*Resoconto parlamentare surreale, caos e approssimazione la cifra della destra al governo*
Scena fantozziana alla Camera, il relatore del ‘decreto capitali’, il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini, decide di non parlare in aula e di consegnare il suo intervento al presidente Fontana che lo mette agli atti, come riportato nel resoconto parlamentare della seduta di lunedì 5 febbraio. Uno strano comportamento per un relatore che dovrebbe illustrare il provvedimento, ma tutto secondo regolamento fin qui. Il bello viene adesso. A spulciare le carte e leggere l’intervento depositato (fedelmente riportato in calce al resoconto) ci si accorge che non c’entra nulla con il provvedimento in esame. Filini ha consegnato a Fontana la relazione di un decreto dell’anno scorso, il cosiddetto decreto Fintech, del tutto estraneo alle norme in discussione. L’episodio viene raccontato sul profilo Facebook dei deputati e delle deputate del gruppo parlamentare del Pd per sottolineare il dilettantismo e il modo caotico con cui ogni giorno governo e maggioranza si presentano in parlamento. Solo questa settimana - sottolineano i dem - abbiamo sventato il tentativo della
maggioranza di piegare a proprio vantaggio il giurì d’onore (che è una sorta di tribunale interno e per natura essere imparziale), e assistito a una caotica gestione del decreto milleproroghe con continui rinvii dei lavori, problemi con numero legale in commissione, divisioni nella maggioranza e disordine nella presentazione degli emendamenti del governo e dei relatori.
Una gestione confusionaria che conferma dilettantismo e insofferenza del governo e della maggioranza alla discussione parlamentare.
Bonafè e Pagano: sono divisi anche nel tentativo di correggere gli errori della manovra
“Questo provvedimento è la fotografia della fallimento delle scelte economiche del governo contenute nella manovra, che oggi la maggioranza cerca frettolosamente di correggere. Ma sono spaccati e navigano a vista”. Così i capigruppo democratici nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali di Montecitorio, Ubaldo Pagano e Simona Bonafè, che aggiungono: “a un mese e mezzo dalla presentazione del decreto milleproroghe stiamo ancora esaminando il secondo articolo e la maggioranza continua a essere in stallo. Una gestione pessima e dilettantistica in spregio a ogni forma di collaborazione che è stata offerta dalle opposizioni con continui cambi di posizione tra i gruppi di maggioranza che - concludono - sono spaccati e navigano a vista”.
Scarpa e Ferrari: impatto devastante, assurdo che non si ascoltino le comunità locali
“Il partito democratico ha depositato un’interrogazione parlamentare a supporto della battaglia che stanno portando avanti le comunità della Valle del Vanoi contro la nuova diga voluta dalla Regione Veneto”.
Lo rende noto la deputata democratica eletta nella circoscrizione veneta, Rachele Scarpa, che sottolinea come “insieme alla collega trentina Sara Ferrari abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare a cui chiediamo al governo di rispondere urgentemente. Il progetto voluto dalla Regione Veneto - sottolinea Scarpa - ha un impatto devastante sul territorio ed è assurdo che si intenda andare avanti senza ascoltare la voce delle comunità, in particolare le due province, Belluno e Trento, che hanno chiaramente espresso le proprie criticità. Dal governo ci aspettiamo risposte urgenti: che fermi immediatamente ogni atto che possa andare nella direzione della realizzazione di questo inutile invaso e che apra immediatamente un confronto trasparente e ampio con il territorio”.
L'alleanza con il M5S è "possibile e necessaria per rappresentare l'alternativa alla destra peggiore di sempre". “Elly è bravissima a non cadere nelle provocazioni mostrando lungimiranza, saggezza e senso di responsabilità. Invito Conte a non continuare a sbagliare bersaglio: Giuseppe, l’avversario è la destra e il Pd esige rispetto". E' quanto dichiara, in un'intervista a Repubblica, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo. "Dire che il Pd è bellicista è sbagliare proprio tiro - aggiunge-. Bellicista vuol dire guerrafondaio, che crede nella guerra come valore. E’ totalmente falso". “Io, a differenza del M5S, non ho mai votato a favore dell’invio di armi in Ucraina. Nel 2022 il M5S era nel governo Draghi che votò un decreto legge e ben due risoluzioni a favore dell’invio di armi all’Ucraina. Prendo atto che la linea del M5S poi è cambiata, ma respingo al mittente e rifiuto l’accusa di Pd bellicista". "Ma lo dico a Conte: non si può fare polemica sul passato. Elly Schlein non può essere chiamata a rispondere di politiche del Pd di un tempo in cui non c’era, tanto più perché è stata eletta per cambiare - prosegue Boldrini -. Io non rinfaccio a Conte le invettive volgari di Beppe Grillo nei miei confronti o i decreti Salvini contro i migranti da lui stesso firmati. A procedere guardando nello specchietto retrovisore si va a sbattere: è immaturità politica".
“Al Senato è andato in scena il primo atto della farsa chiamata ‘Autonomia Differenziata’. Con il contributo determinante di tantissimi parlamentari meridionali è stato approvato un provvedimento che spaccherà il Paese, promosso non a caso da uno dei fautori dei deliri secessionisti padani, Roberto Calderoli. Un atto ideologico, egoistico e clamorosamente incostituzionale, che nega il principio di sussidiarietà che sovrintende il rapporto lo Stato e le Regioni e cancella con un tratto di penna quello della solidarietà tra i territori. Un atto vile, profondamente razzista e inutile che rischia di aprire una ferita irreparabile nella storia della nostra Repubblica. E che parte da un assunto sbagliato: che la mancanza di competitività del Nord Italia si possa superare abbandonando il Mezzogiorno a se stesso. Di questa enorme e gravissima responsabilità Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia dovranno farsi carico negli anni avvenire. Quelli che fino a ieri si ergevano a unici veri patrioti, oggi svendono all’alleato leghista una parte del Paese per un patto politico-elettorale. E tutto questo avviene nel tombale silenzio di Raffaele Fitto, teoricamente Ministro per il Sud, complice di un disastro da cui non si potrà tornare indietro. Il Senatore Damiani, di Barletta, non ha nulla da dire? La Senatrice Fallucchi, di Foggia, non ha nulla da dire? Il Senatore Marti, di Lecce, non ha nulla da dire? Il Senatore Melchiorre e il Senatore Sisto, di Bari, non hanno nulla da dire? La Senatrice Nocco, di Santeramo, non ha nulla da dire? Il Senatore Zullo, di Cassano delle Murge, non ha nulla da dire?”
Così, in una nota congiunta, i deputati pugliesi del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, Marco Lacarra e Ubaldo Pagano.
“Il ministro per lo Sport, Abodi, completa il suo quotidiano allenamento di genuflessioni: dopo le società di serie A di calcio è il turno della ministra del Lavoro, Calderone, già presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Ai consulenti del lavoro in assemblea, Abodi dice: ‘Grazie a voi le società sportive entreranno senza traumi nella dimensione del lavoro sportivo’. Ecco allora spiegati i ritardi del ministro dello Sport che stanno mettendo in ginocchio soprattutto le piccole società sportive che devono affidarsi, per forza e pagando, a consulenti del lavoro, quando la legge permetterebbe loro di fare molti adempimenti gratuitamente e in autonomia, se solo i decreti fossero attuati, se solo il registro delle società dilettantistiche funzionasse. Il problema è che al ministro Abodi non interessano le società sportive, ma il solito club di presunti amici”.
Così Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile Sport del Partito democratico.
Lavoratori dello sport nel caos per latitanza ministro
“Ho depositato un'interrogazione al Ministro per lo sport Andrea Abodi, invitandolo a chiarire se intende prorogare il termine del 31.12.2023 entro il quale gli sportivi già aderenti al fondo pensionistico sportivi e lavoratori dello spettacolo (ex Enpals) potevano optare per restare iscritti a tale fondo. Si auspicava un'intensa campagna informativa da parte dei Ministeri per lo Sport e del Lavoro, che invece non c'è stata: tanti sportivi, quindi, sono inconsapevolmente passati al fondo Inps Gestione Separata con effetto retroattivo dal 1 luglio scorso nonostante i club dilettantistici avessero frattanto versato i contributi al fondo ex Enpals”. Così il deputato democratico, responsabile nazionale Sport del Pd, Mauro Berruto che aggiunge: “si è generato un enorme caos poiché quei contributi dovranno essere trasferiti ma soprattutto per il fatto che le agevolazioni del lavoro sportivo spettano soltanto agli sportivi iscritti al fondo Inps Gestione Separata, dunque si sta profilando un disastro anche dal profilo economico-finanziario che potrebbe riversarsi sulle associazioni e società sportive. Se non viene riaperto il termine e concesso un congruo termine, il sistema-sport accuserà un assurdo incremento di costi e molti sportivi si troveranno iscritti in un fondo previdenziale diverso da quello ambito. Soprattutto, ora dovrà essere garantita la massima divulgazione di questo adempimento, per evitare di ricadere in un errore dal sapore di trascuratezza verso lo sport dilettantistico”.
“Ho depositato un'interrogazione al ministro per lo Sport, Andrea Abodi, invitandolo a precisare alla Camera se e in che tempi intende garantire il pieno funzionamento del portale telematico del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche. Con l'entrata in vigore della Riforma dello Sport, i club dilettantistici sono obbligati a osservare numerosi adempimenti, come le comunicazioni mensili delle retribuzioni corrisposte ai collaboratori sportivi, ma il portale del registro nazionale non è ancora completamente funzionante e questo li obbliga a rivolgersi a consulenti esterni per funzioni che potrebbero essere svolte internamente con semplicità e soprattutto gratis, se solo funzionasse il portale. La norma parla di attenuare la burocrazia, ma purtroppo questi automatismi ancora non sono del tutto possibili e questo fa aumentare i costi della gestione sportiva”.
Lo dichiara il deputato e responsabile nazionale Sport del Pd, Mauro Berruto.
“E’ emergenza violenza nei campi di calcio giovanile, in particolare contro gli arbitri ma non solo. L’ultimo caso proviene dalla Sicilia ed è avvenuto lunedì sera a Mascalucia, in provincia di Catania, dove, al termine della partita, il giovane direttore di gara è stato malmenato e si trova ricoverato per una tumefazione al rene. Un episodio disdicevole, come tanti ne accadono sui terreni di gioco, in ogni parte d’Italia, che ospitano le competizioni calcistiche giovanili. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: nel 2023, secondo il report dell’osservatorio sulla violenza agli arbitri, aggiornato 23 novembre, gli episodi sono in aumento rispetto allo scorso anno, 124 rispetto contro gli 85 della stagione passata. Gli autori delle violenze sono: calciatori 75, dirigenti 33, estranei 16. Per questa ragione la nostra proposta è quella di modificare la normativa vigente, più nota come Daspo, che prevede l’applicazione del divieto di accedere alle manifestazioni sportive per chi si macchia di tali atti. Occorre intervenire uniformando la normativa in tema di lesioni personali e omicidio preterintenzionale in danno di un arbitro o di altro soggetto cui risulti affidata la responsabilità di assicurare la regolarità tecnica di una manifestazione sportiva".
Così il deputato Pd, Anthony Barbagallo, che ha depositato alla Camera, assieme a Mauro Berruto, una proposta di modifica alla normativa sul Daspo, al fine di tutelare la categoria degli arbitri, oggetto di violenze sui campi di calcio giovanile, introducendo in particolare un inasprimento delle pene. Il Pd ha inoltre predisposto un’interrogazione urgente al ministro degli Interni e a quello dello Sport e Giovani per chiedere maggiore attenzione sui campi dilettantistici “che - denuncia Barbagallo - non possono diventare lo sfogatoio di energumeni di ogni tipo”.
Bisogna prevedere - aggiunge - specifiche aggravanti di pena e, a proposito di Daspo, inserire l’obbligo di firma per le ipotesi di lesioni personali o omicidio preterintenzionale nei confronti dei soggetti indagati e/o condannati ‘seppur non con sentenza definitiva’. Il Pd con questa proposta - conclude - ritiene inoltre necessario introdurre un’aggravante che determina l'aumento della pena da un terzo alla metà nei casi di lesioni personali e di omicidio preterintenzionale qualora i fatti siano in danno di arbitri o di altri soggetti che assicurano la regolarità tecnica di una manifestazione sportiva, ovvero che svolgono un incarico nell'ambito di una manifestazione sportiva, come ad esempio gli osservatori arbitrali”.
"Anche sulle case green l'Europa smentisce la destra italiana ed i suoi falsi annunci populisti e sovranisti. Gli italiani avranno tempi e norme flessibili ed incentivi comunitari per rendere maggiormente efficenti le proprie abitazioni dal punto di vista energetico": è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, Marco Simiani sull'accordo raggiunto in sede comunitaria sulla Direttiva Ue.
"I benefici per i proprietari degli immobili saranno quindi molteplici: case più efficienti, risparmio nella bolletta per i cittadini, minore consumo di energia e case con valore immobiliare maggiore. E tutto questo nel pieno rispetto dell'ambiente e per proseguire la lotta ai cambiamenti climatici. Ancora una volta la duplice falsa narrazione del governo Meloni sull'Europa nemica dei cittadini e sulla inutilità delle incentivi edilizi ė stata clamorosamente smentita": conclude Marco Simiani.
Dichiarazione di Silvio Lai , deputato Pd
“Continuate, inesorabilmente, a dimostrare che eravate pronti solo a fare opposizione, a urlare contro lo Stato, l’Europa, i poteri forti, le forze oscure e gli alieni, ma non eravate pronti a governare. Perché governare non è fermare un treno dove non dovrebbe fermarsi ma è dare l’esempio, rispettare le istituzioni e non piegarle. Governare è decidere, non prorogare. Noi non ci faremo l’abitudine, nessuna assuefazione ci fermerà dal denunciare il vostro comportamento e le vostre incapacità.” Così Silvio Lai nella dichiarazione di voto contraria a nome del gruppo Pd al decreto sulla proroga dei versamenti fiscali. “In questo decreto – ha proseguito Lai - sono numerose le questioni, proroghe comprese, che riguardano il Paese e che avrebbero meritato risposta e che non l’hanno avuta. A cominciare dai Comuni, dove si continua a scaricare sulle nostre Amministrazioni costi e compiti, senza adeguate dotazioni finanziarie e senza nemmeno la flessibilità che gli enti locali, assieme all’Anci, avevano chiesto. Autonomia senza risorse e senza flessibilità è niente. Un raggiro, una presa in giro, un inganno elettorale.” Lai ha poi ricordato il tema casa e contestualmente la vicenda dei mutui e degli affitti “dove sono previsti solo ulteriori aggravi per le famiglie e i giovani, ad iniziare dalla cedolare secca”, ha rimarcato l’esponente Pd secondo il quale “non aver prorogato l’aliquota al 21 per cento per gli affitti ma l’averla, di fatto, aumentata è una grave responsabilità di questo esecutivo.” “Altro capitolo vergognoso – ha proseguito Lai- è quello dell’energia dove il governo si è girato dall’altra parte di fronte al costo della bolletta che erode salari e redditi, soprattutto alle fasce più deboli. E se c’era qualcosa da prorogare era proprio il mercato tutelato, come hanno negoziato molti Paesi Europei, e invece i cittadini sono sommersi di telefonate incomprensibili e si possono già prevedere aumenti quantificati del 30% dal prossimo anno.” Infine, Lai ha ricordato l’annosa questione dell’Agenzia italiana del farmaco. “Dopo un anno siamo alla sesta proroga rispetto ad un Ente di primaria importanza per la vita sanitaria nazionale, ha aggiunto. Prima si impone una riforma e poi, proroga dopo proroga, si ammette di fatto che quella stessa riforma non si riesce ad attuare”. “Prorogare – ha concluso Lai- può essere un’esigenza dovuta ad una grave calamità ed è un bene; oppure prorogare può significare non essere in grado di decidere. Ebbene, In questo decreto c’è poco del primo e molto del secondo.”
"Il prossimo 7 gennaio scade la cassa integrazione per 1400 lavoratrici e lavoratori delle acciaierie di Piombino, la JSW. Lo scorso 13 novembre, insieme al collega Marco Simiani, abbiamo incontrato le rappresentanze sindacali e gli stessi lavoratori che ci hanno espresso tutta la loro preoccupazione per ciò che potrebbe succedere dall'8 gennaio in poi se non ci fosse una proroga.
In quell'occasione, ci siamo presi l'impegno di chiedere al ministero del Lavoro un incontro con i lavoratori e le lavoratrici. Oggi, grazie anche all'interessamento del collega Arturo Scotto, capogruppo del Pd in Commissione Lavoro, abbiamo ottenuto la disponibilità del sottosegretario Claudio Durigon per un incontro con le RSU che dovrebbe tenersi la prossima settimana.
Ci auguriamo che, in quella sede e in attesa che si definisca il futuro dell'azienda, il sottosegretario possa dare ampia rassicurazione per il rinnovo della cassa integrazione per non lasciare più 1400 persone e le loro famiglie senza sostegno e senza copertura: è una questione di dignità". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD eletta in Toscana e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
"Sul decreto Bollette il governo si è dimostrato incompetente e arrogante. Dovevano ridurre il costo delle bollette. La verità è un'altra: il governo Meloni ha tolto le agevolazioni sulle accise, quindi è rincarato il costo della benzina e hanno fatto aumentare anche la bolletta elettrica. Peraltro, il decreto che avevano fatto a gennaio sui carburanti, con lo sbandierato cartello sul prezzo medio regionale, non ha diminuito il prezzo della benzina ed è stato bocciato dal TAR, per questo incompetenti e arroganti”. Lo ha detto il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“C’è anche – ha aggiunto l’esponente Pd - un rischio rincari per l’elettricità. Dal primo aprile, la bolletta dell’energia elettrica costa il 25 per cento in più perché questo governo ha deciso di togliere la sterilizzazione degli oneri generali di sistema che aveva fatto il governo Draghi. In più c'è una scadenza importante il 10 gennaio, con il superamento della maggior tutela con il rischio di aumento delle bollette. Ieri l'antitrust ha sanzionato, per 15 milioni di euro, 10 società dell'energia, proprio perché avevano fatto aumentare i prezzi. La proposta avanzata dal Pd è quella di prorogare per un anno il mercato a maggior tutela proprio per evitare che aumentino ulteriormente le bollette elettriche”.
“Occorre un governo – ha concluso Peluffo - che la smetta di raccontare una cosa per un'altra e che si decida ad ascoltare o quantomeno confrontarsi con le opposizioni, le associazioni di categoria e le associazioni dei consumatori. Il governo non solo non ha accettato i nostri emendamenti ma ha posto l'ennesima fiducia proprio per evitare la discussione nel merito. Tuttavia, nella discussione sugli ordini del giorno, l'intervento di Rampelli, ha dimostrato quanto la maggioranza sia spaccata su questi provvedimenti. E la verità è che questa volta la fiducia l'hanno messa, sì, contro l'opposizione, ma l'hanno messa anche contro la loro maggioranza".
“I contenuti di questo decreto e il metodo usato sono un esempio fulgido dell’incompetenza e dell’arroganza di questo Esecutivo”. Lo ha detto in aula alla Camera il capogruppo dem in commissione Attività produttive Vinicio Peluffo, annunciando il voto contrario del Gruppo Pd al Dl energia.
“Eravamo pronti ad una discussione nel merito – ha aggiunto Peluffo fra le altre cose – ma ancora una volta vi siete sottratti, svilendo ancora una volta il Parlamento, rompendo la corretta dialettica con le opposizioni.
“Con la legge di bilancio dello scorso anno avete reintrodotto le accise, poi avete varato un decreto che pomposamente doveva contenere i prezzi ma che non ha avuto nessun risultato. Una scelta sbagliata, ma siete andati avanti senza essere capaci di scrivere bene la norma attuativa visto che il Tar del Lazio ha annullato il decreto del ministro Urso.
Sui costi della bolletta elettrica abbiamo proposto di sterilizzare gli oneri di sistema, di riorganizzarli spostando alcune voci sulla fiscalità generale in linea con i richiami dell’Autorità di settore per sgravare famiglie e imprese; abbiamo proposto il credito d’imposta per Pmi e artigiani e un fondo di garanzia per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili.
Abbiamo proposto con un altro emendamento una cosa semplice e di buon senso come la proroga di un anno per il superamento della maggior tutela perché mancano solo 56 giorni alla scadenza del prossimo 10 gennaio e il governo non ha fatto la campagna di comunicazione per informare i cittadini e perché è forte il rischio di aumenti incontrollati dei prezzi delle bollette.
Purtroppo però siete scappati dal confronto nel merito perché volete fuggire dalla realtà quotidiana che affrontano le famiglie e le imprese”.
“Il governo si attivi per garantire la libertà di movimento all’estero dei cittadini bielorussi che a causa della pesante repressione sono stati costretti a lasciare il loro Paese”. Lo chiedono in un’interrogazione ai ministri degli Esteri e dell’Interno i deputati Andrea Casu (primo firmatario), Lia Quartapelle, Anna Ascani, Laura Boldrini e Debora Serracchiani del Gruppo Pd e Benedetto Della Vedova di +Europa.
I parlamentari chiedono inoltre al governo di sostenere la creazione del passaporto della Nuova Bielorussia annunciato dalla Presidente eletta Sviatlana Tsikhanouskaya, utilizzabile come documento di viaggio dei bielorussi all’estero, sul modello di quanto fatto dagli Stati baltici durante l’occupazione sovietica.
Nell’atto parlamentare viene ricordato come siano centinaia di migliaia i bielorussi costretti a fuggire a causa della violenta repressione del regime di Lukashenko e che un decreto del regime ha stabilito che i cittadini bielorussi residenti all’estero non possano più ottenere o rinnovare i loro passaporti nelle rappresentanze diplomatiche all’estero.