"La decisione del governo Nethanyahu di invadere e occupare l'intera striscia di Gaza e' una folle avventura che va fermata prima che la popolazione di Gaza debba subire altri lutti, altre sofferenze, altre distruzioni." Lo ha dichiarato Piero Fassino, Presidente del Comitato Medio Oriente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. "Una guerra senza quartiere e di totale distruzione - ha sottolineato Fassino - è quel che Hamas ha cercato fin dal 7 ottobre e Nethanyahu l'ha asseconda con una decisione che non è condivisa dai vertici militari, dall'opposizione politica e da una vasta parte della societa israeliana". "Con insensata e irresponsabile decisione - sottolinea ancora Fassino - Nethanyahu mette a rischio la vita degli ostaggi, provoca una catastrofe umanitaria, scatena una invasione da cui Israele non sapra' come uscire. E l'isolamento internazionale di Israele crescera' ancor di piu' ". "E indispensabile in queste ore - conclude Fassino - la piu' forte e immediata azione della comunità internazionale per ottenere la liberazione degli ostaggi, fermare l'escalation militare e garantire gli aiuti umanitari necessari alla sopravvivenza della popolazione palestinese".
"Il progetto di occupazione della Striscia di Gaza approvato dal gabinetto di guerra di Netanyahu è irricevibile. Proporre lo sfollamento di un milione di palestinesi da Gaza City e dall'area centrale della Striscia, stipandoli a sud nelle cosiddette "città umanitarie" che altro non sono che campi di concentramento, è l'ennesimo crimine di guerra di cui il governo israeliano si macchia. Una decisione presa nonostante le forti perplessità del capo di stato maggiore dell'Idf che sottolinea come, in questa prospettiva venga perfino esclusa la riconsegna degli ostaggi.
Come non è pensabile escludere l'Autorità nazionale palestinese dalla gestione della Striscia.
Il popolo palestinese non può e non deve rimanere escluso dal futuro di Gaza, neanche se il controllo dovesse andare ai paesi arabi.
Questo è l'annientamento dell'idea stessa di Palestina. Netanyahu non ha alcun diritto di decidere per il futuro di Gaza e dei palestinesi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"E' stato per me un onore dare voce, oggi nell'aula di Montecitorio, alle alunne e agli alunni della scuola secondaria di primo grado “Antonio Cima” di Cagliari che sentono "le urla di dolore degli abitanti di Gaza" e hanno scritto un accorato appello che mi hanno chiesto di diffondere tra tutte le parlamentari e i parlamentari.
Sono ragazze e ai ragazzi dai 10 ai 14 anni che hanno a cuore i valori fondanti delle nostre democrazie e dell'Ue.
"A scuola studiamo l’educazione civica, la storia, la geografia - scrivono -; abbiamo capito perché è nata l’Unione Europea e le sue importanti finalità; sappiamo che esiste l’ONU, la Dichiarazione universale dei diritti umani, la Convenzione sui diritti dell'infanzia; ma tutto ciò che stiamo imparando viene smentito, contraddetto, negato da quanto sta succedendo nei Paesi a noi vicini. Per questo noi ci sentiamo confusi, impotenti, smarriti".
E per questo chiedono a noi, alla politica, alle istituzioni di fare tutto quello che possiamo per fermare l'orrore. Si chiedono se nei libri di storia, fra qualche anno, dovranno leggere "che noi cittadini europei, rappresentati dall’Unione Europea, non abbiamo mosso un dito per fermare i massacri di migliaia di bambini". "Leggeremo - scrivono - che non ci siamo impegnati fino in fondo per applicare i principi e i valori di giustizia, di pace e di solidarietà su cui si fonda la nostra società europea?".
Le giovanissime voci di queste ragazze e di questi ragazzi, che sono il futuro dell'Europa, non restino inascoltate. Il loro impegno per la pace non cada nel vuoto". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Governo e Parlamento assumano impegni concreti perché quell’orrore non si ripeta”
Ottanta anni fa, il 6 agosto del 1945 gli Stati Uniti lanciarono una bomba atomica che rase al suolo la città giapponese di Hiroshima, uccidendo 140mila persone. Di lì a poco, il 9 agosto, anche la città di Nagasaki sarebbe stata colpita da un’altra bomba atomica, provocando quasi 80mila morti. Abbiamo chiesto questa occasione di ricordo non soltanto perché quell’orrore non deve essere dimenticato, ma perché il pericolo di una guerra nucleare è tornato più attuale che mai. Oggi si contano 2500 testate nucleari e 9 Paesi che ne detengono la proprietà. Oggi, il loro uso metterebbe a rischio l’intera umanità e lo stesso nostro pianeta.
Pochi giorni fa, rispondendo alle parole di Medvedev che evocava la possibilità di un confronto bellico tra Russia e Stati Uniti, il Presidente Trump comunicava che due sottomarini nucleari erano stati inviati vicino alle coste russe. E lo scorso anno, un ministro del governo Netanyahu, Amichai Eliyahu, sosteneva pubblicamente che era necessario sganciare una bomba nucleare su Gaza. In questo contesto di tensioni, preoccupa che il Trattato di Non Proliferazione sia in una situazione di stallo. L’ultima «Conferenza di riesame» si è conclusa il 26 agosto del 2022 senza l’adozione di un documento finale condiviso. Ricordare Hiroshima a distanza di ottant’anni significa anche lanciare un monito sul presente e sul futuro del nostro pianeta. Un monito che dice: basta armi nucleari. Su questo abbiamo depositato il testo di una Risoluzione in Commissione Esteri, che invito tutte le colleghe e i colleghi a sottoscrivere e sostenere. Chiediamo al governo e a tutta l’Aula, a ottant’anni da Hiroshima e Nagasaki, di assumere impegni concreti affinché quell’orrore non abbia più a ripetersi e affinché il mondo si lasci alle spalle il pericolo dell’annientamento del nostro pianeta e di chi lo abita".
Così Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, durante il suo intervento in Aula.
"Come ha giustamente affermato più volte il collega Mauro Berruto, la partita Italia-Israele, valida per la qualificazione ai mondiali di calcio e prevista per il prossimo 14 ottobre, non dovrebbe disputarsi e Israele dovrebbe essere escluso dalle competizioni sportive internazionali a causa del genocidio in corso a Gaza, com'è stato fatto per la Russia a seguito dell'aggressione all'Ucraina e per il Sudafrica finché vigeva il regime di apartheid. Gli organismi sportivi internazionali non possono usare due pesi e due misure. Nel malaugurato caso che ciò accadesse, rivolgiamo un appello alla Federcalcio perché in quella giornata la nazionale azzurra dia almeno un segnale chiaro e inequivocabile di condanna del massacro e di vicinanza al popolo palestinese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Governo italiano non sia complice crimini governo israeliano
"Di fronte all’annuncio dell’occupazione totale di Gaza da parte del governo Netanyahu non si comprende cosa aspetti il governo italiano a fare i passi necessari per unirsi ai tanti Paesi che hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. Questa leva va esercitata con grande forza da chiunque abbia a cuore la fine di questa immensa tragedia umanitaria. l’Italia, per la sua storia e persino per la sua collocazione geografica, non può essere in alcun modo complice dei crimini del governo di Israele".
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Le immagini drammatiche delle condizioni disumane a cui sono sottoposti gli ostaggi israeliani impongono di mettere fine all'abisso dell'orrore. Si liberino subito tutti gli ostaggi, si interrompano le operazioni militari, si rimuova ogni ostacolo all'inoltro degli aiuti umanitari. Nulla più giustifica che si prolunghi una tragedia che già ha provocato un enorme numero di vittime, atroci sofferenze e la distruzione di un intero territorio." Lo ha dichiarato Piero Fassino, Presidente del Comitato Medio Oriente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa.
"Ora è chiaro quali siano i meriti che sono valsi a Matteo Salvini il premio "Italia-Israele" che gli è stato conferito alla Camera lo scorso 22 luglio.
La Lega, non solo in questi ventidue mesi ha colpevolmente taciuto sui crimini commessi dal governo Netanyahu a Gaza negando l’evidenza dei fatti, ma ora vuole anche criminalizzare le critiche al governo israeliano equiparandole per legge all'antisemitismo. E' questo l'obiettivo del disegno di legge del capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo, in calendario dalla seduta di oggi in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama.
Una proposta a cui ci opporremo duramente perché se dovesse mai passare, ogni critica al governo di Netanyahu, le richieste di interventi concreti per fermarlo e perfino le manifestazioni di piazza, i dibattiti pubblici e tutte le iniziative in cui si chiede la fine del genocidio e l'autodeterminazione del popolo palestinese, sarebbero vietati per legge. Una cosa inconcepibile in un Paese democratico.
Una inaccettabile limitazione del diritto di critica e di manifestazione del pensiero che non possiamo consentire.
L'antisemitismo va contrastato con forza e determinazione, ma non può essere in alcun modo confuso o messo sullo stesso piano della legittima critica e la contestazione nei confronti di un governo israeliano di ultra destra che sta sterminando il popolo palestinese attraverso i bombardamenti e la fame. Questa becera mistificazione proposta nel ddl Romeo può servire a Salvini per guadagnarsi un premio che oggi gronda di sangue, ma non può certo oscurare le gravi responsabilità di cui il governo israeliano dovrà rispondere". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Meglio tardi che mai. Sono passati cinque giorni da quando avevamo sollecitato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ad esprimersi sulla tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza, e a far uscire l’Italia all’immobilismo partecipando all’operazione umanitaria promossa da Gran Bretagna, Germania e Francia, per portare aiuto con lancio di viveri dagli aerei alla popolazione di Gaza, ed oggi finalmente il ministro Crosetto annuncia di aver dato il via libera alla nostra adesione. Ancora una volta il governo ha perso tempo prezioso, che avrebbe potuto salvare vite umane. Il lancio di aiuti scatterà dal 9 agosto, con il coinvolgimento di Esercito e Aeronautica. Bene, finalmente una scelta utile e corretta. Ringraziamo tutte le donne e gli uomini che parteciperanno all’operazione. Ma quante indecisioni, quanti dubbi, quante incertezze abbiamo dovuto registrare dinnanzi ad una popolazione ridotta allo stremo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano.
"Per fermare Netanyahu, oltre al riconoscimento della Palestina, servono anche misure che lo mettano alle strette: sanzioni, fermare la compravendita di armi, sospendere accordi di cooperazione militare e l’accordo di associazione tra Ue e Israele. E serve sostenere l’invio dei Caschi blu dell’Onu a Gaza. Ma il governo Meloni continua a rifiutarsi di prendere qualsiasi iniziativa e perfino di condannare in maniera netta quello che accade a Gaza e in Cisgiordania". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, in un'intervista pubblicata oggi su L'Unità.
"Tajani e Meloni non vogliono dispiacere l’alleato Netanyahu: un esempio di vigliaccheria politica che rende l’Italia complice di un genocidio - è l'attacco di Boldrini -. Ogni giorno il grido che arriva dalla Striscia chiede aiuti sufficienti e la fine del massacro. Noi che siamo all’opposizione e mettiamo in campo tutte le azioni possibili, ma anche l’opinione pubblica che da quasi due anni manifesta contro questo orrore, viviamo un senso di impotenza immenso che si associa alla rabbia verso quei governi che potrebbero fare qualcosa e non la fanno. Questo immobilismo, appena scalfito da qualche timida dichiarazione, è insopportabile".
"L’avanzata dei nazionalismi in tutto il cosiddetto Occidente sta mettendo a durissima prova tutto questo impianto di regole condivise facendo prevalere la legge del più forte. La Palestina ne è l’esempio più lampante - sottolinea la deputata dem -. In questo preoccupante contesto noi del Pd abbiamo voluto presentare la legge che introduce nel nostro ordinamento il codice dei crimini internazionali per rimettere al centro l’importanza del diritto internazionale, rafforzarlo e tutelarlo perché è solo grazie a questo sistema di regole condivise che si può garantire giustizia alle vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità. Ed è solo così che si impedisce che a prevalere sia la forza invece del diritto".
"Anche la Gran Bretagna annuncia l'imminente riconoscimento dello Stato di Palestina, dopo la Francia, qualche giorno fa, ma anche dopo la Spagna, la Norvegia e la Slovena diversi mesi fa. A oggi sono 147 gli Stati che lo hanno fatto.
In questo scenario di paesi europei che colgono l'importanza di riconoscere la Palestina come Stato autonomo, il governo italiano continua ad accampare scuse ridicole. "Non è il momento", "Serve il riconoscimento reciproco" e giù di dichiarazioni imbarazzanti di Meloni e Tajani.
Questo è proprio il momento, invece. Anzi, lo era già molto tempo fa. Non è più, invece, il momento di tergiversare e accampare scuse continuando, nei fatti, a legittimare il genocidio che il governo di Netanyahu sta compiendo a Gaza e l'occupazione illegittima dei territori della Cisgiordania.
Qual è il momento, presidente Meloni? Quando il suo alleato Netanyahu avrà deportato tutti i palestinesi da Gaza, raso al suolo anche l'ultima casa e permesso ai coloni di distruggere l'ultimo villaggio della Cisgiordania?
Qual è il momento in cui smetterete di essere complici del genocidio trascinando l'Italia dalla parte dei carnefici invece che da quella delle vittime?" Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Berruto: Governo si attivi perché Israele sia fuori da competizioni sportive internazionali
“Questo decreto non parla di sport, ma solo del modo del governo di esercitarvi il potere”. Lo ha dichiarato in Aula Mauro Berruto, responsabile nazionale Sport del Partito Democratico e deputato alla Camera, durante la dichiarazione di voto sul DL Sport.
Berruto ha denunciato i gravi problemi di governance che affliggono il sistema sportivo italiano: “Non stiamo con chi rapacemente usa lo sport per occupare spazi di potere, incarichi, consulenze, poltrone”, né “con i micro-poteri che da decenni dominano molte federazioni sportive”, dove le dinamiche di voto sono condizionate “dal meccanismo medievale della raccolta delle deleghe, come in Corea del Nord!” sottolineato Berruto ricordando che questa espressione è stata coniata dal vicepresidente di Fdi della Camera Rampelli durante il suo braccio di ferro con il suo ‘alleato’ Barelli per subentrare alla guida della Federnuoto.
Berruto criticato duramente anche il “poltronificio”: “Non stiamo con enti di promozione sportiva diventati organi di partito, né con enti pubblici usati come centri di collocamento per amici”, ha detto. Al centro dell’intervento anche i diritti delle donne: “Le donne continuano a essere escluse dai ruoli apicali, mentre sul campo continuano a emozionarci e vincere, ma poi guarda un po’, non vanno bene per guidare una federazione o il Coni. E non vanno bene se nel corso della loro carriera si fermano per una gravidanza e perdono ogni status di lavoratrici. Servono regole e il rispetto dei diritti – ha detto rivolgendosi al Ministro Abodi - non solo solidarietà”.
Berruto ha anche ricordato il caso del professor Umberto Lago, inizialmente proposto come presidente dell’organo indipendente di controllo dei bilanci sportivi, poi sostituito con “il capo di gabinetto di Abodi”, che “ha incassato il voto di Claudio Lotito, proprietario di uno dei club da controllare”. Un esempio di “conflitto d’interesse che diventa apologia di interesse”.
Infine, una ferma presa di posizione sulla situazione a Gaza: “Anche lo sport giochi il suo ruolo per fermare l’olocausto di Gaza” ha detto Berruto, chiedendo che “il Governo e le autorità sportive italiane chiedano a CIO, FIFA e UEFA che lo stato di Israele, per responsabilità politica e morale di Benjamin Netanyahu, sia sospeso da tutte le competizioni sportive internazionali”.
“Voteremo contro questo decreto – ha concluso Berruto– perché pensiamo che uno sport democratico non sia un’utopia, ma semplicemente la battaglia che ci compete e che vale la pena combattere”.
"E' stato importante che Francesca Albanese, oggi, abbia presentato alla Camera il suo ultimo rapporto “Dall’economia dell’occupazione all’economia di genocidio” sulle aziende e gli interessi economici che hanno sostenuto prima la colonizzazione della Cisgiordania e ora il genocidio a Gaza. L'attacco nei confronti della Relatrice speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi occupati, che ha visto l'apice nelle vergognose sanzioni imposte dagli Usa nei suoi confronti, è l'ultimo atto di una campagna di delegittimazione che punta a indebolire lei ma anche l'intero sistema multilaterale e il diritto internazionale. Dall'Onu, all’Unrwa, alla Corte penale internazionale, assistiamo alla volontà di smantellare un intero sistema e imporre la legge del più forte. A prevalere, secondo alcuni governi nazionalisti, Usa in primis, non deve più essere il diritto, ma l’uso della forza, la potenza militare ed economica.
Contro questo tentativo di gettare il mondo nel caos continueremo a batterci in tutte le sedi e continueremo a sostenere chi, come Francesca Albanese, rischia in prima persona in difesa del diritto internazionale e delle vittime dei crimini di guerra, contro l'umanità e del genocidio. Il governo italiano, invece, non ha speso una parola in difesa di Albanese, cittadina italiana: un silenzio indegno". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, a margine della conferenza stampa che si è svolta oggi alla Camera dei Deputati alla presenza della dott.ssa Francesca Albanese
“E’ paradossale che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non si esprima sulla tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza, e che l’Italia a causa di questo immobilismo del governo non sia partecipe dell’operazione umanitaria promossa da Gran Bretagna, Germania e Francia, per portare aiuto con lancio di viveri dagli aerei ad una popolazione ormai ridotta allo stremo. Meloni è ormai praticamente scomparsa da ogni tavolo internazionale, non solo sulla crisi mediorientale, ma anche sulla questione ucraina e sul tema dei dazi di Trump. Questa sua sudditanza ai dettami del presidente degli Stati Uniti ha provocato il nostro isolamento e inconsistenza”.
Così il capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano.
“Meloni deve uscire dall’ambiguità e dire da che parte sta. L’ostinazione con cui non vuole riconoscere lo stato di Palestina, isola l’Italia in Europa e l’avvicina alla peggiore America di sempre, quella di Trump. E intanto tiene unita la sua maggioranza dove sono note le simpatie per Netanyahu. Una politica estera di piccolo cabotaggio, mentre a Gaza si continua a morire senza che ancora una volta abbia mosso un dito, avviata un’interlocuzione, avanzato una proposta”.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei Deputati.