"L'approvazione del dl sicurezza anche al Senato, quindi definitiva, segna una pagina buia per le libertà e i diritti delle italiane e degli italiani. Un decreto che non risolve nulla sul piano della sicurezza, ma mette in campo gravi strumenti repressivi del dissenso, della protesta e delle libertà delle persone. Penso al reato di resistenza passiva che manderebbe in carcere i padri e le madri del pacifismo mondiale, o ai 2 anni di condanna che rischia chi fa un blocco stradale durante una manifestazione per tutelare il posto di lavoro o pretendere politiche efficaci contro la crisi climatica.
E penso soprattutto a quell'art.31: un dispositivo pericolosissimo che permette, con la firma della presidente del Consiglio, ad agenti dei servizi segreti di dirigere e organizzare associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, senza subire conseguenze penali. Questo nel paese della strage della stazione di Bologna, di piazza Fontana, di piazza della Loggia, dell'Italicus, di Ustica. Non a caso le famiglie delle vittime delle stragi hanno protestato, ma sono rimaste del tutto inascoltate. Scelte di una gravità inaudita che spingono l'Italia fuori dall'alveo delle democrazie liberali e verso uno stato di polizia". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"L'articolo 31 del dl sicurezza o, meglio, del dl repressione, è forse il peggiore di tutti. E' quello che si occupa dei servizi segreti ed è, di fatto, la legalizzazione del terrorismo di Stato". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, intervenendo la notte scorsa nell'aula di Montecitorio. "Parliamo della possibilità che, con una firma della presidente del Consiglio, un agente dei servizi segreti può creare e dirigere organizzazioni terroristiche con finalità sia di terrorismo internazionale che di eversione dell'ordine democratico e può fabbricare e detenere materiale esplodente - ha denunciato Boldrini". Una cosa di una gravità assoluta, nel Paese della strage di piazza della Loggia, di cui proprio ieri ricorreva l'anniversario, di Ustica, della strage di Bologna, di piazza Fontana. E sono state proprio le famiglie delle vittime delle stragi a denunciare per prime queste norme di un provvedimento che rappresenta la più significativa svolta autoritaria del governo Meloni".
"Un articolo così grave non è stato neanche possibile discuterlo perché il governo ha messo la fiducia sul decreto, tagliando il dibattito parlamentare e gli emendamenti - ha concluso la deputata dem -. Allora ho presentato un ordine del giorno, ma anche su questo il parere del governo è stato contrario. Veramente indecente".
"Oggi Brescia ricorda uno dei momenti più bui della nostra Repubblica: la strage di Piazza della Loggia. Un attentato durante una manifestazione antifascista, otto vittime, decine di feriti, un colpo inferto alla democrazia da chi voleva instillare la paura e sovvertire l’ordine democratico. Pochi giorni fa ho promosso alla Camera dei Deputati un confronto con Manlio Milani, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime e della Casa della Memoria. Da quel 28 maggio 1974, Milani porta avanti un lavoro instancabile di ricerca della verità, di costruzione della memoria collettiva, di difesa dei valori democratici. Le sue parole ci richiamano a una responsabilità profonda: 'La strage è la totale disumanizzazione delle persone. Si usano le vittime come oggetti per trasmettere un messaggio di paura, nascondendo l’obiettivo finale: il sovvertimento dell’ordine democratico.' Essere davvero dalla parte delle vittime significa non fermarsi al ricordo, ma agire: vigilare sulla coerenza democratica, aprire gli archivi, rifiutare ogni forma di delega passiva alla magistratura o alla storia ufficiale. La memoria non è solo un esercizio del passato. È un impegno quotidiano per il presente e per il futuro. È un dovere civile e politico." Lo dichiara la deputata Pd Michela Di Biase.
Resistenza è la risposta che il Paese seppe dare alla bomba fatta esplodere dai fascisti in piazza della Loggia a Brescia contro i lavoratori: 8 morti e 102 feriti. Era in gioco la democrazia e l’abbiamo difesa. Non lo dimentichiamo mai.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Il dolore delle vittime non può restare fuori dalla Storia. Deve avere cittadinanza nella memoria collettiva e nel lavoro delle Istituzioni. Solo così possiamo costruire una giustizia più umana, capace di ricucire le fratture del nostro tempo.” Lo ha dichiarato l’On. Michela Di Biase introducendo l’incontro promosso dall’Associazione Fare nell’ambito del ciclo 'Le parole della giustizia'.
L’evento, che ha visto la partecipazione del Presidente della Camera Lorenzo Fontana, ha ospitato tra i relatori il professor Adolfo Ceretti, tra i massimi esperti italiani di giustizia riparativa, e Manlio Milani, testimone di impegno civile e memoria democratica, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Piazza della Loggia.
“Milani ci ha insegnato che la vittima non è solo un oggetto del male, ma un soggetto politico, capace di trasformare il trauma in testimonianza, e la memoria in responsabilità pubblica. Una vittima che non chiede vendetta, ma ascolto, verità, giustizia”, ha proseguito Di Biase.
“Non basta essere ‘con le vittime’ in modo astratto, cerimoniale. Occorre mettere in discussione i meccanismi che hanno prodotto l’ingiustizia. Occorre vigilare sulla coerenza democratica, aprire gli archivi, rifiutare ogni forma di delega passiva alla magistratura o alla storia ufficiale. Costruire giustizia non solo nelle aule dei tribunali, ma nello spazio pubblico, nella società.” ha aggiunto la deputata.
“Quando la sofferenza viene trasformata in identità esclusiva – ha concluso Di Biase – si corre il rischio che la vittima diventi ostaggio del dolore subito. È per questo che la giustizia riparativa deve essere una pratica pubblica, costituzionale, non privata o sentimentale. Deve servire a ricostruire il patto etico su cui si fonda la nostra Repubblica.”
Con Fontana, Ceretti e Milani
Oggi, giovedì 8 maggio alle ore 17.30, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, si terrà il convegno “Parole della giustizia: vittime”, promosso dalla deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. L’incontro si aprirà con l’indirizzo di saluto del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. A seguire, un dialogo tra il professor Adolfo Ceretti e Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria della Strage di Piazza della Loggia. L’iniziativa si inserisce nel ciclo di incontri dedicati ai temi della giustizia, della memoria e del riconoscimento delle vittime, con l’obiettivo di approfondire il significato delle parole e dei percorsi che accompagnano il diritto e la società nella costruzione della verità e della responsabilità.
Sarà possibile seguire l’evento anche online a questo link: https://webtv.camera.it/evento/27993
Con Fontana, Ceretti e Milani
Giovedì 8 maggio alle ore 17.30, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, si terrà il convegno “Parole della giustizia: vittime”, promosso dalla deputata del Partito Democratico Michela Di Biase. L’incontro si aprirà con l’indirizzo di saluto del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana. A seguire, un dialogo tra il professor Adolfo Ceretti e Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria della Strage di Piazza della Loggia. L’iniziativa si inserisce nel ciclo di incontri dedicati ai temi della giustizia, della memoria e del riconoscimento delle vittime, con l’obiettivo di approfondire il significato delle parole e dei percorsi che accompagnano il diritto e la società nella costruzione della verità e della responsabilità.
Sarà possibile seguire l’evento anche online a questo link:
https://webtv.camera.it/evento/27993
"La svastica disegnata sul monumento della 'Bella Italia' in Piazza Loggia e altre simili sui muri della città non possono che preoccupare per il clima che si è venuto creare in questa ultime settimane. A soffiare sul fuoco qualcuno che per imitazione o stupidità cerchi di alzare i toni lo si trova sempre. Al di là dei responsabili ci preoccupa chi crea questo clima di divisione e odio, che è esattamente il contrario di quello che la città di Brescia rappresenta e ha rappresentato nella sua storia." Così il deputato dem bresciano Gian Antonio Girelli.
"Davanti a questi segnali- continua il parlamentare - chiedo che anche i partiti di centro destra, prendano le distanze senza ambiguità da simboli che nulla hanno a che fare con il normale confronto di idee ma che riportano ad una tragica stagione che purtroppo il nostro Paese ha sperimentato”. “La politica non può che esprimere una forte e severa condanna", conclude Girelli.
“A Piazza della Loggia a Brescia fu terrorismo fascista. Esattamente a 50 anni da quella strage, Meloni anche questa volta non riesce a pronunciare quella parola.
Forse anche qui non le è chiara la matrice.
Solo tanta vergogna”. Lo scrive sui social il deputato dem Alessandro Zan, responsabile Diritti del Partito Democratico.
“Sono passati 50 anni da quella tragica mattina del 28 maggio 1974 quando Piazza della Loggia a Brescia era gremita di persone riunite in una manifestazione organizzata dai sindacati per esprimere la ferma condanna contro gli attentati neofascisti di quegli anni. Dal palco stava parlando Franco Castrezzati della Cisl quando alle 10.12 esplodeva una bomba nascosta in un cestino sotto i portici uccidendo 8 persone e ferendone 102”. Lo ha dichiarato il deputato bresciano dem Gian Antonio Girelli intervenendo in Aula a Montecitorio.
“Da quel giorno Brescia, la leonessa d'Italia, non ha smesso di chiedere verità e giustizia. L'infinito iter giudiziario è stato caratterizzato da condanne e assoluzioni, da omertà e collusione da parte di rami deviati dello Stato con un'unica e fondamentale certezza: la matrice neofascista. Anche oggi Brescia è in piazza e con il Presidente Mattarella chiede piena verità e giustizia, per dire lo stesso no di quel giorno a ogni rigurgito fascista e per ribadire il valore dei principi di libertà e di democrazia che quegli attentati volevano minare. Questo è anche il nostro compito contro ogni forza di sovversione ed eversione. Lo dobbiamo all'Italia intera e fa molto male vedere la completa assenza del governo in Aula”, ha concluso Girelli.
“Le assenze spesso valgono più di tante parole, come il vuoto di oggi nei banchi del governo alla Camera per la commemorazione per il 50° anniversario della strage di piazza della Loggia a Brescia. Un comportamento inaccettabile e un oltraggio alla memoria delle vittime innocenti e alle loro famiglie. Il governo si scusi.”
Lo scrive in una nota il deputato democratico, Federico Fornaro, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.
Cinquant'anni dalla strage neofascista di Piazza della Loggia a Brescia. Per non dimenticare. La democrazia si difende ogni giorno.
Un abbraccio a Alfredo Bazoli.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Operai, insegnanti, un ex partigiano, il ricordo delle vittime innocenti di Piazza della Loggia. Fu un attacco alla democrazia nata dalla lotta antifascista. Alle loro famiglie, alla città ferita un pensiero e il dovere di non dimenticare.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Per la prima volta nei processi per la strage di piazza della Loggia a Brescia la presidenza del Consiglio non sarà parte civile. Non era mai successo nei numerosi procedimenti che si sono celebrati negli anni. All’origine c’è l’incredibile atto del governo di costituirsi tardivamente. Presenteremo un’interrogazione affinché l’esecutivo venga in Parlamento a spiegare questa brutta pagina e ribadiamo ai familiari delle vittime la nostra vicinanza e solidarietà.
Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, Federico Gianassi, capogruppo Commissione Giustizia della Camera e Gianantonio Girelli, deputato della Commissione Affari Sociali
Nella strage morirono 8 persone, fu colpita una città, ferito un Paese intero. La forza della democrazia ha vinto il terrorismo ma avere le istituzioni vicine serve a chi cerca verità e giustizia. La sciatteria del Governo è davvero inaccettabile. Brescia non è sola.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati