SALARIO MEDIO UNDER 35 DI 850 EURO, COME SI PROGRAMMA FUTURO?
"Abbiamo assistito a uno scontro politico vero, che ha visto finalmente in campo un'operazione di verità. Sono emerse con forza e con chiarezza due idee differenti di Paese, due idee legittime, ma differenti. Qualcuno ritiene che avere portato la destra ad affrontare finalmente un tema serio, e non le sole operazioni di propaganda cui siamo abituati in questi mesi, aver portato la destra ad affrontare questa discussione, sia già una grande vittoria politica, e, in parte, è vero. Ma per noi, per il Partito Democratico, il tema è molto più grande. Il tema è, innanzitutto, risolvere e migliorare le condizioni di vita di oltre 3 milioni di italiani, che non sono bandierine, come qualcuno da destra ha detto stamattina, ma lavoratori, spesso sfruttati; sono persone che hanno difficoltà ad affrontare il presente e immaginare un futuro; lavoratori che, però, come abbiamo detto, sono poveri. Voi avete scelto di non vederli, di classificarli come invisibili". Lo ha detto il deputato e membro della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino, nel suo intervento alla Camera nel corso della discussione generale sulla proposta di legge per il salario minimo.
"Noi, come Partito Democratico, il primo giorno di questa legislatura, abbiamo presentato una proposta di legge sul salario minimo, provando a dar loro una voce. E oggi siamo qui, con un lavoro e una proposta unitaria di tutte le opposizioni. Un lavoro - ha spiegato l'esponente dem - contro il quale la maggioranza si è scagliata, prima dicendo che salario minimo non serviva, poi definendolo una misura assistenzialista; successivamente, è stato presentato un emendamento soppressivo di tutta la nostra proposta di legge (quell'emendamento non è stato mai ritirato), poi ci si è avventurati con questa strampalata storia dell'Unione Sovietica, salvo poi scoprire che il salario minimo esiste nei principali Paesi europei; infine, vi presentate qui, oggi, ribadendo la vostra contrarietà. Ma, nonostante la vostra contrarietà, non potete eludere la questione. Una questione che esiste, perchè il lavoro povero, in questo Paese, esiste, e voi, su questo, fino ad ora, non avete fatto nulla. Non ci si rende conto che al Sud il 25 per cento dei lavoratori, com'è emerso nelle anticipazioni del rapporto Svimez, guadagna meno di 9 euro l'ora, che, in Italia, il salario medio di un under 35 è di 850 euro al mese. Come può un ragazzo, con 850 euro al mese, pensare di programmare il futuro e di organizzare il presente? È impossibile. In pochi mesi, sono diminuite le risorse per combattere la povertà, sono aumentati i voucher, sono aumentati i contratti a termine e, quindi, anche la precarietà - ha ricordato Sarracino - e non si ha uno straccio di proposta sulla vera emergenza del Paese: quella salariale. Parlate di salario ricco. E come lo fate? Come si fa? Con il taglio del cuneo fiscale, che, fra qualche mese, sparirà? Per noi il momento di di affrontare questo tema non è domani, non è settembre, ma oggi".
“Ogni evento calamitoso si porta dietro un’alluvione di parole, di piani, di commissari, di programmi. Sempre più spesso, purtroppo. Il ministro Musumeci ha ben rispettato questa tradizione con un intervento che si può definire ‘Fiumi di parole’, per ricordare una bella canzone di qualche anno fa. Purtroppo, però, i fiumi veri che esondano non si fermano con le parole. La fragilità italiana si affronta spendendo i tanti soldi non spesi applicando le procedure accelerate che esistono ma non sono applicate perché non ci sono le necessarie competenze nei Comuni, nelle Province e nelle Autorità di distretto: geologi, ingegneri idraulici, geografi. Competenze che oggi si contano con il lumicino”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Servono unità operative decentrate - continua l’ex Sottosegretario all’Ambiente - che agiscano per la prevenzione e l’adattamento in modo ordinario e non in concomitanza con gli eventi. Purtroppo il sistema degli enti locali italiani è estremamente frammentato e non può reggere la potenza degli eventi naturali. Se questo Paese vuole sopravvivere nel confronto implacabile con la natura, occorre accorpare comuni, province e regioni. E si deve iniziare a farlo nelle politiche sul dissesto idrogeologico. Ma la politica preferisce ancora ‘Fiumi di parole’ che travolgono tutto”.
"Oggi in discussione generale e con votazioni mercoledì 2 agosto la Camera dei Deputati sarà chiamata a pronunciarsi sulla Mozione a mia prima firma sulle motivazioni della sentenza di primo grado del cosiddetto processo ai mandanti della strage dell 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna. Una sentenza di grande valore che mette in rilievo il ruolo della loggia massonica P2 e di settori deviati dei servizi segreti nel finanziamento e nell’organizzazione della strage e nelle azioni di despitaggio.
Nella Mozione chiediamo al Governo, fermo restando il diritto sancito dalla Costituzione alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva e al pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, di adottare tutte le iniziative volte a garantire, per quanto di competenza, lo svolgimento sereno e senza interferenze dei processi, ancora non conclusi, riguardanti la stagione stragista che ha insanguinato l'Italia e ha visto collaborare insieme neofascisti, logge massoniche segrete ed agenti infedeli degli apparati di sicurezza.
Chiediamo inoltre che il Governo ponga in essere tutte le iniziative opportune affinché prosegua proficuamente, in collaborazione fattiva e trasparente con i rappresentati delle associazioni, l'attività di desecretazione degli atti delle stragi che hanno segnato la storia recente del nostro Paese, superando le criticità riscontrate in passato, anche attraverso una semplificazione normativa, il finanziamento degli interventi necessari per consentire la gestione, la ricerca e la consultazione corretta ed efficace dei documenti digilizzati".
Così Andrea De Maria, deputato PD
"Un giornalista sotto scorta per le minacce della mafia sarebbe "incompatibile con il servizio pubblico". Mentre è evidentemente compatibile celebrare il lutto nazionale per un esponente politico che ha pagato Cosa Nostra, attaccare chi come Don Ciotti è in prima linea contro le mafie e affidare la vicepresidenza della Commissione Vigilanza Rai a una deputata condannata in via definitiva per peculato. La destra ha una strana concezione della legalità. Solidarietà a Roberto Saviano". Così Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, in un tweet.
"Al Senato si è consumato un passaggio politico che conferma tutti i nostri timori. Il respingimento della mozione del PD sull'autonomia differenziata risponde all'obiettivo incomprensibile della maggioranza di spaccare il Paese. Chiedevamo precisi impegni sui Lep così come un preciso coinvolgimento e protagonismo del Parlamento. Quello che stupisce è la totale accondiscendenza dei cosiddetti "patrioti" rispetto a questo disegno politico. Di fatto provano a tenere insieme tutto e il contrario di tutto, con un preoccupante baratto tra autonomia differenziata e presidenzialismo. Uno scambio che però andrà a discapito delle istituzioni e degli interessi degli italiani, in particolare di quelli che risiedono nei territori più fragili. La nostra battaglia però non si fermerà. Per questo sulla definizione dei Lep presenterò nelle prossime ore una interrogazione parlamentare per chiedere riscontri rispetto all'attività del CLEP, il cui lavoro si apprende esclusivamente da retroscena di stampa e che ci preoccupano molto, visto che riguardano materie delicatissime come la sanità, la protezione civile trasporti, welfare. Un atto di chiarezza che si rende necessario anche alla luce delle dimissioni di quattro autorevolissimi componenti come Giuliano Amato, Alessandro Paino, Franco Bassanini e Franco Gallo e delle argomentazioni messe nero su bianco in una lettera rispetto alla sostenibilità e alle risorse necessarie per i LEP. Il PD sull'autonomia continuerà a battersi contro un disegno di legge che divide il paese e aumenta le disuguaglianze". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
Dichiarazione di Michela Di Biase, deputata Pd
"Apprendiamo dai giornali che il Ministro Nordio avrebbe definito la terna che andrà a comporre il collegio del Garante per i detenuti e le notizie, apprese da Repubblica, lasciano forti perplessità". Lo afferma in una nota la deputata del Pd Michela Di Biase, membro della commissione Giustizia.
"Tre uomini, questo il pacchetto che il governo si accingerebbe a portare in approvazione, senza alcun rispetto per il principio di alternanza di genere - sottolinea la deputata Pd -. Ma davanti ad una scelta inopportuna e politicamente grave sembra emergere anche un profilo di illegittimità. Infatti a presiedere la terna sembra che potrà essere il prof. Felice Maurizio D'Ettore, che è stato deputato di Forza Italia ed oggi milita nel partito di Giorgia Meloni. Un professore dell'Università di Firenze, dunque dipendente pubblico, che sarebbe chiamato a svolgere un ruolo nonostante una incompatibilità chiara, prevista dalle norme che istituiscono l'incarico di Garante. D'Ettore peraltro - conclude Di Biase - è professore di Diritto privato, materia che nulla ha a che vedere con il ruolo del Garante dei detenuti".
"Musumeci insulta milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, sfruttati in assenza di una norma sul salario minimo. Definire 'assistenzialismo' la proposta di fissare un soglia di retribuzione sotto cui non si possa andare dimostra malafede e ignoranza". Lo scrive su Twitter il deputato dem Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico.
“Quadro preoccupante e pericoloso per l’Italia”
“La notizia appena appresa ci lascia senza parole. Consideriamo assolutamente sconvolgente che fino a ieri pomeriggio in Audizione in Parlamento, espressamente sollecitato al riguardo, il Ministro Fitto non abbia detto nulla su questa ipotesi di modifica e perdita di risorse sulla terza rata del Pnrr, continuando a nascondere la realtà al Paese. Nel merito, emerge la verità di un governo incapace, per nulla in grado di attuare nella sua integrità il Piano rispettando gli impegni previsti. Per questo ha deciso di definire una revisione al ribasso della rata rinviando alcuni progetti, con uno slittamento del pagamento di 500 milioni, che rischia però soltanto di aggravare ulteriormente il carico di impegni legati alla quarta rata, che in realtà dovevano essere raggiunti già entro lo scorso 30 giugno. Insomma, il quadro è estremamente preoccupante e pericoloso per il Paese”. Lo dichiara il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue e con delega al Pnrr per la presidenza del Gruppo.
“I dati Svimez fotografano un Mezzogiorno in difficoltà anche sul fronte del lavoro. Tanto che i dati relativi al numero dei dipendenti al Sud vengono definiti a livelli “patologici” se confrontati con il resto del Paese e con il resto d’Europa. Non solo, quel poco lavoro che c’è viene pagato in media meno di 9 euro l’ora. Una vergogna non più sopportabile per un Paese civile che deve fare il possibile per aiutare tutti i suoi cittadini ad avere una vita dignitosa. Per questo, come Pd, continueremo a batterci per una legge sul salario minimo che la destra cerca di bloccare. E anche per la piena attuazione del Pnrr contro cui questa destra ha ingaggiato una sorta di conflitto ideologico. Così come non smettiamo di chiedere la distribuzione immediata alle regioni del Mezzogiorno degli oltre 20 miliardi FSC bloccati da Fitto. Sempre Svimez infatti ci dice che, con un uso prudenziale delle risorse del Piano, l’economia meridionale terrebbe il passo con il resto d’Italia. E allora perché non usarle tutte? Perché buttare al vento un’occasione storica e irripetibile che è quella di dare risposte concrete ai cittadini che stanno pagando un prezzo troppo alto per la totale incapacità di questa maggioranza? Il Governo si concentri su questo anziché perdere tempo con riforme dannose, che aggravano solo i divari e le diseguaglianze, come quella dell’autonomia “spacca - Italia” voluta da Calderoli. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze.
“L’autonomia differenziata spacca il Paese in due e aumenta le disuguaglianze tra Nord e Sud e tra ricchi e poveri. Prima di tutto occorrerebbe definire i livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti Lep, e il fondo di perequazione, poi approvare una legge in Parlamento. Se, invece, questa riforma viene attuata così, le regioni e i comuni del Mezzogiorno non saranno in grado di offrire servizi ai cittadini sulle politiche sociali, la sanità e i trasporti, solo per fare alcuni esempi lampanti”.
Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Vigilanza Rai, a margine dell’iniziativa sull’autonomia differenziata promossa a Napoli dal Partito Democratico.
"L’ipocrisia della destra non ha limiti. In questi giorni in Veneto assistiamo ad un surreale dibattito in cui vediamo il Presidente Luca Zaia e una parte dei sindaci leghisti scoprire l’accoglienza diffusa, proponendo dei protocolli che non stanno in piedi proprio perché il problema risiede nelle scelte nazionali definite dalla stessa Lega a Roma. Quello che sta succedendo è infatti esattamente ciò che temevamo e che avevo già denunciato a maggio con un’interrogazione proprio al ministro dell’Interno: dopo un decreto-bandierina che taglia e restringe l’accesso al sistema di accoglienza, la gestione del fenomeno migratorio viene scaricato tutta sulle amministrazioni locali, con conseguenze e rischi nefasti per le nostre comunità. il Decreto Cutro, come prevedibile, non ha in alcun modo limitato o scoraggiato gli arrivi di migranti in Italia, e in più ha sprecato l’occasione di investire e rafforzare l’attuale sistema di accoglienza, che era già da tempo in sofferenza, andando anche a eliminare la protezione speciale". Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.
"Zaia - aggiunge l'esponente Pd - ha un bel coraggio a parlare di accoglienza diffusa quando le scelte del governo sono destinate a creare delle vere e proprie tendopoli, a pochi chilometri o addirittura dentro le nostre città, dove non è affatto certo che si riescano a garantire gli standard minimi di dignità e rispetto dei diritti umani e rendendo ancora più complesso avviare processi di integrazione, insegnamento della lingua, avvicinamento al territorio e alla regolarizzazione. Che protocolli vuole costruire Zaia se Piantedosi e Salvini continuano ad emanare decreti, come quello 'Cutro', in cui il modello che si vuole realizzare è quello dei maxihub?".
"Le chiacchiere - conclude Scarpa - stanno a zero: il Presidente Zaia dica chiaro e tondo se intende agire con forza col ministro del suo partito perché in Veneto non ci sia nemmeno l’ipotesi di un maxihub. Abbia il coraggio di denunciare la cecità ideologica vergognosa della sua stessa Lega, che se decide di insistere su questa linea si prenderà la responsabilità di creare il caos nelle nostre città, speculando sulla dignità di migliaia di persone e degradando scientificamente la qualità della vita nei nostri territori. Delle parole di circostanza i veneti si sono veramente stufati: vogliamo fatti concreti. Da parte mia, come parlamentare veneta, quelle domande a Piantedosi le ho poste e continuerò a pretendere, nero su bianco, delle garanzie da parte sua e del governo, dato che ad oggi continua a non rispondere e a perseverare in un imbarazzante silenzio".
Dichiarazione di Marco Simiani, capogruppo Pd commissione Ambiente e Anthony Barbagallo capogruppo Pd commissione Trasporti
“Il via libera della Commissione Trasporti di Montecitorio all’istituzione di una nuova Commissione d’inchiesta sulla Moby Prince è un passaggio fondamentale per approfondire i troppi lati oscuri di una strage ancora irrisolta dopo oltre 32 anni”.” è quanto dichiarano Marco Simiani e Anthony Barbagallo, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Ambiente e Trasporti della Camera, sul voto di oggi.
“Il testo approvato recepisce, grazie al lavoro di ascolto svolto dal Partito Democratico, le indicazioni delle associazioni che raccolgono i familiari delle vittime e si pone l’obiettivo di individuare responsabilità di ‘strutture, apparati od organizzazioni pubbliche e private’, scrivendo inoltre parole chiare e definitive su tutti gli aspetti legati alla dinamica della collisione e sul tema soccorsi. Ci auguriamo che il testo venga approvato definitivamente in tempi brevi dall’Aula”.
Pd reitera richiesta di dimissioni della ministra del Turismo nel corso del Question time alla Camera
“Se hai giurato sulla Costituzione non puoi mentire al parlamento e stare un minuto in più al tuo posto. Noi del Partito democratico ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni della ministra Santanchè ”. Così il deputato Dem Artuto Scotto nel corso del Question time alla Camera, dopo che il collega e vicepresidente del gruppo Toni Ricciardi aveva interrogato il ministro del Lavoro Calderone per sapere “quali immediate iniziative intenda adottare al fine di verificare i comportamenti della Visibilia Editore, in merito all’utilizzo della cassa integrazione durante il periodo della pandemia.” “Voi dite no al salario minimo per tre milioni di lavoratori poveri – ha proseguito Scotto replicando alla ministra del Lavoro- definite il reddito di cittadinanza paghetta di Stato, ma chiudete un occhio su una vostra collega che avrebbe preso i soldi della cassa integrazione Covid facendo lavorare i propri dipendenti, peraltro a loro insaputa: un uso cinico e spregiudicato delle risorse pubbliche”. Per Scotto, “appare del tutto evidente che il ministero del Lavoro non manderà nessuno a controllare e il governo non darà nessuna risposta. Il ministro ci ha informato che se ne occuperà l’Ispettorato del lavoro, che nel frattempo il governo ha decapitato senza nominare i nuovi vertici. O che se ne occuperà l’Inps, per il quale è stato fatto addirittura un decreto per commissariarlo.” Insomma, ha concluso il parlamentare Dem- “voi state semplicemente aggirando la realtà. Ma prima o poi qualcuno vi presenterà il conto per le fughe, le omissioni e le menzogne che state riversando su questa incresciosa vicenda.”
"L'autonomia differenziata del ministro Calderoli è un flop annunciato ma la Lega, con un blitz dei ministri Salvini e Giorgetti e con la copertura della Premier Meloni, ha tolto 2,5 miliardi di euro di infrastrutture su rotaia, già stanziate, in gran parte per il Centro-Sud e li ha destinati prevalentemente alle regioni del Nord”. Lo dichiarano i deputati dem Marco Simiani, Anthony Barbagallo, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Nicola Zingaretti, Augusto Curti, Luciano D’Alfonso, Andrea Casu, Irene Manzi, Claudio Mancini, Michela Di Biase, Christian Di Sanzo, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Nicola Stumpo e Matteo Orfini, depositando una interrogazione a Montecitorio.
“I tagli - concludono gli esponenti Pd - riguardano ad esempio l’Interporto di Livorno, la Roma-Pescara, la Orte-Falconara, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma ed il completamento dell’elettrificazione della tratta Catanzaro Lido-Reggio Calabria. Si tratta di opere attese da anni, necessarie per la crescita di vasti territori ad oggi penalizzati dalla mancanza di infrastrutture su ferro moderne e funzionali, che ora rischiano uno lungo stop. Il viceministro Rixi, anch’esso della Lega, ha di fatto confermato tali spostamenti di risorse non stabilendo però come e quando i definanziamenti verranno risarciti"
Ad oltre due mesi dall’alluvione in Romagna, non servono più annunci e chiacchere ma risorse e risposte adeguate che finora non sono arrivate. Dopo un primo decreto del governo totalmente insufficiente, approda in commissione e, non ancora in Aula alla Camera, il secondo provvedimento con la nomina del commissario Figliuolo. È una figura autorevole, ma dentro una scelta centralistica e distante dai territori. La struttura commissariale infatti è impostata su procedure lente e burocrazia; sono previste ben 60 persone, dal costo di 10 milioni, per oltre 160 mila euro a testa di retribuzione (anziché comuni, enti e regione che non costavano nulla e conoscevano il territorio). Così si rischia di paralizzare nei tempi e nelle procedure la ricostruzione. Oltre a ciò, questa scelta è stata accompagnata anche questa volta da risorse molto scarse. I 120 milioni di indennizzi a famiglie e imprese stanziati dal governo coprono soltanto una minima quota. Altroché che l’impegno del 100% di indennizzi della presidente Meloni! Il Gruppo dei deputati del Pd propone modifiche al decreto che vengono dal territorio, con emendamenti puntuali che individuano le coperture, tra cui il ristoro del 100 per cento dei danni a famiglie e imprese e l’incremento conseguente delle risorse finanziarie. Stesso discorso vale per la ricostruzione pubblica per la quale chiediamo un incremento delle risorse e che almeno il 30% siano vincolate al ripristino della viabilità. Il governo adesso metta da parte la politica e pensi alla ricostruzione. Le risorse, se si vuole, si trovano. L’idea che più passa il tempo più ci si dimentica, non cancellerà mai il fatto che siamo di fronte ad una emergenza eccezionale; che come tale non può escludere risposte straordinarie, anche ipotizzando finanziamenti in deficit o lo scostamento di bilancio. Adesso il governo e la presidente Meloni non hanno più tempo per tergiversare e fare distinguo. Le proposte che avanziamo vengono dal territorio e non hanno colore politico; è il momento di riconoscerle con fatti e atti. L’Emilia Romagna è una terra che produce ricchezza e che saprà restituire al Paese più di quanto riceverà oggi per risollevarsi e tornare a correre.
Lo dichiara il deputato democratico Andrea Gnassi.