“Quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis; quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa”.
Queste le richieste contenute nella seguente interpellanza rivolta dal Gruppo Pd della Camera al ministro Nordio in merito agli ascolti delle conversazioni fra Cospito e altri detenuti al 41 bis nel carcere di Sassari e alle scelte rispetto all’assegnazione del gruppo di socialità del detenuto Cospito. L’atto parlamentare è firmato dalla capogruppo Debora Serracchiani, dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal vice segretario e vicecapogruppo alla Camera Peppe Provenzano, dal del deputato Silvio Lai e dal capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi. Analoga interrogazione la presentiamo al Senato, a firma della capogruppo Simona Malpezzi, dei membri della commissione Giustizia Walter Verini, Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli e dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando.
INTERPELLANZA
I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della Giustizia; per sapere; premesso che:
i cosiddetti circuiti penitenziari dovrebbero avere la finalità di preservare l’ordine e il funzionamento degli istituti penitenziari, e sono prevalentemente regolati in via amministrativa da una serie di circolari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che disciplinano l’esercizio del potere discrezionale inerente alla gestione dei detenuti e degli internati, secondo i criteri individuati dagli artt. 13 e 14 della legge n. 345 del 1975 che, nel tendere all’individualizzazione del trattamento, prevedono che la popolazione carceraria sia raggruppata per categorie omogenee, ciò sia perché le possibilità di successo di un programma risocializzante sono collegate all’omogeneità e all’affinità del gruppo di trattamento, sia perché, sempre nella medesima prospettiva, occorre evitare “influenze nocive reciproche”;
la circolare del DAP n. 3359/5808 del 21 aprile 1993 originariamente ne prevedeva tre, alta sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, ma la circolare del DAP n. 3619/6069 del 21 aprile 2009 ha ulteriormente suddiviso la cosiddetta “alta sicurezza” in tre circuiti: Alta Sicurezza 1 (A.S. 1) in cui sono collocati i “detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso”, Alta Sicurezza 2 (A.S. 2) , per “soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza”, e Alta Sicurezza 3 (A.S.3), in cui si trovano i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali;
la creazione di appositi circuiti penitenziari è prevista anche dall’art. 32 d.P.R. n. 230 del 20009, e nasce, soprattutto, in seguito ai gravissimi delitti compiuti dalla criminalità organizzata nei primi anni novanta, anche in risposta alle osservazioni critiche che avevano riguardato il regime di detenzione indifferenziata, nonché dall’esigenza di evitare le influenze negative tra i detenuti, per prevenire il pericolo che gli appartenenti al crimine organizzato potessero svolgere attività di proselitismo nei confronti dei delinquenti comuni, oppure si potessero avvalere dello stato di soggezione di questi ultimi nei loro confronti, e per evitare, dunque, la commistione tra soggetti appartenenti a diverse consorterie organizzate di tipo mafioso o terroristico;
il detenuto Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di massima sicurezza “Giovanni Bacchiddu” di Sassari, a Bancali, il 4 maggio 2022 è stato trasferito in regime di cui all’art. 41- bis, prima di allora era detenuto in regime di alta sicurezza A.S. 2;
dalle risposte di diniego alle istanze di accesso agli atti inoltrate alla Sua amministrazione dai deputati Lai, Bonelli e Grimaldi, si apprende che il detenuto Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, il giorno 24 dicembre 2022, in costanza di applicazione del regime di 41 – bis, viene inserito in “un nuovo gruppo di socialità e passeggi composto da: Rampulla Pietro, Di Maio Francesco, Cammarata Pietro”, pericolosi boss della mafia, ‘ndrangheta e camorra;
emerge, sempre dalle citate risposte del Suo ministero, che non risultano attività di ascolto di interlocuzioni, definite come frutto di “mera attività di vigilanza amministrativa”, tra Cospito altri detenuti fino al 23 dicembre 2022, data a cui risale la trascrizione del primo colloquio, poi ripetutasi il’11 gennaio 2023;
nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Camera il 10 febbraio, l’ex senatore Luigi Manconi, dichiarava che “fino al 23 dicembre 2022 il gruppo di socialità di Cospito al 41-bis era composto da detenuti ritenuti inoffensivi. Con il gennaio del 2023 il gruppo di socialità cambia e in luogo di quei detenuti arrivano tre boss di mafia, camorra e 'ndrangheta. Sono quelli di cui vengono registrate le conversazioni con Alfredo Cospito" "Su quei brandelli di conversazione nasce e cresce la narrazione sul rapporto di Cospito e degli anarchici con la criminalità organizzata. Improvvisamente si registrano le conversazioni”.
Se non ritenga urgente adottare misure che rientrino nelle sue proprie prerogative al fine di fare luce sulle suddette dichiarazioni; quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis di cui in premessa, nonché quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa.
SERRACCHIANI, ORLANDO, LAI, PROVENZANO, GIANASSI
"'M’illumino di Meno' è la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili che Rai Radio2, con il programma Caterpillar, organizza annualmente dal 2005. Una giornata che il nostro Paese riconosce con una apposita legge e che mi vide tra i promotori al Senato nella XVII legislatura. La norma fu approvata successivamente con il ddl Braga. Una scelta simbolica per riaffermare l'esigenza che la sostenibilità ambientale e il risparmio delle risorse debbono guidare i comportamenti individuali ma soprattutto le scelte della politica e delle istituzioni. Tante cose sono state fatte nella giusta direzione anche a fronte della grave crisi climatica, tuttavia, serve mettere il piede sull'acceleratore per affermare un nuovo modello di sviluppo il cui baricentro non può che essere la transizione ecologica, l'uscita definitiva dall'era dei combustibili fossili, efficienza e risparmio energetico puntando sulle rinnovabili, qualità e giustizia sociale". Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Vaccari.
Dichiarazione degli on. Pd Piero De Luca e Andrea Gnassi
“Il turismo balneare rappresenta una colonna portante del turismo nazionale e dell’intero settore dell’economia del paese . Convocate subito Regioni, Comuni e imprenditori per definire i criteri delle evidenze pubbliche al fine dell’assegnazione delle concessioni demaniali. Datevi da fare per il bene del turismo.” E’ l’invito, “accorato e sentito”, che il Partito Democratico, per bocca dei deputati Piero De Luca, vicepresidente del gruppo, e Andrea Gnassi hanno rivolto al governo nel corso del Question time alla Camera. Dopo che De Luca ha accusato il governo “di continuare a prendere in giro i balneari e gli operatori del settore con un balletto indecoroso perché il milleproproghe non prevede alcun cambiamento rispetto le norme vigenti “, Gnassi ha replicato al ministro Santanchè riaffermando che “il diritto europeo e il Consiglio di Stato hanno sancito definitivamente che non ci possono essere proroghe sull’assegnazione delle concessioni demaniali.” Il governo – ha proseguito Gnassi- ha ribadito oggi di aver deciso di non decidere sulle spiagge e coste italiane, sulle modalità di assegnazione delle concessioni demaniali marittime e delle concessioni balneari. Con la conseguenza immediata e reale – ha proseguito il parlamentare Dem- che il grande patrimonio paesaggistico, turistico ed economico del paese, con circa 8000 km di coste e spiagge, 27mila imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, non avrà alcuna certezza. Nessun operatore e nessun comune del settore potrà quindi investire in servizi e impresa – ha aggiunto Gnassi- secondo il quale “il punto è uno solo: iniziare a ragionare per definire i criteri delle evidenze pubbliche e per l’assegnazione delle concessioni con un approccio serio e concreto e con attenzione alle specificità. Cambiate registro e se il governo intende farlo noi daremo una mano per il bene del paese e del turismo.“
La presidente dei deputati del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, e le deputate dem, Chiara Gribaudo, Lia Quartapelle e Marianna Madia, parteciperanno domani alla conferenza stampa “Massima allerta su nuovo codice degli appalti e standard su parità di genere. Associazioni e parlamentari per il reinserimento del 46 – bis”, che si pone l’obiettivo di cambiare il nuovo codice degli appalti, dal quale sarebbe “sparito” il cosiddetto bollino rosa: ovvero il requisito aggiuntivo e premiale per le aziende che rispettino alcune regole già definite alla fine del 2021 con la Legge 162 che, nel modificare il Codice Pari Opportunità (DLgs 198/2006), aveva introdotto la Certificazione di Parità di Genere come strumento idoneo a certificare l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di diritti tra uomini e donne.
La conferenza stampa è prevista per domani, martedì 7 febbraio, alle ore 14.00, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione 4.
“Si autodefiniscono ‘patrioti’ ma puntano a dividere l’Italia. Un paese già indebolito da enormi diseguaglianze che la destra vuole ulteriormente aggravare. No all’autonomia differenziata”.
Lo scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
Dichiarazione di Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività Produttive
“Comprendiamo e condividiamo le finalità di un intervento normativo che preservi e metta in sicurezza un asset industriale e strategico ma restiamo perplessi sulle modalità e sull'oggettiva debolezza degli strumenti utilizzati”. Così Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd in commissione Attività Produttive nel dichiarare il voto di astensione del proprio gruppo al decreto sulla tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici.” Al governo – ha proseguito Peluffo - chiederemo di riferire periodicamente al Parlamento sull'operatività di questo decreto e sulla procedura di vendita dell'impianto Isab di Priolo Gargallo di proprietà della Lukoil, perché si tratta di un settore strategico per la nostra economia. A noi interessa che si facciano le scelte giuste per il Paese, così interpretiamo il nostro ruolo di opposizione, nel merito e senza sconti”. Peluffo ha sottolineato che “la cessione dell’impianto della Lukoil alla società Trafigura è una buona notizia, che permette di ragionare in termini di continuità produttiva e occupazionale, ma adesso dovrà essere oggetto di attenta verifica e dovrà ottenere tutte le autorizzazioni, seguire le usuali procedure inerenti alle normative antitrust, quelle riguardanti i poteri speciali cosiddetti Golden Power e dovrà rispondere appieno ai requisiti in termini di produzione, di occupazione, di rispetto ambientale e degli impegni richiesti sul piano della riconversione verde del sito produttivo e del suo rilancio industriale.” Noi dobbiamo rimanere assolutamente vigili – ha concluso l’esponente Dem- e sorvegliare con molta attenzione che si tratti di un’operazione industriale di rilancio e non di un tentativo di speculazione, che i livelli occupazionali siano garantiti, che la questione ambientale sia centrale e che la transizione ecologica sia corroborata da un piano ambizioso e definito”.
La notizia che Alfredo Cospito sia stato trasferito dal carcere Bancali di Sassari a quello di Opera è una buona notizia. Potrà essere seguito con maggiore adeguatezza dal punto di vista sanitario.
Ora spetta al ministro Nordio affrontare con responsabilità anche il secondo aspetto. Verificare se permangono le condizioni del regime di 41bis per un detenuto che è stato condannato all’ergastolo ostativo per un crimine che non ha provocato alcun ferito. E’ una decisione da assumere con solerzia applicando le norme che già ci sono. Già dal Cdm di questa sera si può arrivare ad una definitiva scelta. Recedere dal regime 41bis non significa dare ragione a chi in queste ore si sta macchiando, in giro per l’Italia, di reati che vanno avversati e condannati.
Avere fermezza non pregiudichi il fatto che regole e garanzie costituzionali siano applicate a tutti, senza farsi condizionare da alcunché.
Così il deputato del Pd Silvio Lai.
L’istruzione pubblica era pensata per fare gli italiani e unire l’Italia. I Ministri Calderoli e Valditara, che propone gabbie salariali per gli insegnanti, vogliono definitivamente spaccarla. Fratelli d’Italia o figli di serie A e di serie B? La Presidente Meloni tace e acconsente.
Lo scrive su Twitter Peppe Provenzano, vice segretario Pd e vice capogruppo alla Camera.
“Enrico Costa, intervenendo nella trasmissione Tagadà, su la Sette, ha detto che la legge “Orlando” sulle intercettazioni, il D.lgs 51 del 2019, entrata in vigore definitivamente con il Decreto del 2019, peggiorerebbe l’impianto normativo precedente, questo perché permetterebbe la pubblicazione sul sito delle ordinanze cautelari in versione integrale contenenti le intercettazioni in fase di indagine. Gli ricordo, invece, che le norme in vigore prevedono che nell'ordinanza del giudice che concede la misura cautelare possono essere riprodotti solo i brani essenziali, sunti, delle comunicazioni intercettate, che risultino necessari a sostenere la richiesta del PM o a motivare la decisione del giudice, e che, ovviamente, a garanzia del diritto alla difesa, i difensori possono esaminare gli atti e le registrazioni, ma non estrarre copia, nonché che i dati sensibili, come stabilito anche dal Garante della Privacy, e quelli non ritenuti essenziali, vengono oscurati anche negli atti ormai non più coperti da segreto, e che le trascrizioni delle intercettazioni avverranno solo davanti ad un giudice, nel confronto delle parti anche per escludere quelle irrilevanti .
Le attuali norme sulle intercettazioni stanno dando ottimi risultati, garantiscono un buon punto di composizione tra le esigenze investigative e di contrasto alla criminalità e quelle relative al diritto alla riservatezza e al diritto di difesa, come stanno dimostrando anche le audizioni in corso al Senato: il Garante della Privacy, ad esempio, ha, tra le altre cose, evidenziato come dal 2020 ad oggi l’Autorità non abbia segnalato nessun abuso nell’uso delle intercettazioni”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Giustizia Federico Gianassi.
“Sul comparto ippico nel suo complesso c’è bisogno di aprire un focus istituzionale per giungere in tempi brevi ad una riforma organizzativa e strutturale anche per superare le disparità che si sono manifestate nel corso degli anni. Per questo ho presentato una interrogazione urgente al Ministro delle Politiche Agricole ed oggi in Commissione la risposta del sottosegretario Giacomo La Pietra ha riconosciuto la giustezza della richiesta del Pd”. Lo afferma Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
“Il sistema di remunerazione delle società di corse e degli ippodromi è stato interessato, negli anni, da scelte regolatorie non sempre lineari, determinando negli anni, sperequazioni fra le società di corse. Tanto che alcune società come quella prestigiosa di Modena sono state costrette ad impugnare i provvedimenti concernenti le stagioni di corsa dal 2018 in poi e altri atti e provvedimenti connessi e collegati lamentando una serie di vizi e profili di illegittimità.
Per questo c’è bisogno di intervenire subito anche al fine di valorizzare le capacità organizzative e i servizi riferiti alle singole giornate di corsa effettuate e non certo il dato dei cavalli medi partenti su base annua.
Il sottosegretario La Porta si è impegnato ad avviare un momento di approfondimento con la convocazione dei Tavoli Trotto e Galoppo e al tempo stesso di definire con un successivo decreto i criteri di riparto delle risorse a disposizione tra gli impianti ippici con conseguente ridefinizione dei rapporti. Bene anche lo stanziamento di nuove risorse.
Incalzeremo perché gli impegni presi siano trasformati in atti conseguenti”.
DUBBI INFONDATI SU TOR VERGATA, SPERIAMO IN EUROPA IGNORINO SUE PAROLE
Pur di andare contro il lavoro fatto finora dal sindaco Gualtieri e dalle Istituzioni per portare l’Expo a Roma, il candidato del centrodestra Francesco Rocca ha espresso le sue inutili perplessità e i suoi infondati dubbi sul valido progetto di Tor Vergata. E’ chiaro a tutti che non è questo il modo di aiutare la Capitale e il Lazio a centrare un obiettivo che porterebbe occupazione, liquidità e nuove infrastrutture sul territorio, aiutando le imprese a uscire definitivamente dalla crisi economica. Nella speranza che nessuno in Europa abbia letto le sue dichiarazioni, segnaliamo lo scivolone quotidiano del candidato del Partito di Giorgia Meloni.
Così in una nota il Andrea Casu Deputato e Segretario del Partito Democratico di Roma
“Inviterei gli amici della destra a leggere la Costituzione nella sua interezza. Scopriranno che la Carta prevede la possibilità di forme di autonomia per consentire maggiore efficienza e dinamismo regionale in alcuni settori, ma entro paletti precisi e con criteri ben definiti che tengano conto dell'unità, della solidarietà e della coesione nazionale. L'articolo 116 richiamato oggi dal collega Foti, rinvia infatti agli ulteriori articoli 117 e 119 che richiedono, non solo la definizione preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni da garantire in modo uniforme in tutto il territorio, superando dunque il criterio della spesa storica e imponendo risorse adeguate, ma anche la previsione di un fondo perequativo per le regioni con minore capacità fiscale. E, più in generale, finanziamenti aggiuntivi così come interventi speciali per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà per rimuovere gli squilibri economici e sociali. Insomma, l'esatto opposto del progetto di Autonomia secessionista ‘spacca Italia’ che sta proponendo e portando avanti la destra, cui noi ci opporremo con tutte le nostre forze”. Così Piero De Luca, vice capogruppo dem alla Camera.
“Con l’annuncio dell’emendamento di FdI al Milleproroghe sulle concessioni degli stabilimenti balneari prosegue il ridicolo e preoccupante balletto di maggioranza e governo su questo tema. Prima di tutto vogliamo sapere se il contenuto di quell’emendamento corrisponde alla linea del governo. Poi se è vero che sia stata assegnata la delega per il settore o un dossier come si evince da notizie di stampa (un governo dovrebbe assegnare formalmente deleghe per affrontare temi e dossier). Se così fosse per il ministro Musumeci, a questo punto chiediamo che lo stesso ministro venga immediatamente in audizione alla Camera in commissione Attività produttive a riferire. Sarebbe assurdo continuare con l’ennesima proroga che lascia nell’incertezza comuni e operatori del settore che si troverebbero ancora nell’impossibilità di programmare investimenti, riqualificazione e certezza sul lavoro. La proposta di rinvio è inapplicabile, governo e maggioranza lo sanno bene, perché c'è una sentenza chiara del Consiglio di Stato. Invece di perdere ulteriore tempo in propaganda, pensassero invece ad avviare le procedure necessarie per dare certezza e tutele reali agli operatori di un settore strategico per il nostro Paese definendo una linea italiana sulla Bolkestein a 4 mesi dall’adozione della legge sulla concorrenza. Una linea che andrebbe sviluppata anche con un confronto con Regioni e Comuni, unica strada per avere la possibilità di andare a trattare in Europa”.
Lo dichiarano il vice capogruppo alla Camera Piero De Luca e il deputato dem Andrea Gnassi.
“A Roma e Brescia altri due morti sul lavoro. Gli ennesimi solo nel 2023. Basta farsi domande. Serve un nuovo patto tra Stato, imprese e sindacati per definire procedure di sicurezza più severe, per rafforzare la formazione e per evitare assunzioni non degnamente retribuite”.
Così il deputato dem, Stefano Vaccari.