03/06/2025 - 15:57

"Accolgo con soddisfazione il parere favorevole all’ordine del giorno che ho presentato al dl Pnrr e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026, volto a sollecitare l’adozione del decreto ministeriale necessario per dare piena attuazione al servizio di sostegno psicologico nelle scuole. È un passaggio importante, ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti". Così la deputata dem Rachele Scarpa, responsabile Giovani e Salute del Pd, prima firmataria della proposta di legge “Chiedimi come sto” per l’istituzione del supporto psicologico a scuola.

"La salute mentale dei giovani - ha aggiunto l'esponente dem - è una priorità che non può più essere rinviata. L’accesso al supporto psicologico rimane ancora oggetto di stigma e soprattutto è ancora legato alla disponibilità economica di ciascuna famiglia. Solo con una vera e sistematica azione di prevenzione, a partire dai luoghi più frequentati dalla comunità studentesca e giovanile, possiamo cambiare le cose. Abbiamo già uno stanziamento previsto, 10 milioni per il 2025 e 18,5 milioni annui dal 2026, ma senza il decreto attuativo, tutto resta fermo. La sperimentazione non resti sulla carta, ma parta presto, in modo efficace, e diventi una misura strutturale e permanente".

"Questa iniziativa – conclude Scarpa – non riguarda solo gli studenti, ma anche i docenti e la comunità educante tutta, spesso in prima linea nel gestire situazioni complesse. Dobbiamo garantire loro un supporto adeguato e creare finalmente una cultura della prevenzione, della promozione del benessere psicologico e dell’ascolto all’interno della scuola italiana".

 

03/06/2025 - 13:18

“Perché la ministra Bernini non è presente in Aula mentre si discute un provvedimento nel quale è pesantemente intervenuta? Siamo davanti ad un atto di vero teppismo politico: la riforma impantanata in Parlamento, nella notte, viene trasformata in un emendamento per essere approvata al Senato e oggi alla Camera. La ministra Bernini ha rubato i diritti e le tutele per i ricercatori precari ed è scappata, smantellando una riforma che era stata fatta da tutti insieme durante il governo Draghi”. Lo dice il deputato Matteo Orfini nella dichiarazione di voto sul Dl Pnrr e avvio dell'anno scolastico 2025/26.
“È grave – sottolinea l'esponente Pd - che questo governo venga meno a quegli impegni e lo faccia con argomenti falsi, con una forma di insopportabile paternalismo: i ricercatori hanno una voce e hanno il diritto di parlare per se stessi, ma l'esecutivo non ha l'umiltà di ascoltarli e, invece, con un meccanismo perverso di flessibilità al risparmio, precarizza la loro vita”.
“Siamo di fronte ad un ricatto, c'è un sistema malato, feudale di schiavismo accademico che rende il mondo universitario ingiusto. C'è bisogno di una ricerca sana, non precaria, e il bisogno di correggere il metodo proposto dal governo: per mantenere gli impegni presi, sono necessarie le giuste risorse, quelle stesse risorse che il governo impegna su cose che non servono a nulla come i centri in Albania. Spiace che la senatrice Cattaneo abbia con la sua firma avallato un metodo che umilia il Parlamento. E spiace che la presidente della CRUI e il presidente dell'Accademia dei Lincei abbiano plaudito al ritorno alla precarietà”, conclude Orfini.

28/05/2025 - 16:26

“Assistiamo al grido d'allarme di quasi dodicimila, tra ricercatori, tecnici, assegnisti del Cnr, il più grande ente di ricerca italiano: quale sarà il loro futuro? Il mandato della presidente è scaduto, non rinnovato e non risulta alcuna sostituzione dei nuovi membri del consiglio di amministrazione. Si susseguono voci che ipotizzano il commissariamento del Cnr e il governo rimane in silenzio e non dà alcuna risposta o certezza. Il governo Meloni non sceglie e non prende decisioni. Le preoccupazioni diventano un allarme: sul futuro del Cnr e degli 11 miliardi di fondi del Pnrr per la ricerca, il silenzio non è accettabile. Le lavoratrici e i lavoratori del Cnr meritano risposte che il governo in questo momento, come dimostra anche la risposta della ministra Bernini, non intende dare ” Lo dice la deputata Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione Cultura, durante il Question Time alla Camera alla ministra Anna Maria Bernini.

 

28/05/2025 - 16:09

“La ministra Bernini non risponde sul futuro del Cnr. Dodicimila dipendenti, ricercatori, dottorandi, migliaia di giovani e ben 90 dipartimenti non sanno che fine faranno. A questo si aggiungano gli 11 miliardi di fondi del Pnrr e i fondi parlamentari messi a disposizione dalle opposizioni, dove ancora manca un decreto attuativo: che fine faranno? Il governo è colpevole di non agire con celerità per ovviare della mancata procedura concorsuale per la nomina di un nuovo presidente del Consiglio nazionale”. Lo dice il deputato Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd, in replica alla ministra Bernini durante il Question Time alla Camera sul  Consiglio nazionale delle ricerche.
“È chiaro – continua l'esponente dem - che l'ente di ricerca più importante d'Italia necessitava maggiore attenzione. Il governo evidentemente non vuole ammettere di non aver trovato un accordo sul nuovo presidente del Cnr, ma questo non giustifica la ministra Bernini che governa il dicastero più importante del Paese: dovrebbe sapere che non esiste innovazione né cambiamento senza la ricerca, il suo finanziamento e la sua tutela. La ricerca deve essere libera e anarchica per costruire soluzione che agli occhi dei contemporanei sembrano impossibili. Ma questo non è importante per il governo Meloni”, conclude Ricciardi.

 

23/05/2025 - 11:41

“Il Pnrr sta diventando la Caporetto del Governo. La destra non lo ha votato all'opposizione e non è in grado di gestirlo ora. Avvitato tra incapacità, arroganza e tensioni interne, l'Esecutivo ha perso più tempo a cambiarlo che ad attuarlo. Le parole provocatorie del senatore Borghi che invita il governo a fare un passo indietro sui fondi, così come quelle di Giorgetti che pensa ad un rinvio impossibile della scadenza oltre il 2026, confermano le nostre preoccupazioni. La maggioranza è esplosa per le distanze siderali proprio su Europa e politica estera. Come possono convivere nella stessa maggioranza l’europeismo alla De Gasperi e il sovranismo euroscettico alla Orbàn e Le Pen? La presidente del Consiglio si è eclissata ed è in difficoltà enorme. Non mette più la faccia sul Piano consapevole del fallimento in atto”. Lo ha scritto Piero De Luca, deputato e capogruppo Pd in commissione politiche UE, su Il Foglio.

 

“Il Pnrr non è però soltanto un patrimonio economico e l’unica leva di crescita in un Paese bloccato ma è anche il simbolo politico di un nuovo modello di solidarietà europea che la destra, all’opposizione, ha sempre osteggiato. Oggi la questione cruciale riguarda le evidenti difficoltà di spesa, dopo i tagli imponenti già apportati a molte missioni. Dovremmo tutti lavorare per una maggiore integrazione europea: Nessun dorma, ha ricordato in modo magistrale il Presidente Mattarella. Siccome il Governo è in catalessi, la presidente del Consiglio deve dire chiaramente da che parte sta a livello UE e internazionale: con i sovranisti euroscettici e filo putiniani che vogliono disgregare l’UE o con quelli che lavorano per costruire una nuova Europa in grado di essere  davvero attore economico e politico globale”. Così ha concluso il dem.

 

22/05/2025 - 14:45

“I dati resi noti dall’Istat confermano un allarme che denunciamo da tempo: l’Italia è un Paese che invecchia rapidamente e si impoverisce. Per la prima volta, il numero degli over 80 ha superato quello dei bambini sotto i 10 anni. Un dato simbolico ma drammaticamente reale, che fotografa la deriva demografica in corso. Eppure, il governo Meloni continua a ignorare questa emergenza, rinunciando a politiche lungimiranti e inclusive”. Così la deputata dem Rosanna Filippin, componente della commissione Politiche dell’Unione Europea.

«Il governo – prosegue l’esponente Pd – ha avuto l’occasione di intervenire anche attraverso il PNRR, ma ha preferito tagliare proprio lì dove servivano più investimenti: il numero degli asili nido è stato dimezzato, compromettendo così due leve fondamentali per contrastare l’inverno demografico: la natalità e l’occupazione femminile. È una scelta miope e dannosa, come anche quella di ridimensionare le case di comunità e gli interventi per la conciliazione vita-lavoro. A questo si aggiunge un impoverimento generalizzato delle famiglie italiane. Negli ultimi cinque anni, come certificato dall’Istat, il potere d’acquisto è diminuito drasticamente. Eppure, il governo continua a scaricare le responsabilità su altri, dopo tre anni di guida del Paese senza misure concrete per affrontare il declino demografico ed economico”.

“Oggi l’Italia scende sotto i 59 milioni di abitanti, dei quali 5 milioni e mezzo sono cittadini stranieri. Chi oggi promuove politiche restrittive sull’immigrazione – conclude Filippin – non ha chiaro che senza l’apporto degli stranieri, un Paese con un quarto della popolazione over 65 è semplicemente destinato a morire. In questo contesto, anche il referendum sulla cittadinanza dell’8 e 9 giugno è un’occasione per riaffermare un’idea di Italia aperta, dinamica, solidale. L’unica Italia possibile se vogliamo ancora avere un futuro”.

 

21/05/2025 - 19:50

“Nel corso dell'informativa odierna alla Camera sullo stato di attuazione del PNRR, il Governo ha scelto ancora una volta la strada dello scaricabarile, attribuendo alle Regioni la responsabilità per la mancata realizzazione di molte Case di Comunità previste dal Piano. Una narrazione inaccettabile, che ignora le gravi responsabilità dei ministeri nella gestione delle risorse e nella definizione dei progetti. Una narrazione politicamente ancora più incredibile dal momento che la maggioranza governa 14 regioni su 20. La realtà è che la rimodulazione degli investimenti, spesso invocata come necessità tecnica, è il frutto di una definanziamento politico che sta compromettendo la sanità territoriale.

La verità è sotto gli occhi di tutti è Foti si arrampica sugli specchi pur di coprire ritardi e scelte sbagliate. Il risultato è che intere comunità rischiano di restare senza quei presidi sanitari fondamentali, promessi e mai realizzati” così una nota del responsabile nazionale welfare del Pd e capogruppo in commissione affari sociali della Camera, Marco Furfaro.

 

21/05/2025 - 19:40

"Foti dà la colpa alle Regioni per le Case di Comunità mai realizzate, ma il problema è il definanziamento deciso dal Governo. La verità è che si arrampicano sugli specchi per coprire ritardi e scelte sbagliate. A pagare sono i cittadini", dichiara Gian Antonio Girelli componente Pd della commissione Affari sociali della Camera.

21/05/2025 - 19:26

Questo Pnrr sta diventando la Caporetto del Governo Meloni; il più grande fallimento dell’esecutivo di cui si scriverà sui libri di storia. Oggi proponete la revisione di un terzo del Pnrr ad un anno dalla fine. Quindi finora solo fake news e fallimenti: i conti che non tornano come segnalano tutti, da ultimo la Corte dei Conti e l’Anac, nella vostra indifferenza. Questo Piano è diventato la tela di Penelope.
A livello europeo, il governo sta liquidando il capitale politico di storica autorevolezza e credibilità del Paese. Siete isolati, nell’angolo, scomparsi dalle grandi decisioni strategiche, protagonisti di una débâcle diplomatica continua. Sul Pnrr lo stesso. I dati sono inequivocabili purtroppo: Transizione 5.0 ferma al palo; spesa per Politiche attive del lavoro: 7%; spesa per case e ospedali comunità al 7%; inclusione sociale ferma al 13%; trasporti e infrastrutture, spesa al 13%, altro che Ponte sullo Stretto; asili nido, scuola, l’università e la ricerca bloccati al 25%. Siete in enorme ritardo nella spesa. Sugli oltre 194 miliardi di euro stanziati, solo 70 miliardi effettivamente spesi in Italia, cioè il 58% delle risorse ottenute ed il 36% di quelle complessive. Ecco spiegata la ragione della volontà di apportare l’ennesima revisione. Voi siete costretti a mettere una toppa al buco che avete creato finora. Ma una domanda sorge spontanea, ma se andava tutto bene, perché viene presentata la revisione di 1/3 e tra poco forse della metà del Pnrr? Il Parlamento della Repubblica non è un semplice passacarte, ed ha il diritto di partecipare pienamente alle revisioni del Piano. Il Pnrr non è il bancomat dei FRATELLI e delle SORELLE D’ITALIA, è un grande piano che appartiene a tutta l’ITALIA e a tutti gli italiani.
Fermatevi allora. Dateci il tempo di analizzare in dettaglio le vostre proposte e sottoporvi le nostre indicazioni. Lei è tenuto ad una leale collaborazione con le Camere. Vi diffidiamo formalmente a non procedere con la Commissione senza un confronto ulteriore di merito sulle proposte appena ricevute.
Attuate il PNRR e rimettete l’Italia dalla parte giusta della storia altrimenti vi assumerete la responsabilità storica di aver bruciato il futuro dell’Italia e quello dell’Europa". Lo dichiara Piero De Luca della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo Pd in commissione Politiche Ue della Camera, nel corso della dichiarazione di voto sulle risoluzioni PNRR.

21/05/2025 - 18:10

“Siamo ormai a poco alla scadenza del 30 giugno 2026, termine ultimo entro il quale devono essere completati tutti gli interventi previsti dal Pnrr, e il quadro è segnato da ritardi strutturali, continui cambi di rotta, modifiche non trasparenti e una governance che appare sempre più debole e confusa. Non è questa la collaborazione istituzionale che serve al Paese. La Corte dei Conti è stata chiarissima: al 31 dicembre 2024 la spesa effettivamente sostenuta ammontava a poco meno di 64 miliardi di euro, appena il 33% del totale. In particolare, sono in forte affanno le missioni su Inclusione e Coesione, Salute e REPowerEU, con livelli di attuazione inaccettabilmente bassi. Ma i ritardi penalizzano le case della comunità, gli studentati universitari, gli asili nido, i piani urbani integrati, i trasporti ferroviari strategici e settori chiave per la transizione ecologica come la mobilità elettrica e l’uso dell’idrogeno verde. E come se tutto questo non bastasse, si ipotizza un ulteriore dirottamento di ben 14 miliardi del Pnrr e 11 miliardi dei fondi di coesione per un nuovo programma di aiuti alle imprese colpite dai dazi commerciali Usa. Non si può affrontare questa fase finale continuando a stralciare, ridurre, rimodulare. Il rischio non è solo perdere risorse: è perdere fiducia, credibilità internazionale e un’opportunità irripetibile di crescita. Non ci sono più alibi. Se il Pnrr fallisce, fallisce l’Italia. E noi abbiamo il dovere di non permetterlo”.

Così la deputata democratica, Rosanna Filippin, intervenendo in Aula sul Pnrr.

 

21/05/2025 - 17:23

“Il ministro Urso continua a non rispondere alle domande che il Pd gli rivolge sullo stato dell'ex Ilva di Taranto. Non dà certezze, né strategie sul futuro dell'acciaieria in Italia e si dimentica dell'obiettivo della decarbonizzazione nonostante le risorse individuate e i progetti avviati nell'ambito del Pnrr”. Lo dice il deputato Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive, intervenendo al question time alla Camera sullo stato dell'ex Ilva.
“La situazione dell'ex Ilva di Taranto – sottolinea l'esponente dem - è estremamente preoccupante: la produzione è ai minimi storici, le misure adottate in favore dell'indotto sono risultate insufficienti e, sotto il profilo occupazionale, la situazione è di assoluta incertezza. Dopo l'attacco alla magistratura di Taranto, il ministro Urso viene smentito anche sull'incendio all'altoforno 1 del 7 maggio”. “Mentre le Acciaierie d'Italia comunicano alle parti sociali la richiesta di raddoppiare i lavoratori in Cigs, gli stessi che oggi hanno scioperato per 4 ore, Urso si comporta come se non fosse ministro da tre anni e non fornisce alcuna soluzione”, conclude Peluffo.

 

20/05/2025 - 19:06

Nella relazione dell’Anac, la fotografia di un Paese che mette in difficoltà la lotta alla corruzione, riduce le gare e la concorrenza, aumenta i subappalti a cascata che indeboliscono la sicurezza sul lavoro. E nonostante questo accumula ritardi su attuazione del PNRR.

Lo ha scritto su X Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei Deputati.

 

20/05/2025 - 13:56

 "In un giorno in cui si compie un passo avanti importante verso una gestione coordinata, equa ed efficiente delle future pandemie, l'Italia si eclissa. L'astensione sul nuovo piano pandemico insieme a pochi altri paesi, tra cui Iran e Russia, è un segnale politico gravissimo, il linea con la dottrina della Lega, che mette in discussione il nostro ruolo nell'OMS, indebolisce la cooperazione internazionale in materia sanitaria e mette a rischio la salute dei cittadini.

L'esecutivo dimostra, ancora una volta, di prestare il fianco alla peggiore propaganda anti scientifica, oscurantista e no vax. L'ennesima decisione vergognosa che mina la credibilità e l'autorevolezza dell'Italia come partner affidabile. Ormai il governo è ostaggio delle peggiori pulsioni sovraniste e complottiste che sono un insulto al ruolo svolto dal nostro Paese nel mondo. Per mere ragioni interne abbiamo preferito schierarci con Mosca e Teheran invece che con Parigi, Berlino, Madrid e Bruxelles.

Peraltro, questa è un ulteriore dimostrazione di quanto poco interesse al nostro esecutivo della salute dei cittadini: questo è l'ennesimo tassello dopo il taglio al fondo sanitario nazionale e la riduzione delle case e degli ospedali di comunità previsti dal PNRR. Un governo che danneggia il Paese e isola sempre di più l'Italia nel consesso internazionale". Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee.

 

19/05/2025 - 15:59

“Nuova rimodulazione del PNRR e nuova batosta per il Sud e per Taranto. Altro che rilancio, il Governo Meloni è la condanna definitiva per questa città e per questa terra.” Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico e Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Se le voci che circolano dovessero essere confermate dai fatti, saremmo davanti a una vera e propria congiura contro Taranto. Non è sufficiente lo stato di vergognosa incertezza dell’ex Ilva, ora - a quanto pare - ci si dovrà anche preparare a perdere i finanziamenti PNRR per la linea ferroviaria Taranto-Battipaglia. L’ennesima ingiustificata legnata a questa comunità che, evidentemente, per questa destra rappresenta una terra sacrificabile sotto ogni punto di vista e in ogni ambito. Con quale faccia - conclude Pagano - vengono a sfilare ogni domenica per la campagna elettorale, mentre in settimana smantellano pezzo dopo pezzo i progetti che avevamo finanziato per il rilancio di Taranto. Dai parlamentari ai ministri, questa gente non conosce vergogna.”

16/05/2025 - 18:34

“Le parole della Corte dei Conti rappresentano il ‘de profundis’ di Matteo Salvini, il peggior ministro dei Trasporti della storia della Repubblica. Per i giudici contabili, infatti, che hanno redatto la relazione semestrale sull’attuazione del Pnrr, è il comparto dei Trasporti quello con ‘il minor tasso di realizzazione emerso dagli indicatori di categoria’. Parliamo solo di circa il 13 per cento. Un dato che grida vendetta e che espone concretamente il nostro Paese al rischio di vedere andare in fumo una delle più grandi opportunità che avevamo per migliorare le nostre infrastrutture. Nel mirino dei giudici soprattutto il settore ferroviario, di diretta responsabilità del ministro Salvini. Con ritardi nei lavori che in particolare al Sud raggiungono livelli record. Più volte abbiamo invitato il ministro, vicepremier e segretario della Lega, a tirarsi su le maniche e a lavorare per rispettare gli impegni assunti. Oggi siamo ancor di più preoccupati, anche perché ci troviamo alla vigilia dell’arrivo dei mesi estivi. Già l’anno scorso fu un vero e proprio disastro per i cittadini. Abbiamo l’impressione che il peggio debba ancora avvenire”.

Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.

 

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