“I terremoti e gli eventi catastrofici non sono uguali per tutti soprattutto se sono coinvolti i cittadini dell’Emilia Romagna. Dopo la mancata proroga dell’esenzione Imu per i fabbricati inagibili, dopo i mancati finanziamenti per fare fronte a tutti i danni, tutti non solo una parte, dell’alluvione del maggio 2023, con il nuovo decreto che comprende il superbonus i comuni dell’Emilia Romagna inseriti nel cratere del sisma 2012 sono stati esclusi dalla possibilità di poter utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del credito a differenza di quanto previsto per i comuni terremotati di Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche. Bocciare, alla Camera, in Aula, l’ordine del giorno al decreto Pnrr con il quale chiedevamo l’impegno del governo a ristabilire equità e giustizia estendendo le deroghe anche in Emilia Romagna, attesta una vera e propria ossessione dell’esecutivo Meloni verso la regione e il suo presidente Bonaccini, ricordiamoci la vicenda della nomina del commissario, anche al fine di poter comunicare, velleitariamente, una presunta inadeguatezza dell’amministrazione nel completare la ricostruzione dopo il sisma del 2012. E ancor più offensiva è stata la proposta del governo di tramutare l’Odg in una mera raccomandazione”.
Lo dichiara il deputato del Pd Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
“I dati, di contro - aggiunge - segnalano che l’eventuale proroga riguarderebbe solo il 5% dei fabbricati sui quali insistono già cantieri finanziati ed autorizzati dalla struttura commissariale. In quei comuni il completamento dei lavori non è stato realizzato non certo per mancanza di volontà, lo dimostra l’operatività dei cantieri, ma per una serie di congetture tra le quali il forte rincaro dei materiali nel tempo della crisi energetica. Eppure quando si vuole, i danari si trovano come i milioni di euro regalati al ministro Lollobrigida per allargare spudoratamente i suoi già faraonici staff. E purtroppo il governo non sta facendo la sua parte nemmeno per l’alluvione di dieci mesi fa. Grandi passerelle indossando gli stivali d’ordinanza - conclude - grandi impegni sul fatto che sarebbero stati rimborsati tutti i danni ed invece ora si naviga al buio e non si conoscono ancora le cifre reali stanziate per avviare la ricostruzione”.
Italia fa passo indietro, Francia e Ue avanti
“La destra spinge i Pro Vita nei consultori per condizionare la libertà delle donne. Mentre in Francia il diritto all’aborto entra in costituzione e il Parlamento europeo approva una mozione perché entri nella carta dei diritti fondamentali, in Italia si rischia un inaccettabile passo indietro di 50 anni, che mette in discussione l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne sulla scelta di maternità. La premeir ha detto più volte che non avrebbe messo in discussione la legge 194, ma così da’ invece la copertura politica ad un’ingerenza e possibile colpevolizzazione delle libere e consapevoli decisioni delle donne. Chiediamo invece che siano rafforzati i consultori, nei numeri e nella diffusione, finanziando assunzioni di personale, perché oggi si trovano in grande difficoltà di organico e di fondi e non riescono a svolgere appieno l’importantissimo compito di supporto ed assistenza alla salute riproduttiva di cittadine e cittadini. Anche sul fronte della prevenzione delle gravidanze indesiderate, servono soldi per garantire la contraccezione gratuita e universale, non limitata come ha voluto il governo, ed educazione alla affettività nelle scuole per una sessualità consapevole oltre che per una cultura del rispetto in chiave antiviolenza”. Lo dichiara Sara Ferrari, capogruppo PD commissione femminicidio.
"Mentre il Parlamento europeo approva una direttiva in cui chiede agli stati membri di garantire l'accesso all'aborto libero e sicuro e definisce l'interruzione di gravidanza "un diritto fondamentale", il governo italiano sfrutta il Pnrr per assicurare la presenza delle associazioni anti-scelta nei consultori.
Una decisione che mina la libertà di autodeterminazione delle donne, come abbiamo visto in quelle regioni dove queste organizzazioni sono già largamente presenti nei consultori. Regioni amministrate dalla destra, naturalmente.
Sapevamo cosa intendeva Giorgia Meloni quando, in campagna elettorale, assicurava che non avrebbe toccato la 194. Intendeva che l'avrebbe svuotata e depotenziata, pezzo dopo pezzo.
Il voto di oggi va in quella direzione, vuole riportare indietro il Paese e togliere alle donne la libertà di scegliere. Noi continueremo a batterci per impedire che questo accada". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Oggi voteremo l'ennesima fiducia, questa volta sul cosiddetto decreto Pnrr: ancora una volta un provvedimento blindato in cui, come se non bastasse, troveremo anche un regalino della maggioranza, ossia un emendamento che faciliterà ancora di più l'ingresso delle associazioni pro vita nei luoghi in cui si può praticare l'interruzione volontaria di gravidanza. Continua il disegno di repressione e controllo dei diritti riproduttivi da parte della destra di governo; continua l'attacco al diritto di scelta che ogni donna può e deve compiere liberamente. Un pasticcio del genere consentirà infatti ad associazioni di fanatici ed estremisti di fare disinformazione moralista nei confronti delle donne che si recheranno nei centri per le interruzioni di gravidanza. Noi non possiamo permetterlo, per questo votiamo contro la fiducia e per questo siamo davanti a Montecitorio a protestare contro il fondamentalismo del governo Meloni.
Finanziati progetti ingiusti e onerosi come Italia Albania e via libera ad associazioni anti-abortiste nei consultori norma oscena
"L'attuazione del Pnrr è indispensabile nel nostro Paese, come risulta persino da quel simulacro di Def che ci avete presentato, ma noi a questo provvedimento sconclusionato e pasticciato voteremo no.
Questo Pnrr è una rimodulazione dei finanziamenti, operata con un gioco complesso di finanziamenti e definanziamenti che a volte è un gioco delle tre carte in cui gli stessi fondi emigrano da una voce all'altra, ma spesso la somma non fa il totale. Assistiamo ad un taglio complessivo delle risorse che riguardano gli investimenti pubblici, con uno spostamento verso quelli privati e un forte appoggiarsi per i finanziamenti al fondo di sviluppo e coesione. Sono 5 miliardi sottratti al fsc - si legge 'presi in prestito' - e andranno a finanziare dei progetti che erano stati precedentemente definanziati. Ma la nostra richiesta di trasparenza e chiarezza sulla destinazione di questi fondi è stata bocciata. Siamo fermi alla relazione del giugno 2022. Totale mancanza di trasparenza di questo Governo. C'è un taglio molto forte alla sanità, di 1 miliardo e 200 milioni, tolti dai fondi per ospedali sicuri. E infatti tutte le regioni anche quelle di centrodestra hanno protestato e minacciato di rivolgersi alla corte costituzionale.
Il capitolo sicurezza sul lavoro è stato infilato dentro questo decreto Pnrr, nonostante avessimo chiesto un provvedimento ad hoc. Avete cercato di sopprimere la nostra proposta sul salario minimo, perché avevate paura ad affrontarlo ora sotto le elezioni, ma poi avete dovuto approvare il nostro emendamento che obbliga alla applicazione dei contratti più rappresentativi nella catena degli appalti.
Avete realizzato la patente a punti in un modo così pasticciato, in una notte, che ci avete poi chiesto una delega in bianco, per riscriverla con un decreto del ministero che deciderà cose essenziali come il recupero dei punti persi della patente.
Ci sono poi alcune chicche come l'accordo Italia-Albania, molto oneroso, che portate a 65 milioni dai 39 che erano per portare qualche migliaia di immigrati da un'altra parte per dire che siete i più bravi di tutti. E l'introduzione nei consultori familiari delle associazioni anti-abortiste, una norma irricevibile e oscena. E viene riproposta con la solita sfacciata arroganza maschile secondo cui le donne non sono capaci di decidere, di scegliere, di autodeterminazione nemmeno su una scelta così dolorosa come l'aborto. Ma questa norma potrebbe portare ad una eterogenesi dei fini perché c'è scritto che queste associazioni potranno essere coinvolte ma senza oneri per la finanza pubblica, voglio vedere come faranno le regioni come per esempio il Piemonte a contribuire come fanno adesso a far andare queste associazioni nei consultori e negli ospedali". Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Maria Cecilia Guerra, dichiarando il voto contrario del Pd al decreto Pnrr.
“Giù le mani dalla legge 194. La maggioranza ritiri immediatamente dal decreto Pnrr la norma che apre le porte dei consultori alle associazioni pro-life. Saremo in Piazza Montecitorio oggi alle 14 e abbiamo presentato un ordine del giorno al decreto Pnrr che impegna il Governo ad assicurare la piena attuazione della legge 194 e il diritto delle donne ad avere accesso ad una interruzione volontaria di gravidanza”. Così la deputata democratica Sara Ferrari firmataria dell’ordine del giorno sottoscritto anche dalla capogruppo dem Chiara Braga. “La norma approvata in fretta e furia – proseguono le democratiche -incide su una materia delicata come l’attuazione della legge 194 ed è stata inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni anti abortiste che possano incidere psicologicamente, in modo inaccettabile e violento, sulla volontà delle donne che si confrontano con la difficilissima scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza”.
“Le fibrillazioni fra Fitto e Giorgetti sullo slittamento del Pnrr mettono a rischio il rispetto dei tempi per il pnrr compromettendo la realizzazione degli investimenti e degli interventi nel Paese. Sul Pnrr il governo è in ritardo, come dimostra la lettera che il ministro Giorgetti ha inviato all’Ue per richiedere lo slittamento dei tempi, e il Parlamento non è adeguatamente informato, mancano le schede tecniche e oggi si vota l’ennesima fiducia per evitare il dibattito nel merito su un provvedimento che contiene un po’ di tutto ma leva fondi a settori importanti come la sanità. Anche l’Ue ha respinto la richiesta di proroga. La maggioranza cerca di evitare il dibattito politico sul Pnrr che però è a rischio per l'incapacità ma anche per la confusione della maggioranza e del Governo come confermano le ultime mosse di Giorgetti”. Lo dichiara Piero De Luca della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo in commissione Politiche Ue di Montecitorio.
"Il coinvolgimento dei volontari dell'associazione pro-vita nei consultori è una proposta inaccettabile e provocatoria: i consultori sono strutture sociosanitarie gratuite e laiche, nate per garantire il benessere delle donne e la libertà sulle scelte riproduttive, sulla maternità e sull'aborto. La destra ancora una volta interviene a gamba tesa contro il diritto delle donne ad abortire e lo fa proponendo un emendamento al decreto PNRR insensato e ingiustificato.
Piuttosto che continuare ad attaccare la dignità delle donne, la destra pensi a usare le risorse pubbliche non per finanziare interventi contro le donne ma per sostenere i consultori, da troppo tempo sottofinanziati e in diverse realtà addirittura chiusi, e garantire alle donne prevenzione, tutela della salute e autodeterminazione nelle scelte.
Oggi daremo battaglia in Parlamento affinché il Governo torni indietro modificando questa scelta sbagliata e antistorica nel momento in cui l'Europa va in direzione opposta", così la deputata e vicepresidente PD alla Camera Valentina Ghio che sarà presente alla manifestazione organizzata dalla rete consultori e consultorie a Roma.
"La destra mostra il suo volto proponendo di aprire i consultori alle associazioni antiabortiste. Con un emendamento inserito di nascosto nel decreto Pnrr cercano di smantellare i principi della legge 194 mettendo in discussione il diritto delle donne all'interruzione volontaria di gravidanza. È inaccettabile, con questo emendamento cercano di cancellare un diritto conquistato dalla mobilitazione delle donne italiane". Lo afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“Questa destra sta riprovando per l'ennesima volta a mettere in discussione il diritto all'aborto per le donne e lo fa in maniera subdola. In un emendamento all’articolo 44, la maggioranza di Giorgia Meloni prevede che le Regioni possano coinvolgere le associazioni pro-life all'interno dei servizi dei consultori. È una cosa gravissima e rappresenta uno schiaffo in faccia alle donne e ai propri diritti e alla propria autodeterminazione. I consultori sono un servizio fondamentale di accompagnamento, ascolto e prevenzione e vanno ampliati e migliorati per renderli efficienti e funzionanti. Servono competenza e personale qualificato non associazioni ideologiche e oscurantiste. Questo governo continua nella sua battaglia contro le donne e contro i loro diritti e lo fa attaccando in primis la legge 194 e il diritto all'interruzione di gravidanza. È vergognoso. Ci batteremo in parlamento e fuori, affianco alle associazioni femministe, per impedire alla destra questo ennesimo attacco ai diritti delle donne” così il deputato dem, responsabile welfare del Pd, Marco Furfaro.
"La destra continua a mostrare la sua natura nostalgica e la sua visione oscurantista e patriarcale, cercando in ogni modo di erodere i diritti delle donne. L’emendamento al ddl sul Pnrr sul coinvolgimento delle associazioni pro-life nei servizi di consultorio rappresenta l’ennesimo attacco della maggioranza e un affronto diretto alla dignità e all'autonomia delle donne. È vergognoso che mentre altri paesi progrediscono nella protezione dei diritti di genere, l'Italia faccia passi indietro. A pochi giorni dal voto del Parlamento europeo di includere il diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'UE, la destra italiana continua a dimostrare un atteggiamento retrogrado e discriminatorio nei confronti delle donne, ignorando i progressi della società moderna e soprattutto le necessità delle donne.
Invece di continuare a porre ostacoli, la maggioranza dovrebbe piuttosto considerare di incrementare i finanziamenti per i consultori pubblici, per garantire servizi adeguati e dignitosi che ancora mancano in troppe regioni.
Il Pd contrasterà con la massima determinazione dentro e fuori il Parlamento ogni tentativo della destra di mettere in discussione il diritto sacrosanto delle donne di decidere sulla propria salute e sul proprio futuro”.
Così la deputata Silvia Roggiani, della presidenza del gruppo PD alla Camera.
“Ancora una volta la maggioranza trova nella fiducia l’escamotage per evitare di confrontarsi nel merito in parlamento sulle criticità del provvedimento e per nascondere tensioni e divisioni interne sul Pnrr. Il testo su cui il governo ha deciso di stroncare il dibattito è zeppo di incognite: mancano le schede tecniche dei progetti e degli investimenti per non far emergere i gravi ritardi nell'attuazione, molte misure per interventi importanti come scuola, asili e sanità, sono state definanziate, altre invece portate su risorse ordinarie di bilancio spalmandole in avanti su tempi infiniti. E non è un mistero che il ministro Giorgetti stia trattando in Europa per rinviare la chiusura dell’intervento a dopo il 2026. Siamo ormai al Piano Nazionale Ritardi e Rinvii”, così il capogruppo democratico nella commissione Affari europei della Camera, Piero de Luca commenta l’apposizione della fiducia al decreto Pnrr.
“La maggioranza ha voluto cambiare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza quando i progetti erano ormai in fase di attuazione e ha voluto modificare la governance, accentrando tutto nelle mani del plenipotenziario ministro Fitto per brama di potere e dirigismo centralista generando burocrazia e togliendo fondi all'economia reale”.
Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Claudio Mancini, componente della commissione Bilancio, nel
corso della discussione generale al dl Pnrr.
“Oggi - ha continuato l'esponente Pd - il governo si illude di poter affrontare i ritardi con i commissariamenti, ma con questo decreto certifica il suo fallimento sul Pnrr".
"Mentre con la scusa del Pnrr il
Governo aumenta le strutture di diretta collaborazione politica dei ministeri e dei commissari, taglia 1,2 miliardi alla sanità, nonostante anche le regioni a guida centrodestra avessero chiesto un impegno diretto. Torna la storica ricetta della destra sul tema: ticket più alti per la sanità pubblica, accreditamenti più ricchi per quella privata. In questo decreto - ha concluso Mancini - non vediamo un’idea, non vediamo uno slancio per il bene comune, ma solo ottusità burocratica e brama di ulteriore occupazione del potere".
"Non ci prendano in giro: la transizione ecologica va fatta e i soldi ci sono. Un terzo delle risorse del Pnrr sono destinate a infrastrutture a basso impatto, economia circolare, produzioni ecocompatibili. Bisogna intervenire anche sulle abitazioni. La direttiva “case green” vuole agire nel presente per salvare il futuro. Non va combattuta come ha fatto la destra in Europa e come annuncia di fare in Italia: servono semmai sostegni e incentivi. Indietro non si torna a meno che non si ammette di essere negazionisti del cambiamento climatico e indifferenti al destino della terra".
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Grave la forzatura della destra"
È molto grave la forzatura della maggioranza su un disegno di Autonomia divisivo che rappresenta una minaccia per la coesione nazionale. La riforma voluta dalla Lega come bandierina elettorale e avallata dalla Meloni è un progetto secessionista che aumenta il divario tra Nord e Sud e mina i servizi pubblici essenziali come scuola, sanità, assistenza e trasporti. L’opposto di quello che serve al Paese e di quanto avevamo programmato con il Pnrr. Perché non solo non contrasta le diseguaglianze, ma le cristallizza per legge. Peraltro questa riforma indebolisce profondamente l’intero sistema Paese non sostenendo gli investimenti e il rilancio economico. È un progetto dannoso perché, in un momento in cui è sempre più importante la dimensione sovranazionale, spezzetta invece in 20 differenti ordinamenti materie strategiche come le politiche industriali ed energetiche. Con questa riforma i sovranisti del governo Meloni stanno devastando il Paese e assestando un colpo letale al Sud.
Così Piero De Luca, capogruppo PD nella Commissione parlamentare per le questioni regionali, nel suo intervento in commissione Affari costituzionali sull’Autonomia differenziata.