“Il Terzo Valico è un’opera fondamentale per il territorio, per lo sviluppo della portualità e dell’economia di Liguria e Piemonte, oltre che essere un collegamento importante per il trasporto passeggeri e per lo sviluppo dell’intero Nord Ovest. Il sottosegretario Ferrante ha dato alcune rassicurazioni sull'inserimento delle risorse necessarie al completamento dell’opera, senza però dare garanzie precise sul rispetto dei tempi e sul quadruplicamento. È indispensabile e quanto mai necessario, dopo tutti gli stop and go che hanno interessato il cantiere, che venga garantito il completamento del quadruplicamento della tratta - per rendere il percorso davvero efficace - e il superamento degli ostacoli di natura economica e gestionale per risolvere le situazioni di stallo presenti per rispettare i tempi e finire i lavori nel 2026, come da programma e per non perdere i fondi del Pnrr. Torneremo ad affrontare il tema per essere certi del rispetto dei tempi e verificare l’evoluzione dei lavori, per non rischiare che venga perso tempo prezioso per il completamento di un’opera importante per la Liguria”, così Valentina Ghio deputata vicecapogruppo PD alla Camera e componente Commissione trasporti dopo la risposta in aula alla sua interrogazione, presentata insieme ai deputati Fornaro, Orlando e Pastorino.
“Durante l'esame oggi in commissione sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti volti a migliorare la sicurezza dei ciclisti. Negli ultimi anni a fronte della riduzione della mortalità negli incidenti stradali si è registrato purtroppo un aumento della mortalità e degli incidenti che coinvolgono i ciclisti. Non solo ma le statistiche ci dicono che purtroppo gli incidenti avvengono non solo nelle strade urbane ma anche in quelle extraurbane, nelle periferie delle grandi città ma anche nelle strade di campagna meno trafficate. Insomma a fronte di un fenomeno così drammatico e con queste proporzioni il governo e la maggioranza non affrontano il problema e preferiscono girarsi dall'altra parte.
Ritardi nell'attuazione delle misure del pnrr per la realizzazione delle piste ciclabili e sulla mobilità sostenibile e nessun intervento normativo a tutela della sicurezza dei ciclisti". Lo afferma il capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo al termine dei lavori della commissione di trasporti sull'esame del nuovo codice della strada.
“Il ministro Salvini spieghi le ragioni per cui il governo con la legge di Bilancio 2023 ha tagliato 3,5 miliardi di euro per il Sud. Un colpo durissimo per il Mezzogiorno, privato delle risorse necessarie per le scuole, gli ospedali, le strade, le ferrovie e tutti gli asset strategici, e costituisce l'ennesima penalizzazione dopo la sottrazione delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione per il finanziamento dei progetti cancellati dal PNRR l'inconsistente dotazione finanziaria del credito di imposta nella Zes unica e la proposta sull'autonomia differenziata senza la definizione e il finanziamento dei LEP". È questo il tema del question time di domani presentato dal Gruppo Pd della Camera.
*Pd ha presentato interrogazione perlamentare*
“Non è più tollerabile che le risorse FSc 2021-2027, finalizzate all’attuazione dell’obiettivo costituzionale di rimozione degli squilibri economici e sociali, siano ancora in attesa di essere assegnate a tutte le Regioni italiane, in particolare a quelle del Mezzogiorno cui spetta l'80%. Mancano al Sud circa 25 miliardi di euro già stanziati e ripartiti, ma bloccati in modo inaccettabile dal Governo e dal Ministro Fitto. La destra ha complicato la burocrazia e imposto nel Decreto Sud un controllo del Governo con gli Accordi di Coesione che sono partiti e portati avanto con enorme ritardo e appesantimento amministrativo. Il tutto sta penalizzando gravemente le Regioni del Sud che non possono neppure cofinanziare i fondi strutturali europei o accompagnare progetti del Pnrr decisivi per le comunità. Per questo abbiamo presentato una nuova interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Fitto, che è colpevolmente assente e silente sul tema, quali siano le iniziative intenda assumere per erogare concretamente tali risorse e sbloccare interventi necessari alla rimozione degli squilibri economici e sociali” così il capogruppo democratico nella commissione affari europei, Piero De Luca, primo firmatario dell’interrogazione presentata da diversi deputati del gruppo Pd della Camera.
“La proposta di autonomia differenziata del Governo avrebbe effetti devastanti nel Paese creando un vero e proprio disastro sociale nel Mezzogiorno distruggendo l'unità nazionale. Già oggi al Sud la spesa pubblica pro capite complessiva è di 5000 in meno rispetto al Nord, cosa che porta ad avere minori servizi sanitari o scolastici. La destra propone di cristallizzare i divari esistenti e di aumentarli in futuro, poiché la riforma non prevede di finanziare prima i Lep in tutta Italia, non prevede un fondo di perequazione adeguato e ammette che residui fiscali possano sostenere le competenze che le Regioni più ricche richiedano togliendo risorse allo Stato da distribuire sul territorio nazionale. Questo porterà ad istituzionalizzare il fatto che in Italia ci siano cittadini di serie A e di serie B quanto ai servizi essenziali come sanità, assistenza sociale, scuola, trasporto pubblico locale. L'esatto opposto di quello che abbiamo fatto noi democratici con il Pnrr e di quello che serve per ricucire l'Italia. Daremo battaglia in ogni sede, in Parlamento e nel Paese, per evitare questo scempio”. Lo ha detto Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, ospite di Agorà Rai Tre.
“Hanno bisogno di 20 miliardi per mimetizzare le mancate risposte ai cittadini, dopo una campagna elettorale sguaiata e piena di annunci roboanti. E cosa fa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni? Fa ciò che aveva sempre detto di voler contrastare: la privatizzazione degli asset strategici del Paese. Da ‘Fratelli’ a ‘commessi’ d’Italia. Non hanno alcuna idea di quale debba essere il futuro di questo Paese. Navigano a vista senza mettere in campo un serio piano per la crescita e lo sviluppo dell’Italia. Sono pericolosi, come dimostrato dalle riforme istituzionali e la gestione del Pnrr, straordinaria occasione che non possiamo mancare”.
Così Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera.
“Dall’opposizione Meloni tuonava a difesa degli interessi dell’Italia e degli italiani. Ora giunta al governo, pur di far cassa nel tentativo di nascondere il flop delle promesse elettorali tradite nella Legge di bilancio, mette in vendita all’asta imprese e asset strategici del Paese per 20 miliardi di euro. E purtroppo fanno sul serio, come dimostra la vicenda della rete di Tim già ceduta al fondo Kkr. Meloni abbia il coraggio di spiegare in modo trasparente agli italiani la verità, dicendo quali pezzi di Paese abbandonerà, dall’Eni alle Poste. Noi contrasteremo in Parlamento e nel Paese questa scelta strategica che fa cassa con il futuro dell’Italia. Dopo lo sgretolamento del Pnrr, giorno dopo giorno sempre più a rischio di tramutarsi in occasione gettata al vento, ora arriva la svendita dei ‘gioielli di famiglia’. Dobbiamo fermarli”.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee alla Camera.
“Come stiamo denunciando da tempo, è sempre più evidente che l'Autonomia differenziata “Spacca Italia” avrà un effetto devastante nel Paese non solo perché cristallizza e aumenta nel tempo i divari tra Nord e Sud, ma anche perché tradisce lo spirito e gli obiettivi del Pnrr, vanificando importanti risorse che arrivano dall’Europa. Noi democratici abbiamo creato un Piano per ridurre le diseguaglianze e far crescere l'Italia intera assegnando almeno il 40% dei fondi al Sud. La destra sta approvando una riforma che va in senso opposto. Perché non solo sottrarrà risorse al Mezzogiorno ma metterà anche a rischio l'attuazione stessa del Pnrr. Un esempio su tutti lo fa Nino Cartabellotta - presidente Gimbe - sulla Stampa, in merito all'assistenza agli anziani. Entro il 2026, con il Pnrr dovremmo infatti aumentare di oltre 800mila i pazienti over 65 in Assistenza domiciliare integrata (Adi): ma questo obiettivo con la Riforma dell'autonomia diventa impossibile per le Regioni meridionali, chiamate oggi a colmare un gap enorme. Insomma, per uno scambio politico scellerato, la destra distrugge l'unità nazionale e tradisce anche il Pnrr, rischiando il fallimento di un Piano straordinario che avrebbe dovuto migliorare i servizi, diritti ed opportunità soprattutto dei più fragili e delle aree più svantaggiate dell'Italia”.
“Gli impegni presi dal governo per le scuole e per il personale coinvolto sono ancora troppo generici e insoddisfacenti. Chiediamo - già in fase di conversione del decreto Milleproroghe - risorse certe per consentire la proroga dei contratti e certezza per i lavoratori che devono seguire i progetti del Pnrr e che invece al momento non si sono visti rinnovare il contratto”. Così Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione per denunciare le gravi criticità generate dalla distinzione prevista dal suo dicastero rispetto alle proroghe tra le diverse figure del personale Ata.
“La nota ministeriale – aggiunge Manzi - ha generato, di fatto, una gravissima disparità di trattamento tra le figure professionali: da un lato i collaboratori scolastici e dall'altro gli assistenti tecnici ed amministrativi prorogati solo teoricamente e rimasti senza lavoro e senza alcuna certezza. Gran parte delle scuole, di fronte alle incertezze circa le risorse a disposizione, ha scelto infatti di non rinnovare i contratti del personale tecnico e amministrativo e, molte altre, si trovano a vivere una situazione di estrema confusione. Chiediamo al governo di garantire le risorse necessarie perché tutte e tre le figure professionali siano gestite e tutelate equamente, essendo tutte necessarie al buon funzionamento degli istituti scolastici e all’espletamento dei progetti Pnrr”.
Governo arrogante cerca di zittire famiglie e imprese
“Molto grave quello che è successo oggi nelle commissioni riunite Ambiente ed Attività produttive. Il Governo boccia tutte le proposte di modifica ed emendamenti al Dl Energia sugli aiuti per gli alluvionati dell’Emilia Romagna. Mentre con arroganza tenta di zittire famiglie ed imprese, come successo in Romagna in questi giorni. Ma se ne facciano una ragione Bignami e il Governo stesso. Gli emiliano romagnoli non hanno paura e non staranno zitti”. Lo dichiara il deputato del Pd, Andrea Gnassi, che aggiunge: “Bocciate oggi le risorse puntuali e con copertura di spesa per indennizzi dei beni mobili per le famiglie. Bocciata la proposta per il credito d’imposta per le imprese. Bocciata la proroga del pagamento dei mutui con cassa depositi e prestiti per investimenti pubblici dei comuni colpiti dall’alluvione (come per il terremoto). Bocciati i sostegni all’agricoltura colpita. Non basterà più a questo punto quella che oggi possiamo dire una passerella sui fondi PNRR per l’Emilia Romagna. Bocciate infatti tutte le proposte per dotare di strumenti idonei e personale i Comuni proprio per usare le risorse del Pnrr. Da un lato si indeboliscono i comuni dall’altro vi si scaricano sopra responsabilità. E intanto non importa a nessuno delle famiglie e delle imprese. Forse il governo spera che dopo un anno molleranno la presa. Ma nessuno la mollerà. Provare a zittire e indebolire l’Emilia Romagna, solo per fare campagna elettorale e cercare voti nel caos,non solo non passerà, ma non è neanche un modo onorevole di essere al governo e fare il governo del Paese”. “Il Governo accolga le proposte per chi è stato colpito dall’alluvione, faccia ciò che va fatto e non perda altro tempo”, ha concluso Gnassi.
“È inutile nascondersi dietro ad un dito, diciamolo chiaramente: quella della Premier Meloni con la Von der Leyen in Emilia Romagna ha l'aria dell'ennesima passerella, utile solo alla propaganda elettorale della destra. Una destra che, dopo le ultime vicende del Mes, ha bisogno di rifarsi un profilo europeista in vista delle prossime elezioni. Una mossa elettorale che copre le promesse finora tradite verso la popolazione romagnola, che sta pagando ancora il prezzo della terribile alluvione di maggio scorso. Le risorse stanziate per la ricostruzione pubblica e per i ristori a famiglie e imprese sono assolutamente insufficienti rispetto a gli 8,5 miliardi di danni subiti. E non si prevede neppure il rimborso dei beni mobili. In questo contesto, il sostegno di 1,2 miliardi di euro dal Pnrr è in sé positivo, ma va ricordato che si tratta di fondi che andranno alle opere pubbliche e non ai cittadini. Non solo, facciamo attenzione a che queste risorse siano davvero aggiuntive rispetto a quelle già previste dal governo, altrimenti saremo di fronte all’ennesimo bluff a cui questa destra ci ha abituato, in particolare nella pessima gestione del Pnrr”. Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee a Montecitorio, intervenuto stamattina ad Agorà su Raitre.
“Non è questa la strada per una vera riforma della Giustizia e del sistema penale. Proponete un nuovo reato a settimana, avete superato ogni record in questo delirio panpenalista, e continuate ad ignorare i problemi che si ripetono ciclicamente nei penitenziari. Approvate nuovi reati senza interrogarvi sulla finalità della pena e con il Decreto Caivano il governo ha smantellato la giustizia minorile, inasprendo le pene e smantellando le pene alternative, e abbandonando a sé stessi i detenuti con disagio neuro psichiatrico. Nordio aveva annunciato un fantomatico Piano carceri, ma sembra aver fatto la fine del Piano Mattei. Con 50mila posti disponibili abbiamo oltre 60mila persone recluse, con un tasso di crescita del 120%. Dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane si sono già registrati quattro suicidi. La situazione è drammatica. Per costruire un nuovo carcere servono 25 milioni di euro e tra i 5 e 10 anni di tempo e servirebbero 44 nuovi istituti. Ma allora di cosa parliamo? La detenzione in carcere, oggi, a queste condizioni, rischia di perdere la sua funzione rieducativa. Rischia di perdere umanità. Non possiamo continuare a girarci dall’altra parte”.
Così la deputata dem della commissione Giustizia, Michela Di Biase, intervenendo in Aula dopo le comunicazioni del Guardasigilli Carlo Nordio sullo stato della Giustizia.
“Il lavoro parlamentare - ha aggiunto - si è ridotto a qualche legge correttiva e ad una serie di proposte preoccupanti come il Ddl in discussione al Senato o come le scelte sulla prescrizione che rischiano al Paese di far perdere una parte delle risorse assegnate con il Pnrr. Si è scelta la direzione sbagliata. Si pensi all’abolizione dell’abuso d’ufficio, che rischia di aprire un nuovo conflitto tra il nostro Paese e l’Ue, o alle drammatiche scelte operate dal governo nella Finanziaria con tagli da un miliardo di euro sul triennio. C’è bisogno di attivarsi subito - ha concluso - poiché sul carcere è calato il silenzio e ci troviamo in una fase di trionfo del populismo penale”.
“Con il ddl Calderoli sull’attuazione dell’autonomia differenziata il governo divide l’Italia, abbandonando di fatto le Regioni del Sud, già profondamente penalizzate dai tagli al Pnrr nel Mezzogiorno, la cancellazione delle Zes, e la riduzione dei fondi per le infrastrutture.
Con l’autonomia differenziata di fatto si andrebbe a determinare una divaricazione insanabile e ingiusta fra Nord e Sud, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Non possiamo permetterlo”. Lo dichiara il deputato del Pd, Stefano Graziano.
“Sulle cose intelligenti siamo d’accordo ma dobbiamo capire quante risorse verranno messe nell’annunciato piano casa. Siamo di fronte ad un ministro che fa solo annunci ma pochi fatti. Non dimentichiamo che ci sono 650 mila persone in attesa. Il punto è: che visione del territorio ha questo governo? Quante risorse intende stanziare?
Come intende dislocare le risorse, centro o periferia?
Al momento noi sappiamo che il governo ha tolto dal Pnrr i fondi destinati agli alloggi.
Noi abbiamo fatto una battaglia perché immaginavamo che fosse rifinanziato il fondo per gli affitti ed invece è stato spazzato via.
Il concetto è semplice: oltre all’annuncio da parte di questo governo segue azione concreta???
Il Fondo sulla morosità incolpevole è stato definanziato. Non è più tollerabile che un partito come la Lega venga a fare la lezioncina. Noi aspettiamo fatti concreti. Per primo, una riforma del catasto seria, per sapere nel dettaglio il patrimonio edilizio dello Stato italiano”. Lo ha detto Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera ospite di Restart su Rai tre.
“Di contraddizioni oggi ne abbiamo sentite tante. La nuova disciplina reintroduce la prescrizione del reato in appello e cassazione facendo quindi venire meno il blocco in primo grado. Per quanto riguarda la riforma Orlando noi l'abbiamo sempre sostenuta ritenendola la più equilibrata di tutte in assoluto. Ma perché abrogare questa disposizione? Perché dire di no ad una norma che ha prodotto efficienza e concorre ad attuare il principio costituzionale della ragionevole durata del processo che avete richiamato voi tutti perché tornare all’inefficienza? Capite che stiamo creando un caos nei tribunali che va esattamente contro gli obiettivi del Pnrr? Ministro Nordio ha ascoltato il grido di dolore di tutti e 26 presidenti di tutte e 26 Le Corti d'Appello italiane? Certamente non sono mica tutte toghe rosse.” Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata dem Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla proposta di legge sulla prescrizione.
“La maggioranza – ha aggiunto l’esponente Pd - produce un autentico cortocircuito, perché da un lato introduce nuovi reati, come quelli sui Rave party, sugli scafisti, sull'uccisione dell'Orso Bruno marsicano, rendete reato universale in tutto il globo terracqueo la maternità per altri mandate in carcere i bambini. Dall'altro reintroducete nei giudizi di impugnazione la prescrizione del reato, che solo nel 2022, ha mandato in fumo, oltre 30.000 processi in appello”.
“Tutto questo – ha concluso Serracchiani - avviene con buona pace delle dichiarazioni della presidente del consiglio, per cui la giustizia è una priorità.
Ebbene voi che vi vantate di essere ordine e disciplina, dovreste sapere che con la prescrizione la responsabilità della giustizia ingiusta è di tutti e di nessuno. Ma in questo caso quella responsabilità è tutta vostra”.