No a doppio standard, garantire sovranità territoriale in Palestina e Libano
“La difesa della sovranità territoriale deve essere un principio sempre. Se vale per l’Ucraina deve valere anche per Palestina e Libano: il doppio standard non può essere accettato, fa perdere ogni credibilità all’Italia e all’Unione Europea. Il sistema di regole condivise che ci siamo dati dopo la seconda guerra mondiale si basa sul principio che un criminale si persegue, si arresta e si condanna in un tribunale. Non si va a colpirlo in un altro paese uccidendo anche migliaia di innocenti. ” Così Laura Boldrini è intervenuta stamattina nel corso dell’audizione dei ministri Tajani e Crosetto alla Camera. “L’escalation è voluta da Benjamin Netanyahu che ha come obiettivo il caos totale per rimanere al potere e imporre un nuovo ordine.” “Serve un’iniziativa chiara italiana, passate dalle esortazioni che cadono nel vuoto a proposte concrete, avete anche la presidenza del G7, avanzate 3 punti: no armi a Israele che le usa contro i civili, sanzioni a Netanyahu e ai suoi ministri; sospensione dell’accordo Israele-UE. Il basso profilo che il governo sta tenendo è la dimostrazione dell’assenza di un’azione politica che condanna il nostro paese all’irrilevanza”.
“L’invasione delle truppe Israeliane del Libano operata dal governo di Netanyahu è un atto grave che minaccia la pace mondiale. Netanyahu definisce l’Onu ‘una palude antisemita’. Parole gravissime.
Ora più che mai occorre un grande concerto di azioni diplomatiche che in Medio Oriente così come in Ucraina garantisca la libertà e l’indipendenza delle nazioni colpite e invase, la sicurezza contro il terrorismo, la sicurezza di tutti, l’isolamento di chi agisce contro la pace. Solo la pace può garantire la sicurezza e la stabilità. Occorre una spinta popolare per scardinare la spirale di causa effetto che ormai confonde le responsabilità e rischia di rendere tutti protagonisti di una dinamica di guerra, cancellando ragione e torti. Ora un movimento popolare per la pace. Si parta dall’Italia. La sinistra italiana chiami in piazza tutte le forze che vogliono pace e sicurezza”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Pace e diplomazia sono le due parole che dobbiamo tenere a cuore e devono guidare ogni azione in politica estera. In un mondo sempre più complesso, segnato da divisioni e conflitti devastanti come quelli in Ucraina e in Medio Oriente, è cruciale che le nostre scelte siano orientate verso la costruzione di un dialogo aperto e costruttivo, volto non alla distruzione, ma alla risoluzione pacifica delle tensioni. La descalation deve prevalere sull’escalation, poiché la pace non significa solo l'assenza di guerra, ma anche la creazione di condizioni stabili di armonia e cooperazione duratura. Per raggiungere questo obiettivo, la diplomazia deve essere il nostro strumento principale, perché consente di costruire ponti laddove esistono divisioni, di favorire il confronto e la comprensione laddove dominano i fraintendimenti. Ogni nazione, ogni leader e ogni individuo che abbia a cuore il bene comune deve adottare questi principi come fondamentali. Solo così potremo affrontare le sfide attuali, costruendo un futuro basato su convivenza pacifica, progresso condiviso e rispetto reciproco. E l’Europa ha un ruolo nevralgico in questo momento storico” così in una nota il capogruppo democratico in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano che ha partecipato ieri sera a un incontro a promosso dal Rotary club di Aversa insieme al Capo di Stato maggiore dell’Esercito Italiano, Gen. Carmine Masiello e all’inviata Rai in Ucraina, Stefania Battistini. “Siamo molto preoccupati - ha concluso Graziano - per i nostri soldati impegnati nella missione Unifil in Libano”.
"Il ministro degli Esteri Tajani venga a riferire in aula su quello che sta accadendo in Libano. Abbiamo denunciato più volte il fatto che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, pur di conservare il suo personale potere, è disposto ad una guerra senza fine e, ormai, senza confini. Non gli sono bastati gli oltre 42 mila persone uccise a Gaza, in maggioranza donne e bambini. E non gli sono bastate neanche le incursioni violente dell’esercito e dei coloni contro i palestinesi della Cisgiordania. Né l’atto gravissimo di inviare i militari a Ramallah per sospendere le trasmissioni di Al Jazeera. Ha fatto di tutto, Netanyahu, per incendiare l'intero Medioriente". Lo ha dichiarato oggi nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ha violato la sovranità territoriale di un altro Paese, l’Iran, per uccidere il capo di Hamas, impegnato nelle trattative per il cessate il fuoco. E se uccidi il negoziatore, uccidi il negoziato. Ed è esattamente così che è andata. Ma già a fine dicembre era intervenuto in Iran per uccidere il generale Razi Moussavi e più recentemente in Libano per uccidere quello che era ritenuto il braccio destro di Hassan Nasrallah, Fuad Shukr - ha ricostruito Boldrini -. Infine Netanyahu ha organizzato l’esplosione simultanea di cercapersone e walkie-tolkie, in Libano e in Siria, che hanno ucciso, ferito e reso cieche migliaia di persone. Un atto che non esito a definire terroristico".
"Bisogna essere chiari: o la sovranità territoriale è un principio da tutelare sempre, o non è un principio. Se vale, come vale, per l'Ucraina, deve valere anche per il Libano, per l'Iran, per la Siria e per la Palestina - ha sottolineato -. In Libano, per altro, ci sono oltre mille soldati italiani con la missione Unifil. Che aspetta il governo a venire con urgenza alle Camere a rendere conto al Parlamento di quel che ha intenzione di fare, se ha intenzione di fare qualcosa, per fermare questa drammatica escalation?".
"Il governo finora non ha dato alcun segnale e si è anche astenuto sulle Risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’Onu per non disturbare l’amico Netanyahu. Servono invece atti concreti di pressione: basta con la vendita delle armi ad Israele, sanzioni contro Netanyahu e i Ministri del suo governo e sospensione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea - ha concluso Boldrini -. Ma non stupisce che la premier Meloni non dica una sola parola su quello che accade in Medioriente. Il suo unico obiettivo è bloccare i migranti, a qualsiasi costo. Questa è l’unica lente con la quale guarda il mondo, non ne ha altre. Una lente che causa forte miopia e che conduce il Paese sulla strada della più totale irrilevanza sul piano internazionale".
"Il voto di oggi del Parlamento europeo che esorta gli Stati a concedere a Kiev l'uso delle armi in territorio russo è un passaggio grave e allarmante. L'Ue, che nasce come grande progetto di pace, dimentica le sue origini aprendo a scenari di guerra invece di impegnarsi per giungere alla fine del conflitto.
Non era mai successo prima che l'Unione spingesse verso la guerra abbandonando ogni tentativo di dialogo e trattativa.
Ha fatto bene il Pd, pur ribadendo il sostegno a Kiev contro l'invasione russa, a dissociarsi perfino dal proprio gruppo di appartenenza e a decidere di votare contro il via libera all'uso delle armi sul suolo russo che perde di vista la natura stessa dell'Unione europea". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Il doppio standard ci seppellirà. L'Europa non ha perso tempo, giustamente, ad emettere sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina. Questo, però, non è successo per quello che da undici mesi accade a Gaza e anche in Cisgiordania. E' una grave perdita di credibilità agli occhi del mondo intero. Come facciamo a chiedere il rispetto dei diritti umani ad altri paesi quando noi per primi usiamo due pesi e due misure a seconda di quale sia lo Stato interessato?
Non bastano più le esortazioni e gli appelli, non funzionano. Bisogna sanzionare Israele e porre fine all'invio di armi, come hanno già fatto il Canada e il Regno unito. Bisogna sospendere il Trattato di associazione Unione Europa - Israele che si basa proprio sul rispetto dei diritti umani. Non ci possono essere dubbi sulle violazioni in corso: affamare le persone è un crimine, bombardare gli ospedali e le scuole è un crimine, tagliare l'acqua alla popolazione civile è un crimine, uccidere i giornalisti e gli operatori umanitari è un crimine. Ha ragione Tajani a chiedere al Venezuela di garantire il diritto all'informazione per i giornalisti locali e internazionali. Ma se questo vale per il Venezuela, vale anche per Gaza dove, in undici mesi, sono stati uccisi 170 giornalisti palestinesi e ai media internazionali è vietato entrare.
Stiamo perdendo autorevolezza e dignità come Unione Europea e come Italia. Chi non si assume le proprie responsabilità di far rispettare le regole comuni che ci siamo dati è colpevole verso le vittime e verso il diritto internazionale. Così si torna al tempo della legge della giungla".
Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e componente dell'Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina alla conferenza stampa che si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati organizzata da Aoi, Arci, Assopace Palestina e Amnesty a cui hanno partecipato anche Raji Sourani, direttore e fondatore del Palestinian Center for Human Rights di Gaza, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati e Triestino Mariniello rappresentante legale delle vittime di Gaza alla Corte penale internazionale.
“Ennesima figuraccia del Governo sulla politica estera. Il caos della presunta nota stampa prima congiunta e poi non più, dimostra le profonde tensioni e le fratture insanabili in maggioranza sulla linea da tenere a livello europeo ed internazionale, in particolare sul sostegno all'Ucraina. Emerge ancora una volta la ragione della nostra inaffidabilità e scarsa credibilità internazionale”. Lo dichiara il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in Commissione Politiche EU.
Non è la ricetta della carbonara. Qual è la politica estera del governo? Che peso ha la Lega sulla nostra posizione in Europa? Come sostenere l’Ucraina non può essere oggetto di trattative per la tenuta della maggioranza. Ieri la cancellazione dell’assegno unico, oggi il ruolo dell’Italia in Europa: un pessimo rientro e molte preoccupazioni per il paese in uno scenario geopolitico sempre più complesso.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Oggi, nella festa dell’indipendenza, a fianco dell’Ucraina che resiste e combatte. Per ricordare che questa è una festa anche per l’Europa e per l’Italia: l’Ucraina non difende solo la propria indipendenza, ma anche la libertà, la giustizia e la pace, che sono valori universali". Lo scrive sui social la deputata dem Lia Quartapelle.
“Le accuse rivolte dal ministero dell'interno russo alla giornalista Rai Stefania Battistini, all'operatore Simone Traini e all'inviato di Rainews 24 Ilario Piagnerelli, sono semplicemente irricevibili. Esprimiamo di nuovo la nostra incondizionata solidarietà a questi bravi professionisti dell'informazione e il ringraziamento per il lavoro svolto in un difficile teatro di guerra. Nei Paesi democratici la stampa è libera, non è al servizio del potente di turno che ha tutto l'interesse ad edulcorare la realtà e soprattutto non è oggetto di minacce, più o meno velate, da parte di esponenti di governo, come sembrerebbero provenire dal Cremlino. E non accettiamo lezioni, soprattutto dalla destra, da quale parte ci dovremmo schierare”. Così in una nota il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai e commissione Difesa.
“È sgradevole che anche da parte del Ministro Crosetto si usino contro giornalisti che fanno il loro mestiere toni sprezzanti e aggressivi. Quando non si hanno argomenti, si finisce per prendersela con la stampa.
Non è la prima volta che il ministro della Difesa si trova a dover correggere alcune dichiarazioni sull’Ucraina. Evidentemente le sue parole sono equivoche e non lo specchio di una posizione “affidabile, seria e salda” sulla questione. Non è solo una impressione di osservatori italiani. Oggi uno dei più stretti collaboratori di Zelensky, Mikhail Podolyak, chiede se il governo riconosce o no all’Ucraina il diritto di difendersi secondo le regole del diritto internazionale: quando un paese invade un vicino, trasforma i propri confini in una zona di guerra”. Così la vice presidente della Commissione Esteri della Camera, la
deputata democratica Lia Quartapelle.
“Venerdì a Orvieto c’è il forum del Movimento Indipendenza di Alemanno. Spiccano tra i relatori l’ambasciatore russo e, a commento, il capogruppo M5S Patuanelli. Una conferma-se ce ne fosse bisogno-dell’ambiguità del M5S sull’invasione dell’Ucraina e sul rapporto con la destra peggiore” così su X la deputata democratica, Lia Quartapelle.
https://x.com/liaquartapelle/status/1816088456029757940?s=48
“Il comunicato del ministero delle infrastrutture sulla questione del rinnovo della patente di un cittadino che ha visto riportare Mariupol come città della Russia è sì tempestivo, ma oscuro. Perché questo errore ora? È accaduto per altre località? Attendiamo una risposta in Parlamento che chiarisca nel dettaglio pratico come è avvenuto e come si farà ad evitarlo in futuro” così la deputata democratica Lia Quartapelle che ieri ha annunciato un’interrogazione parlamentare per capire come mai un cittadino nato a Mariupol, rinnovando la patente, ha visto attribuire la sua città natale alla Russia e non all’Ucraina. “Non ci possono essere riconoscimenti di fatto dell’invasione russa” ha scritto Quartapelle che critica oggi la poca chiarezza della risposta fornita dal Mit.
Quartapelle, interrogazione parlamentare per chiedere a Salvini di fare chiarezza
“L’avvocato Anton Gross denuncia un fatto gravissimo: rinnovando la patente, il MIT di Salvini avrebbe attribuito la sua città natale, Mariupol, alla Russia. Presenterò una interrogazione per capire se è vero. Non ci possono essere riconoscimenti di fatto dell’invasione russa” così su X la deputata democratica, Lia Quartapelle, dove ha pubblicato anche le foto della patente contestata. https://x.com/liaquartapelle/status/1813582741860135021?s=48.
"Il protagonismo di Orban è assolutamente scomposto, pericoloso e controproducente: in questo momento è presidente di turno del Consiglio Europeo e rappresenta l'intera Unione. Peraltro, non ha ottenuto nessun risultato e ha rischiato semplicemente di indebolire l'unità e la compattezza dell'Unione europea, che invece è stata solida in questi anni. Putin voleva indebolire e distruggere l'Europa. Non ci è riuscito e lo stesso voleva fare con la Nato. In questo quadro la Presidente del Consiglio Meloni è in grande difficoltà. Il nostro governo sconta un deficit di credibilità e autorevolezza drammatico sugli scenari internazionali, proprio in relazione al rapporto con la Nato e con l'Unione Europea perché è evidente che noi abbiamo un vicepresidente del Consiglio che è il megafono della propaganda di Putin in Europa insieme a Orban e Le Pen. Salvini è la quinta colonna del putinismo in Europa. E non possiamo permettercelo, perché questo sta creando difficoltà enorme alla credibilità internazionale del Paese. Salvini ricordo è quello si è felicitato con la vittoria di Putin definendo le elezioni libere e democratiche. La Lega di Salvini è quella che non ha votato al Parlamento europeo impegni per contrastare la disinformazione e le ingerenze russe nel corso delle ultime elezioni europee. Salvini, è quello che ha contestato la proposta Stoltenberg di sostegno, anche militare all'Ucraina. Noi crediamo da questo punto di vista che non ci possano essere sbandamenti o passi indietro rispetto al pieno sostegno all'Ucraina con tutte le forme di assistenza necessarie. Lo abbiamo detto da subito con chiarezza e lo ribadiamo con forza anche oggi". Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd commissione politiche europee alla Camera, a Coffee Break su La 7.