diminuendo. È esattamente ciò che sta accadendo alla Polizia di Stato: nel 2024 gli operatori erano meno del 2023, e nel 2023 erano meno del 2022”. Un trend che, avverte, “rende sempre più difficile il presidio del territorio e peggiore le condizioni di lavoro dei professionisti della sicurezza". "Il ministro dell’Interno prova a dire il contrario via social - conclude Mauri - ma purtroppo la realtà è questa”.
“Ho inviato alla ministra Calderone una lettera formale per chiedere, ancora una volta, di intervenire su una delle ingiustizie più pesanti che gravano su centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori: la vicenda dei silenti Enasarco. Persone che per anni hanno versato contributi obbligatori e oggi si ritrovano senza pensione perché non hanno raggiunto i vent’anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione”. Lo dichiara Marco Furfaro, deputato Pd in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale del Pd.
“Più di un anno fa la Camera ha approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che impegnava il Governo a risolvere questo problema. Da allora, silenzio assoluto: nessun confronto, nessun percorso normativo, nessuna risposta. È un fatto grave, che mina la fiducia nel sistema previdenziale e lascia senza prospettiva chi ha fatto la propria parte. Per questo ho sollecitato e chiesto alla ministra un incontro, nonché di aprire subito un tavolo con Enasarco e le rappresentanze dei silenti, definire una soluzione normativa e prevedere risorse per risolvere la questione. Non è più il tempo dei rinvii: qui è in gioco una questione di giustizia sociale e di rispetto verso le persone”
“Il governo Meloni continua a vendere fumo. La verità è che i centri in Albania, ad oggi, sono illegali e pertanto vanno chiusi subito. I toni trionfalistici della Presidente Meloni sono del tutto fuori luogo. L’intesa raggiunta in Consiglio UE riguarda la posizione dei governi sulla proposta della Commissione: il Parlamento europeo non si è ancora espresso e il testo può ancora essere modificato. Nessuna nuova norma è operativa, e nulla legittima il protocollo con Tirana”. Lo dichiara Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione affari europei
“Anzi: l'inserimento di una previsione specifica sui return hubs conferma che il protocollo Albania siglato dal governo è incompatibile con il diritto europeo attualmente in vigore. E continuerà a esserlo finché non sarà approvato il regolamento definitivo. Inoltre, anche in futuro, aggiunge il dem, ogni accordo con Paesi terzi dovrà essere notificato preventivamente alla Commissione e ottenere un via libera formale prima di entrare in vigore: cosa che non è avvenuta per l’intesa Meloni–Rama. C’è di più: il progetto del Governo pare non rientrare neppure nelle finalità della nuova proposta europea, ribadisce De Luca, perché i centri in Albania non sono né destinazioni finali né hub di rimpatrio verso Paesi di origine. I rimpatri continuerebbero comunque a partire dall’Italia, creando un’ulteriore evidente incompatibilità. Insomma, la proposta della Commissione rappresenta una pericolosa deriva: meno tutele per i diritti umani, nessuna redistribuzione o solidarietà tra Stati, nessuna missione di salvataggio europea e zero risorse aggiuntive. Tanto rumore per nulla insomma.
L’unica certezza è chiara: i centri in Albania esistenti sono illegali. Tenerli aperti significa sprecare denaro pubblico e produrre un enorme danno erariale, oltre a esporre l’Italia a pesanti criticità sul rispetto dei diritti umani tutelati dalla nostra Costituzione. Meloni smetta di raccontare favole e inizi a rispettare le regole chiudendo immediatamente i centri”
Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.
“Questo decreto non rafforza l’economia, non supporta gli enti locali, non tutela i giovani, non rilancia gli investimenti. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico esprimerà convintamente un voto contrario, perché l’Italia merita una politica economica che guardi avanti e non misure casuali per sopravvivere un giorno di più o di meno”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio durante le dichiarazioni di voto finale al Dl Economia.
“Questo provvedimento – ha proseguito l’esponente dem - è l’ennesima dimostrazione di ciò che questo esecutivo intende per politica economica: una sorta di collage di norme disorganiche e un mosaico confuso, che non affronta le debolezze del Paese e non offre prospettiva. Il governo Meloni resta assolutamente inerte, a partire dai dazi imposti dal vostro carissimo e decantato amico d'oltreoceano, al calo della competitività europea e alla stagnazione della crescita. Avevamo già contestato in commissione la mancanza di una visione e la bocciatura di emendamenti con motivazioni piuttosto fragili, spesso puramente politiche, poiché il decreto presenta misure scollegate che disperdono risorse e tempo”.
“Il decreto – ha concluso Pagano - penalizza il Mezzogiorno, cui mancano ancora 3,7 miliardi di euro del Fondo perequativo infrastrutturale, e i Comuni con l’irrigidimento delle scadenze del Piano complementare al PNRR, ignorando che molti ritardi dipendono dallo Stato. Gli emendamenti PD per proroghe ai progetti già avviati sono stati respinti senza motivo. La nostra proposta sul Fondo prima casa per impedire polizze assicurative aggiuntive ai giovani è stata respinta, definendo la scelta un favore alla rendita bancaria. La gestione delle risorse per Milano-Cortina, con straordinari negati alla città che ospita la cerimonia inaugurale e la norma sulla cooperazione di polizia finanziata con venti milioni di euro sottratti alla riforma della polizia locale e destinati a iniziative non note, è una sorta di delega in bianco, inaccettabile e irresponsabile”.
Forattini (Pd) presenta interrogazione al Governo su prezzo del latte
“La crisi del latte è ormai evidente: crollo delle quotazioni, disdette contrattuali, latte libero senza collocazione e un rischio concreto di arrivare a razionamenti nei primi mesi del 2026. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione al ministro Lollobrigida, chiedendo quali iniziative urgenti intenda mettere in campo per sostenere l’intera filiera lattiero-casearia”. Così Antonella Forattini, Capogruppo PD nella Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. “Forse il Governo non si rende conto della gravità della situazione. Nei giorni scorsi avevamo infatti presentato anche un ordine del giorno – accolto dall’esecutivo con riformulazione – che impegnava a intervenire in modo strutturale per alleggerire il mercato. Ma l’accoglimento ‘compatibilmente con le risorse di bilancio’ non basta e lo vediamo sul nuovo accordo sul prezzo del latte: il settore è sotto pressione oggi, e il prezzo concordato ieri (54 centesimi da gennaio, 53 a febbraio e 52 a marzo) può tamponare nell’immediato, ma non affronta le cause profonde della crisi. La sovrapproduzione, la forte volatilità del latte spot, le disdette che mettono a rischio fino a 7 mila quintali al giorno, e un mercato internazionale destabilizzato dalla crescita delle produzioni in Stati Uniti, Nuova Zelanda e Nord Europa impongono risposte vere e rapide. Serve una governance della produzione, la tutela dei contratti e un monitoraggio serio degli indicatori di mercato. Gli allevatori non possono essere lasciati soli di fronte a oscillazioni che mettono in discussione la sostenibilità economica delle stalle e la competitività dell’industria di trasformazione, dal Grana Padano al burro. Per questo chiediamo al Governo di attivare immediatamente misure nazionali ed europee: strumenti di gestione dell’offerta, sostegni mirati all’internazionalizzazione, promozione dei consumi e una definizione trasparente e certificata dei costi di produzione. Ogni ritardo avrà conseguenze pesantissime sull’intero sistema lattiero-caseario italiano. Ora servono responsabilità, serietà e interventi immediati.”
“Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, annuncia, per competenza, il parere negativo del suo dicastero all'emendamento del senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, Claudio Lotito, finalizzato a reintrodurre la pubblicità, almeno ‘indiretta’, delle società di scommesse. È una buona notizia che verificheremo al momento dell'esame del provvedimento.
Di fronte a questa decisione ci permettiamo di chiedere al ministro due cose. La prima è legata allo stesso argomento. Il divieto di pubblicità esiste già ma alcune società sportive, tra queste l'Inter, utilizzano un cosiddetto main sport, con il nome evidente della società di betting, per aggirare l'ostacolo e veicolare il messaggio legato al gioco d'azzardo. Dal ministro ci aspettiamo che arrivi un definitivo chiarimento sulla norma per eliminare qualche furbizia di troppo. In secondo luogo chiediamo al ministro Schillaci di ripristinare l'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. La sua cancellazione è stato un gravissimo errore ed ancora di più il suo accorpamento, con la metà delle risorse, a quello sulle dipendenze in generale. Perché gioco d'azzardo, ludopatia, attività criminale collegata si contrastano con fatti e non solo con gli annunci ma cambiando l'approccio e riducendo l’offerta di gioco anche per tutelare quelle imprese del settore che operano nella legalità e con responsabilità”.
Così il deputato dem e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sul gioco d’azzardo.
“Un incontro deludente, che conferma tutta la distanza tra le promesse del governo e la realtà vissuta ogni giorno da chi indossa una divisa”. Così Matteo Mauri, responsabile nazionale Sicurezza del Partito Democratico, commenta il confronto tra l’esecutivo e i sindacati del comparto Difesa e Sicurezza, segnato – sottolinea – da “prese di posizione durissime da parte delle organizzazioni sindacali, che non possono più accettare rinvii, sottovalutazioni e scelte sbagliate”.
“Nella legge di bilancio – sottolinea l’esponente dem - non c’è nulla per il comparto sicurezza, nonostante gli impegni assunti dal governo negli ultimi mesi e le criticità denunciate da tempo dagli operatori. È gravissimo che a fronte di organici insufficienti, previdenze dedicate mai partite e turni massacranti, il governo non trovi una sola misura strutturale. I sindacati lo hanno detto con grande chiarezza: le risposte non ci sono. A questo si aggiunge la beffa, del tutto inaccettabile, dell’aumento dell’età pensionabile, definita dalle rappresentanze dei lavoratori impossibile da tollerare per un settore che richiede efficienza fisica e turni usuranti. Un segnale gravissimo che dimostra quanto poco il governo conosca la realtà quotidiana di chi lavora in strada”.
“Inoltre – conclude Mauri – c’è la denuncia, avanzata da più organizzazioni, dell’assenza di risorse per la previdenza dedicata e dell’assenza di finanziamenti per la dirigenza. Il governo è molto bravo con le dichiarazioni, con le pacche sulle spalle e con i riconoscimenti a parole ma quando si tratta di passare ai fatti non c’è nulla. Le donne e gli uomini della sicurezza meritano risposte vere, non proclami. E il Pd continuerà a battersi con forza, al fianco di chi ogni giorno garantisce sicurezza nel Paese”.
Bocciato ordine del giorno sottoscritto da tutti i deputati del Pd, del M5S e di Avs
“Ogni giorno milioni di cittadini continuano a subire il telemarketing selvaggio, ma la destra preferisce ignorare il problema. In Aula abbiamo chiesto una riforma seria, concreta, capace di colpire davvero un sistema fatto di abusi, truffe e violazioni della privacy. La maggioranza ha invece bocciato il nostro ordine del giorno, lasciando il ddl Concorrenza una scatola vuota e rinunciando a tutelare le persone, soprattutto fragili ed anziani”. Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani.
“Dal 19 novembre - conclude Simiani - è stata attivata una stretta dell’Agcom che blocca alcune chiamate. Si tratta di un primo strumento ma ad oggi non sufficiente per scoraggiare i call center che stanno aggirando i divieti. Servono norme strutturali: deve essere obbligatorio, nei display del telefono dei cittadini, l'immediato riconoscimento di una chiamata di natura commerciale non richiesta. Soltanto così potremo risolvere definitivamente il problema. Il governo Meloni ha perso l’ennesima occasione per proteggere i consumatori e ripulire un settore infestato da pratiche scorrette. Continueremo a batterci perché chi telefona per vendere o truffare sia finalmente regolato da regole chiare, controlli veri e sanzioni efficaci”.
«Quello che è avvenuto ieri al Consiglio dell’Unione Europea va spiegato bene, perché non coincide affatto con la narrazione trionfalistica del ministro Piantedosi.
Il Consiglio UE ha approvato due proposte: una definizione aggiornata di ‘Paese terzo sicuro’ e una lista europea di ‘Paesi di origine sicuri’. Lo ha fatto con il voto contrario di Francia, Spagna, Grecia e Portogallo, cioè quattro dei Paesi più esposti ai flussi migratori. E il testo approvato non è definitivo: si apre ora il negoziato con il Parlamento europeo.
In nessun passaggio l’Europa ha sdoganato, autorizzato o richiamato l’accordo Italia–Albania. Lo ha ricordato oggi anche Monsignor Perego, presidente della Commissione CEI per le migrazioni, definendo i centri in Albania “costosi, scandalosi e finora inutilizzati”. Le sue parole confermano che non c’è alcuna base giuridica per considerare l’intesa un modello europeo. La propaganda non può sostituire le norme.
Inoltre, la lista europea dei Paesi sicuri non conferma quella italiana: la restringe. La CEI ha parlato di un elenco “più che dimezzato” rispetto alle scelte del governo. E resta fermo un principio fondamentale: il diritto d’asilo riguarda sempre la persona e la sua situazione concreta, non la semplice provenienza da un Paese inserito in un elenco.
Il ministro parla di ‘svolta voluta dall’Italia’, ma i fatti dicono altro: l’UE non ha adottato il modello Meloni–Piantedosi, non ha avallato i centri in Albania, non ha modificato il Patto Asilo e Migrazione, e non ha cancellato la valutazione individuale delle domande.
Siamo di fronte all’ennesima operazione propagandistica del governo, che usa il tema della migrazione per rivendicare successi inesistenti invece di cercare soluzioni serie e condivise». Lo dichiara il deputato del Pd, Silvio Lai.
OGGI ORE 16 SALA STAMPA MONTECITORIO CONFERENZA STAMPA PDL DIVIETO MACELLAZIONE CAVALLI E IMPORTAZIONE PMSG
Verrà presentata oggi alle ore 16 presso la sala stampa della Camera dei Deputati la proposta di legge a prima firma Eleonora Evi del Pd, cofirmatarie le deputate del Pd, Patrizia Prestipino e Debora Serracchiani, per definire il cavallo animale d’affezione e per il divieto dell’importazione di PMSG.
“Insieme ad Animal Equality, presentiamo alla Camera dei Deputati una proposta di legge che potrebbe cambiare il destino di tanti animali: il divieto di macellazione dei cavalli e degli altri equidi in Italia.
Questi animali sono infatti considerati da moltissime persone come compagni di vita, e non c’è più alcuna giustificazione per permettere che finiscano nei macelli.
Con Animal Equality abbiamo mostrato immagini raccolte in una recente investigazione in un macello dell’Emilia Romagna: cavalli sottoposti a maltrattamenti, stordimenti ripetuti e sofferenze estreme.
È una realtà che non può essere ignorata.
La nostra proposta prevede protezioni concrete e un percorso di riconversione degli allevamenti, perché questo cambiamento è possibile.
Inoltre la pdl prevede il divieto di importazione di PMSG, un ormone estratto dal sangue dalle giumente gravide, che vengono quasi dissanguate, per favorire la produzione negli allevamenti intensivi in Europa ed in Italia. Una pratica terribile e ingiustificata, considerate le alternative sintetiche esistenti”. Lo dichiara la deputata del Pd, Eleonora Evi che interverrà in conferenza stampa con Francesca Flati, rappresentante di Animal Equity.
Solo 10 giorni fa Musk aveva condiviso un tweet per dire che “etichettare falsamente persone non violente come “fasciste” o “naziste” dovrebbe essere considerato incitamento all’omicidio” oggi completa l’opera definendo l’Europa, nata per difendere la pace, come praticamente il “quarto Reich” e associando la nostra bandiera comune a quella del Nazismo. Per chi avesse ancora dubbi in merito usando le sue stesse parole, la sua stessa comunicazione, sta praticamente incitando i suoi follower a uccidere l’Europa. Almeno così getta definitivamente la maschera sul motivo per cui sostiene apertamente i movimenti della destra illiberale e nazionalista che lavorano per impedire all’Europa di diventare più unita, forte e solidale e renderci più soli e più deboli, totalmente dipendenti tecnologicamente e incapaci di difendere e proteggere il nostro futuro. Non possiamo permetterglielo.
Dichiara in una nota il deputato del Partito democratico Andrea Casu, condividendo sui social due post di Elon Musk datati oggi e 27 novembre 2025.
"Insieme alle colleghe Bakkali, Ferrari e Ghio e ai colleghi Berruto e Orlando, durante la nostra missione in Cisgiordania abbiamo incontrato il figlio di Marwan Barghouti, Arab, che ci ha affidato un appello chiaro e inequivocabile rivolto al popolo italiano: fate pressione per la liberazione di Marwan, il più popolare leader politico palestinese. Fate pressione perché siano i palestinesi i protagonisti della loro storia e non soluzioni imposte dall'esterno.
In queste ore sta crescendo a livello internazionale l'appello per la liberazione di Marwan Barghouti, il Mandela palestinese, detenuto da 24 anni nelle carceri israeliane dopo un processo che i maggiori esperti di diritto definiscono "viziato". Hanno aderito artisti del calibro di Sting, Annie Lennox e Brian Eno, scrittrici come Margaret Atwood, attori come Ian McKellen.
Marwan Barghouti è l'unico in grado di unificare le diverse anime della Palestina in una prospettiva di pace e lo ha già dimostrato. Ha sempre creduto nella soluzione a due stati e nella possibile convivenza pacifica tra Israele e Palestina.
Bisogna scegliere, ha detto Arab, da che parte stare: dalla parte di Ben-Gvir e dei coloni o dalla parte di Marwan Barghouti. Noi non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte di Barghouti e sosteniamo la campagna "Free Barghouti, free Palestine". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Plauso all’approvazione della Legge Ricciardi: un passo avanti per gli italiani all’estero. Benefici immediati anche per i milioni di siciliani residenti nel mondo” così il deputato democratico, segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo, firmatario del progetto di legge, che ha aggiunto “Esprimiamo piena soddisfazione per l’approvazione all’unanimità alla Camera della Legge Ricciardi, ora in attesa del via libera definitivo da parte del Senato. Una riforma attesa da anni, che introduce misure concrete di alleggerimento fiscale per gli italiani residenti all’estero, recependo e confermando le proposte avanzate dal Partito Democratico in materia di IMU e TARI. Si tratta di un intervento che offre finalmente risposte concrete a chi vive all’estero ma mantiene un legame affettivo, familiare e patrimoniale con il proprio territorio d’origine. Una condizione molto diffusa in Sicilia che avrà pertanto ricadute positive e immediate anche per i tantissimi siciliani residenti nel mondo, spesso penalizzati da un carico fiscale non proporzionato all’effettivo utilizzo degli immobili”.