“In questi anni sono stati fatti passi avanti decisivi sul risparmio energetico, mentre troppo poco è stato fatto per l’efficientamento idrico. La dispersione è un problema strutturale e decennale che non può essere risolto in tempi brevi e le risorse del Pnrr vanno impiegate tutte e bene ma nel frattempo vanno messe in campo altre misure per promuovere il riciclo delle acque e contenere gli sprechi”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, intervenendo a margine del convegno organizzato oggi, venerdì 22 marzo a Roma, da Confindustria dal titolo “Dall'emergenza all'efficienza idrica” in occasione della Giornata mondiale dell'acqua.
“Queste misure sono necessarie non solo per salvaguardare la risorsa ma anche per calmierare i prezzi. Da tempo in molte città italiane le bollette per le famiglie sono aumentate. La gestione e distribuzione dell’acqua, soprattutto per territori vasti e con una densità demografica variabile come quella Toscana, sono necessariamente più elevati rispetto a zone ad alta consistenza abitativa. Ci aspettiamo dal governo misure concrete in questa direzione”: conclude Marco Simiani.
“Dopo i rilievi della Corte dei Conti e dell'ufficio parlamentare di Bilancio, a smentire il ministro Fitto è arrivato anche il parere della Conferenza delle Regioni, ricordando che c'è, realmente, un vero e proprio definanziamento della Sanità, rispetto al Pnrr, di 1,2 miliardi. Peraltro le Regioni, su molti di questi soldi, avevano già delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, quindi le opere rischiano di bloccarsi perché i responsabili dei procedimenti avranno timore a consegnare le opere alle ditte che si erano aggiudicate le gare. C’è il rischio di aggravare ancora di più il grande ritardo che si è accumulato, soprattutto sulle opere previste dal Pnrr e dal Piano nazionale complementare (Pnc) che riguardano il comparto Sanità”. Così il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, intervistato sul sito web dei deputati Pd.
“Ma il tema – ha aggiunto l’esponente Pd - è un altro. Fitto continua a dire che in queste ore sta facendo una ricognizione di tutte le opere che in realtà sono in stato avanzato e quindi potrebbero non essere definanziate. Perché non l’ha fatta prima dell'adozione del decreto? E laddove dovesse capire che anche solo una parte di queste risorse non dovevano essere tolte, come farà a trovare i soldi per andarle a ripristinare? E’ un gioco perverso in cui una persona inadatta al ruolo sta commettendo errori su errori. Purtroppo il conto salato rischiano di pagarlo gli italiani”.
“Noi – ha concluso Pagano - abbiamo predisposto una serie di emendamenti per il decreto legge Pnrr quater, in cui chiediamo, prima di tutto, di ristabilire tutte le poste che erano state originariamente destinate per rafforzare la Sanità del territorio. Il Pnrr e il Pnc sono stati messi in campo esattamente per rafforzare la medicina del territorio dopo gli anni bui del Covid. Evidentemente, non tutti hanno preso spunto in maniera seria da quella che è stata un'esperienza drammatica che ha vissuto il sistema Paese. Oggi si tendono a fare gli stessi errori”.
Oggi Giornata mondiale e Vertice ha focus su agricoltura
“Oggi è la Giornata mondiale dell'acqua. Un tema fondamentale che riguarda il presente e il futuro del nostro Pianeta, dell'Europa e del nostro Paese. Ci auguriamo che la presidente Meloni consideri la centralità delle azioni sull'acqua visto che oggi al vertice Ue il focus sarà sull'agricoltura. E infatti i due temi sono strettissimamente connessi. Come ci ricorda oggi Andrea Rinaldo (vincitore del Water Prize o Nobel dell'acqua) che ci richiama alle soluzioni da trovare per irrigare i nostri campi o non potremo coltivare più, non potremo lavare l'automobile con l'acqua potabile e ogni pioggia forte causerà un'alluvione. Come è avvenuto l'anno scorso in Emilia Romagna. Non ci siamo ancora ripresi da quell'evento catastrofico, ma forse non abbiamo nemmeno assunto fino in fondo che le alluvioni e la siccità sono le due facce della stessa medaglia. Il cambiamento climatico e in particolare l'innalzamento delle temperature sulla terra. Allora oggi più che mai prendiamoci degli impegni seri, risparmiamo l'acqua, riduciamo le perdite e dunque facciamo manutenzione degli invasi e delle ricariche acquifere ma soprattutto facciamo opere ben pianificate, meno propaganda anche sull'uso dei fondi del Pnrr e più azioni concrete. Ne va del futuro di ciascuna e ciascuno di noi”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
Pd presenta interrogazione urgente al ministro Salvini
“Un periodo di grave siccità, nonostante le ultime piogge, sta colpendo duramente la Sicilia. Chiediamo al governo, e in particolare al ministro delle Infrastrutture Salvini, come intenda fronteggiare e con la massima urgenza, una situazione che sta mettendo in grave difficoltà l’intera Regione” A chiederlo, attraverso una interrogazione al ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, sono i parlamentari del Pd Giuseppe Provenzano (primo firmatario) Anthony Barbagallo, Maria Stefania Marino, Giovanna Iacono e Fabio Porta. “Al momento – si legge nel testo dell’interrogazione- proprio a causa della carenza idrica sono già 150 i comuni dell’isola nei quali l’acqua è razionata nella sua erogazione quotidiana, creando disagi e disservizi alle comunità locali. Per fronteggiare la crisi – proseguono gli esponenti del Pd - la Regione ha provveduto a nominare un commissario straordinario, con la predisposizione di un piano da 150 milioni di euro senza però le corrispondenti coperture e soprattutto ha ipotizzato un piano di razionamento con tagli all’erogazione dell’acqua dal 10 fino al 45 % rispetto alla media”. Gli esponenti del Pd evidenziano inoltre che “il Piano ha messo immediatamente in allarme, in particolare, il settore agricolo che rischia di affrontare un periodo estivo con una disponibilità di acqua limitata che pregiudicherebbe un anno di lavoro con devastanti impatti produttivi e anche occupazionali”. Nel testo dell’interrogazione dei Dem, si legge inoltre che “per la manutenzione degli impianti servirebbero circa un miliardo di euro e il mancato utilizzo delle risorse del PNRR rappresenta una oggettiva aggravante, anche perché sembrerebbero non esservi disponibili altre risorse. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti – si evidenza nel testo – ed espongono la Sicilia ad affrontare situazioni di estrema difficoltà anche per il futuro. Occorrerebbe – concludono i Dem- una adeguata programmazione di interventi infrastrutturali dedicati proprio a dotare la Sicilia di adeguate infrastrutture idriche senza disperdere l’indispensabile risorsa”.
Pd presenta interrogazione, “a rischio investimento strategico previsto dal Pnrr”
Maggiori criticità in Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta
“La realizzazione della Fiber to the home (Ftth) è uno dei piani portanti della digitalizzazione dell’Italia da raggiungere tramite il Pnrr. Per raggiungere gli obiettivi relativi alle aree grigie (non totalmente a mercato) sono state finanziati interventi tramite Infratel con OpenFiber e Tim. La situazione è delicatissima e grande è l’allerta per le continue notizie riguardanti l’incapacità di OpenFiber di raggiungere gli obiettivi” è quanto si legge nelle premesse dell’interrogazione parlamentare ai Ministri Giorgetti e Urso che è stata presentata da Nicola Zingaretti insieme ai deputati democratici della Commissione Trasporti della Camera, Andrea Casu, Anthony Barbagallo, Valentina Ghio, Ouidad Bakkali, e Roberto Morassut.
Per Nicola Zingaretti “si rilevano forti criticità che mettono seriamente a rischio un investimento strategico per il paese previsto dal Pnrr. I maggiori ritardi in termini di avanzamento dell’investimento – si legge nell’interrogazione – si registrano in Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta. È inoltre molto grave – sottolinea infine il democratico - che vi sia difficoltà a reperire un quadro certo e veritiero della situazione: i ministri Giorgetti e Urso hanno il dovere di riferire in parlamento”:
ECCO IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERROGAZIONE
Al Ministro delle Imprese e del made in Italy, al Ministro dell'Economia e delle finanze
- Per sapere - premesso che:
la realizzazione della Fiber to the home (Ftth) è uno dei piani portanti della digitalizzazione dell’Italia da raggiungere tramite il Pnrr;
per raggiungere gli obiettivi relativi alle aree grigie (non totalmente a mercato) sono state finanziati interventi tramite Infratel con OpenFiber e Tim;
la situazione è delicatissima e grande è l’allerta per le continue notizie riguardanti l’incapacità di OpenFiber di raggiungere gli obiettivi;
al Ministero delle imprese e del Made in Italy, a cui compete la regia sul piano per le aree bianche a fallimento di mercato, OpenFiber ha chiesto più volte contro le regole di rivedere la concessione del 2017. Da ultimo prevede la fine dei lavori non prima di Settembre 2024;
il percorso verso il conseguimento del target previsto per settembre 2024 risulta ancora lungo: il Piano doveva garantire una copertura a circa 8,4 milioni di unità immobiliari, di cui circa 6,3 milioni in FTTH e 2,1 milioni in FWA, per un totale di 7.413 Comuni. A ciò si aggiungono i target finali di copertura delle sedi della PA e delle aree industriali, pari ad una copertura di 29.895 beneficiari in tecnologia FTTH. A dicembre 2023, risultavano coperte in FTTH circa 3,4 milioni di unità immobiliari (54% target finale) e 18.616 sedi di PA e aree industriali (62% target finale) per un totale di circa 3.859 Comuni raggiunti dall’infrastruttura di rete;
in particolare si rilevano criticità in Liguria, dove il tasso di avanzamento è fermo al 25%, in Emilia-Romagna, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta, dove non si supera il 50%; molte sono le denunce di difficoltà a potersi connettere in molte zone del Paese e la difficoltà a reperire un quadro certo e veritiero della situazione;
rilevanti appaiono le difficoltà finanziarie che tanto Open Fiber quanto TIM sembrano registrare nel rapporto tra remunerazione degli investimenti, pagamento del debito e sostenibilità finanziaria.
S’interrogano i ministri, per sapere se corrisponda al vero che:
• al 31 dicembre 2023 sono state attivati da Open Fiber solo 240.578 clienti nelle aree bianche, sussidiate al 100% con fondi pubblici a fronte di lavori contabilizzati per un importo di 1.783.781.431 euro;
• non sia attivato il 40% delle richieste ricevute e che verosimilmente in questi casi l’unità
immobiliare dichiarata dove il servizio è attivabile in realtà non lo sia;
• OpenFiber ha dichiarato più di 1,6 miliardi di extracosti rispetto al bando iniziale (progetto BUL) relativo al piano aree bianche accumulando un ritardo superiore ai 4 anni;
• nelle aree bianche coperte da FWA su un totale di 1.597.753 unità immobiliari dichiarate da OpenFiber figurano ad oggi solo 536 clienti attivi e quale sia il motivo di tale situazione;
• OpenFiber rischia di mancare il raggiungimento delle milestone previste dal PNRR per le aree grigie entro il giugno 2026;
• OpenFiber per il rifinanziamento del suo debito chiede una ulteriore iniezione di liquidità pari a 2,8 miliardi di cui 900 milioni da parte delle Istituzioni pubbliche;
• OpenFiber ha chiesto al Governo di rendicontare come coperti anche i civici adiacenti a quelli previsti dal finanziamento PNRR ma non presenti nel disciplinare di gara ai fini del raggiungimento dei target del progetto Italia a 1 Giga e, in caso affermativo, se il Governo ritenga accettabile tale soluzione dalla Commissione europea;
• Infratel, pur avendo evidenza della situazione non ha preso tempestivamente i dovuti provvedimenti e soprattutto non ha effettuato, in quanto concedente, i dovuti controlli; quali iniziative urgenti intendano porre in essere, in considerazione di quanto premesso, per evitare di perdere i fondi PNRR destinati alle infrastrutture digitali di nuova generazione.
“Siamo allibiti che dopo le tragedie di Brandizzo e Firenze non vi sia ancora una risposta organica e corale da parte del governo. Solo interventi spot e nessun decreto ad hoc che tenga insieme tutti gli elementi che compromettono la sicurezza nei cantieri”. Così la vicepresidente del Pd, la deputata Chiara Gribaudo è intervenuta questa mattina nel corso dell’informativa del ministro del Lavoro sui tragici fatti di Firenze stigmatizzando il grave ritardo con cui il governo ha informato il parlamento. “Non è possibile che sia fatta una richiesta di un'informativa urgente su un tema così drammatico il 16 febbraio e sia concessa oggi, che è il 21 marzo. Su questi temi serve un'attenzione maggiore da parte del governo e un continuo coinvolgimento del Parlamento. All’indomani della tragedia di Firenze – ha sottolineato Gribaudo – ci saremmo aspettati da parte del ministro Calderone e della Presidente del Consiglio una riflessione sulle norme modificate solo un anno fa dal governo per reintrodurre i subappalti a cascata, in nome di quella velocità di regolarizzazione dei lavori che sindacalisti e ispettori presenti sul posto il giorno stesso della tragedia hanno riscontrato sui cantieri. Inoltre- ha aggiunto la democratica - non è stato detto nulla su un aspetto che non è un dettaglio e cioè che quei lavoratori non erano lavoratori qualunque, quei lavoratori erano lavoratori migranti. C'è quindi il lecito sospetto che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di sfruttamento e caporalato. Nel merito delle norme sul lavoro contenute nel dl Pnrr – ha aggiunto Gribaudo - serve un cambio di passo, non sono solo le opposizioni a criticare le modalità con cui è stata introdotta la cosiddetta patente a punti e a chiedere una riflessione aggiuntiva: sono tante le voci che stanno criticando il sistema introdotto che non risolvere i problemi e rischia di ingarbugliare ancora di più il sistema”.
Restiamo in attesa che ritrovi 1,2 miliardi tagliati alla sanità
“Per Fitto non conta che istituzioni dalla massima autorevolezza come la Corte dei Conti o l’Ufficio Parlamentare di Bilancio abbiano segnalato tagli alla sanità per 1,2 miliardi dopo la rimodulazione del PNRR. E non conta nemmeno quando lo confermano le Regioni, all’unanimità e senza distinzione di colore politico. Per Fitto sono tutte polemiche “inutili e strumentali” perché, come sempre, la ragione deve essere dalla sua parte.”Così Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Poco importa se, appena qualche giorno fa, è stato lui stesso a delegare il Ministro Schillaci di verificare l’esistenza di ogv per le opere della misura “Verso un ospedale sicuro”. Talvolta succede, anche agli umani infallibili come Raffaele Fitto, di contraddirsi nel giro di pochissime ore. E quindi gli facciamo una domanda chiara e semplice: se dalla ricognizione dovesse emergere che su buona parte dei progetti, o anche progetti che valgono qualche milione di euro, vi sono già le obbligazioni giuridiche vincolanti, sarebbe disponibile a fare marcia indietro nel corso dell’iter di approvazione del DL PNRR? Nel frattempo restiamo comunque in attesa di capire se e dove intende prendere il miliardo e duecento milioni che mancano all’appello per la sanità.”
Ministra Calderone, retrocessa a consulente della cabina di regia di Palazzo Chigi
“Troviamo scandaloso che su una materia delicata come la sicurezza nei luoghi di lavoro, in un Paese in cui muoiono tre persone al giorno sui cantieri, si dedichino soltanto tre articoli in uno sgangherato decreto omnibus che serve solo a rafforzare un po’ il potere di Fitto. L’ennesima dimostrazione che di lavoro si occupano altri e non la ministra Calderone, retrocessa a consulente della cabina di regia di Palazzo Chigi”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Abbiamo presentato – ha concluso Scotto - 51 emendamenti per chiedere una svolta sull’emergenza morti sul lavoro. Bisogna estendere le regole su salute e sicurezza dei cantieri pubblici anche a quelli privati, occorre una patente a punti vera e non uno strumento aggirabile dai furbetti. La patente a punti va estesa a tutti i settori e non solo all’edilizia. Occorre mettere soldi veri sulla prevenzione e finirla con i condoni mascherati per chi non investe in sicurezza e formazione, garantire parità economica e normativa per chi sta nella catena dei subappalti, assumere più ispettori, chiudere con la stagione della giungla dei contratti pirata e fare esclusivamente riferimento ai contratti comparativamente più rappresentativi nei cantieri. Sono proposte concrete. Il governo non può girarsi dall’altra parte così come ha già fatto con i sindacati nei giorni scorsi. Siamo pronti a collaborare qualora ci siano aperture verificabili. Qualora invece si affronti questo passaggio parlamentare come un fatto ordinario, la nostra opposizione sarà durissima”.
Clamoroso ritardo del Mit su attuazione Pnrr, dati Corte dei Conti inequivocabili
"Il prossimo Consiglio europeo è chiamato ad assumere decisioni fondamentali. La preoccupazione è che l’Italia, con la presidente Meloni al Governo, non sia in grado di giocare un ruolo da protagonista.
Come può l’Italia sostenere davvero l’Ucraina ed assumere un ruolo decisivo per la pace se ogni giorno il Vice Presidente del Consiglio Salvini rilascia dichiarazioni imbarazzanti? Come possiamo credervi se c’è una parte del Governo che si complimenta con Putin per la vittoria in elezioni che sono chiaramente condizionate e non libere davvero? Il Governo ha il dovere di chiarire quale sia la sua posizione politica e quella del vicepremier Salvini. Altrimenti queste tensioni e decisioni ci indeboliscono a livello internazionale ed europeo". Lo ha detto in Aula Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo Pd in commissione Politiche Ue, a proposito delle comunicazioni della presidente del Consiglio Meloni alla Camera in vista del Consiglio europeo.
E sulla questione di Israele Piero De Luca ha aggiunto: "Bisogna fare ogni sforzo per proteggere la popolazione palestinese innocente e inerme. Sarebbe un errore grave aggiungere vittime innocenti palestinesi alle vittime innocenti israeliane. Invitiamo Il Governo a sostenere ogni iniziativa per un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza. Basta violenza. Tacciano le armi. Si aprano i valichi per gli aiuti umanitari e si avvii un’iniziativa di de-escalation per aprire una conferenza di pace che ponga fine al conflitto attraverso una soluzione politica, quella dei “due popoli e due Stati”. Non vi sono altre strade percorribili".
"Sulle riforme in materia economica bisogna essere credibili e attuare il Pnrr - ha proseguito Piero De Luca -; i dati che la corte dei conti ha emanato nelle scorse ore irritano la presidente del consiglio ma sono dati reali. Siamo indietro in modo clamoroso con l'attuazione del piano, questa è la verità. Il Mit di Salvini è al 15 per cento della spesa rispetto alle risorse ottenute e avete fatto tagli drammatici certificati su settori decisivi quali sanità e asili nido, state sbagliando strada. Il pnrr è arrivato grazie al Pd e grazie al lavoro che David Sassoli ha fatto in Europa dando vita ad un piano, il next generation, che non era mai esistito finora e grazie a lui abbiamo portato 200 miliardi in Italia. Non possiamo dimenticare che il governo Meloni ha votato contro quel piano! Vi chiediamo serietà e responsabilità in Europa perché solo da lì possiamo riportare democrazia, diritti ed economia".
Governo mette a rischio conti pubblici
“La memoria depositata dalla Corte dei conti italiana in commissione Bilancio alla Camera e quanto affermato dal Presidente della Corte dei Conti europea sono un doppio flop per il governo e sbugiardano le ottimistiche dichiarazioni del ministro Fitto”. Così i capigruppo democratici nelle commissioni Bilancio e Affari europei della Camera, Ubaldo Pagano e Piero De Luca, che aggiungono “dopo la bocciatura della Corte dei conti italiana - che certifica i tagli alla sanità, le basse percentuali di spesa, i rinvii e il rischio di non raggiungere gli obiettivi senza incidere sui conti pubblici – adesso è la Corte dei Conti europea a lanciare un allarme sul tasso di assorbimento dei fondi di coesione del 2023 che, in Italia, sono nettamente più bassi del resto d’Europa. I dati peraltro confermano l’incapacità dei fondi della Coesione di competenza dei Ministeri contrariamente a buone performance degli Enti territoriali. La critica è evidente, il governo Meloni non sa spendere nei tempi e mette a rischio il bilancio dello stato”.
“Le osservazioni dell’Antitrust sono molto chiare e le parole di Giorgetti sono solo un goffo tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Ribadiamo il nostro giudizio negativo su questa operazione che serve solo a fare cassa in vista della privatizzazione di Poste spa e che presenta numerose criticità sia dal punto di vista operativo, concorrenziale e anche per la protezione dei dati sensibili dei cittadini. Il governo accolga il nostro emendamento al dl Pnrr che impedisce la cessione di PagoPa a Poste italiane”. Così i deputati democratici Ubaldo Pagano, Anna Ascani, Silvia Roggiani e Andrea Casu.
Norma in contrasto con Pnrr, Pa centrale nella transizione digitale, rischio per riservatezza dati
“Abbiamo presentato un emendamento per sopprimere la norma del decreto Pnrr che prevede l'ingresso dell'Istituto Poligrafico (fino al 51%) e di Poste Italiane (per la restante quota) nel capitale di PagoPa. Una norma sbagliata, come sottolinea l’Antitrust, che presenta diversi elementi di criticità sia per la contestuale proposta di privatizzazione di Poste sia per le modalità con cui il governo intende operare in assenza di procedure concorsuali. È inoltre incomprensibile come il governo possa inserire questa norma all’interno del decreto Pnrr che ha finalità del tutto opposte e considera la Pa centrale nella transizione digitale”. Così i deputati democratici Ubaldo Pagano, Anna Ascani, Silvia Roggiani e Andre Casu. “PagoPA S.p.A – aggiungono i dem - è sicuramente un modello di eccellenza, con un know-how essenziale per la transizione digitale del settore pubblico. La privatizzazione di poste e la contestuale cessione di PagoPa rischiano di creare un enorme danno al paese: il governo è interessato unicamente a fare cassa, senza alcuna visione di sistema e con effetti estremamente negativi in termini di concorrenza e protezione di dati sensibili dei cittadini”.
Domani Urso risponderà a interrogazione parlamentare Pd
“E’ necessario sostenere le piccole e medie imprese e gli enti pubblici dagli attacchi hacker con finanziamenti ad hoc per adeguare le loro difese ad un modo criminale che ha maggiori mezzi a disposizione. Ad oggi le risorse a disposizione sono modeste: il Pnrr prevede una spesa complessiva di 623 milioni di euro sulla cybersicurezza. Parliamo di una quota minima in confronto ai 41,3 mld di euro dati alla missione dell’innovazione digitale. Anche con gli ulteriori stanziamenti messi a disposizione dell’esecutivo che, secondo fonti di stampa sarebbero circa 240 mln di euro, siamo molto distanti dalle risorse necessarie indicate dalla strategia nazionale di cybersicurezza. Il governo deve garantire le adeguate risorse previste dalla strategia nazionale della cybersicurezza per dotare il sistema nazionale delle imprese e degli enti pubblici di strumenti necessari a sostenere il cambiamento non più rinviabile”.
Lo dichiarano i deputati della commissione Trasporti della Camera, Andrea Casu, Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Valentina Ghio, Roberto Morassut e Matteo Mauri, che hanno presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico, Adolfo Urso che risponderà domani alla camera.
Fdi non ha mai votato il PNRR. Da che sono al Governo hanno stravolto la gestione e fatto modifiche contrarie alla natura straordinaria del Piano. Non sanno come spendere bene e definanziano opere importanti, come asili nido e ospedali. Il Paese paga la loro inadeguatezza.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati
Il ministero della Sanità renda chiari quali siano i progetti che sono coperti con FSC e art.20.
“Dopo 9 mesi dai tagli effettuati arrivano le coperture parziali sui definanziamenti Pnrr ma non arrivano le specifiche sui singoli interventi, a partire dalla sanità.” Così i deputati dem Silvio Lai e Gianni Girelli, rispettivamente componenti delle commissioni Bilancio e Affari Sociali.
“Intanto - aggiungono gli esponenti Pd - le rassicurazioni del ministro Fitto sul mantenimento delle risorse in sanità per il Pnrr poggiano solo sulle sue parole e non su documenti ufficiali. Tutte le Regioni, insieme, hanno dichiarato che non si tratta di rimodulazioni del Pnrr, quelle annunciate da Fitto, ma di tagli per oltre 1,2 miliardi per l’ammodernamento degli ospedali che mancano all’appello nella copertura tra FSC e art.20 Legge 67/88, e le Regioni hanno la responsabilità diretta sui bilanci della sanità. Il ministro Fitto ha comunicato che non mancherebbero le coperture perchè molti dei progetti in sanità inseriti nel Pnrr erano già finanziati dall’art.20 e quindi ritornano su quella copertura ma nel frattempo molte Regioni avevano avuto affidamenti su infrastrutture da completare o avviare proprio con quei finanziamenti che ora spariscono".
"Occorre fare chiarezza e siccome - concludono Lai e Girelli - il ministero di Fitto non risponde alle interrogazioni porremo le nostre domande anche al ministro Schifani che ha la competenza sull’articolo 20 con una interrogazione che presenteremo in queste ore nella quale chiederemo quali siano i progetti coperti e quelli esclusi da questa copertura dopo la revisione del Pnrr per scoprire chi subisca i tagli denunciati dalle Regioni”.