“Sono tre anni che non fate niente per il sovraffollamento delle carceri italiane. Anzi lavorate per peggiorarne le condizioni come sta accadendo per esempio negli istituti minorili. Sono tre anni che promettete interventi, avete fatto decreti carceri urgenti e ancora non avete fatto niente. A proposito che fine hanno fatto i provvedimenti per consentire l’accesso alle cure in comunità per i detenuti che hanno dipendenze? E anche stavolta il problema sono i giudici, quelli di sorveglianza. Ma lo sa il sottosegretario che i magistrati di sorveglianza sono solo 233 per 64 mila detenuti e circa 190 istituti penitenziari? Chieda al ministro Nordio se sta facendo qualcosa. La risposta è semplice: niente.
Del resto il ministro ritiene che il sovraffollamento serva come deterrente per i suicidi in carcere. Fra l’altro il sottosegretario Mantovano smentisce a sua insaputa il presidente del Senato La Russa che propone un mini indulto. Il solito gioco delle parti all’interno del Governo sulla pelle delle persone”. Lo dichiara la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, rispondendo al sottosegretario Mantovano.
“Il sovraffollamento carcerario è un’emergenza. Nonostante i ripetuti annunci del governo, nella stragrande maggioranza degli istituti le condizioni restano insostenibili, mettendo a rischio dignità, sicurezza e la stessa funzione rieducativa della pena. Sosteniamo l’appello del Presidente del Senato La Russa: il Consiglio dei Ministri adotti rapidamente prima di Natale, nell'anno Giubilare, un intervento urgente di decongestionamento, avviando al tempo stesso misure strutturali per riportare il sistema entro standard accettabili. Le carceri italiane non possono più attendere”. Così la deputata democratica, Marianna Madia.
“Questa sera facciamo sentire l’affetto di tutto il Paese alla nostra Nazionale. Non sono accettabili le intimidazioni di facinorosi a braccia tese. Con gli insulti e le minacce si supera sempre il segno. Dovrebbe saperlo bene anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa. Solidarietà e sostegno al mister della Nazionale Rino Gattuso”. Lo scrive sui social il deputato calabrese del Pd, Nico Stumpo.
“Indegno attacco all’Italia e ennesimo tentativo di disinformazione russa con cui la Zahkarova dimostra non solo di non avere rispetto del nostro paese e di essere capace delle azioni di più becero sciacallaggio ma al tempo stesso di non sapere nemmeno di che cosa sta parlando perché proprio per la Torre dei Conti sono previsti fondi PNRR Caput Mundi per un intervento complessivo di 7 milioni di euro. Quello che dice non è solo una vergogna, anche una figuraccia internazionale. Prima di parlare dell’Italia farebbe bene a sciacquarsi la bocca e magari studiare un po’”
Dichiara il Deputato Pd Andrea Casu.
“Lo Stato sociale è ciò che siamo come Unione Europea. Difenderlo significa avere la forza e le risorse per farlo: serve più difesa e più crescita. Senza sicurezza non ci sono scuole, ospedali o libertà da proteggere, ma senza sviluppo e investimenti non ci sarà futuro per il nostro modello europeo”.
Così la deputata del Partito Democratico, Lia Quartapelle, intervenendo al convegno di Libertà Eguale a Livorno.
Per la deputata dem, “di fronte all’aggressività russa, al nuovo nazionalismo cinese e al ritorno dei sovranismi, l’Europa deve rispondere con una riforma profonda di sé stessa, capace di unire autonomia strategica, capacità industriale e coesione sociale”.
Nel suo intervento Quartapelle ha sottolineato come la sfida di oggi non sia solo militare, ma anche politica e sociale:
“È disonesto – ricorda Quartapelle – contrapporre spese per la difesa e spese per lo Stato sociale. Come ha spiegato Antonio Costa, con strumenti come Safe e l’allentamento del patto di stabilità possiamo rafforzare insieme la sicurezza e il welfare, due pilastri che si sostengono a vicenda”.
“I problemi reali della giustizia italiana non vengono minimamente affrontati dalla riforma voluta dal ministro Nordio. I processi sono troppo lunghi, mancano magistrati, personale amministrativo e stabilizzazioni per i tanti precari che tengono in piedi gli uffici giudiziari. Tutto questo non viene toccato da una riforma che, come ha ammesso lo stesso ministro, non incide sui tempi della giustizia”. Lo dichiara Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Partito Democratico, dopo l'approvazione definitiva della riforma costituzionale.
“Non è una riforma delle carriere – spiega l’esponente dem - ma una separazione delle magistrature che non serve ai cittadini. Lo ha detto chiaramente anche il presidente del Senato La Russa, ammettendo che ‘forse non valeva neppure la candela’. Se non serve a rendere più efficiente la giustizia, allora la domanda è: a cosa serve davvero?”.
“La verità – conclude Serracchiani – è che l’obiettivo di questa riforma è indebolire il Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno che garantisce indipendenza e autonomia a ogni singolo magistrato. La separazione delle carriere non trova riscontro nella Costituzione. Se davvero si fosse voluto distinguere i percorsi di giudici e pm, bastava una legge ordinaria con due concorsi separati. La riforma costituzionale serve solo a dare più potere alla politica nella scelta dei magistrati, minando l’equilibrio democratico tra poteri dello Stato”.
“Questa riforma strappa la Costituzione, mina l’autonomia della magistratura e indebolisce le fondamenta stesse della nostra democrazia. Non fa nulla per gli interessi degli italiani, anzi ne riduce le garanzie, né fa nulla per il sistema della giustizia, come lo stesso ministro Nordio ha sottolineato in modo molto chiaro. Il Governo si fermi subito prima di provocare danni irreversibili, e ridiscuta il testo, che è stato imposto senza alcun confronto parlamentare, anche in questo caso stravolgendo il dettato costituzionale. Dopo le parole del Presidente La Russa, la maggioranza dovrebbe fermarsi e non procedere oltre, altrimenti siamo al solito gioco delle parti tutto interno ai partiti di governo.” Così la responsabile giustizia del Pd, la deputata Debora Serracchiani.
“Le parole del Presidente del Senato segnano una netta presa di distanza e confermano quanto sia profondo il disagio anche all’interno della maggioranza di fronte a questa riforma. È grave che il testo in discussione al Senato sia stato imposto al Parlamento senza alcuna possibilità di confronto: si tratta infatti dello stesso testo approvato dal Consiglio dei Ministri, un grave strappo al principio di condivisione e allo spirito della nostra Costituzione, che impone dialogo e partecipazione nelle modifiche di tale portata. Questa riforma attacca alle radici la nostra democrazia, minando i principi costituzionali della separazione dei poteri e colpendo al cuore l’autonomia della magistratura. Il Governo ha ancora il tempo di ripensarci.” Così Federico Gianassi, capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Giustizia della Camera, commenta le parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa sulla riforma della separazione delle carriere.
“Solidarietà ai più di cento cittadini italiani, che animano la missione Mean di sostegno alla popolazione ucraina, sfiorati questa notte dai massicci bombardamenti russi mentre viaggiavano su un treno nei pressi di Leopoli. Il loro impegno, il lavoro delle diverse associazioni di cui fanno parte, di aiuto concreto a chi sta resistendo alla brutale invasione russa, è prezioso e va tutelato”- Così l’ex ministro della difesa, il democratico Lorenzo Guerini dopo che questa notte 110 attivisti italiani su un treno partito da Kiev si sono trovati sotto il massiccio attacco russo contro Leopoli.
"Non possiamo restare in silenzio davanti a un progetto che calpesta ambiente, sicurezza, norme europee e buon senso. Quest’opera del Ponte sullo Stretto di Messina è sbagliata, pericolosa e nasce su presupposti infondati".
Così la deputata Pd, Maria Stefania Marino.
"Il governo ha ignorato completamente le prescrizioni ambientali della Commissione VIA VAS e ha costruito una narrativa artificiosa per evitare il parere vincolante dell’UE. Si invocano motivi di sicurezza militare, sanitaria e di protezione civile, senza alcun fondamento concreto, mentre si minimizzano o si ignorano del tutto gli impatti certi e irreversibili sull’ambiente, già ammessi perfino dai proponenti dell’opera. Senza dimenticare che per un'opera di tali dimensioni non sono stati richiesti i pareri di enti fondamentali come l'Ingv, mentre l'Ispra ha sollevato perplessità e dubbi e le penali a carico dello Stato in caso di stop ai lavori sarebbero enormi. Occorre fermare tutto prima che si traduca in un danno irreparabile per il nostro territorio e per il futuro delle prossime generazioni": conclude.
I capigruppo di opposizione di Senato e Camera Francesco Boccia, Stefano Patuanelli, Peppe De Cristofaro, Raffaella Paita, Chiara Braga, Riccardo Ricciardi, Matteo Richetti, Luana Zanella, Maria Elena Boschi, Riccardo Magi, Marco Furfaro, Marianna Ricciardi hanno inviato una lettera identica ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, per contestare la nomina del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità.
Nel testo si critica la mancanza di indipendenza del presidente, la scelta di componenti privi di esperienza specifica sui diritti delle persone con disabilità e la totale assenza di rappresentanza femminile, ritenuta inaccettabile per un’istituzione che nasce con l’obiettivo di tutelare inclusione, parità e non discriminazione.
"Le parole di La Russa nell’intervista al Corriere della Sera sono inaccettabili. Nel contenuto e nella forma. Non accettiamo lezioni da esponenti di quella destra che ha avuto come amministratori chi ha saccheggiato città, distrutto reti sociali, emarginato intere generazioni in territori dove ha fatto strame di piani regolatori e ha edificato su coste incontaminate e colline fragili. Ma soprattutto non accettiamo che la seconda carica dello Stato entri a gamba tesa in una vicenda ancora indefinita. Non stanno sullo stesso piano chi lavora per una trasformazione di una città e chi usa i fondi pubblici per aiutare i lavoratori per ripianare i conti di società fallimentari. Questo il Presidente del Senato dovrebbe saperlo". Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei Deputati.
“L’arrendevolezza dell’Europa di fronte alla prepotenza di Trump ha già creato danni perché l’incertezza danneggia l’economia. Per questo chiediamo alla premier Meloni di sostenere il negoziato europeo e di riferire al parlamento su quali misure intende adottare per sostenere le imprese e le ricadute economiche dei dazi. Bisogna trattare fino alla fine, facendo leva su eventuali contromisure a differenza di quanto accaduto sulla global minimun tax che ha consentito agli Stati uniti di evitare la tassazione al 15%.
Anche sul fronte della guerra in Ucraina, l’Europa non può essere considerata un bancomat delle richieste di Trump. Siamo per una difesa comune e non veniamo meno all’impegno verso l’Ucraina per garantire la resistenza contro l’aggressione russa ma non accettiamo di obbedire alle ondivaghe prepotenze del presidente americano”.
Lo ha detto a Sky Start Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Meloni, l’amica 'geniale' di Trump. Per gratificarlo ha firmato spese NATO al 5%, ha garantito alle big tech Usa tassazione agevolata al G7, ha difeso la sua diplomazia da reality. In cambio? Dazi al 30%, un salasso per le nostre imprese. Patrioti contro l’interesse nazionale". Così su X il deputato del Pd Enzo Amendola che posta una foto di Meloni, La Russa, Tajani e Salvini in posa all'Ambasciata americana in occasione della Festa del 4 luglio scorso.
“Tanto tuonò che piovve. Alla fine, Geronimo La Russa – figlio del Presidente del Senato – è stato eletto presidente dell’Automobile Club d’Italia. Un esito annunciato, che si inscrive perfettamente nel solco di una stagione politica in cui le nomine rispondono più alle logiche dell’appartenenza che a quelle del merito. L’amichettismo è la regola al tempo del governo Meloni che in questo caso è arrivato addirittura a modificare la legge per agevolare il figlio del presidente del Senato. È un epilogo che lascia poco spazio all’immaginazione e molto all’amarezza: nell'anomalia tutta italiana di avere un ente che è federazione sportiva ma anche ente pubblico (usandone a piacere i rispettivi benefici) anche all'ACI il merito viene prima di tutto, ma solo dopo il cognome. Il processo di "occupazione di tutto" procede, con particolare attenzione al mondo dello sport. In un Paese che avrebbe bisogno di valorizzare competenze, professionalità e autonomia delle istituzioni, assistiamo invece all’ennesima conferma di un sistema in cui il potere si concentra nelle mani degli ‘amici degli amici’. Quella di oggi non è solo una nomina, è il simbolo di un metodo. Ed è un metodo che non accettaremo in silenzio.” Così Mauro Berruto, Deputato dem e Responsabile nazionale Sport del Partito Democratico.