“Non esiste angolo dell'Italia che non abbia vissuto, ieri come oggi, il fenomeno migratorio che ha creato un’identità in costante divenire. La presenza straniera è storia antica, eppure, la consapevolezza di essere un Paese che ha e che attrae l’altro è solo recente. Tuttavia, occorre sottolinearlo, siamo un Paese privo di qualsivoglia strumento legislativo adeguato ad affrontare il fenomeno e, soprattutto, il tema della migrazione va professionalizzato perché non può continuare ad essere affrontato come mera percezione e in modo propagandistico".
Lo ha detto nel corso della sua relazione di apertura al convegno ‘Migrazioni dall'Italia verso l'Italia. Definizioni e categorizzazioni’, organizzato dal Cser, Toni Ricciardi, storico delle migrazioni e deputato del Pd.
"Gli scontri diplomatici di questi giorni - ha proseguito -nascondono una verità che nessuno ha il coraggio di dire chiaramente: l’Italia sigla accordi e riceve risorse economiche per questa sua funzione. Allora decidiamo chiaramente cosa ne vogliamo fare. Non si può proseguire alimentando percezioni sbagliate. L’hotspot di Lampedusa viene dichiarato in fase esplosiva da anni, possibile che non si sia mai pensato di organizzare le cose diversamente? Come vengono gestite queste risorse? Chi le gestisce? Cosa pensiamo di fare? L’Italia immagina di professionalizzare la questione, come avviene in altri Stati che gestiscono e governano direttamente la migrazione, o immaginiamo di voler continuare a vivere in una finta fase emergenziale? Attenzione all’uso pubblico della storia. La storia va ampliata, approfondita, ma resta tale. Se la vuoi riscrivere senza basi scientifiche stai facendo un’altra cosa: revisionismo. Allora dirai: che eravamo tutti regolari, tutti belli bravi e sacrificati al lavoro. Che non siamo mai stati discriminati, ma non è così. Noi siamo uno dei pochi Paesi ad avere in Costituzione il concetto di libertà di emigrazione, art. 35, parte III rapporti economici, a testimoniare come la nostra emigrazione sia sempre stata tema economico. Siamo il Paese che ha costruito nel secondo dopoguerra il più grande sistema di esportazione di uomini e donne, ma l’abbiamo dimenticato. Il tema del business della migrazione - ha detto ancora - è dibattito antico nelle nostre istituzioni. Vogliamo affrontarlo in modo serio o con le card postate sui social?".
Oggi, martedì 15 novembre, ore 16.00, Sala Stampa della Camera
Intervengono: Berruto, Gribaudo, Manzi
Si svolgerà oggi, martedì 15 novembre, alle ore 16.00, nella Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa promossa dal deputato dem e responsabile Sport della segreteria nazionale del Pd, Mauro Berruto, per presentare un pacchetto di nove proposte di legge collegate allo sport, architravi di una riforma più complessiva e strutturale del mondo sportivo. Tra i temi sul tappeto, la prescrizione dell’attività sportiva con ricetta dal medico di base come un farmaco, la defiscalizzazione dei costi dell’attività sportiva, e il confronto per una efficace attuazione della legge di riforma del lavoro sportivo.
Partecipano, oltre a Mauro Berruto: Chiara Gribaudo, vice presidente della commissione Lavoro; Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, Scuola, Sport; Alvio La Face, Coni; Tiziano Pesce, presidente Uisp; on. Enrico Costa, Discipline associate; Umberto Calcagno, presidente Cids; Giorgio De Togni, Aip; Loredana Pesoli, Assist; Massimo Righi, Comitato 4.0.
La conferenza stampa si può seguire in diretta sulla Web Tv del sito della Camera dei deputati.
Domani, martedì 15 novembre, ore 16.00, Sala Stampa della Camera
Intervengono: Berruto, Gribaudo, Manzi
Si svolgerà domani, martedì 15 novembre, alle ore 16.00, nella Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa promossa dal deputato dem e responsabile Sport della segreteria nazionale del Pd, Mauro Berruto, per presentare un pacchetto di nove proposte di legge collegate allo sport, architravi di una riforma più complessiva e strutturale del mondo sportivo. Tra i temi sul tappeto, la prescrizione dell’attività sportiva con ricetta dal medico di base come un farmaco, la defiscalizzazione dei costi dell’attività sportiva, il sostegno per una piena ed efficace attuazione della legge di riforma del lavoro sportivo.
Partecipano, oltre a Mauro Berruto: Chiara Gribaudo, vice presidente della commissione Lavoro, e Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, Scuola, Sport. Sono stati invitati il presidente del Coni e i presidenti delle federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva.
La conferenza stampa si può vedere in diretta sulla Web Tv del sito della Camera dei deputati.
“Le indiscrezioni di stampa sembrano riproporre un modello che ci lascia perplessi: ancora di più sul tema di scuola. La regionalizzazione della scuola ci allarma perché riteniamo che l’istruzione, per rispetto della nostra Costituzione, debba essere omogenea ed uniforme su tutto il territorio nazionale. E’ una materia fondamentale per lo Stato e per questo, pur considerando le previsioni contenute nell’art. 116- che stabilisce modalità di concessioni e autonomie alle Regioni- occorre rispettare una coerenza e una unitarietà dell’istruzione, essenziale per il Paese e motore della sua crescita e del suo sviluppo”.
Lo ha detto in un’intervista per Orizzonte Scuola, Irene Manzi, capogruppo Pd in VII commissione e responsabile Scuola del partito.
“Nella precedente legislatura, noi come Pd, anche attraverso il lavoro condotto dall’allora ministro Boccia, in accordo con tutte le Regioni, avevamo tracciato un percorso che partiva dall’individuazione dei Livelli essenziali di prestazione, senza i quali non si può procedere, perché si corrono dei grossi rischi”, precisa la deputata dem.
“Quando si parla di istruzione - aggiunge - si deve evitare di allargare le divisioni che finiscono per penalizzare certe realtà territoriali. Quando la proposta di Calderoli sarà resa pubblica potremo finalmente sapere quali siano le intenzioni del governo sul tema dell’autonomia. E’ un tema presente da più di vent’anni ma se non s’interviene sugli squilibri territoriali – non solo quelli Nord-Sud ma anche tra aree interne e non del paese – e se non si tiene presente che e’ essenziale definire le risorse , temo che si rischi di creare regioni di serie A e di serie B, e questo ci preoccupa. C’è la necessità dunque di trovare una soluzione equilibrata. Come partito e’ importante confrontarsi su questo tema ricercando le giuste modalità”.
“Condivido e sottoscrivo la preoccupazione e l’appello lanciato dal presidente Fnomceo, Filippo Anelli. È indispensabile che nella prossima Legge di bilancio siano stanziate risorse adeguate per il Servizio Sanitario Nazionale che rischia seriamente di essere smantellato. Comprendiamo le difficoltà determinate dall’attuale quadro economico, ma non può essere il nostro Ssn ad essere sacrificato sull’altare dei risparmi di spesa. La destra, purtroppo, ci ha già abituato a tagli ai servizi per la persona e, quindi, non sorprende la poca attenzione rivolta alla sanità pubblica. Ma il Covid ha insegnato quanto sia importante un sistema sanitario all’altezza e dimostrato il fallimento di modelli fondati sull’assistenza privata come quello della Regione Lombardia”.
Così la deputata Pd della commissione Affari sociali, Ilenia Malavasi.
Il Pd - aggiunge - in sede di esame della Legge di bilancio, farà proposte concrete per dare sostegno a un settore chiave della vita pubblica. Noi crediamo che la sanità debba essere pubblica, un diritto che non resti sulla carta ma possa essere esercitato da tutti i cittadini. La sanità pubblica - conclude - non ha più tempo e misureremo il nuovo governo sulla capacità di investire sul Fondo Sanitario Nazionale, dando risposte concrete, perché la tutela della salute è un diritto fondamentale dell'individuo e supremo interesse della collettività”.
“Dopo una Nadef completamente priva di ogni contenuto, il governo vara un decreto assolutamente insufficiente a coprire i bisogni del Paese in un momento di gravissima crisi. Lì dove servivano risposte chiare, ci siamo scontrati con il silenzio del governo o con soluzioni del tutto ipotetiche, quasi come se la destra avesse bisogno di sondare il terreno per paura di far danno. Mi riferisco soprattutto al Superbonus, dove i rischi paventati dall’Ance sono più che reali: sui crediti incagliati non è stata messa in campo nemmeno un’idea di lavoro, mentre sul bonus si colpiscono come al solito le fasce più deboli.”
Lo dichiara il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Montecitorio.
“Nel frattempo, però - conclude Pagano - si è trovato tempo e modo di introdurre una misura utile solo a favorire evasione e circolazione illegale di denaro grazie all’innalzamento del tetto per l’uso del contante a 5000 euro. Come pure, nonostante le tantissime voci contrarie che si sono levate in questi giorni, il governo ha voluto insistere con le trivellazioni nell’Adriatico. Un intervento che non solo non avrà alcun effetto benefico nell’attenuazione del prezzo delle bollette energetiche, ma che creerà danni irreparabili all’ambiente e al potenziale turistico delle nostre coste. Insomma, il tesoretto che abbiamo lasciato in eredità alla destra, a parte prorogare le misure già messe in campo dal governo Draghi, è stato malamente sperperato in misure inutili ad alleviare il peso dei rincari e in alcuni casi controproducenti. Se questo è l’antipasto della manovra che ci aspetta, siamo pronti a portare avanti un’opposizione inflessibile per difendere gli interessi dei cittadini.”
"In fase di approvazione del decreto Aiuti ter, è stato accolto un mio ordine del giorno che impegna il governo, in uno dei prossimi provvedimenti, ad implementare il fondo finalizzato al mantenimento delle scuole elementari parificate e alla realizzazione del sistema prescolastico integrato, al fine di comprendere anche le scuole degli enti locali che, dalla lettura della norma, sembrano restare escluse dal contributo. Inoltre, l'ordine del giorno impegna l'esecutivo ad adottare, in tempi brevi, iniziative urgenti volte a reperire risorse adeguate per consentire alle scuole dell’infanzia paritarie la possibilità di fronteggiare l’aumento dei costi energetici e di evitare così l’interruzione dei servizi offerti o la chiusura definitiva, altrimenti inevitabili. Mi auguro che l'esecutivo dia corso all'impegno preso, in linea, del resto, con le promesse fatte in campagna elettorale. Aspettiamo il governo alla prova dei fatti". Lo dichiara in un nota la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura e responsabile scuola del Partito Democratico.
Martedì 15 novembre, ore 16.00, Sala Stampa della Camera
Intervengono: Berruto, Gribaudo, Manzi
Si svolgerà martedì 15 novembre, alle ore 16.00, nella Sala Stampa della Camera, la conferenza stampa promossa dal deputato dem e responsabile Sport della segreteria nazionale del Pd, Mauro Berruto, per presentare un pacchetto di nove proposte di legge collegate allo sport, architravi di una riforma più complessiva e strutturale del mondo sportivo. Tra i temi sul tappeto, la prescrizione dell’attività sportiva con ricetta dal medico di base come un farmaco, la defiscalizzazione dei costi dell’attività sportiva, il sostegno per una piena ed efficace attuazione della legge di riforma del lavoro sportivo.
Partecipano, oltre a Mauro Berruto: Chiara Gribaudo, vice presidente della commissione Lavoro, e Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, Scuola, Sport. Sono stati invitati il presidente del Coni e i presidenti delle federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva.
La conferenza stampa si può vedere in diretta sulla Web Tv del sito della Camera dei deputati.
Dichiarazione di Andrea Gnassi, deputato Pd
E’ davvero incomprensibile come le misure proposte dagli enti locali e dai comuni di ogni territorio italiano e di ogni parte politica siano state tutte respinte. Ci sono 30 miliardi a disposizione grazie alla virtuosità del governo precedente. Penalizzare e non sostenere i comuni arreca un danno al Paese.” Così il deputato del Partito democratico Andrea Gnassi nel suo intervento in Aula sul decreto aiuti-ter. “Stiamo parlando – ha proseguito Gnassi- della bocciatura delle proposte che consentono ai comuni l'adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare. Si tratta della colletta alimentare, ovvero la spesa che si porta nelle famiglie per coloro i quali non arrivano a fine settimana. E poi ancora –ha proseguito Gnassi- è stata bocciata la proposta che dava agli enti locali la possibilità di coprire le maggiori spese derivanti dall'aumento dei prezzi dei materiali di costruzione, anche utilizzando le economie virtuose delle gare che i comuni mettono in campo. E ancora: sono state bocciate proposte che volevano accelerare il rilascio di autorizzazioni, pareri e nulla osta previsti dalla legislazione vigente, da parte di tutte le autorità pubbliche, rispetto a progetti già finanziati del PNRR. Tutte proposte di merito. Quel merito tanto evocato come principio del nuovo Governo .” “Di merito, ha sottolineato il parlamentare del Pd, perché studiate per far risparmiare al Paese, allo Stato e ai comuni e per spendere meglio le risorse pubbliche.” Gnassi si è detto poi “fortemente preoccupato per le sorti del Pnrr: “vogliamo parole chiare e rassicuranti dal governo che non toglierà risorse. Sentiamo dire cose che ci allarmano: che è fuori tempo, che così non va. Basta indugi: ci sono progetti concreti e approvati, progetti che sono stati definiti prima in via preliminare, poi in via definitiva e infine in via esecutiva. Sono progetti che riguardano la scuola, la formazione, i bisogni, le fragilità, che riguardano la possibilità per le imprese di rigenerarsi da un punto di vista del sostentamento energetico. Capisco – ha concluso Gnassi- che governare è diverso dal fare propaganda. Il governo ha deciso di esasperare ideologicamente temi identitari per coprire la debolezza delle proposte presentate. Noi saremo responsabili e voteremo nel merito, dando una mano forte nell'interesse del Paese, ma non diremo una parola di meno di merito, quando vedremo ciò che evidentemente non va bene per il Paese”.
“L’allarme lanciato da Abi e Ance conferma la gravità della situazione in cui ci troviamo. I crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi sono bloccati e il Governo non ha ancora preso alcuna posizione in merito.”Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio.
“Parliamo di miliardi di euro di crediti che migliaia di imprese e cittadini non riescono a cedere. L’avvertimento di Abi e Ance è concreto: se non si interviene immediatamente moltissime imprese rischiano di cadere vittime di una pesante crisi di liquidità, con effetti disastrosi per tutta la filiera dell’edilizia. Il governo Meloni deve individuare soluzioni e il consiglio dei ministri di oggi rappresenta una scadenza improrogabile. Si ragioni sull’individuazione di un ricettore istituzionale di ultima istanza per tutti quei crediti già maturati ma che gli istituti di credito non hanno capienza per assorbire. Qui è in gioco la sopravvivenza di migliaia di aziende e del lavoro di centinaia di migliaia di persone. Per questo ci aspettiamo risposte chiare e definitive dal governo”.
“La Nadef presentata dal governo è un documento omissivo. In contrasto con le previsioni normative non contiene alcuna indicazione né sulla dimensione complessiva della manovra, né sulla sua composizione. Il Gruppo Partito democratico - Italia democratica e progressista è invece convinto che al centro della Legge di Bilancio debbano esserci le misure a sostegno dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie. Con la nostra risoluzione chiediamo invece con determinazione un pacchetto di interventi anticrisi finanziati non solo dalle risorse previste in manovra, ma anche da quelle che potrebbero aggiungersi dal rafforzamento della tassazione degli extraprofitti e da ulteriori misure a carattere redistributivo. Il sostegno delle retribuzioni e del potere d’acquisto dei salari deve avvenire anche attraverso un abbattimento del cuneo fiscale, in continuità con il processo avviato nella scorsa legislatura, e garantendo che gli interventi previsti per fronteggiare il caro energia e l’incremento dei prezzi di altri beni primari siano applicati per tutto il periodo che si renderà necessario. Fondamentale sarà anche intraprendere le iniziative necessarie presso le sedi istituzionali europee al fine di concordare politiche e strumenti comuni di intervento orientati ad evitare che la persistenza dell’inflazione abbia ricadute negative sulla diseguaglianza sociale e sulla continuità operativa delle imprese, sull’occupazione e sulle famiglie. Purtroppo sembra che l’esecutivo sia più interessato a misure molto discutibili sul piano dell’equità fiscale, come l’estensione della flat tax per i professionisti e l’inaugurazione di una nuova stagione di condoni indiscriminati”.
Così la deputata Maria Cecilia Guerra, firmataria della risoluzione presentata dal gruppo Pd-Idp alla Camera.
Dichiarazione di Irene Manzi, deputata Pd
La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2022 del governo rappresenta per noi Democratici un segnale di forte preoccupazione, in particolare per la scuola italiana. Come gruppo del Partito Democratico siamo stupefatti per la mancanza di qualsiasi intervento nel nostro sistema scolastico. La scuola non viene nemmeno citata, semplicemente non c’è. E sicuramente non si tratta di una svista o di una dimenticanza. Temiamo che sia invece frutto di una precisa volontà politica. Ed è una colpa grave. La scuola italiana ha necessità e urgenza di profonde iniezioni di risorse per adeguarla e ammodernarla. Risorse che dovrebbero finanziare innanzitutto il rinnovo del contratto di lavoro per migliaia di insegnanti e favorire un settore primario che è quello da 0 a 6 anni. Nella nostra risoluzione al Nadef presentata alla Camera, suggeriamo al governo che le risorse liberate dalla riduzione della spesa per l’istruzione conseguente al calo demografico siano reinvestite nel medesimo settore a beneficio dei giovani e delle future generazioni. La scuola non può essere lasciata a se stessa. Invitiamo il governo a ripensare alle proprie strategie e a prevedere nella nuova manovra di bilancio risorse adeguate per migliorare un servizio vitale come quello scolastico.
Ci preoccupano molto le misure presentate dal governo nella Nadef perché sono inadeguate e parziali rispetto alle emergenze e ai problemi strutturali del nostro Paese. Innanzitutto, l'esecutivo non indica nessuna misura specifica rispetto al caro energia a sostegno dei soggetti più colpiti dall’attuale andamento dei prezzi, limitandosi a rinviare ad un prossimo provvedimento la valutazione di nuovi interventi per imprese e famiglie. Solo la proposta di una flat tax che, per come configurata, rischia solo di aumentare l'evasione. Manca poi totalmente un'idea di Paese per il futuro. Per quanto riguarda il lavoro, la Nota del governo evidenzia che la perdita di slancio dell’economia nel 2023 potrebbe portare a un’inversione di tendenza nel mercato del lavoro senza, però, indicare nemmeno una misura concreta a favore dell'occupazione e dei salari. Sul fronte della spesa pubblica, ci preoccupa fortemente il dato della spesa sanitaria che diminuirà in rapporto al PIL negli anni 2023 (6,6%) e 2024 (6,2%), nonostante il nostro sistema sanitario sia ancora duramente impegnato nella lotta al Covid. Per di più non sono previsti interventi in materia di scuola, pensioni e incentivi per gli investimenti privati. Sul PNRR, il governo, pur non citando il tema nella Nadef, ha in più occasioni manifestato l'intenzione di richiedere all’Europa un adeguamento del Piano, rischiando in questo modo di compromettere il raggiungimento degli obiettivi e delle scadenze previste e il versamento delle rate che spettano al nostro Paese.
Lo afferma Piero De Luca, vicecapogruppo del Pd alla Camera.
Utilizzare risorse per aiutare i cittadini in difficoltà
“L’applicazione retroattiva del meccanismo di restituzione al Gse delle risorse economiche aggiuntive ottenute dai comuni grazie alla loro gestione virtuosa delle fonti rinnovabili è assurda. Così facendo vengono penalizzati proprio quegli enti locali che in maniera responsabile hanno installato su scuole, ospedali, edifici pubblici, i pannelli fotovoltaici che hanno permesso l’efficientamento energetico delle strutture e il risparmio di risorse economiche da poter poi utilizzare per il bene della collettività, come ad esempio i buoni spesa per le famiglie in difficoltà. Come si può definire ‘extraprofitti’ queste somme? Qualcuno pensa forse che i comuni siano paragonabili a un fondo speculativo? Il governo, qualunque governo, deve oggi atterrare sul mondo reale e a maggior ragione lo devono fare coloro che si sono presentati alle elezioni con il motto ‘la pacchia è finita ora pensiamo agli italiani’. Secondo l’Associazione dei Comuni Italiani saranno circa 1.200 i comuni di varie dimensioni, comprese le municipalizzate al 100 per cento e gli altri enti pubblici come le Asl, a vedere pericolosamente stravolti i loro bilanci. Per queste ragioni il Partito Democratico chiede ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, e dell’Economia e delle finanze, immediate e urgenti iniziative per far fronte a questa emergenza, anche attraverso la sospensione e la revisione della normativa vigente. Permettendo agli enti che hanno accantonato le somme da restituire al Gse un utilizzo straordinario di tali entrate per far fronte ad esempio alle maggiori spese generali per l’aumento dell’energia o per permettere di far fronte ai bisogni di famiglie e cittadini in difficoltà per il pagamento delle bollette energetiche esplose in questi periodi. Il governo batta un colpo e dimostri di non vivere sul pianeta Marte”.
Così il deputato dem, Andrea Gnassi, che sulla materia ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.
“Autonomia, no a fughe in avanti del governo che rompano unità nazionale.
Apprendiamo da notizie di stampa di incontri informali organizzati dal Ministro Calderoli su una fantomatica proposta di autonomia differenziata che starebbe predisponendo, di cui non si hanno notizie precise.
Il tema dell'autonomia va affrontato con coraggio, ma nell'ambito dei limiti costituzionali, pronti ad affrontare fino in fondo, anche al Sud, la sfida dell'efficienza amministrativa. I limiti entro i quali ragionare e innovare sono però chiari: il superamento del criterio della spesa storica; la definizione preventiva dei livelli essenziali di prestazioni e dei fabbisogni standard uguali per tutti i cittadini italiani; principio costituzionale di solidarietà e perequazione; carattere nazionale di scuola, salute e fiscalità.
La discussione è aperta, ma consigliamo a Calderoli di evitare fughe in avanti dannose per il Mezzogiorno. Faremo muro rispetto a proposte che rompano la coesione e l'unità nazionale”. Lo dichiara il vice capogruppo democratico alla Camera Piero De Luca.