"Abbiamo partecipato al tavolo convocato al Ministero per l' impresa ed il made in Italy per La Perla. Bene si sia definito un percorso di successivi incontri per accompagnare un contesto oggettivamente complesso. Bene si lavori con il massimo di sintonia fra i diversi livelli istituzionali. Importante si dia risposta alle criticità che hanno giustamente segnalato le Organizzazioni Sindacali. Se si vuole salvare un presidio produttivo di così grande importanza, e con esso le professionalità di altissimo profilo di lavoratrici e lavoratori de La Perla, davvero non c' è tempo da perdere".
Così Andrea De Maria e Virginio Merola, deputati PD
“Il Ministro Urso intervenga per affrontare la grave crisi occupazionale del Gruppo NOVA e tutelare i lavoratori coinvolti per evitare ulteriori licenziamenti. In Lombardia la situazione è drammatica, con la chiusura di diversi punti vendita e centinaia di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, in alcuni casi senza nemmeno ricevere lo stipendio di giugno”.
E’ quanto chiedono i deputati Silvia Roggiani, Segretaria regionale Pd Lombardia, i capogruppo Pd in Commissione Attività produttive e Lavoro Vinicio Peluffo e Arturo Scotto e tutti deputati lombardi del Partito Democratico in una interrogazione rivolta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy riguardo la grave crisi occupazionale che sta colpendo il Gruppo NOVA, operante sotto il marchio Euronics, con una significativa presenza in Lombardia.
“Chiediamo se il Ministro – aggiungono i deputati lombardi del Partito democratico - intenda promuovere un tavolo di confronto tra le parti interessate per discutere soluzioni alternative ai licenziamenti e se intenda attivarsi per fornire incentivi e forme di sostegno economico immediato ai lavoratori. Il Partito Democratico non può accettare che il governo di destra continui a ignorare le difficoltà dei lavoratori, scaricando sulle famiglie le conseguenze di una crisi gestionale e industriale. È tempo che il Ministro delle Imprese e del Made in Italy assuma le proprie responsabilità e agisca con maggiore decisione per proteggere i posti di lavoro e sostenere le famiglie colpite da questa crisi”.
Pd presenta interrogazione parlamentare a prima firma Schlein
“Il gruppo del partito democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per sapere quali iniziative il governo sta attuando per tutelare Industria Italiana Autobus, presidio industriale di grande valore strategico per il paese con gli stabilimenti di Bologna e Flumeri (AV). L’interrogazione parlamentare, promossa dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, e firmata dai democratici Andrea De Maria, Piero De Luca, Toni Ricciardi e dalla capogruppo dem a Montecitorio, Chiara Braga, esprime rilevanti preoccupazioni sull’efficacia e sulla credibilità delle decisioni assunte dal Ministro Urso, legate anche alle effettive competenze nel settore dell'acquirente individuato. Peraltro - sottolineano i democratici - nella giornata del 2 aagosto la nuova proprietà di Industria Italiana Autobus ha formalmente avviato la procedura per il trasferimento a Flumeri dei 77 lavoratori dello stabilimento di Bologna, premessa evidente di un processo di smantellamento del presidio produttivo. Anche se - sottolineano i democratici - la procedura di trasferimento è stata annullata dopo alcune ore dalla propietà, a seguito delle iniziative assunte dalle Organizzazioni Sindacali, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Città Metropolitana di Bologna, si è trattato di un segnale estremamente preoccupante e che conferma le criticità che erano state già denunciate in parlamento dal Pd. Da qui la richiesta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy di chiarire in parlamento le iniziative assunte per garantire la continuità di Industria Italiana Autobus, che risultano messe già in discussione dalla nuova proprietà”.
“E’ una buona notizia la proroga del contratto di programma tra il ministero delle Imprese e del made in Italy e per Poste Italiane. Siamo invece fortemente preoccupati perché registriamo un totale silenzio, da parte dell’Esecutivo, a proposito dei progetti di privatizzazione che riguardano proprio Poste e su cui il Partito Democratico è assolutamente contrario”. Lo afferma il capogruppo PD in commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, Anthony Barbagallo. “Da mesi chiediamo notizie in merito – aggiunge – c'è un'evidente distonia in alcune dichiarazioni del governo che alimentano incertezze. Poste è un'azienda in crescita che va tutelata rispetto a disegni scellerati di privatizzazione. Riteniamo che il governo su questo argomento debba fare chiarezza immediata a tutela di Poste stessa e – conclude – dei lavoratori”.
“Una ridefinizione della dimensione degli Ambiti territoriali della distribuzione gas dovrebbe essere attuata solo a valle di valutazioni e analisi che perseguano l’obiettivo di un’opportuna relazione funzionale tra ricerca di una dimensione minima efficiente a livello industriale e garanzia di un adeguato livello di partecipazione degli operatori alle gare. Eppure, secondo notizie di stampa, esisterebbe una proposta di ridefinizione delle gare gas, che porterebbe dagli attuali 172 Atem a solo 7. Tale ipotesi presenta non poche criticità, anche alla luce della annunciata acquisizione, da parte di Italgas, del secondo operatore nazionale della distribuzione gas, 2i Rete Gas: insieme rappresentano una quota di mercato del 50% e una presenza nel 70% degli ambiti. Tale riduzione, dunque, eliminirebbe qualsiasi possibilità di contendibilità degli Atem, creando una barriera economico/finanziaria alla partecipazione alle gare stesse, annullando ogni possibile concorrenza a scapito dei cittadini utenti”.
Così il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo, che sulla materia insieme al capogruppo dem in commissione Ambiente, Marco Simiani, ha presentato un’interrogazione rivolta al ministro Adolfo Urso.
“Governare il consolidamento del settore gas - aggiunge Vinicio Peluffo - gestendo possibili incentivi per le aggregazioni, trova un legame con quello del settore elettrico, atteso che il cosiddetto Decreto Bersani, prevede che debbano essere bandite le gare per la distribuzione elettrica entro il 2025. Siamo convinti che il rapido riordino della disciplina e la razionalizzazione dei settori della distribuzione del gas e dell’energia elettrica siano urgenti e necessarie. Ma sarebbe essenziale - conclude - che il ministro delle Imprese e del Made in Italy batta un colpo e apra una seria ed efficace discussione parlamentare. Evitando gli errori ai danni dei consumatori già avvenuti nella gestione della fine della maggior tutela”.
“Si tratta di una grande occasione mancata per rafforzare l’istruzione tecnica e professionale e, soprattutto, contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico. Un errore consumato nella fretta che il ministro Valditara ha voluto imporre a questo testo, nella totale impossibilità per questa Camera di modificarlo correggendone limiti e storture e senza un confronto con il mondo della scuola”.
Così la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Ddl sulla filiera formativa tecnologico-professionale.
“Sarebbe stato più utile - ha aggiunto - provare ad accompagnare le scuole verso questo nuovo progetto, avviandole ad una sperimentazione che tenesse conto dei rilievi espressi dal Cspi e della valutazione delle esperienze già attuate nelle precedenti sperimentazioni. Accompagnare questo percorso con le risorse occorrenti, che purtroppo mancano, sostenendo gli insegnanti ed adeguando il curriculum, prevedendo un adeguato orientamento degli studenti, definendo delle linee guida nazionali. Avevamo interesse e voglia di poter migliorare questo testo. Sarebbe stato utile anche per il governo visti i dati di adesione alla sperimentazione proposta alle scuole a tutta velocità: 171 istituti in tutta Italia. Un risultato che definire deludente è poco a conferma del fatto che agire in fretta, senza una efficace e reale consultazione dal basso del mondo della scuola non porta buoni frutti. Perché non ci si lancia in sperimentazioni dai contorni incerti, solo per fideistica missione affidata dal ministro. Doveva essere di monito quanto avvenuto anche con il Made in Italy che ha registrato un’adesione scarsissima. Invece, si è preferito concentrare tutto contemporaneamente nello stesso momento, saltando passaggi fondamentali ed utili. Affrontando, perché no, anche un tema più strutturale e profondo che è quello del complessivo riordino dei cicli. Non solo quindi il percorso più breve che passa dalla riduzione di un anno, ma una più seria e complessiva riflessione intorno al sistema scolastico e alla sua capacità di rispondere in modo adeguato alle sfide della contemporaneità. Ma la strada scelta è stata un’altra. Una strada che all’orizzonte ha anche un’altra parola d’ordine cara al governo meloni: l’autonomia differenziata. Questa riforma sembra un suo anticipo, proprio riguardo all’istruzione. Un’istruzione - ha concluso - che oggi la destra tradisce con un provvedimento confuso, incompleto e mancante di una visione di sistema che rischia di produrre effetti negativi sul percorso di formazione tecnica e professionale”.
"Ho incontrato, alla Camera dei Deputati, Dante Brandi ambasciatore italiano a Singapore, Federico Donato consigliere in Assocamere nominato dal Mimit e il Segretario generale dell’Unione interparlamentare Sorbello. L'incontro ha posto particolare enfasi sull'importanza delle imprese italiane all'estero come pilastro fondamentale per promuovere e diffondere il prestigioso marchio "Made in Italy" a livello globale perché queste imprese svolgono un ruolo cruciale nel valorizzare l'eccellenza, la creatività e la qualità distintiva dei prodotti e dei servizi italiani sui mercati internazionali. Le imprese italiane all'estero rappresentano un'eccellenza da tutelare e sostenere, in quanto veicolano non solo prodotti di alta qualità, ma anche valori intrinseci legati alla tradizione, all'innovazione e alla sostenibilità. Grazie alla loro presenza e al loro impegno, contribuiscono in modo significativo alla promozione della cultura e dello stile di vita italiani nel mondo, consolidando la reputazione del "Made in Italy" come simbolo di eccellenza e raffinatezza. In questo contesto, è essenziale che le istituzioni italiane forniscano un sostegno adeguato alle imprese che operano all'estero, facilitando l'accesso ai mercati internazionali, promuovendo la cooperazione con le istituzioni locali e offrendo servizi di consulenza e assistenza per favorire la crescita e lo sviluppo delle aziende italiane all'estero. Attraverso una strategia mirata e sinergica tra settore pubblico e privato, è possibile valorizzare al meglio il patrimonio di know-how, artigianalità e innovazione che contraddistingue le imprese italiane, consentendo loro di affermarsi sui mercati internazionali e di competere con successo in un contesto globale sempre più competitivo. In conclusione, puntare sulle imprese italiane all'estero come ambasciatrici del "Made in Italy" rappresenta una scelta strategica e vincente per promuovere l'eccellenza del nostro Paese e per consolidare la sua presenza e il suo prestigio a livello internazionale." Cosi' Nicola Carè, deputato del Pd eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide.
"Oggi sono intervenuto sull' Ordine del Lavori alla Camera, per ricordare al Governo la criticità della fase in atto a La Perla e sollecitare la sua attenzione in merito, chiedendo al Ministro delle imprese e del made in Italy di riferire in Aula. Si tratta di difendere un presidio produttivo di grandissimo valore per il Paese e con esso lavoratrici e lavoratori caratterizzati da una straordinaria professionalità e che a breve manifesteranno davanti alla sede dell'azienda. Ad oggi l'Amministrazione Straordinaria riguarda la sola azienda produttiva e, se si vuole garantire un percorso efficace per una vera riattivazione delle attività, è indispensabile si proceda per l'Amministrazione Straordinaria di La Perla Management Uk e La Perla Italia. È importante che le istituzioni lavorino in squadra per quella che è davvero una priorità per tutti".
Così Andrea De Maria, deputato PD
"La sentenza della Corte Costituzionale sul Payback per i dispositivi medici per le sue conseguenze ripropone rischi molto seri per la tenuta di un settore produttivo di grande valore per il Paese e, in quest' ambito, per il distretto di Mirandola. A maggior ragione ora occorre agire sulla normativa vigente. Come abbiamo già fatto intendiamo assumere ulteriori iniziative parlamentari, su cui chiederemo l'impegno di tutti i gruppi della Camera e di tutti gli eletti del territorio più interessato. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro e un comparto fondamentale per il made in Italy".
Così Andrea De Maria e Stefano Vaccari, deputati PD
Primi firmatari Vaccari (Pd) e Berrino (FdI)
Una legge che riconosca la valenza del turismo motoristico per il nostro Paese e che guardi all’innovazione e alla valorizzazione dei territori partendo proprio dal fondamentale settore del ‘Made in Italy’ dei motori. Questo il tema della conferenza stampa che si terrà oggi, mercoledì 17 luglio alle ore 16.00, presso la sala stampa della Camera. Ad illustrare la Pdl il deputato Stefano Vaccari (Pd) e il senatore Gianni Berrino (FdI), primi firmatari e, rispettivamente, presidente e vice presidente dell’Intergruppo parlamentare ‘Amici dei Motori’, che conta circa cinquanta parlamentari di quasi tutti i gruppi politici.
Saranno presenti anche i parlamentari Mauro D’Attis (FI, segretario dell’Intergruppo), Andrea Dara (Lega) e Costanzo Della Porta (FdI) dell’Ufficio di presidenza. Partecipano per ‘Città dei Motori’ il presidente Luigi Zironi, sindaco di Maranello, assieme al segretario generale CdM Danilo Moriero, e rappresentanti dell’Aci, della Federazione Motociclistica Italiana (Fmi) e dell’Automotoclub Storico Italiano (Asi).
Primi firmatari Vaccari (Pd) e Berrino (FdI)
Una legge che riconosca la valenza del turismo motoristico per il nostro Paese e che guardi all’innovazione e alla valorizzazione dei territori partendo proprio dal fondamentale settore del ‘Made in Italy’ dei motori. Questo il tema della conferenza stampa che si terrà domani, mercoledì 17 luglio alle ore 16.00, presso la sala stampa della Camera. Ad illustrare la Pdl il deputato Stefano Vaccari (Pd) e il senatore Gianni Berrino (FdI), primi firmatari e, rispettivamente, presidente e vice presidente dell’Intergruppo parlamentare ‘Amici dei Motori’, che conta circa cinquanta parlamentari di quasi tutti i gruppi politici.
Saranno presenti anche i parlamentari Mauro D’Attis (FI, segretario dell’Intergruppo), Andrea Dara (Lega) e Costanzo Della Porta (FdI) dell’Ufficio di presidenza. Partecipano per ‘Città dei Motori’ il presidente Luigi Zironi, sindaco di Maranello, assieme al segretario generale CdM Danilo Moriero, e rappresentanti dell’Aci, della Federazione Motociclistica Italiana (Fmi) e dell’Automotoclub Storico Italiano (Asi).
“Sulla Dieta Mediterranea, e non solo, è in corso la resa dei conti nella destra. Le parole del senatore della Lega e del vicepresidente del Senato Giancarlo Centinaio non lasciano adito a dubbi. L'indice accusatorio è rivolto al ministro Lollobrigida. Il tema è la Dieta Mediterranea, patrimonio dell'Unesco per i suoi indiscutibili effetti positivi sulla salute e per il fatto che si basa su alimenti base, non processati.
Centinaio si schiera apertamente dalla parte delle grandi multinazionali, il cui diritto d'impresa nessuno ovviamente mette in dubbio, ma in un rapporto di assoluta trasparenza anche sulle terminologie e sulla trasparenza delle etichette.
Semmai stupisce il silenzio del Ministro Lollobrigida che evoca continuamente il Made in Italy e le tradizioni della cucina italiana basata su preparazioni a filiera corta con i prodotti che arrivano dai campi, e poi si rifugia nel silenzio quando non riuscendo più a fare due parti in commedia, a secondo del luogo di enunciazione, non riesce a dire nulla sulla difesa della Dieta Mediterranea e sui cibi ultra processati.
Non risponde nemmeno ad una interrogazione che su questo tema abbiamo presentato come gruppo PD della commissione agricoltura.
Se ha qualcosa da dire il ministro Lollobrigida batta un colpo”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo PD della Commissione Agricoltura e Segretario di Presidenza della Camera.
“Siamo davanti all'ennesima fiducia, che non sarà l'ultima, su un provvedimento fondamentale per il Paese nel solco di un metodico svilimento della democrazia parlamentare. Votiamo in realtà su un decreto omnibus che non dà risposte strutturali al comparto agricolo che soffre da troppo tempo: l'emergenza climatica e la peste suina non sono arrivate adesso ma voi continuate a rincorrerle tardivamente. E solo adesso vi accorgete della siccità che attanaglia le regioni del sud dopo l'inefficacia dei 14 mesi di commissariamento che non hanno prodotto risultati apprezzabili”. Lo dichiara la deputata dem Antonella Forattini esprimendo il voto contrario del Pd alla fiducia posta dal governo sul Dl Agricoltura.
“Al provvedimento – continua Forattini - manca il coraggio di proteggere la redditività delle imprese e a mantenere alto il 'made in Italy' nel mondo. Tutti gli interventi si susseguono sull'onda della cronaca quotidiana e sulle leve del consenso e non affrontano strutturalmente gli stravolgimenti legati ai cambiamenti climatici. Manca inoltre dell'aspetto preventivo che da un lato acuisce i gravi ritardi per gli aiuti alle colture colpite da patogeni o calamità e dall'altro non combatte la concorrenza selvaggia che stravolge i meccanismi del giusto prezzo e non garantisce giusti salari. Non incide sulla lotta al caporalato che deve essere essere contrastato con la piena attuazione della legge Martina Orlando e il superamento della Bossi Fini che non permette una presenza regolare dei lavoratori emigrati nelle nostre campagne".
“Nonostante sia indubbio il suo attaccamento al Made in Italy, il ministro Urso trascura il fatto che tanti lavoratori di Industria Italiana Autobus a Flumeri, da oltre 11 anni, lottano per mantenere in vita lo stesso stabilimento e perché la produzione rimanga italiana. Ho apprezzato il fatto che il ministro abbia accolto la richiesta sindacale di prendere 3 settimane di tempo per verificare ulteriori ipotesi di cessione e di rilancio di Industria Italiana Autobus. Eppure quel barlume di speranza improvvisamente è sparito”. Lo dichiara il vicepresidente del gruppo dem Toni Ricciardi in Aula di Montecitorio in replica al ministro Urso sull'interpellanza urgente circa l'acquisto di quote di Industria Italiana Autobus.
“Come può – continua Ricciardi - il Gruppo Seri che fattura 300 milioni gestire un'operazione di tale portata e complessità? Noi non mettiamo in dubbio l'onorabilità e la qualità di Seri, ma qui manca trasparenza e chiarezza. Vogliamo conoscere i parametri, le cifre e il perché questa acquisizione ci sembra una storia già scritta. Guarda caso l'altra offerta per IIA, fatta da persone più contigue e prossime alla modalità industriale dell'azienda non è stata presa in considerazione senza motivazioni sulle eventuali manchevolezze. È incomprensibile che dopo l'immissione di 180mln da parte di Leonardo-Invitalia, la rinuncia ai crediti esigibili su IIA, il finanziamento di pullman con i fondi Pnrr, lo Stato esce da un'operazione win-win con la privatizzazione al Gruppo Seri”.
“Ci interessa il futuro dei lavoratori dell’Azienda Mozarc, ex Bellco, per questo evitiamo di polemizzare sul fatto che a fronte di tre interrogazioni già presentate nei giorni scorsi dalle opposizioni stamattina, di contro, il governo abbia deciso di rispondere a quella della Lega e non alle altre che, come spesso avviene, si potevano abbinare. Tantomeno vogliamo pensare che la risposta sia collegata alla scadenza elettorale di domenica a Mirandola. Tuttavia apprezziamo le parole del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha deciso di convocare un tavolo di crisi ministeriale dopo quello già convocato per il 26 giugno dalla Regione Emilia Romagna. Questo ha determinato, e ne siamo contenti, il congelamento da parte dell’azienda delle procedure di licenziamento di 350 lavoratori a fronte della chiusura di un reparto produttivo. Ora vengano messi in campo tutti gli sforzi istituzionali perché siano salvaguardati i livelli occupazionali della Mozarc e delle imprese dell’indotto. Noi continueremo a presidiare e monitorare la situazione perché con il concorso di tutti si arrivi ad una soluzione positiva”.
Lo dichiarano i deputati Pd, Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra, e la senatrice Enza Rando.