07/11/2025 - 18:58

“Giorgia Meloni ha usato il Cnel per affossare il salario minimo. Allora serviva per attaccare l’opposizione e il principale sindacato italiano. Adesso invece prende le distanze da Brunetta sull’aumento di stipendio. E’ la solita sceneggiata. Siamo stanchi delle faide all’interno di una destra che tutto fa tranne che governare il Paese se e fare le riforme che servono ai lavoratori. Chiediamo l’immediata convocazione del Presidente del Cnel in commissione Lavoro per capire cosa sta succedendo”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

06/11/2025 - 11:43

I dati Istat confermano un quadro preoccupante che colpisce le lavoratrici e i lavoratori italiani. A settembre 2025, le retribuzioni contrattuali in termini reali restano inferiori di oltre l’8% rispetto ai livelli del 2021. Significa, in parole semplici, che negli ultimi anni le famiglie italiane hanno perso l’equivalente di uno stipendio mensile ogni anno. I dati allarmanti, però, non preoccupano Meloni, che con la quarta manovra del governo ribadisce la sua volontà di non fare alcun passo avanti per sterilizzare Gli effetti della perdita del potere d’acquisto delle famiglie ne sul salario minimo, proseguendo invece la politica dei tagli al welfare”.

Così una nota del capogruppo democratico in commissione bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.

 

29/10/2025 - 13:06

“I dati non mentono. Le ricette messe in campo dal governo non hanno migliorato il potere d’acquisto di chi lavora. Lo dice chiaramente l’Istat: -8,8 per cento rispetto al 2021. Serve un impulso vero ai rinnovi contrattuali, i cui tempi si allungano in maniera impressionante, e qualcosa di sicuramente più forte rispetto a una rimodulazione IRPEF che offre aumenti ridicoli al ceto medio già in crisi. Non si può affrontare la crisi salariale esclusivamente per via fiscale, ma difendendo e rilanciando la contrattazione collettiva, modificando radicalmente le norme che hanno favorito l’abuso di contratti precari e legittimando il ricorso ai subappalti a cascata e, infine, introducendo misure strutturali come il salario minimo. La propaganda del governo suona sempre più distante dalla realtà”. Lo affermano in una nota i deputati Maria Cecilia Guerra e Arturo Scotto, rispettivamente responsabile nazionale Lavoro per il Partito Democratico e capogruppo dem in commissione Lavoro.

10/10/2025 - 18:23

"Si chiude oggi la campagna elettorale toscana e domenica sarà il momento del voto. Dopo Pisa, Campiglia Marittima e Firenze ultime tappe questa sera ad Arezzo e Livorno. Sono state settimane intense e preziose in cui le nostre candidate e i nostri candidati, insieme al presidente Eugenio Giani, hanno mantenuto un confronto fitto con le persone raccontando il buon governo degli ultimi cinque anni e quello che verrà nei prossimi cinque.
Un governo che ha a cuore il benessere delle cittadine e dei cittadini, con un occhio sempre puntato sui diritti, come dimostrano la legge sul fine vita e le politiche per la parità di genere, e l'attenzione sempre alta per la vocazione toscana per la pace che ha portato al riconoscimento dello Stato di Palestina.
Eugenio Giani e la coalizione che lo sostiene hanno un programma chiaro e ambizioso per la Toscana. Tra le tante misure sociali vanno ricordate il salario minimo per chi lavora nelle aziende che vincono appalti con la Regione, il reddito di inclusione che davvero accompagni chi resta senza lavoro verso il reinserimento, l'abbattimento delle liste d'attesa nella sanità, una cura sempre maggiore per i bisogni reali delle toscane e dei toscani.
Tutto questo sarà possibile grazie a una coalizione ampia e solida che deve superare i confini regionali e diventare un'alternativa valida per la guida del Paese trovando la giusta coesione anche su temi come la politica estera, la pace, la sanità pubblica e il lavoro". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

09/10/2025 - 16:30

“L’audizione dell’Istat ha confermato quello che denunciamo da tempo: l’Italia non è un Paese per giovani. La piramide demografica del mondo del lavoro è spostata verso i 50 anni e il governo Meloni non sta facendo abbastanza per invertire questa tendenza”. Lo afferma Rachele Scarpa, deputata e responsabile nazionale Giovani del Partito Democratico, intervistata sui canali social dei deputati dem.

“Il dato più preoccupante è quello sul potere d’acquisto: con questo governo i lavoratori italiani hanno perso circa il 9%, l’equivalente di una mensilità di stipendio in meno all’anno. Una perdita che pesa soprattutto sui giovani, i più colpiti dal lavoro precario e dal caro vita”.
L’esponente Pd sottolinea come la situazione attuale stia “spingendo un numero crescente di ragazzi a lasciare l’Italia per cercare migliori opportunità all’estero”, mentre nel Paese “cresce un mercato del lavoro popolato da persone sempre meno giovani”. “La bolla speculativa sui prezzi delle case, la difficoltà di accedere a un’abitazione e l’assenza di politiche per l’autonomia rendono impossibile per molti costruire un futuro qui”, aggiunge.

“Servono – conclude Scarpa - politiche concrete e coraggiose. Il Partito Democratico presenterà le proprie proposte nella legge di bilancio: dal salario minimo, che la destra sta affossando con una delega in bianco, alla legge contro lo spopolamento. Ma se il governo continuerà a ignorare la questione generazionale, il rischio è quello di precipitare in un vero e proprio inverno demografico, con un sistema previdenziale e sociale sempre più fragile e un Paese che perde ogni anno decine di migliaia di giovani talenti”.

 

07/10/2025 - 18:10

“Due brutte notizie emerse oggi dall’audizione dell’Istat sul Documento programmatico di finanza pubblica confermano una situazione allarmante: i salari, in termini reali, sono ancora del 9% più bassi rispetto all’inizio del 2021, prima dell’ondata inflazionistica. A fronte di retribuzioni così basse le famiglie devono fare i conti con un carrello della spesa che continua a registrare aumenti ben superiori alla media dei prezzi, con rincari del 3.4% mentre l’inflazione generale è ormai scesa sotto il 2%”. Così la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico, intervistata per i canali social dei Deputati dem.

“In particolare, i prodotti freschi, i beni alimentari e quelli per la cura della persona, cioè i beni di uso quotidiano, restano quelli più colpiti. È una situazione che penalizza soprattutto i redditi medio-bassi e che va affrontata con urgenza. Servono politiche attive per la crescita dei salari, a partire dalla tutela rappresenterà dal salario minimo legale, e un sostegno concreto al potere d’acquisto delle famiglie”, conclude Guerra

01/10/2025 - 14:09

“Il quadro economico e sociale del Paese è molto preoccupante: abbiamo un Pil quasi fermo, un’inflazione che continua a mordere i redditi e una pressione fiscale che cresce, mentre la spesa per sanità e istruzione è ai minimi storici. Eppure, invece di affrontare queste emergenze, il governo concentra il dibattito della legge di bilancio su temi come la rottamazione delle cartelle esattoriali. È semplicemente lunare”. Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico, in un’intervista diffusa sui canali social dei deputati dem.

Secondo l’esponente Pd, “la vera priorità deve essere restituire il fiscal drag, perché milioni di cittadini, in particolare il ceto medio, hanno visto erodere il proprio reddito dall’inflazione senza alcun intervento di compensazione. È un atto di giustizia sociale che va fatto in modo sistematico”.

Al centro delle proposte dei dem ci sono la difesa dei salari – “a partire dal salario minimo” – e il rilancio del Servizio sanitario nazionale: “Non è solo un problema di risorse, ma anche di vincoli assurdi che impediscono nuove assunzioni. Così si spendono più soldi per acquistare servizi esterni, mentre i cittadini pagano prezzi sempre più alti anche per i farmaci”.

Infine, Guerra sottolinea la necessità di sostenere il sistema produttivo: “Le esportazioni sono in calo, le imprese sono in difficoltà e il programma Transizione 5.0 si è rivelato un fallimento. Servono interventi veri e strategie per la crescita, non slogan e promesse irrealizzabili”.

 

01/10/2025 - 12:49

Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd

«Mentre il Governo Meloni racconta un’Italia di successi, i numeri ufficiali restituiscono un Paese che si impoverisce e si divide. secondo gli ultimi dati ISTAT nel 2023 vivevano in povertà assoluta circa 5,7 milioni di persone (9,7% della popolazione) e in povertà relativa quasi 8,5 milioni (14,5%). Il contrasto con la narrazione governativa è lampante: mentre la premier si vanta di presunti successi il calo dello spread lo pagano i dipendenti e il ceto medio, il Paese reale è schiacciato dal peso fiscale, dal caro-vita e dalla mancanza di servizi pubblici accessibili. La prossima manovra economica non può essere l’ennesimo esercizio di propaganda: servono misure concrete e immediate per ridurre le disuguaglianze. Ci sono priorità chiare se non si vuole mentire: Progressività fiscale vera, come chiede la Costituzione: rimodulare l’Irpef alleggerendo redditi bassi e medi, chiedendo di più a grandi patrimoni e rendite; Salario minimo legale e rinnovo dei contratti bloccati, per dare potere d’acquisto ai lavoratori e alle famiglie; Accesso gratuito o calmierato ai servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti) per le fasce fragili; Stop a condoni e sanatorie, che premiano evasori e sottraggono risorse a chi le tasse le paga sempre; Razionalizzazione della spesa fiscale, eliminando bonus e detrazioni distorsive che oggi vanno in misura sproporzionata a chi ha redditi alti. Ci chiediamo - conclude Lai-  se il ministro Giorgetti avrà il coraggio di mettere queste scelte in legge di bilancio o se assisteremo all’ennesimo condono e alla protezione di chi fa extraprofitti. E se la priorità del Governo sarà ancora una volta premiare chi evade e proteggere i grandi interessi”.

 

26/09/2025 - 11:23

La propaganda del governo Meloni si scontra con la realtà dei numeri.

“Il governo Meloni aveva promesso meno tasse, ma la realtà racconta un’Italia diversa da quella della propaganda. Oggi la pressione fiscale ha raggiunto un livello record, pari al 42,5%: italiane e italiani sono tra i più tassati d’Europa e, allo stesso tempo, tra i più poveri. Un cittadino su dieci vive in condizione di assoluta povertà, senza che l’esecutivo abbia introdotto misure concrete per sostenere chi fa più fatica. Nessun salario minimo, nessun aiuto per chi non riesce ad accedere alle cure, mentre la spesa sanitaria resta tra le più basse in Europa e sotto la media OCSE”.

Così Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione Bilancio, intervistata sui canali social dei deputati dem, che aggiunge: “Alla vigilia della legge di bilancio, ci auguriamo un cambio di rotta. Serve un Paese che metta al centro le persone, non che le lasci indietro”.

Sul tema della cosiddetta “pace fiscale”, l'esponente Pd è netta: “È indegno parlare di pace fiscale in un Paese in cui a pagare sono sempre i soliti, spesso senza ricevere in cambio servizi e diritti. Siamo alla quarta rottamazione: lo stesso viceministro Leo ha ammesso che questi strumenti sono stati utilizzati in modo furbesco da chi avrebbe potuto pagare e non lo ha fatto. Non serve l’ennesimo condono: serve che tutti paghino il dovuto e che si introduca una tassa sugli extraprofitti delle banche, per finanziare servizi e diritti a favore delle persone”.

 

24/09/2025 - 18:54

“Dietro i numeri del bilancio si nascondono scelte politiche profonde, e quei numeri ci parlano della vita concreta delle persone. La propaganda del governo non può nascondere la realtà: l’Italia non sta meglio, anzi famiglie e imprese sono sempre più in difficoltà. I dati Istat ci dicono che quasi un italiano su dieci vive in povertà assoluta, e tra loro il 14% sono bambini e adolescenti. L’Eurostat certifica che oltre il 10% dei lavoratori sono poveri, anche a tempo pieno, mentre il governo ha cancellato la proposta di salario minimo e rinunciato a dare risposte concrete. Sul fronte della sanità, 5,8 milioni di persone hanno rinunciato a curarsi e le liste d’attesa sono sempre più lunghe”.

Così Silvia Roggiani, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula alla discussione generale sul Rendiconto e Assestamento.

“Nonostante la propaganda - ha aggiunto - la spesa sanitaria in rapporto al Pil resta sotto la media europea e Ocse. La crescita economica è ferma: produzione industriale in calo da oltre due anni, previsioni di crescita ridimensionate allo 0,5% nel 2025 e 0,7% nel 2026. Anche il Pnrr è stato sprecato: sono stati tagliati più di 100mila posti nido, un’occasione persa per il Paese e un peso scaricato ancora una volta sulle donne. Mentre la pressione fiscale resta al 42,5%, record dal 2020, il governo continua con condoni e rottamazioni, arrivati ormai alla quarta edizione in tre anni. E mentre le banche registrano utili stratosferici, si rifiuta di introdurre una tassa sugli extraprofitti che potrebbe restituire risorse a cittadini e servizi. Questi sono i numeri che ci avvicinano alla prossima legge di bilancio. Dobbiamo dare un’anima ai numeri: l’anima di un Paese che si occupa di chi non ha lavoro, di chi lavora ma è sfruttato, di chi non riesce a pagare l’affitto, dei giovani che lasciano l’Italia e delle donne che rinunciano a una famiglia perché il peso della cura grava solo su di loro. Questo - ha concluso - è il vero senso della politica, e su questo il governo Meloni continua a mancare l’appuntamento”.

 

 

10/09/2025 - 16:00

“Il ministero del Lavoro è ultimo in Italia per capacità di spesa delle risorse del Pnrr: appena l’11%. Un dato vergognoso, che dovrebbe spingere la ministra Calderone a chiedere scusa, invece di inviare il sottosegretario Durigon raccontare in commissione Lavoro alla Camera che ‘va tutto bene’. Il vero fallimento del governo Meloni è sulle politiche economiche e sociali: cresce il lavoro povero, cresce la povertà, viene negato il salario minimo e resta drammatica l’insicurezza nei luoghi di lavoro. Questa volta le risorse per cambiare davvero ci sarebbero, ma la destra non ha mai creduto nel Pnrr: perché il Pnrr è coesione sociale, mentre Meloni vuole l’autonomia differenziata; il Pnrr è transizione ecologica, mentre la destra continua a negare la crisi climatica. La verità è semplice: con l’11% di spesa da parte del ministero del Lavoro, la destra ha scelto di non investire sul futuro del Paese”.

Così i deputati democratici della commissione Lavoro, Marco Sarracino, Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Chiara Gribaudo, Mario Laus.

 

08/09/2025 - 14:10

"Il Governo Meloni continua a coprire con i soliti annunci i problemi mai risolti che affliggono le famiglie italiane: dalla flat tax per tutti, alla rottamazione delle cartelle, ai tagli Irpef per il ceto medio. La realtà purtroppo è ben diversa: sugli stipendi, che continuano ad essere tra i più bassi d'Europa, la destra in tre anni si è limitata a confermare il taglio del cuneo fiscale già in vigore, affossando ogni tentativo di salario minimo e non producendo alcuna misura efficace per contenere i costi delle bollette energetiche per famiglie e imprese. L'unica certezza che è emersa anche recentemente al Forum economico di Cernobbio è che questo governo ha alzato le tasse, e che nella prossima Legge di Bilancio ci aspettiamo nuovi tagli su spesa sociale, servizi e sanità per far tornare i conti. Come Pd ci opporremo in Parlamento per evitare misure recessive e per tutelare il potere d'acquisto delle famiglie". Lo ha detto la vicepresidente dei deputati Dem Simona Bonafè, intervenuta ad Agorà su Rai Tre.

06/09/2025 - 13:25

“Da Cernobbio la ministra del Lavoro, Marina Calderone, sostiene di essere impegnata sui salari. Peccato che la delega che doveva ricevere dal Parlamento, dopo aver messo il salario minimo su un binario morto, giace da due anni in commissione al Senato senza che sia stata votata. Ci vuole una bella faccia tosta per sostenere che sui salari bassi ci sia da parte del governo un impegno, visto che non esercitano nemmeno la delega. La verità è che alla ministra interessano più le nomine, che risolvere il problema del potere d'acquisto di chi lavora ed è povero”.

Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera. 

 

29/08/2025 - 15:22

“E’ un dato di fatto che l'economia si è fermata e che crescono le diseguaglianze. Nel contesto in cui abbiamo ancora indicatori positivi grazie alle risorse del Pnrr, che non dobbiamo mai dimenticare sono conquistate dai governi di centrosinistra, l'aumento del lavoro povero e precario è un'aggravante nei confronti del Governo Meloni. Fa venire la pelle d'oca sentire esponenti della maggioranza citare i dati dell'occupazione femminile, se una donna su tre lavora part-time, se la metà guadagna meno di ottomila euro lordi l'anno significa che c'è un problema devastante nel mondo del lavoro che riguarda prima di tutto la condizione di donne e giovani che deve essere affrontato subito”. Cosi' il deputato Pd Andrea Casu a Coffee Break su La 7, commentando i dati Istat sull'economia. “Di fronte alla fuga dei neo laureati che scappano all'estero – continua il parlamentare dem - come possiamo consolarci con la crescita dell’occupazione degli over50? Questo Governo sta bruciando intere generazioni e per invertire la rotta è necessaria una svolta radicale a partire dal salario minimo”. “Anche se Giorgia Meloni preferisce tenere la testa sotto la sabbia e fingere di non vedere la realtà è che la vita degli italiani è nettamente peggiorata negli ultimi tre anni sotto la sua guida come dimostrano i sei milioni di italiani che nel 2024 hanno rinunciato alle cure, le difficoltà crescenti che stanno affrontando le persone che vivono nelle aree interne, sempre più colpite dalla crisi dei trasporti, e le imprese che stanno pagando il prezzo dei dazi di Trump”, conclude Casu.

 

14/08/2025 - 16:36

Politica economica e’ un fallimento

“Schlein ha messo il dito nella piaga: la politica economica del governo è un fallimento e la perdita di potere d’acquisto è un dato oggettivo. I salari crescono meno dei prezzi e questo nelle tasche degli italiani si sente. Perché si riducono le possibilità di scelta sulla spesa da fare, sui vestiti da acquistare, sui libri per la scuola e l’università, per non parlare delle vacanze. Davanti a uno scenario così complesso un Governo, anziché autocelebrarsi per la durata di giorni al potere, dovrebbe convocare un tavolo con le opposizioni per discutere del caro vita. E provare a discutere sulle soluzioni, anziché affossare le proposte altrui come sul salario minimo. Ma questo non accade. Al contrario, quando parla la segretaria del Pd, partono in simultanea gli attacchi, se non addirittura le accuse di scarso patriottismo. Hanno paura della verità e dunque replicano facendo le vittime. E’ il solito disco rotto di una classe dirigente di incapaci e prepotenti”.

Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.

 

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